sabato 23 agosto 2014

Storia dell'inno: "Se pace qual fiume"

Foto d'epoca di "Horatio Spafford"


Nel 1870, Horatio Spafford era un avvocato di successo ed un insegnante di giurisprudenza che viveva in Chicago. Insieme a sua moglie, Anna, erano ben noti nella città di Chicago, sia per la carriera legale di Spafford, ma anche perché i due coniugi erano amici e sostenitori di D.L. Moody, famoso predicatore.
La città di Chicago era in forte espansione, le attività industriali erano fiorenti e lo sviluppo sociale era sempre in maggiore aumento. Proprio quello stesso anno egli investì la quasi totalità delle proprie risorse finanziarie in beni immobiliari, ma, l’anno successivo, il grande incendio dell’ottobre 1871 distrusse tutte le proprietà degli Spafford.
Questo fu un durissimo colpo per la famiglia Stafford. Infatti, poco prima dell’incendio era morto il loro figlio maschio.
Nonostante tutto, con coraggio e dedizione, Horatio Spafford e sua moglie, decisero di aiutare in quei giorni, le famiglie dei sopravvissuti all’incendio.
Successivamente, per lasciarsi in qualche modo alle spalle tali sofferenze, la famiglia decise di trascorrere un periodo in Inghilterra, sia come vacanza, sia per sostenere D.L. Moody, che teneva una campagna evangelistica in quel periodo.
Giunti a New York, per imbarcarsi sul battello, Spafford fu costretto a trattenersi per un importante impegno di lavoro, ma decise di far partire la moglie e delle quattro figlie, pensando di raggiungerle in un secondo momento.
Il 2 novembre 1873, durante la traversata oceanica, la S.S. Ville Du Havre affondò in dodici minuti a causa di una collisione con la nave inglese Lochearn, portando con sé 226 persone.
Dopo diversi giorni i sopravvissuti raggiunsero la città di Cardiff, nel Galles, da dove Anna Spafford inviò un telegramma al marito con le parole: “Io sono l’unica a essersi salvata”. Le quattro figlie avevano perso la vita in quella tragedia.
Alcuni mesi dopo, il fratello Spafford si imbarcò. Quando la nave fece rotta vicino al luogo in cui la SS. Ville de Havre aveva fatto naufragio, il capitano della nave lo chiamo sul ponte e gli disse: “E’ stato fatto un calcolo preciso, e credo di poter dire che stiamo passando proprio in questo momento sul luogo dove il ‘Ville de Havre’ è affondato. L’acqua qui è profonda tre miglia.
Spafford si chiuse nella sua cabina e si sentì spinto dallo Spirito Santo a scrivere il testo di quello che sarebbe divenuto un inno, non di dolore, ma di speranza e di vittoria. Le parole dell’inno parlano dell’opera e i benefici della redenzione, della pace divina e della speranza di ogni vero credente nella salvezza eterna.
Nel 1876, Philip P. Bliss, un compositore credente, mise la musica a queste meravigliose e incoraggianti parole. Bliss, fu anche il primo a cantare l’inno nella Farwel Hall di Chicago.
Le parole dell’unico inno scritto da Spafford, sono ancora oggi di ispirazione per quanti attraversano “il mare del dolore” a causa delle sofferenze di questa vita che tante volte affliggono e mettono alla prova anche i credenti più consacrati al Signore.



VIDEO DELL'INNO IN INGLESE



Ecco il testo nell'originale dell'Inno di Spafford

O mio cuor calmo sta

Quando pace, come un fiume, si trova sulla mia via,
quando i dolori si scagliano come onde del mare,
qualunque sia la mia sorte,
Tu mi hai insegnato a dire:
«È utile, è utile alla mia anima!».
Anche se Satana dovesse colpirmi,
Anche se le prove dovessero giungere,
Prenda il controllo la beata certezza
che Cristo ha custodito i miei indifesi beni
e ha versato il Suo sangue per la mia anima.
Il mio peccato, oh, che gioia dà il solo pensiero!
Il mio peccato, non in parte, ma è interamente
appeso alla croce, e io non ne sono più gravato.
Loda il Signore, loda il Signore, oh anima mia!
Da ora in poi, per me vivere è Cristo
se il Giordano dovesse sommergermi,
il dolore non mi seguirà, poiché,
nella morte, come nella vita,
Tu sussurrerai la Tua pace alla mia anima.
Ma Signore, è Te, è la Tua venuta che aspettiamo.
Il cielo, non la tomba è la nostra meta.
Oh tromba angelica! O voce del Signore
Beata speranza, beato riposo dell’anima mia.
Signore, affretta il giorno in cui l’oggetto
della mia fede sarà rivelato,
le nuvole si srotoleranno come pergamena,
la tromba suonerà, e il Signore scenderà.
"Anche questo è utile alla mia anima!".

Tratto da http://www.adinapolifuorigrotta.it