sabato 31 dicembre 2011

BENEDIZIONI ABBONDANTI!


Come un'onda il tempo avanza e in un attimo cancella,
sta per finire il 2011. 
Il vecchio lascia il posto al nuovo 
che bussa con arroganza per farsi spazio nella bacheca del tempo.
Quanto bello sarà quando l'eternità non sarà più un sogno 
ma la realtà, 
realtà vera in cui tutti vivremo
felici alla presenza del nostro Dio. 

Dio benedica il suo popolo oggi e sempre!

lunedì 26 dicembre 2011

"....e le porte dell'inferno non la potranno vincere"


"Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei... Per santi­ficarla dopo averla purificata...
Per farla comparire davanti à sé... Santa e irreprensibile" (Efesini 5:25, 27)

LA CHIESA PIÙ CHE VINCITRICE
Un giorno, alcune Bibbie ed altri libri cristiani furo­no bruciati dalle autorità cinesi. Ma le Bibbie sono libri spessi, che bruciano lentamente. L'aria incontra notevoli difficoltà a penetrare tra le centinaia di pagine che la compongono. Così, uno di coloro che assistevano allo spettacolo riuscì a strappare una pagina ad una delle Bibbie che si stava consumando. Per parecchi anni, la chiesa clandestina di quel­la città fu privata della Bibbia. Ma essa riuscì ugual­mente a trarre numerosi insegnamenti dalla lettura di quell'unica pagina. Ma qual era quella pagina? Quella in cui l'apostolo Pietro, dopo aver dichiarato che 'Gesù è il Figlio del Dio vivente, si sente rispon­dere: "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la potranno vincere" (Matteo 16:18). Si può vivere con una tale promessa anche quando la furia di governi totalitari si accaniste con­tro i cristiani. La chiesa ha avuto molti nemici che avrebbero voluto distruggerla, a partire dagli imperatori romani fino ai regimi anticristiani del nostro tempo. Ma gli imperi passano e la chiesa continua ad esistere. Essa deve talvolta nascondersi, abbassa­re il capo sotto il peso delle persecuzioni. Soffre anche delle beffe di cui è oggetto nei paesi prosperi dove l'immoralità e l'arroganza sono in continua crescita. Ma la Chiesa sa di essere dalla parte del Vincitore, il Gesù glorificato nel cielo. Per questo attende, con pazienza, il ritorno del suo Signore e Salvatore.

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PREGARE, SIGNIFICA AVVICINARSI A DIO


Quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, Dio, il mio rifugio. Salmo 73:28

 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segre­to; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. Matteo 6:6

Con la preghiera parliamo a Dio; Egli ci ascolta e invita tutti gli uomini a rivolgersi a lui (Salmo 65:2; Isaia 45:22). Per il credente, la preghiera è l'espressione della nuova vita che Dio dona a
chiunque mette la sua fiducia in Lui. La prima conferma della conversione dell'apostolo Paolo è stata: "Ecco, egli è in preghiera" (Atti 9:11). La preghiera manifesta una relazione personale con Dio, relazione di fede e di sotto­missione.
La preghiera del credente non è, in nessun caso, un rito magico che darebbe un certo potere sugli altri o sugli eventi; non è neanche un atto mistico nel quale si cerca di penetrare nella propria vita interiore per raggiungere un qualche traguardo. No, la preghiera ci mette semplicemente alla presenza di Dio. Quando il credente prega, non è solo, ma è con il suo Dio, non pensa a se stesso, ma al suo Signore.
Ci sono diversi tipi di preghiera: la supplica, il grido ("Signore, salvami"), il ringraziamento ("Signore, ti ringrazio"), la lode di colui che trova la sua gioia in Dio, l'adorazione che sale dai nostri cuori quando pensiamo alla gran­dezza del suo amore.
La preghiera ci permette anche di ricercare e conoscere la volontà di Dio affinché, accettan­dola, possiamo compierla nella nostra vita. "Sia fatta la tua volontà!"; Gesù ci ha insegnato a dirlo nella preghiera che ha lasciato ai suoi discepoli. Cristo, prima di andare alla croce dove doveva morire per noi, ha pregato il Padre usando queste stesse parole.

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domenica 25 dicembre 2011

Le stranezze di Dio...


DIO PARLA COL SUO SERVO E GLI COMANDA DI AMARE UNA DONNA.

Dal profeta Osea 3:1-5
"Ama una donna amata da un altro e adultera".

A primo avviso, appare certamente strano che il Signore rivelandosi al profeta Osea, gli dice di amare una donna adultera, una donna amata da un altro.
In realtà, non esiste nessuna stranezza perché la donna in questione è sua moglie giacché il profeta, aveva deciso di separarsi da lei per adulterio.

Secondo le leggi dell’Antico Testamento, una donna che commetteva un adulterio, si sarebbe dovuto lapidare e in ogni caso, sarebbe dovuto essere messa a morte (Lev. 20).
Il profeta nel silenzio per non farla giustiziare, si era separato ed ella, era finita al mercato delle schiave per essere venduta all’asta al migliore offerente ma Dio gli ordina di amarla sebbene adultera e lo invita ad amarla come l’Eterno ama i figli d’Israele, i quali si volgevano spesso ad altri dei e questo era per Dio considerato un abominio.

Il profeta, ubbidendo alla voce del Signore, scende al mercato e la compra per quindici sicli d’argento, un omer d’orzo e un letec d’orzo invitandola ad aspettare e rimanere nell’attesa senza prostituirsi finché non sarebbe ritornato.

