lunedì 21 gennaio 2013

Il cieco nato


Gesù udì che lo avevano cacciato fuori; e, trovatolo, gli disse: «Credi nel Figlio dell'uomo?»
Quegli rispose: «Chi è, Signore, perché io creda in lui?»
Gesù gli disse: «Tu l'hai già visto; è colui che parla con te, è lui».
Egli disse: «Signore, io credo». E gli si prostrò dinanzi. Giovanni 9:35-38





In un museo si può ammirare l'opera di un pittore celebre che rappresenta la guarigione del cieco nato. Un giorno due eruditi s'erano fermati davanti a questo quadro e ne esaminavano tutti i particolari. Uno di essi, che conosceva da tempo questo capolavoro, chiese all'altro che cosa trovasse più bello.
    Certamente il volto del Cristo, rispose.
    Infatti è bello, ma non è quella la cosa più ammirevole.
    Sono allora gli Apostoli, in gruppo, attorno a Gesù?
    Non lo credo.
    O forse la commovente espressione dei povero cieco?
    Neppure. Guardi, questo bastone in. terra.
Senza dubbio è un bastone assolutamente ordinario, rozzo e nodoso. Ma è in terra! il cieco, lo ha abbandonato là, prima ancora di aver recuperato la vista, tanto è sicuro di non averne più bisogno. Non vuole più nessun appoggio: lo sua attesa è in Cristo.
Consideri come tende le sue mani verso di Lui, come tutti  suoi pensieri sono concentrati in Lui!
In questo bastone abbandonato sulla via, l'artista ha magnificamente espresso la natura della vera féde.
La fede abbandona, senza ancora vedere, gli appoggi naturali che presenta la ragione ed attende
il soccorso dall'Iddio invisibile e da Lui solo. 

sabato 19 gennaio 2013

GESÙ … LA ROCCIA.


GESÙ … LA ROCCIA.           Salmi 27:5       
        




Poiché Egli mi nasconderà nella sua tenda in giorno di sventura, mi custodirà nel luogo più segreto della sua dimora, mi porterà in alto sopra una roccia. Salmi 27:5

La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare. Salmo 118:22

Da ciò che ne risulta studiando la sacra scrittura, quando essa parla di pietra o roccia, essa si riferisce per certo a Gesù Cristo, infatti egli è la roccia eterna su cui i nostri piedi devono poggiarsi. L’apostolo Pietro parla anche di pietre che devono essere edificate e quelle pietre siamo noi uomini, pertanto se Gesù viene raffigurato nella Pietro e anche nella roccia, ci dà l’idea dell’umanità di Gesù, Gesù che si è fatto carne per la salvezza dell’umanità.

LA CASA FONDATA SULLA ROCCIA
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia.
Assomiglia a un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta un'alluvione, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto smuoverla perché era stata costruita bene. Luca 6:47-48
Il primo esempio di roccia che ci parla di Gesù è la famosa casa costruita sulla roccia e che ha resistito alle intemperie della vita. La casa propostaci da Gesù rappresenta la nostra vita spirituale che deve confrontarsi e crescere di pari passo con gli affetti familiari e con tutto ciò che stiamo costruendo di importante attorno a noi. Essa deve crescere basandosi su Gesù e su i suoi insegnamenti, questo ci comporta uno scavo profondo e coscienzioso al fine di trovare la roccia e sopra di essa gettare sicure fondamenta. Senza Gesù non ci sono fondamenta capace di reggere le tempeste della vita, senza Gesù è naturale aspettarci la rovina della casa.

LA ROCCIA DÌ OREB
bevvero tutti la stessa bevanda spirituale, perché bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e questa roccia era Cristo.1Corinzi 10:4
In questo caso non è Gesù che parla ma è l’apostolo Paolo e fa riferimento a un episodio raccontato nell’Esodo, quando Mosè, per ordine di Dio, diede da bere al popolo d’Israele alla roccia di Oreb, dice la scrittura che avendo Mosè percosso la roccia con il suo bastone, ne scaturì acqua che dissetò tutto il popolo.
Paolo asserisce, sospinto dallo S. Santo, che quella roccia è Gesù e che li seguiva. Gesù stesso afferma nell’incontro con la donna Samaritana di avere dell’acqua speciale da donare, l’acqua della vita. In questo caso la roccia (Cristo) rappresenta colui che deve togliere la nostra sete spirituale in quanto solo l’acqua che Gesù ci dà è capace di dissetarci. L’acqua rappresenta la verità che da sempre l’uomo va in cerca e che può trovare solo in Gesù. Senza Gesù non vi è acqua capace di soddisfare pienamente la sete di sapere dell’uomo, perché ogni altra liquido non è acqua viva.

