Atti 4:23-31
31
Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i
capi dei sacerdoti e gli anziani avevano dette. 24 Udito ciò, essi
alzarono concordi la voce a Dio, e dissero: «Signore, tu sei colui che ha fatto
il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; 25 colui
che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro
padre:
"Perché questo tumulto fra le nazioni, e i
popoli meditano cose vane? 26 I re della terra si sono sollevati,
i principi si sono riuniti
insieme contro il Signore e contro il suo Cristo".
27
Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto,
si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il
popolo d'Israele, 28 per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo
consiglio avevano prestabilito che avvenissero. 29 Adesso, Signore,
considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua Parola
in tutta franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire, perché si
facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù». 31 Dopo che ebbero pregato, il luogo
dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo, e
annunziavano la Parola di Dio con franchezza.
Leggendo questo passo, penso che a ogni cristiano
viene la voglia di poter essere presente a quelle riunioni dei primi cristiani
in cui la presenza di Dio era così tangibile che veramente si sentivano tremare
i luoghi dove erano radunati. A pensarci bene, ancora oggi un vero cristiano
dovrebbe desiderare che la presenza di Dio fosse così intensa e viva da far
comprendere che il nostro Dio è presente. Un credente veramente impegnato si
può raffigurare a un uomo veramente affamato che non si accontenta dell’odore
del cibo, ma vuole sedersi a tavola e mangiare abbondantemente fino a saziarsi,
una vita apatica e priva della presenza dello S. Santo non si addice a un vero
credente. I cristiani del primo secolo avevano gustato la vera presenza dello
S. Santo in loro e per loro era naturale vederlo all’opera, molto probabilmente
si meravigliavano quando Egli non si manifestava che quando si manifestava
tangibilmente come abbiamo letto nel passo di Atti. Tre aspetti del passo letto
ci fanno comprendere cosa è importante realizzare come cristiani per gettare le
basi per far si che lo S. Santo si manifesti come allora.
1) ESSERE
CONCORDI
Al verso ventiquattro leggiamo “…, essi alzarono concordi la voce a Dio ..”, vorrei che ci
soffermassimo su questo primo aspetto dello stare insieme, “erano concordi”. La
parola concordi viene dal latino concordare "essere concorde" e cioè armonizzarsi,
coincidere, collimare, dimostrare accordo di idee, pertanto quando dice che
alzarono concordi la voce a Dio, comprendiamo che la loro invocazione andava
ben aldilà di una semplice preghiera corale, ma era la vera realizzazione di
unità. Pertanto essere concordi vuol dire:
a) Pari consentimento, Gesù ha
pregato a questo scopo per la chiesa, infatti leggiamo in Giovanni 17:11
“Io non sono più nel mondo, ma essi sono
nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu
mi hai dati, affinché siano uno, come noi”.
b) Unione di intenti che va aldilà
di essere uniti sotto uno stesso tetto. In Marco 3:24-25 leggiamo: “Se un regno è
diviso in parti contrarie, quel regno non può durare. Se una casa è divisa in
parti contrarie, quella casa non potrà reggere”.
c) Unione di scopi, che ci fa
comprendere che abbiamo degli obbiettivi comuni da raggiungere e da combattere.
Dobbiamo sempre ricordarci che il vero nemico nostro è unicamente il diavolo,
infatti leggiamo in Luca 22:31 “Simone,
Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano …”
2) METTERE
DIO AL PRIMO POSTO.
Sempre al verso ventiquattro, continuando lo scritto,
leggiamo: “Signore, tu sei colui che ha
fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi …”, in
queste semplici parole comprendiamo che quando pregavano, la prima cosa che
facevano era mettere Dio la primo posto perché Egli era e continua ad essere il
principio di ogni cosa. Dio li benediceva perché il metterLo al primo posto non
era soltanto una formula di preghiera ma era una dimostrazione quotidiana di
vera sottomissione e vero timore riverenziale a Lui, all’IDDIO Eterno. È
importante comprendere e riconoscere che nella nostra vita Dio vuole sempre e
unicamente il primo posto, nella nostra famiglia di continuo e soltanto il
primo posto, nella nostra adunanza esclusivamente e perennemente il primo
posto. Il secondo posto è già lontano dai suoi obbiettivi perché Lui si aspetta
e vuole da noi vera riverenza e reale timore, in Ebrei 12:28 è scritto “Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo
riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!”.
Giobbe dovrebbe insegnarci che fino a quando non ci
umiliamo davanti a Dio, tutto ciò che possiamo avere di spirituale è solo
apparenza, infatti Dio permette la sua prova per far si che comprendesse e
dicesse quelle belle parole che pronuncia al capitolo 42:1-6 “Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:
«Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo
disegno. Chi è colui che senza intelligenza offusca il tuo disegno? Sì, ne ho
parlato; ma non lo capivo; sono cose per me troppo meravigliose e io non le
conosco. Ti prego, ascoltami, e io parlerò; ti farò delle domande e tu
insegnami! Il mio orecchio aveva sentito parlare di te ma ora l'occhio mio ti
ha visto. Perciò mi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla cenere»”.
3) DESIDERARE
FRANCHEZZA E POTENZA
Al verso 29 leggiamo: “Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di
annunziare la tua Parola in tutta franchezza …”. Dio ci vuole uniti (concordi) e vuole che
mettiamo Lui al primo posto, ora vuole insegnarci l’importanza di parlare di
Lui (annunziare la parola) con tutta franchezza, dove per franchezza dobbiamo intendere
genuinità, lealtà,
onestà, schiettezza, sincerità, e come se ciò non bastasse aggiunge al v. 30 “… stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi
mediante il nome del tuo santo servitore Gesù”, come dire “avvalora il nostro parlare con le opere potenti
che solo Tu puoi fare nel nome di Gesù” . l’apostolo Paolo in 1Corinzi 2:3-5
afferma: “Io sono stato presso di voi con debolezza,
con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non
consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di
Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza
umana, ma sulla potenza di Dio”. Il mondo è pieno di filosofi che hanno
detto belle parole e esternato pensieri intriganti, ma Dio vuole che il vero
credente parli quanto basta, con franchezza e poi faccia parlare Dio con la sua
potenza. C’e un momento che è bene comprendere che le parole da sole non
bastano, c’è bisogno di qualcosa di più, sempre l’apostolo Paolo in 1Corinzi
13:1dice: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli
angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo”.
Senza l’amore ma anche la potenza di Dio, il nostro parlare risulta vuoto,
privo di sostanza, appunto un risuonante cembalo.
CONCLUSIONE
“Dopo che ebbero
pregato, il luogo dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello
Spirito Santo, e annunziavano la Parola di Dio con franchezza”.
Quanti ancora oggi desiderano che Dio si manifesti
con potenza? Certamente Dio l’ha fatto e può farlo ancora oggi, ma Lui lo farà
solo quando troverà le condizioni giuste per poterlo fare . noi siamo quelli
che devono porre le basi per far si che Dio possa manifestare la sua gloria.
Quando saremo veramente uniti, quando saremo veramente sottomessi a Lui, quando
in noi si troverà veramente desiderio di franchezza e di potenza di S. Santo,
allora aspettiamoci che ii luogo ancora oggi tremi per la presenza e la potenza
di Dio.
A Dio sia la gloria
GIACOMO ACETO