Questa figura è davvero speciale perché ci parla di Cristo che non guarda le nostre bassezze anzi, ci ha comprati a prezzo di sangue e ci ha donato molte sostanze per il nostro sostentamento spirituale di cui abbiamo bisogno (lo Spirito Santo) e c’invita di rimanere santi (senza prostituirci ad altri dei), nell’attesa del Suo ritorno!

Certamente nessuno può dichiarare di non farne di peccati.
Cristo per questo è morto sulla croce, affinché quando pecchiamo il Sangue del nostro Signore ci purifica e ci santifica per comparire in quel giorno della chiamata, puri alla presenza di Dio Padre.


Suggerita da  ALFREDO

sabato 24 dicembre 2011

Il testamento...


Non v' illudete; ... né adulteri,... né ladri,... né ubriachi,... erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati... siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù.
1 Corinzi 6:9-11
  
Bilancio della vita
"Vicino alla morte, col corpo indebolito, la salu­te minata dalle mie dissolutezze e l'anima condannata alla perdizione eterna, lascio come eredità:
- alla società, l'esempio nefasto di un uomo che ha fatto di tutto per soddisfare i propri desideri sregolati;
- ai parenti, il terribile pensiero che colui che avevano amato ha perso oltre al corpo anche l'a­nima;
- a mia moglie, un cuore ferito, i segni dei miei maltrattamenti, la miseria e la vergogna;
- ai miei figli, un nome disonorato, un avvenire precario e il ricordo della stoltezza di loro padre."
(Autore anonimo del 19° secolo)

Questo bilancio assomiglia forse a quello di qual­che nostro lettore del 21° secolo? Vi siete fatti tra­scinare dal meccanismo perverso della droga, dell'alcol, del sesso, con tutte le sue conseguen­ze? C'è ancora una speranza, perché non è trop­po tardi per riconciliarvi con Dio! Infatti, benché abbia in orrore il peccato e lo condanni, Dio ama il peccatore. Ne ha dato la prova mandando il suo Figlio Gesù Cristo a pagare per i nostri pec­cati morendo sulla croce.
Confessagli anche tu che sei colpevole e digli che confidi solamente nella sua grazia. Non c'è nes­sun peccato tanto grande che Dio non possa per­donare a chi crede in Gesù Cristo: "Il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:7).

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mercoledì 21 dicembre 2011

Gesù ancora oggi salva!

UNA BUONA DOMANDA MAL FORMULATA


 (Gesù Cristo) dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. Ebrei 1:3

A tutti coloro che prendono coscienza della propria colpevolezza davanti a Dio, si pone una domanda fondamentale: Cosa bisogna fare per essere salvati? In sé questa preoccupazione è un buon segno, visto che a troppa gente sapere se saranno eternamente salvati o perduti non interessa.
La stessa domanda la pose il guardiano del carcere di Filippi agli evangelisti Paolo e Sila che erano sotto la sua custodia: "Che debbo fare per essere salvato?" (Atti 16:30). Anche un dottore della legge chiese a Gesù: "Maestro, che devo fare per ereditar la vita eterna?" (Luca 10:25), e così pure un giovane ricco e pio: "Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?" (Marco 10:17).
Dobbiamo constatare però, che tutte queste domande sono state formulate male, perché ognuno di loro avrebbe voluto "fare" qualcosa per ereditare la vita eterna, come se questa fosse la giusta ricompensa delle loro opere. L'uomo non può fare nulla per ottenere la pro­pria salvezza, se non credere che tutto è stato compiuto. Gesù Cristo, infatti, per mezzo del suo sacrificio sulla croce ha ottenuto la nostra redenzione eterna, subendo al nostro posto il giudizio che i nostri peccati meritavano. "Con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati" (Ebrei 10:10). Questa offerta, che ha pienamente soddisfatto Dio, è stata "fatta una volta per sempre" (Ebrei 10:10). Gesù, quando era sulla croce, prima di spirare ha pronunciato queste parole definitive: "È compiuto" (Giovanni 19:30). "Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non peri­sca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).

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martedì 20 dicembre 2011

PROVE VENUTE DAL FONDO DEL MARE


Renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. 1 Pietro 4:5

Sappiate che il vostro peccato vi ritroverà. Numeri 32:23

In un museo giamaicano è esposta la testa imbalsamata di uno squalo con a fianco uno strano plico di vecchi documenti, testimoni di una storia sorprendente. Nel 1799 dei marinai inglesi avevano catturato quel grosso squalo nel mar dei Carabi. Nel suo stomaco avevano trova­to quel plico di fogli ben legati. Essi proveniva­no da un'altra imbarcazione chiamata "Nancy" e rivelavano che quella nave aveva preso parte al contrabbando. Quei documenti furono con­segnati alle autorità.
Proprio nel periodo di quel ritrovamento si stava celebrando il processo all'equipaggio della "Nancy", sospettato di contrabbando durante una guerra tra Inghilterra e Francia che si era estesa fino ai Carabi. Non c'erano prove contro l'equipaggio della "Nancy", perché i documenti compromettenti erano stati gettati in mare. Possiamo immaginare la reazione del capitano quando quei documenti che lo incri­minavano riapparvero! Per lui e il suo equipag­gio non c'era più possibilità di scampare alla condanna; le prove erano inconfutabili. Non ci si può sbarazzare facilmente delle proprie colpe! Tanto meno davanti a Dio.
Nel linguaggio figurato dell'Apocalisse, Dio ci mostra che tutte le nostre azioni sono annotate nei suoi "libri" e che Egli giudicherà tutti gli uomini "ciascuno secondo le sue opere" (20:12).
Tutti? Non è detto. Gesù Cristo, infatti, ci dà la possibilità di sfuggire a quel giudizio e alla condanna conseguente: "Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24).

