Studio della Lettera agli Efesini cap. 2

EFESINI CAP. 2

Nel Capitolo 1 di Efesini, abbiamo visto tre punti principali.
Prima di tutto, abbiamo visto che la salvezza è un'opera di Dio, iniziata da Dio nell'eternità passata, mirata ad avere una conclusione nell'eternità futura. Perciò dobbiamo vedere la salvezza in questa vita solo come una parte di qualcosa di eterno. La nostra salvezza è molto più grande di questa vita!
Il secondo punto che abbiamo visto è che la decisione di Dio di salvarci fu una decisione presa interamente da Dio, senza considerazioni che provengano da qualcosa che si trovi al di fuori della volontà di Dio stesso. Cioè, la decisione di Dio di dare salvezza all'uomo fu una decisione che non dipendeva da nulla al di fuori della volontà di Dio. