sabato 1 marzo 2014

RALLEGRATEVI

                 
Filippesi 4:4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.

2Corinzi 13:11 Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d'amore e di pace sarà con voi.

Filippesi 3:1 Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi.



    La parola rallegratevi ha come significato intrinseco l’azione di rendere allegro se stesso. In effetti, qualcuno dirà ma di cosa dobbiamo rallegrarci in questo mondo? Tante sono le notizie che ci bombardano e ci tolgono la gioia, ma il vero cristiano deve imparare a rallegrarsi, a vivere una vita gioiosa e piena di allegrezza. Come fare ?dobbiamo imparare a riconoscere quei valori spirituali che ci rendono ottimisti sia per quanto riguarda la vita materiale ma principalmente quanto riguarda la vita spirituale. Ricordiamoci che uno dei frutti dello S. Santo è appunto l’allegrezza: Galati 5:22 “Ma il frutto dello Spirito è: carità, allegrezza, pace, lentezza all'ira, benignità, bontà, fedeltà, mansuetudine, continenza” (vers. Diodati), dove per allegrezza viene tradotta anche come gioia. Pertanto è comprensibile che se lo Spirito di Dio abita in noi, è certo che anche l’allegrezza deve albergare nella nostra vita. Non è possibile essere cristiani veri, nati di nuovo e essere pessimisti, musoni, piagnoni e quant’altro distingua chi ancora non ha realizzato la vera vita in Gesù. Ecco alcune cose che devono procurarci allegrezza: 

               1)      CONFIDARE IN DIO.
Nel Salmo 5:11 troviamo scritto: Si rallegreranno tutti quelli che in te confidano; manderanno grida di gioia per sempre. Tu li proteggerai, e quelli che amano il tuo nome si rallegreranno in te”, e da questo versetto troviamo la prima verità da fare risaltare “dobbiamo imparare a confidare in Dio”. Confidare in Dio vuol dire incominciare ad avere fede in Lui, vuol dire anche incominciare a fidarsi di Lui anche se tutto ciò che ci attornia porta all’evidenza che tutto stia andando a rotoli. Ricordiamoci della calma che aveva l’apostolo Paolo quando tutto gli diceva che sarebbe stato fatto prigioniero e portato a Roma: Atti 21:10-14 “Eravamo là da molti giorni, quando scese dalla Giudea un profeta, di nome Agabo. Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: "A Gerusalemme i Giudei legheranno così l'uomo a cui questa cintura appartiene, e lo consegneranno nelle mani dei pagani"». Quando udimmo queste cose, tanto noi che quelli del luogo lo pregavamo di non salire a Gerusalemme. Paolo allora rispose: «Che fate voi, piangendo e spezzandomi il cuore? Sappiate che io sono pronto non solo a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». E, poiché non si lasciava persuadere, ci rassegnammo dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore»”. Ma sempre nel versetto 11 del salmo 5 è detto anche che coloro che amano il nome di Dio si rallegrano; quanto è importante amare Dio per potersi rallegrare, infatti è scritto: Romani 8:28 “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno”, comprendendo che se amiamo Dio, tutte le cose cooperano al nostro bene e pertanto non possiamo non aspettarci altro che giustizia da parte del Signore.

               2)      ANDARE ALLA CASA DEL SIGNORE. 
Nel salmo 122:1 è scritto: Mi son rallegrato quando m'hanno detto: «Andiamo alla casa del Signore”; da questo versetto possiamo far emergere un’altra grande verità: andare nella casa del Signore procura felicità. Andare alla casa del Signore vuol dire avere desiderio d’incontrarlo, di stare con Lui, di voler condividere del tempo col nostro Signore. Stare alla sua presenza vuol dire nutrire la nostra anima e il nostro spirito col cibo spirituale della sua mensa. Il salmista afferma che al solo sentirsi dire “Andiamo alla casa del Signore” gli ha procurato allegrezza, e questo deve essere il sentimento di ogni buon cristiano, gioire al pensiero di andare nel posto dove si trova Dio. È vero che ogni posto è buono per incontrarsi con Lui, infatti si può essere da soli nel posto più sperduto della terra e avere la gioia di incontrarsi con il proprio Dio, ma ancor più bello è andare a incontrarlo la dove c’è la radunanza dei santi. Un cristiano che va in chiesa solo per dovere è un cristiano immaturo, un credente che non sente il desiderio di trovarsi dove si loda il Signore è irresponsabile e non potrà mai gioire della presenza di Dio e non sarà sicuramente un cristiano allegro. Nel Salmo  84:10 è detto: “Un giorno nei tuoi cortili val più che mille altrove. Io preferirei stare sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle tende degli empi”, oggi a differenza di quanto affermato, è tanto se ci viene in mente di venire una volta la domenica in chiesa e non vediamo l’ora che tutto sia finito per tornare ai nostri affari e trascorrere gli altri mille altrove. Comprendiamo che non è quello che si aspetta il Signore dai suoi figlioli, Lui vuole che andiamo con gioia alla sua casa e che usciamo con rinnovata allegrezza per aver saziato l’anima nostra. Nel salmo 23 Davide asserisce al v. 6  Certo, beni e bontà m'accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa del Signore per lunghi giorni” affermando che da per scontato l’abitare nella casa del Signore per un tempo molto lungo, perché alla sua presenza c’è bene e bontà e ancora al v. 5 ci dice che Dio imbandisce una tavola per noi.

             3)      OTTENERE SALVEZZA
Un giorno, dice la scrittura, che i settanta discepoli mandati da Gesù per i villaggi ad annunziare la sua prossima visita, quando tornarono erano tutti esultanti perché anche i demonio arano stati sottoposti alla loro autorità, ma Gesù subito li interrompe dicendo: Luca 10:20 “Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»”, affermando così che l’avere i nostri nomi scritti nei cieli è motivo di allegrezza. Se è vero che il giorno più triste è stato quando l’uomo decise di allontanarsi dal suo creatore ora comprendiamo che il giorno più allegro è quando l’uomo decide di tornare sui suoi passi e riavvicinarsi al suo Dio. Dio ha fatto di tutto per riportarci a Lui, alla sua gloria, all’ubbidienza, alla vita eterna e questo gli è costato tanto, ma il risultato lo ricompensa di ogni sacrificio. Ricordiamoci la parabola del figlio prodigo, il padre gioì al ritorno del figlio e per esternare e coinvolgere tutti nella sua allegrezza decide di fare festa. Un giorno in cielo faremo festa col nostro Signore perché noi siamo quei figlioli che sono ritornati a Lui.
L’apocalisse ci parla di tempi futuri, di battaglie epiche, di vittorie entusiasmanti, di eredità che il nostro Dio ha preparato per noi, il suo popolo, pertanto abbiamo di che gioire, di rallegrarci per ogni giorno che passiamo in sua compagnia su questa terra perché è un giorno in meno nell’attesa del ritorno di Gesù.

CONCLUSIONE
       Mi piace ricordare e concludere questa meditazione con Davide che tutto allegro danza a tutta forza d’avanti all’arca del Signore che finalmente ritornava al suo posto, in mezzo al popolo di Dio:
2Samuele 6:13-14 “Quando quelli che portavano l'arca del SIGNORE ebbero fatto sei passi, egli immolò un bue e un vitello grasso. Davide era cinto di un efod di lino e danzava a tutta forza davanti al Signore”.
2Samuele 6:20-22 “Come Davide tornava per benedire la sua famiglia, Mical, figlia di Saul, gli andò incontro e gli disse: «Bell'onore si è fatto oggi il re d'Israele a scoprirsi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe un uomo da nulla!»Davide rispose a Mical: «L'ho fatto davanti al SIGNORE che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi principe d'Israele, del popolo del SIGNORE; sì, davanti al SIGNORE ho fatto festa. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò umile ai miei occhi; ma da quelle serve di cui parli, proprio da loro, sarò onorato!»”
Non perdiamo l’occasione di fare festa davanti al nostro Dio che ancora oggi ci dice “RALLEGRATEVI”.

A Dio sia la gloria.


      GIACOMO ACETO

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