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Gesù salva, battezza e guarisce!

lunedì 19 dicembre 2011

RICOLMI


 RICOLMI della profonda conoscenza della volontà di DIO                   Colossesi 1:3-12

3 Noi ringraziamo Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, pregando sempre per voi, 4 perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e dell'amore che avete per tutti i santi, 5 a causa della speranza che vi è riservata nei cieli, della quale avete già sentito parlare mediante la predicazione della verità del vangelo. 6 Esso è in mezzo a voi, e nel mondo intero, porta frutto e cresce, come avviene anche tra di voi, dal giorno che ascoltaste e conosceste la grazia di Dio in verità, 7 secondo quello che avete imparato da Epafra, il nostro caro compagno di servizio, che è fedele ministro di Cristo per voi. 8 Egli ci ha anche fatto conoscere il vostro amore nello Spirito. 9 Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, 10 perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; 11 fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; 12 ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

È bello vedere in questi versetti l’unione e la collaborazione che vi è fra Paolo e i suoi collaboratori, in questo caso Epafra, che lo appella come “il nostro caro compagno di servizio, che è fedele ministro di Cristo per voi”.
È importante fare risaltare in questa occasione quanto sia fondamentale quell’amore profondo, frutto dell’amore Divino, che unisce la chiesa e i fedeli, procurando comunione di intenti e collaborazione totale. La chiesa, da tale unione, ne trae indubbio beneficio e sicuramente crescere secondo il volere di Dio. Ecco perché Gesù ha pregato per siffatta unione, perché una chiesa unita va sicuramente avanti e può contrastare efficacemente l’opera distruttrice del nemico.
Paolo, venuto a conoscenza da Epafra dell’amore nello Spirito dei credenti di Colosse, sente, insieme ad altri credenti non menzionati, la necessità di pregare per loro affinché siano ricolmi,traboccanti, pieni “della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale”. Il cristianesimo di Paolo non è teorico o filosofico, ma è reale e vissuto, la sua esperienza di conversione non è astratta o immaginaria, ma viva e straordinariamente vivificante, ecco perché sente l’urgenza di mandare questo messaggio essere ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio”. Ogni buon cristiano deve imparare quanto è importante conoscere profondamente la volontà di Dio, perché per essa volontà egli deve camminare e in essa si deve muovere, insomma dobbiamo imparare a chiederci in ogni momento “ è volontà di Dio che faccia, che dica, che vada, ecc. ?”. Poi aggiunge “con ogni sapienza e intelligenza spirituale”, sapienza e intelligenza devono essere le ancelle che accompagnano sempre la conoscenza della volontà di Dio, perché senza di esse possiamo sicuramente  aspettarci di prendere degli abbagli che poi ci costeranno cari spiritualmente. Assodato della necessità che abbiamo di essere ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio, l’apostolo Paolo ci dice, sospinto dallo S. Santo, gli effetti che essa volontà produrrà praticamente nella vita del credente.

1)      CAMMINARE   “perché camminiate in modo degno del Signore”
In questo caso il verbo camminare non è da intendere esclusivamente come azione che si fa per spostarsi da un luogo ad un altro, ma è da intendere come agiamo, procediamo e interagiamo  nel mondo che ci circonda, sapendo che in ogni nostra azione dobbiamo piacere principalmente e unicamente al nostro Dio; preoccupiamoci di cosa dicono o pensano gli altri di noi, ma mettiamo al primo posto cosa dice e pensa il nostro Dio di come stiamo camminando. Questo ci dice anche che se siamo cristiani veri, non possiamo restare nell’immobilismo inattivo, ma dobbiamo preoccuparci di essere cristiani attivi e dinamici, pronti a muoverci al comando del Signore. Se ci muoviamo e se camminiamo “in modo degno del Signore”,non potranno non essere presenti in noi due segnali molto evidenti, frutto appunto del camminare in Dio, e sono:
a)      Portare frutto in ogni buona opera.
“Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” Giovanni 15:5
“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli” Giovanni 15:8
“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia” Giovanni 15:16
“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” Galati 5:22
b)      Crescere nella conoscenza di Dio.
“Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna” 1Giovanni 5:20

2)      FORTIFICARSI  fortificati in ogni cosa”
Essere fortificati vuol dire rendersi conto dei puti deboli del nostro essere e cercare di porvi rimedio. Considerando che la nostra lotta non è contro carne e sangue e che il nostro nemico è fornito di una potenza a cui difficilmente possiamo resistere come uomini, abbiamo bisogno di fortificarci con qualcosa che supera detta potenza, ecco allora che interviene Dio, Egli mette a nostra disposizione “la sua gloriosa potenza”.Se Dio ci fortifica, saremo veramente fortificati, e questo ci metterà in condizione, inaspettatamente, di:
a)      essere sempre pazienti
“ … pazienti nella tribolazione …” Romani 12:12
“… a essere pazienti con tutti” 1Tessalonicesi 5:14
“Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore”  Giacomo 5:7
b)      essere sempre perseveranti
“Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere” Atti 2:42
“siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”  Romani 12:12

