lunedì 15 agosto 2011

LASCIATI TROVARE


La voce dell'Eterno
è cara al cuore,
lambisce terre aride e deserti,
si dona e si rivela al cuore
di ogni tuo santo
e di quel figlio d'uomo che osa cercare....
laddove la vita, con i suoi inganni,
miete solo dolore, paura e vuoto interiore.
lasciati trovare adorato padre,
per quello che tu sei...
nel bramoso mio cercarTI,
mi lasciasti sentire la Tua voce nel deserto...
quella voce voglio io riassaporare,
quella voce Tua che accarezza l'anima,
che mi ridesta a nuova vita
all'alba di ogni giorno....

Elisabetta D'Atri

LA SOLITUDINE


 QUANDO  SENTI COME UN VUOTO INTORNO A TE,
 QUANDO LA SOLITUDINE TI AFFERRA,
QUANDO GRIDI A TUTTI, “DIO DOV’E’”….

QUANDO TI SENTI ABBANDONATO E DICI “NESSUNO PENSA A ME”,
QUANDO LO SCONFORTO TI PRENDE, E LA GOLA TI SI SERRA,
QUANDO SCENDONO LE LACRIME E NON CAPISCI PERCHE'….


GUARDA CON GLI OCCHI DELL'ANIMA STANCA
GUARDA OLTRE E OSSERVA LA GENTE
 GUARDA AL VICINO SEDUTO NELLA PANCA
GUARDA, A GESU' CHE TI CONSOLA CUORE E MENTE.

DIO TI BENEDICA.

                                                                     DI   ACETO GIACOMO

IL TROMBONE


E' questa un'esperienza che conser­vo preziosamente nei miei ricordi e che illuminò gli anni oscuri della crisi economica che infierì nel nostro paese.
La storia cominciò quando uno dei nostri ragazzi si mise a pregare per a­vere un trombone. Mio marito era allo­ra pastore di una piccola comunità e noi avevamo esattamente ciò che ba­stava per vivere; non si poteva certo pensare agli strumenti musicali! I ve­stiti dei nostri ragazzi ci erano in gran parte dati da membri di chiesa e la nostra macchina da cucire non smette­va mai di camminare, tanto era il lavo­ro che avevo per trasformare gl'indu­menti donati in vestiti, pantaloni e ca­micie. Il cibo neanche era abbondante in quei giorni; non avevamo mai sof­ferto la fame, grazie a Dio, ma doveva­mo economizzare fino all'ultimo cente­simo.

UNA PAROLA PER OGGI


La fine di ogni essere vivente è giunta poiché la terra, a causa degli uomini, è piena di violenza (Genesi 6:13)

C'è chi pensa che Dio sia un vecchietto bonario e un po' distratto che sopporta tutto, anche le violenze più efferate e le perversioni più innominabili. Il brano di oggi, che anticipa il terribile diluvio, dimostra l'esatto contrario. Il nostro Dio è lento all'ira e paziente solo fino a un certo punto, un "punto di rottura" che è Lui stesso a misurare e a decretare; non sta certo a noi sapere o condizionare i tempi di Dio. Qui la parola di Dio spiega che la terra era arrivata ad essere "piena di violenza" e viene precisato che questo non si poteva assolutamente addebitare al Creatore o al caso, ma era "...a causa degli uomini". Non è passato molto tempo dalla genesi (le "origini") che già troviamo decretata "la fine". E quando Dio parla di "fine" c'è poco da scherzare: "Ecco, io sto per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni essere in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla terra perirà" (v. 17). Dalle profezie della Bibbia e dai telegiornali è abbastanza chiaro che tutta la violenza che abbonda in questo nostro mondo di peccato sta arrivando al colmo e presta il sommo Giudice decreterà una nuova "fine". Stavolta lo strumento dell'ira divina sarà il fuoco (cfr. 2 Pietro 3:6,7). Meglio correre da Gesù, la nostra Arca di salvezza, finché c'è ancora tempo.

 www.paroledivita.org  

IL SEME DELLA PAROLA

Esortatevi a vicenda ogni giorno... perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.
Ebrei 3:13
Guardate dunque con diligenza a come vi comportate... Intendete bene quale sia la volontà del Signore. Efesíní 5:15, 17
L'aquila e la vipera
Un amico montanaro mi ha raccontato: "In una chiara mattina d'estate, stavo osservando un'aquila reale appollaiata su una roccia, molto vicino a me. Ad un tratto, ecco che spie­ga le ali e sale, con un volo maestoso, sempre più in alto. In poco tempo è soltanto un punti­no nero nel cielo. Ma, all'improvviso, si mette a scendere con evoluzioni disordinate, con le ali ripiegate, e si abbatte al suolo a qualche metro da me. Dopo averla esaminata, scopro una piccola vipera saldamente attaccata al suo petto. Evidentemente, mentre l'uccello si ripo­sava sulla roccia, la vipera si era annidata nel caldo delle sue ali e l'aveva morsicata in pieno volo".
Anche noi, amici cristiani, potremmo farci mordere dal peccato sotto le sue molteplici forme: menzogna, maldicenza, egoismo, diso­nestà... Il peccato non ci può togliere la vita nuova che abbiamo in Cristo, ma può inter­rompere il nostro "volo" e intralciare il nostro cammino con Dio.
Siamo dunque vigilanti e chiediamo al Signore di indicarci in che cosa corriamo il rischio di disonorarlo! Se siamo consapevoli di aver commesso un errore, confessiamoglielo immediatamente, e Lui ci aiuterà ad abbando­narlo. Solo così potremo vivere in un modo che l'onora, e non ci accontenteremo di evitare il male, ma troveremo la nostra gioia nel ricerca­re il bene e nel compierlo per amore per Dio e in favore del nostro prossimo.

edizioni il messaggero cristiano - www.messaggerocristiano.it

C'è...

