lunedì 9 gennaio 2012

IL CENTURIONE AI PIEDI DELLA CROCE


Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto e le cose avvenute, furono presi da grande spavento e dissero: "Veramente, costui era Figlio di Dio".
Matteo 27: 54

Gesù è messo in croce, e un centurione dell’esercito romano è incaricato di controllarlo. È là perché il suo dovere lo obbliga, per impe­dire che i suoi discepoli vengano a liberare il loro Signore. Così, egli si trova faccia a faccia con Gesù. Alla fine di quelle tre ore terribili, "visto il terremoto e le cose avvenute", udito il suo gran grido che ha dimostrato che Egli era ancora in pieno possesso delle sue forze, il centurione esclama: "Veramente, costui era Figlio di Dio" (Matteo 27:54; Marco 15:39), e ancora: "Veramente, quest'uomo era giusto" (Luca 23:47).
Questo soldato, pur abituato alla guerra e alla sofferenza degli uomini, ha visto la malvagità di tutti nei confronti di Gesù; ha assistito, per dovere, alla sua crocifissione, ma Dio non aveva permesso quella circostanza invano. Egli ha visto le tenebre stendersi su tutto il paese, ha visto il terremoto; ha sentito le sette frasi pronunciate dal Signore sulla croce, ha udito la promessa fatta al brigante pentito e la preghiera "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Di fronte a questi avvenimenti, il suo cuore è toccato; egli rico­nosce Gesù come il Figlio di Dio, e con la sua bocca lo confessa (Romani 10:10).
Caro lettore, non essere indifferente di fronte alla morte del Figlio di Dio!

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