3)      RINGRAZIARE  “ ringraziando con gioia il Padre”
L’atto del ringraziare, che non dovrebbe mancare mai in ogni credente, vuol dire essere grati a Dio per ciò che Lui ha fatto e farà nella nostra vita. È bello sottolineare il termine usato con gioia” in quanto non basta dire grazie con la bocca, ma bisogna esprimerlo con gioa, con vera gratitudine al nostro Padre Celeste. RingraziamoLo di cuore, perché “ vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce”. Dio, in Gesù, ci ha fatto un regalo prezioso, non solo ci ha perdonato da ogni peccato, ma ci ha messo in grado di … ecc.
Che Dio meraviglioso e generoso abbiamo, non meritavamo il perdono e ce lo ha dato, non potevamo sperare in un futuro glorioso per la nostra esile e burrascosa esistenza umana e Lui ci ha messo in grado di avere la stessa sorte dei santi nella luce, cosa possiamo osare sperare di più, non ci resta che ringraziarLo con gioa.
“ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”  1Corinzi 15:57
“Ringraziato sia Dio per il suo dono ineffabile!” 2Corinzi 9:15

CONCLUSIONE
Come abbiamo detto all’inizio, l’apostolo Paolo aveva ben capito l’importanza dell’essere ricolmo, nella propria vita, della profonda conoscenza della volontà di Dio, tant’è che prega che altri possano realizzarla. Dobbiamo essere consci che il messaggio è ancora attuale per noi cristiani moderni, dobbiamo comprendere che c’è un’urgenza che prevarica ogni altra urgenza nella nostra esistenza terrena e nella vita di coloro che ci stanno a cuore e cioè quella di essere ricolmi, nel nostro interiore, della profonda conoscenza della volontà di Dio. Preghiamo per noi, ma preghiamo anche per coloro che ci circondano, preghiamo per tutto il popolo di Dio. pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi”  Efesini 6:18

A Dio sia la gloria                                               
                                                         ACETO GIACOMO

domenica 18 dicembre 2011

GESÙ E LE FOLLE


Come Gesù fu sbarcato, vide una gran folla e ne ebbe compassione, perché erano come pecore che non hanno pastore; e si mise a insegnare loro molte cose. Marco 6:34

Una folla è una forma di collettività particola­re, perché non somma semplicemente i senti­menti diversi degli individui che la compongo­no, ma ne moltiplica alcuni in maniera sor­prendente, a volte anche pericoloso. Una folla si entusiasma facilmente per qualcuno, o per qualcosa, e tutte le obiezioni e le opposizioni sono spazzate via dalla corrente che muove la massa. Essa quindi potrà essere molto genero­sa o molto violenta e crudele.
Gesù ha spesso avuto a che fare con le folle. Le persone si radunavano a migliaia per ascoltare le sue parole e vedere i suoi miracoli (Luca 12.1); ma Lui non ha mai cercato di imporre loro i suoi insegnamenti, e neppure di domi­narle. Quando le folle lo volevano incoronare re in Galilea, si è ritirato in solitudine su un monte (Giovanni 6:15). Gesù era pieno di com­passione per le folle; più di una volta, veden­dole stanche ed affamate, le ha fatte sedere e moltiplicando i pani le ha nutrite. Le folle lo hanno acclamato al suo arrivo a Gerusalem­me.
Quando però la folla è stata manipolata da uomini gelosi del proprio potere religioso, si è trovata unanime nel chiedere che Gesù fosse messo a morte. Tutti hanno gridato: "Toglilo, toglilo di mezzo, crocifiggilo!" (Giovanni 19:15). E Pilato, "volendo soddisfare la folla... consegnò Gesù... perché fosse crocifisso" (Marco 15:11-15).
Gesù si adirò di fronte a tanta crudeltà omici­da? Ascoltiamo la sua preghiera sulla croce: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Luca 23:34).

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sabato 17 dicembre 2011

SFUGGIREMO DEFINITIVAMENTE ALLA GIUSTIZIA?


Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere:... ira e indignazione a quelli che... invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all'ingiustizia. Non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Romani 2:6-8; 8:1

"Augusto Pinochet è morto il 10 dicembre 2006, all'età di 91 anni, senza aver mai risposto dei crimini commessi in Cile durante i 17 anni della sua dittatura." Molti si sono indignati, perché l'ha "fatta franca"; in effetti, la giustizia umana non è riuscita a condannarlo. La Bibbia però ci avverte che non finisce tutto al momento della morte: "È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). Un giorno, non solo i dittatori, ma tutti noi dovremo compari­re davanti a Dio, il giusto giudice. Allora saran­no emesse solo due tipi di sentenze:
    Quella per i credenti: "Noi tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affin­ché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male" (2 Corinzi 5:10). Sarà il momento in cui ogni credente, esaminando con il suo Salvato­re il modo in cui è vissuto, riceverà la ricom­pensa. In nessun caso verrà condannato. "Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giu­stifica. Chi li condannerà?" (Romani 8:33-34).
    Quella per gli increduli: "E vidi i morti, gran­di e piccoli, in piedi davanti al trono... e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere" (Apocalisse 20:12-15). Nessuna opera, anche la più onorevole, potrà giustificare qualcuno, e i peccati commessi in vita riceveranno la sentenza che meritano. Quelli che hanno rifiutato di ricevere la grazia divina saranno tutti condannati.
Ognuno di noi dovrà comparire davanti ad un tribunale; ma a quale dei due?