Per ogni lecito lavoro quotidiano c’è un tranquillo riposo... 
 
Per ogni esperienza dolorosa c’è un tocco di guarigione... 
 
Per ogni sentimento negativo c’è una gioia costante... 
 
Per ogni delusione c’è una speranza certa... 
 
Per ogni tempesta turbolenta  c’è un appoggio sicuro... 
 
Per ogni dubbio c’è una  risposta rassicurante... 
 
Per ogni azione sbagliato c’è un amore che perdona. 
 
Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati.  Romani 8:37

Testimonianza di Dario

Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno! 



Sono Dario e voglio raccontarvi la mia storia.
A 11 anni e mezzo con alcuni amici tornavamo dalla Montagnetta di San Siro, a Milano.
All’improvviso sopraggiunse una macchina a gran velocita' che mi investi' facendomi volare per venti metri.
Rimasi quaranta giorni in coma, riportando la parte sinistra del corpo irrimediabilmente offesa. Dallo spavento persi la parola, che non ho ancora riacquistato.
Nel corso degli anni ho cercato di fare ginnastica, ma non avendo amici, non potevo piu' uscire e nemmeno distrarmi nelle normali attivita' che tutti i giovani svolgono.
In certi momenti mi veniva in mente il suicidio, ma, credendo in Dio, quando mi venivano quei pensieri, pregavo a modo mio dicendo: “Non voglio togliermi la vita”.
Arrivato a 21 anni, per il troppo studio, caddi in una crisi profonda. All’inizio dell’estate, non appena mio padre tiro' fuori dalla cantina la bicicletta a tre ruote, andai subito dal prete a confessarmi, portando con me un foglietto scritto. Dopo averlo letto, il prete mi disse “Io ti assolvo …” senza, pero', nessuna spiegazione.
Non mi sentivo ancora a posto: molti pensieri negativi mi affollavano la mente, percio' tutti i giorni mi recavo in una chiesetta vicina per chiedere a Gesu' di aiutarmi e di perdonarmi.
Nel mese di novembre del 1982, tornando dalle compere, mia madre porto' a casa un opuscolo con questo titolo: “Dio vuole che tu sappia quattro cose”.
Me lo porse dicendo: “L’uomo che me l’ha dato mi ha pregato di dirti che certamente ti sara' di aiuto”.
Infatti, cosi' e' stato. In fondo all’opuscolo c’era scritto: “Se volete iniziare un corso biblico per conoscere
veramente Dio, per mezzo della Sua Parola…”, cosa che corrispondeva proprio al mio desiderio.
Terminato il corso, cominciai a frequentare una chiesa cristiana evangelica e trovai Gesu' che mi diede sempre piu' profonda pace nel cuore.
Dopo un anno ho desiderato frequentare anche una scuola biblica, per conoscere meglio Dio.
In quel periodo caddi in un grave stato di logorio fisico e nervoso; cercavo di non guardare in faccia nessuno, continuando, pero', ad andare in chiesa.
Dopo due anni il Signore mi fece comprendere che “anche un’amara prova fortifica e rinnova!” Dio mi ristabili' e mi fortifico' con il Suo Spirito. Adesso, anche se sono disabile, continuo ad avere gioia nel cuore perche' vedo che Dio
mi dona ogni cosa secondo il Suo piano. Nella prova Dio mi ha fatto capire che non devo pensare soltanto a me stesso ma anche agli altri, per incoraggiare, confortare e far conoscere Gesu' a chi non Lo conosce, vivendo come Lui e' vissuto. Tramite mio padre sono entrato in contatto con una comunita', dove faccio ginnastica, lavoro, ci sono volontari che mi aiutano e, a mia volta, io aiuto quanti stanno peggio di me, sorridendo e scrivendo qualche parola di conforto. Nella mia vita ho fatto tante esperienze con Dio, che mi e' sempre stato vicino, mi ha aiutato e Lo ringrazio per questo.
Voglio dire alle persone che si sentono sole, prive di contatti, per diverse ragioni, senza scopo e senza speranza, nella solitudine piu' deprimente, causata dalla disoccupazione, malattia fisica o mentale: “Cercate il Signore e vivrete!” (Libro del Profeta Amos 5:6), non vi sentirete piu' soli perche' vicino ci sara' Gesu', l’Amico fedele che vi consola. Nella Bibbia e' scritto: “Benedetto l´uomo che confida nell’Eterno!”. Cerco di fare sempre mio questo passo: percio' non mi scoraggio, ma anche se il mio corpo si disfa di giorno in giorno, il mio uomo interno si rinnova di giorno in giorno. Perche' la mia momentanea, leggera afflizione, produce un sempre piu' grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre ho lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiche' le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne!

Dario