domenica 11 marzo 2012

IL PERCORSO DELL’AMORE 1Giovanni 4:7-21


7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo. 10 In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. 11 Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi. 13 Da questo conosciamo che rimaniamo in lui ed egli in noi: dal fatto che ci ha dato del suo Spirito. 14 E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo. 15 Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. 16 Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 17 In questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio abbiamo fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo. 18 Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore. 19 Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. 20 Se uno dice: «Io amo Dio», ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. 21 Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello.

L’apostolo Giovanni in questi versetti fa una citazione molto importante e di cui voglio farne un motto e un punto di partenza per questo pensiero “ perché Dio è amore”(v.8). Dire che Dio è amore , in sostanza vuol dire che la sua stessa essenza è composta d’amore, a differenza di noi uomini che invece abbiamo amore. Lo stesso discorso vale per quanto riguarda la luce, infatti all’inizio di questa epistola Giovanni afferma “Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre” 1Giovanni 1:5. Anche in questo caso Giovanni afferma che Dio è luce, quindi anche in questo caso possiamo affermare che la sua stessa essenza è composta di luce e che pertanto nessuna tenebra fa parte del suo Essere. Ritornando al nostro argomento, l’affermazione che Dio ha amore ci permette di dire anche che in Lui non possiamo trovare nessun sentimento di odio, di disprezzo, d’indifferenza, di disinteresse, di ostilità, di rancore, ecc., perché la sua essenza è amore. Come abbiamo accennato prima, se è vero che Dio è amore, è anche vero che l’uomo possiede amore, però è da chiarire un passaggio importante. Infatti, quando l’uomo è stato creato, dice la scrittura, è stato fatto a immagine di Dio; Dio ha impresso in noi la sua immagine, il suo carattere, ma non essendo noi Dei, tutto ciò è come qualcosa che è aggiunta al nostro essere. Dio quando ha formato l’uomo l’ha fornito della sua immagine, figura che come sappiamo è stata poi imbrattata, storpiata, abbruttita dal peccato. Detto questo, comprendiamo che la salvezza non ha solo il compito di lavarci dai peccati, ma ha fra le tante virtù quella di ristabilire ancora una volta l’immagine di Dio in noi. Dobbiamo imparare ad avere la luce di Dio in noi per essere luce in questo mondo, dobbiamo imparare ad avere l’amore di Dio in noi, per amare dell’amore di Dio. Ecco che si presenta un cammino d’avanti a noi, il percorso dell’amore.

1)      LA MANIFESTAZIONE DELL’AMORE DIVINO PER NOI.
“In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo”. Il nostro Padre celeste, quando a causa del peccato è entrata la morte nell’umanità, non è stato con le mani in mano, ma da subito ha cercato il mezzo per riportare l’uomo a ravvedimento. Ecco che sulla scena della storia appare il nostro Signor Gesù, il figlio di Dio, l’Agnello che toglie il peccato del mondo “Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” Giovanni 1:29. Lo stesso Giovanni poi aggiunge Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna Giovanni 3:16. Ecco che ora possiamo comprendere che la manifestazione dell’amore di Dio si è resa concreto nel pensare alla nostra salvezza, decidendo di mandare il suo unigenito figliolo, dandolo come sacrificio espiatorio per tutti i peccati dell’umanità. “Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre  iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti”  Isaia 53:4-5. Ringraziamo Dio che ci ha messo in condizione di vedere e di capire quanto amore ha avuto per l’umanità, e per ognuno dio noi, non dimenticando di ringraziare anche Gesù che ha tanto desiderato sacrificare la sua vita per me e per te.