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Da pochi giorni ho aperto una pagina su Twitter a nome di @GiacomoAceto e quindi chi vuole può seguire anche la l'attività che si pubblica su Chiesa ADI Conegliano e anche dell'altro.Contattatemi anche su twitter, che Dio ci benedica insieme.

venerdì 16 dicembre 2011

DIO CI PARLA IN MOLTI MODI


Dio, dopo aver parlato antica­mente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Ebrei 1:1-2

Non è l'uomo che scopre Dio, ma è Dio che si rivela all'uomo. Lo fa in primo luogo attraver­so la natura: lo splendore del cielo stellato, í colori e il profumo dei fiori, e le innumerevo­li prove della potenza e della saggezza del Creatore; fermiamoci ad osservarle e ad ammirarle!
Poi Dio ha parlato a degli uomini del passato, i profeti, dei quali ci perviene la voce attraver­so gli scritti dell'Antico Testamento; le loro parole si sono realizzate alla lettera o si realiz­zeranno in futuro.
Infine, Dio si è avvicinato ulteriormente a noi e ci ha parlato per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo, del quale í profeti dell'Antico Testa­mento avevano previsto la venuta. La sua vita sulla terra, la sua morte e la sua risurrezione le troviamo riportate nei Vangeli; il suo mes­saggio, proclamato dagli apostoli nel libro degli Atti, è spiegato nelle Lettere, e nell'Apo­calisse il Signore ci è presentato glorificato.
Inoltre, la Bibbia è la voce di Dio che si rivol­ge a noi per istruirci, convincerci, correggerci, e darci la salvezza per mezzo della fede in Cri­sto Gesù (2 Timoteo 3:15). Se la Bibbia avesse come unico obiettivo quello di farci prendere atto della nostra colpevolezza e della nostra miseria morale, sarebbe il più sconfortante dei libri; invece, vuole insegnarci che Dio, nel suo amore, ci ha donato un Salvatore e che in virtù del suo sacrificio, chiunque crede in lui ha la vita eterna.

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giovedì 15 dicembre 2011

NON FATE LE VOSTRE VENDETTE



Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano.
Matteo 5:44

Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini.
Romani 12:17

Vendicarsi, restituire il male ricevuto, procu­rare agli altri il danno che hanno procurato a
noi, è un cattivo istinto della nostra natura. La voglia di vendicarsi di un torto ricevuto o di un danno ingiustamente subito, rovina l'e­sistenza di molte persone, e a volte diventa l'unico scopo della vita. Quando poi la ven­detta è consumata, l'anima è inaridita e ci si rende conto che quella non è stata una vitto­ria, ma una sconfitta.
Forse qualche volta a tutti noi può essere venuta la tentazione di vendicarci di qualche affronto subito. Ma il Signore vieta tassativa­mente un tale comportamento. La vendetta non spetta a noi, ma a Lui. "Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio" (Romani 12:17-19). "Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi, cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti" (1 Tessalonicesi 5:15).
Dio castigherà severamente chi restituisce il male ricevuto, e i fedeli dell'Antico Testa­mento già lo sapevano, tanto che Salomone scrive: "Il male non si allontanerà dalla casa di chi rende male per bene" (Proverbi 17:13).

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"La parola" .... vero cibo!


"Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose   abili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri" [Filippesi 4:8]

Noi siamo stati fatti da Dio in modo meraviglioso, in noi Dio ha messo la capacità di pensare. Noi non siamo solo ciò che si vede, ma c’è una parte nascosta in noi, che fa parte integrante del nostro essere. La mente, il pensiero, i sentimenti, fanno parte della sfera non fisica dell’uomo. Però è importante che tutto il nostro essere, abbia una disciplina, si materiale che spirituale. Il verso letto, ci indirizza verso una disciplina spirituale che ogni buon cristiano non può esimersi di cercare di realizzare giornalmente nella sua vita. La mente si nutre di tutto ciò di cui si alimentano i sensi. Badiamo a ciò che ascoltiamo, leggiamo o vediamo. Soprattutto, cibiamoci regolarmente con la Parola del Signore ed i nostri pensieri saranno sani, capaci di produrre una condotta approvata davanti a Lui.

lunedì 12 dicembre 2011

IL TESORO NASCOSTO


"La legge della tua bocca per me è più preziosa di migliaia di monete d'oro e d'argento"
(Salmi 119.72)

Giulio faceva un viaggio a cavallo per la campagna. Dopo tanta strada, chiese ospitalità in una casa che aveva un aspetto povero. Non c'erano mobili e l'ali­mentazione era scarsa. Tutto dava l'impressione di estrema indigenza. La padrona di casa, benché gio­vane, portava sul viso i segni di una vita piena di dispiaceri. Suo marito era spesso ubriaco e la mal­trattava continuamente.
Giulio, osservando la casa, vide una vecchia Bibbia dimenticata in un angolo. Quando andò via, disse alla famiglia: "In questa casa c'è un tesoro che può rendervi ricchi",
Dopo la sua partenza, i padroni di casa cominciaro­no a cercare un gioiello o una scodella piena di oro. Scavarono dappertutto, ma senza risultati.
Un giorno la donna prese la Bibbia dimenticata, e trovò un bigliettino che diceva: "Leggi il versetto 72 del Salmo 119 ". Ricordando le parole del visitato­re, sì domandò: "Sarà questo il tesoro del quale par­lava lo straniero?" Cosicché comunicò al resto della famiglia quello che pensava, e incominciarono a leggere la Bibbia. Con quell'avvenimento, cominciò a realizzarsi un grande miracolo. L'ubriaco si tra­sformò in un bravo lavoratore e in casa ritornò la felicità.
Quando lo straniero visitò di nuovo quella casa, era sparita ogni traccia di tristezza, e al suo posto regna­va la pace. Col cuore traboccante di gratitudine, la famiglia gli disse: "Abbiamo trovato il tesoro!".
Sì, la Bibbia è per eccellenza il libro che produce risultati positivi nella vita di chi la studia con fede e con devozione. In lei si trovano tesori che cambie­ranno la nostra vita.