LA PIETRA ANGOLARE
Accostandovi a lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. 1Pietro 2:4-5
Anche in questo caso chi parla non è Gesù, ma l’apostolo Pietro, egli sospinto dallo S. Santo riprende alcuni passi del vecchio testamento in cui si parla di pietra angolare o pietra del cantone e in essa ci rivela la figura di Gesù. La pietra del cantone era quella pietra che avendo una particolare forma veniva posta come prima pietra per la costruzione di un edificio, in quanto da essa partivano tutte le diritture della costruzione ed essa stessa diveniva portante per tutta la struttura. Gesù è la pietra angolare nella costruzione del tempio spirituale a Dio, e noi, ci dice sempre Pietro, siamo le pietre che una dopo l’altra e sull’altra servono per edificare questo meraviglioso tempio. Senza Gesù non vi è tempio spirituale in cui il nostro Dio può risiedere e voglia abitare.

CONCLUSIONE
È importante incontrare Gesù nella nostra vita, senza di Lui non possiamo realizzare nulla delle cose di cui abbiamo parlato fino ad ora, Gesù fatto uomo è il personaggio di cui non si può fare a meno per realizzare le ricchezze spirituali, Gesù è quella pietra su cui possiamo posare i nostri piedi con sicurezza e certezza che tutto quello che ci ha promesso è già realtà.

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lunedì 14 gennaio 2013

GRATIFICARE IL SIGNORE


 “… colui che mi giudica, è il Signore” (I Corinzi 4:4)


Si narra la storia di un giovane compositore che un giorno assistette all’esecuzione di un proprio brano musicale. Il pubblico era entusiasta e applaudiva con foga. Ma il giovane artista sembrava del tutto indifferente a quelle manifestazioni di consenso; teneva lo sguardo fisso su un uomo che si trovava nell’uditorio, e osservava ogni espressione che traspariva da quel volto. Era il suo maestro. Egli era interessato al minimo cenno di favore del suo insegnante, piuttosto che agli applausi scroscianti della folla. Anche nella vita di tutti i giorni dovremmo fissare il nostro sguardo sul volto di Cristo, preoccupandoci soltanto che Egli sia soddisfatto. Conta molto di più ciò che Egli pensa delle nostre azioni di tutti gli apprezzamenti o delle critiche espresse dal mondo che ci circonda. Se viviamo per ottenere la Sua approvazione, non saremo spaventati quando, nel gran giorno, tutte le nostre opere saranno rivelate. Il credente non è succube delle mode culturali o degli umori ideologici del momento; non è schiavo delle opinioni altrui; non è insicuro ed esitante al punto da ricercare l’approvazione del suo prossimo per ogni decisione che deve prendere. Tutti i rapporti che instauriamo con gli altri modificano, in parte, la nostra personalità. Per questo motivo, chi si confronta costantemente con quanti lo circondano e trova in loro un punto di riferimento sarà inevitabilmente legato a modelli che Dio non approva; chi, invece, conduce una vita in sintonia con la visione del Signore e plasmata sugli esempi forniti dalla Scrittura si mostra consapevole del fatto che ogni suo gesto è volto a gratificare il Signore, perché Egli soltanto è il giudice di ogni condotta. Alla fine dovremo tutti comparire davanti al trono di Dio e rimetterci al Suo giusto giudizio.

sabato 5 gennaio 2013

CONTRABBANDO DI MORTE




La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti ascerò e non ti abbandonerò» (Ebrei 13:5)


Helmut Jurgens raccontava in lacrime quello che gli era successo. Era venuto dalla Germania per passare le ferie in Colombia con sua madre Marlene, di sessantacinque anni, e durante la loro permanenza a Bogotà, la donna aveva avuto un infarto cardiaco. Nell'aeroporto di Bogotà, le sue lacrime e la sua sofferenza erano sincere. Lo furono anche quando le autorità aeroportuali di Francoforte aprirono la bara, e vi trovarono dentro dodici chili di cocaina pura. È risaputo che non c'è niente che trattenga i narcotrafficanti dal praticare il loro squallido commercio. Questo giovane aveva fatto imbalsamare il cadavere della madre, e in qualche modo, vi aveva introdotto delle buste di cocaina. Poi, una volta arrivato in Germania, avrebbe tirato fuori la droga, che gli avrebbe fruttato milioni d'euro. Ci sono persone che mettono il denaro al di sopra d'ogni altra cosa. Non sono solamente i narcotrafficanti, o i rapinatori di banche, oppure i ladri di diamanti, ma anche le persone povere soffrono di quella stessa passione. Molti mettono in vendita tutto quello che hanno: beni, amicizie, lealtà, convinzioni, coscienza, cuore, anima e religione. La pazza illusione di ottenere facilmente grosse quantità di denaro offusca la mente, acceca lo spirito, e quando la persona meno se l'immagina, perde tutto, perfino la salvezza. Se la passione di avere sempre di più e a qualunque costo, sta consumando anche noi, non ci lasciamo trascinare nella distruzione, ma preghiamo Dio di liberarci. Lui di certo lo farà!

www.piuchevincitori.com