2)      LA REALIZZAZIONE DELL’AMORE DIVINO IN NOI.
“In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati”. L’avere capito in qualche modo l’amore di Dio, è il primo passo verso il percorso dell’amore, il secondo passo è il realizzare tangibilmente quest’amore nella nostra vita per poterlo mettere a frutto. Non basta avere capito che Dio è amore e che ne ha tantissimo per noi, non basta farne oggetto di discussione nel nostro stare insieme, dobbiamo fare il secondo passo, permettere all’amore di Dio di fruttificare nella nostra vita. Come il contadino si aspetta dei buoni frutti, dopo avere sparso degli ottimi semi, così il nostro Dio si aspetta tanti buoni frutti da ognuno di noi poiché Lui continua a riempire la nostra vita del suo amore 11- Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. L’amore reciproco è uno dei segni evidenti che Dio dimora nei nostri cuori, ma ci sono altri segni da non trascurare, al verso 13 leggiamo “Da questo conosciamo che rimaniamo in lui ed egli in noi: dal fatto che ci ha dato del suo Spirito”, Dio ha messo a nostra disposizione il suo Santo Spirito. È per la sua azione che noi abbiamo potuto conoscere Dio intimamente, è per la sua azione che ci siamo accostati a Lui convinti di peccato, è per la sua azione che abbiamo afferrato la mano perdonatrice di Gesù 15“Chi riconosce pubblicamente che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio”. In ultimo, il segno che Dio rimane in noi è che noi restiamo nel suo amore 16 “… chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”. È meraviglioso sapere che Dio è e rimane con noi, è strabiliante sapere che la sua presenza sia la costante che accompagna giornalmente il nostro pellegrinare terreno, è interessante permetter Gli di guidare la nostra vita giornalmente, è portentoso permetterli di riversare in noi quell’amore che va aldilà di ogni comprensione umana. È magnifico realizzare l’amore di Dio nella nostra vita.

3)      LA PERFEZIONE DELL’AMORE DIVINO IN NOI.
“ In questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio abbiamo fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo”.
Come abbiamo detto prima, l’amore di Dio non è perfezionabile poiché è già perfetto, cosa che non possiamo dire di noi uomini. Infatti, è nello stare alla presenza di Dio, nel nutrirci del suo amore che noi perfezioniamo giornalmente il suo amore in noi. Da cosa ci accorgiamo che il suo amore diventa perfetto in noi? L’apostolo Giacomo dice al v. 17 “In questo l'amore è reso perfetto in noi: che nel giorno del giudizio abbiamo fiducia, perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo”. Realizzare la fiducia viva che per noi credenti c’è un futuro splendente, è il perfezionamento dell’amore Divino in noi. L’uomo lontano da Dio non ha nessuna prospettiva dopo la morte, la dipartita per lui significa la fine di ogni cosa, e anche se ufficialmente dice di non avere paura di quel momento, sappiamo che l’istante della morte ha fatto tremare il più incallito dei peccatori. Non così per il vero credente, egli con l’aiuto di Dio, ha sconfitto la paura della morte 18 “Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore”. Sia ringraziato Dio che ogni giorno che passa ci perfeziona nel suo amore e ci fa avere sempre più fiducia nelle sue promesse “… perché qual egli è, tali siamo anche noi in questo mondo”. È bello leggere delle grandi promesse che Dio ha fatto al suo popolo, è stupendo crederci, e ancor di più incantevole è vederle realizzate sotto i nostri occhi. Impariamo a fidarci e a confidare del nostro Dio, e quando viene lo sconforto, ricordiamoci che le sue promesse sono sì e amen! E se ancora questo non bastasse ricordiamoci delle parole di Dio rivolse a Sarah “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE? Al tempo fissato, l'anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio” Genesi 18:14.

CONCLUSIONE
Se è vero che Dio è la fonte dell’amore, è altresì vero che noi siamo quei contenitori che devono riempirsi dell’amore di Dio. Facciamo attenzione che il contenitore sia sempre pieno, perché se ciò non avviene due sono i motivi plausibili, o Dio non sta più riversando in noi il suo amore, e ciò può avvenire solo nel caso noi non siamo più disposti a ricevere più nulla da Lui, oppure il nostro contenitore ha una crepa che consente di perdere il prezioso contenuto in modo incontrollato e infruttifero. Ciò che Gesù vuole darci è qualcosa di prezioso e insostituibile per una sana crescita spirituale “Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna» ” Giovanni 4:13-14.
A Dio sia la lode. 
                                                                                                ACETO GIACOMO


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