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IL LEADER TANTO ATTESO


È una gloria per l'uomo l'astenersi dalle contese. Proverbi 20:3

Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti. 2 Timoteo 2:24

Un'ondata di contestazioni imperversa nel mondo e nulla può resisterle. Si infiltra dovun­que seminando disordine nelle famiglie, nelle scuole, nella collettività. Credenti, stiamo attenti e non lasciamoci influenzare da questa corrente. Si tratta sempre solo dei "diritti del­l'uomo" e mai dei "diritti di Dio"; eppure, non è Egli il Creatore onnipotente? Gesù, il Figlio di Dio, "sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza" (Ebrei 1:3), e gli è stata data ogni autorità nel cielo e sulla terra (Giovanni 17:2). Impegniamoci a riconoscere questa autorità e ad obbedire.
Gli uomini dimenticano Dio, mentre desidere­rebbero un leader forte, come un super eroe. Per loro disgrazia lo avranno, perché dopo il rapimento dei credenti, apparirà simile ad un agnello, ma parlerà come un dragone. Farà dei miracoli e sedurrà gli uomini della sua genera­zione (Apocalisse 13:11-18). La Bibbia gli dà il nome di Anticristo. "Pronunzierà parole inau­dite contro il Dio degli dèi" (Daniele 11:36). Per lui conterà solo la forza ed oserà perfino seder­si nel tempio di Dio, presentando se stesso come Dio.
Verrà il giorno, però, in cui l'Anticristo sarà annientato dalla venuta improvvisa di Gesù Cristo, e il giudizio che gli cadrà addosso col­pirà anche tutti coloro che lo avranno seguito, perché non avranno "aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati" (2 Tessalonicesi 2:4, 8, 10). Noi ci auguriamo che nessuno dei nostri lettori faccia parte di quelle persone, ma che tutti si siano riconciliati con Dio attraver­so la salvezza che Egli stesso offre.

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domenica 11 dicembre 2011

Luce vedrà

I pastori


            I pastori            Luca 2:8-20

8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».
13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!» 15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». 6 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; 17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. 18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. 20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunziato.

La prima cosa che risalta dalla narrazione della nascita di Gesù, è che l’angelo del Signore non va a cercare i ricchi i potenti o i religiosi del tempo, ma va a cercare una tra le categorie più insignificanti e poco influenti del tempo, i pastori. Essi, come sempre era uso fare, stavano facendo il loro secolare lavoro, stavano badando al loro gregge. Questo atto iniziale stava a significare e a farci intravvedere quale sarebbe stata la missione di Gesù sulla terra, cercare i poveri, i derelitti, gli scarti della società e farne un popolo di riscattati, un popolo di salvati, a loro Gesù si sarebbe rivelato e da loro avrebbe scelto i discepoli che lo avrebbero seguito. Sicuramente già avevano avuto una grande sorpresa nel vedere e sentire l’angelo e il suo annuncio, ma ancor più grande sarà stato vedere poi accanto  “una moltitudine dell'esercito celeste” che lodando Dio, in un coro celestiale diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!.

1)      È NATO PER VOI UN SALVATORE
La prima cosa su cui vorrei soffermarmi è il messaggio glorioso che l’angelo riferisce ai pastori  ,” è nato per voi un Salvatore”. Messaggio più glorioso e atteso non vera in Israele, da secoli il popolo aspettava il Messia, ora la cosa si avverava sotto i loro occhi, il tempo di attesa era finito, il Messia tanto atteso era nato. La cosa più bella che possiamo aspettarci è vedere realizzare una cosa su cui si è sperato tanto, ora si poteva veramente gioire. Tanti erano stati i profeti che avevano profetizzato intorno all’avvento del Messia, ora tutte le promesse avevano un compimento, il messia tanto atteso è nato. È bello sapere che quell’annunzio è importante ancora per noi uomini del XXI secolo, la nascita di Gesù non è qualcosa che ha coinvolto gli uomini presenti in quel momento, ma si protrae nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. Parlando della nascita di Gesù non possiamo non parlare anche della sua morte e resurrezione, tutto ciò ci è certezza di salvezza, Gesù ha superato ogni ostacolo e ora è alla presenza del Padre, il Salvatore ora può salvare e lo fa già da più di duemila anni. Tutta l’umanità che giace nella schiavitù del peccato sappia che è nato colui che ha il potere di cambiare le sorti dell’uomo, colui che dissolve le tenebre, colui che dà vita esuberante, “che è il Cristo, il Signore” il nostro Gesù.
“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato    Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace,” Isaia 9:5

2)      Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto
Finita che fu la visione di angeli, i pastori presero la decisione di rendersi conto personalmente di quanto gli angeli asserivano. Non è detto se lo fecero per mancanza di fiducia e molto probabilmente non fu questo a metterli in cammino, ma sicuramente era tanta la curiosità di vedere tangibilmente con i loro occhi ciò che l’angelo aveva da poco asserito, è nato il Salvatore, che mise le ali ai loro piedi. La scrittura ci dice che andarono in fretta e trovarono ogni cosa come l’angelo gliel’aveva descritto “e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Chissà quale sarà stata la gioia di vedere con i loro occhi che il Messia tanto atteso era la d’avanti a loro, l’aspettativa di tante generazioni si concretizzava sotto il loro sguardo. Quello su cui vorrei porre l’accento è che i pastori non persero tempo in discussioni e chiacchiere vane, ma corsero ai piedi del Messia. Molti uomini oggi sentono parlare di Gesù, ma il messaggio di speranza cade in un patetico immobilismo, non si sente il bisogno di conoscerlo personalmente, di vedere, di capire perché Gesù è venuto tra di noi. E questo non riguarda solo il mondo in generale, ma riguarda anche il mondo religioso, infatti oggi come ieri c’è l’attesa del ritorno del Messia, ma sono pochi quelli che ci credono veramente e lo aspettano, e sono pronti a correre ai suoi piedi per fare la sua volontà. A quale categoria apparteniamo, ai potenti, ai ricchi, ai religiosi, o agli umili pastori? Oggi più che mai, come sentiamo l’annuncio del Messia, si deve sentire l’urgenza di correre ai suoi piedi, di conoscerlo personalmente, di avere un dialogo con Gesù, per vedere se è tutto vero ciò che si dice di Lui. Lui è colui che ancora oggi ci dice “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. Apocalisse 3:20
3)      Vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino
I pastori avevano ricevuto l’annuncio, avevano visto con i loro occhi il Salvatore, ora non rimaneva che annuncialo al mondo “Vedutolo, divulgarono..”. È bello sapere che i primi evangelisti, i primi missionari furono proprio quei semplici pastori. Non fecero nessun seminario biblico, nessuna scuola teologica, ma venuti a conoscenza della verità sentirono il bisogno di divulgare che era nato il Messia. Ma la cosa più bella è che le persone che li udivano parlare non li tacciarono e neanche li ammutolirono, bensì si meravigliavano. Dio voglia ancora oggi fare sorgere uomini semplici e umili che possano essere validi testimoni e che facciano meravigliare quanti sono disposti ad ascoltare il messaggio della salvezza. Il messaggio era semplice ma nello stesso tempo efficace “è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”. Ancora oggi il mondo ha bisogno di udire questo semplice messaggio, viviamo in un mondo che sembra grondare cristianesimo, ma che alla fine preferisce indirizzare i propri passi lontano dal Signore, mentre oggi c’e l’urgenza di correre da Lui il Messia salvatore. Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!” 1Corinzi 9:16.

CONCLUSIONE
“..tornarono indietro, glorificando e lodando Dio..” , che gioia per quei pastori, Dio si era rivelato a loro, avevano visto gli angeli di Dio, avevano sentito il loro annunzio, avevano visto il Messia, avevano annunciato al mondo l’avvento di Dio, una nuova era iniziata e loro ne facevano parte. Non è cosi anche per noi? Dio si è rivelato nella nostra vita,  ora Egli è il nostro Salvatore, ora possiamo tornare alle nostre dimore glorificando e lodando Dio per ciò che ha fatto e che continua a fare per noi, nuovi orizzonti sono ora aperti dinanzi a noi, il regno di Dio non è più una chimera ma la realtà che ci sta aspettando.
A Dio sia la gloria
                                                                                         ACETO GIACOMO

OTTENERE IL MEGLIO


LA BIBBIA NEL QUOTIDIANO


Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculche­rai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando tí coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi.
Deuteronomio 6:6-8

Una vita cristiana fedele a Cristo non è fonda­ta sul rispetto scrupoloso di riti o di abitudini religiose, ma su una relazione viva e personale; relazione che ogni credente deve avere con il
suo Salvatore, con il suo Dio. Una delle basi di questa comunione è la conoscenza della volontà di Dio rivelata nella sua Parola, la Bib­bia; l'altra, la sperimentiamo ogni giorno: è la preghiera.
I versetti di oggi ci mostrano quale posto deve avere la Parola di Dio nella vita quotidiana di un padre di famiglia credente:
- Prima di tutto è nel suo cuore, legata diretta­mente alla sua vita affettiva, sorgente della sua energia interiore.
- In seguito è al centro delle sue conversazioni con ognuno dei suoi, ed è al centro delle occu­pazioni che riempiono la sua giornata.
- Poi, è nei suoi pensieri, anche mentre lavora (la mano).
- Nel mondo, cose di ogni genere si presenta­no ai suoi occhi: dalle buone opere da compie­re alle tentazioni da fuggire. Sarà la Parola di Dio a guidarlo per tenere il giusto comporta­mento.
- Infine, l'ambiente domestico di un capo famiglia attaccato profondamente alle Sacre Scritture sarà una testimonianza della luce e dell'amore divino, per tutti coloro che entre­ranno in quella casa.

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sabato 10 dicembre 2011

LAVORO PREPARATORIO


venerdì 9 dicembre 2011

ARRESTO DEI RIBELLI

Non vi ribellate al SIGNORE. Numeri 14:9

La bontà di Dio ti spinge al ravvedimento. Romani 2:4

Durante le persecuzioni contro í protestanti che ebbero luogo in Scozia nel 18° secolo, il pastore John Welsh, mentre si recava ad una riunione di credenti fissata per il giorno suc­cessivo, si smarrì nelle montagne.
Al calar della sera vide una casa in lontananza e pensò: "Sarà una casa di un amico o dí un persecutore?" Welsh, non avendo altra scelta, bussò a quella porta. Presto, i discorsi del padrone di casa gli confermavano che era ospite di un nemico dei protestanti. Quell'uo­mo si adoperava per far comparire davanti al giudice un certo John Welsh, famoso per il suo zelo per il Vangelo.
L'umile pastore si limitò a dire: "Sono in viag­gio per fermare dei ribelli. Io so dove trovare John Welsh; se mi volete accompagnare, domani ve lo consegnerò".
La mattina seguente, i due uomini partirono insieme. Possiamo immaginare la sorpresa di quell'uomo quando si trovò in mezzo ad un gruppo di persone riunite per rendere culto al Signore. E il suo stupore aumentò ancora di più quando vide colui che aveva ospitato pren­dere la parola e predicare, con potenza. Alla fine della predicazione, l'uomo si avvicinò a Welsh e gli disse: "Ieri sera mi avete detto che andavate ad arrestare i ribelli, ecco ci sono anch'io tra loro. Mi ero ribellato a Dio, ma la sua grazia è stata più forte, e mi ha vinto!"

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giovedì 8 dicembre 2011

CRISTO L'INIMITABILE


Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia; perciò Dio ti ha bene­detto in eterno... Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto d'olio di letizia; ti ha preferito ai tuoi compagni. Salmo 45: 2, 7

La sua nascita confonde la mente dei sapienti. Gesù si è fatto uomo per salvare l'umanità. È vissuto nella povertà affinché, per la sua povertà, noi fossimo arricchiti (2 Corinzi 8:9). Appena nato era già un motivo dì inquietudine per Erode; da ragazzo stupiva ì dottori della legge per le risposte che dava loro (Luca 2:47). In seguito, ha comandato al mare e al vento, ha guarito i malati, ed ha persino risuscitato dei morti.
Nella storia sono apparsi grandi uomini, ma la loro gloria è passata. Gesù Cristo rimane. Gli uomini non avrebbero mai potuto mettergli le mani addosso se Egli stesso non si fosse lascia­to prendere. Anche la morte non lo ha potuto trattenere. Infatti, la sua morte è stata, allo stesso tempo, umiliante e trionfante, perché all'alba del primo giorno della settimana Cri­sto è risuscitato.
Ma dov'è adesso? Seduto alla destra di Dio. Dio è stato perfettamente soddisfatto dell'opera compiuta dal Suo Figlio; per questo lo ha ele­vato nella gloria e lo ha fatto sedere alla sua destra.
Il Signore ritornerà per prendere i suoi, vale a dire, tutti quelli che si sono riconosciuti colpe­voli e lo hanno accettato per fede come Salva­tore. Sono proprio loro che si compiacciono di considerare le perfezioni morali di Gesù Cri­sto, che esclamano con adorazione: Il Figlio di Dio "mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20).

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martedì 6 dicembre 2011

Dove me ne andrò

SUPERSTIZIONE


"La salvezza, è lontana dagli empi, perché non ricercano i tuoi statuti" (Salmi 119:155)

Qualche giorno fa, al mercatino rionale c'erano due banchi installati uno accanto all'altro. Sul primo erano esposte delle "pietre astrali" vendute a 20 euro ciascuna, 40 se incastonate in un pendaglio. Il venditore assicurava felicità e prosperità a colui che avesse acquistato la pietra del proprio segno zodia­cale. Sull'altro banco, c'erano delle Bibbie in omaggio. Davanti alla prima bancarella, la gente si fermava e le banconote passavano di mano in mano... Davanti alla seconda, la gente passava gettando lo sguardo con la coda dell'occhio! Senza fermarsi. Perché l'uomo è pronto a credere a qualsiasi favola, senza fermarsi davanti a ciò che è essenziale e vero? Perché ha paura: paura dell'avvenire, paura di per­dere una relazione o un lavoro, paura della malattia o della sofferenza, paura di invecchiare, paura di morire! Ed è pronto a credere a tutti gli imbrogli, a tutte le menzogne; è maturo per divenire preda delle sette, perché rifiuta l'unico rifugio sicuro, la vita con Gesù Cristo. Soltanto Gesù non delude mai. Ciò che promette, non è una vita assolutamente facile, ma la pace interiore (cfr. Giovanni 16:33).
Se non lo possedete già, è più che mai tempo di pro­curarvi una copia del Nuovo Testamento e di legge­re la meravigliosa storia dell'Evangelo di Gesù Cristo, quella buona notizia che ancora oggi è vera: l'uomo non può cavarsela da solo, deve tendere la mano verso Dio. Con questo gesto confessa di aver bisogno di soccorso e di mettere la fiducia in Dio rivelatosi per mezzo di Gesù Cristo.
MetteteLo alla prova oggi e vi renderete conto che il Cristo non è illusione, ma realtà per la vita del­l'uomo.

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VOI, FATE DEL VOSTRO MEGLIO?

Nessun uomo può riscattare il fratel­lo, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto... il denaro sarà sempre insufficiente. Salmo 49:7-8

Cristo Gesù... ha dato se stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità. Tito 2:13-14

Un mio conoscente diceva: "Io faccio del mio meglio per andare in paradiso". Era sincero nell'affermare i suoi buoni propositi e la sua intenzione di non fare torti a nessuno, dì essere onesto e di voler compiere delle opere bene­fiche.
Un amico credente aveva dei propositi ben diversi: "Mi ci sono voluti più di quarant'anni per imparare tre cose: che non potevo fare nulla per ottenere il favore di Dio; che Dio non pretendeva nulla; che Cristo aveva compiuto tutto il necessario per riconciliarmi con Dio".
"Fare del proprio meglio" nell'ambito della sal­vezza dell'anima equivale ad ammettere che siamo dei peccatori perduti, lontani da Dio; che siamo incapaci dì avvicinarci a lui; che í nostri sforzi e i nostri meriti non hanno alcun valore. È Gesù che, pagando il prezzo del nostro riscatto con il suo prezioso sangue, ha fatto tutto ciò che la giustizia divina esigeva.
Dio è santo, e l'uomo peccatore non può far altro che aspettare il suo giudizio; ma Dio che è pieno di amore vuole averci presso di sé. Per questo motivo ha dato suo Figlio, Gesù Cristo, che ha portato i nostri peccati morendo sulla croce.
Smettiamo di pensare di poter contribuire alla nostra salvezza, e mettiamo la nostra fiducia nell'opera espiatoria di Gesù Cristo; essa è pienamente sufficiente. "Egli può salvare per­fettamente quelli che per mezzo di lui si avvi­cinano a Dio" (Ebrei 7:25).

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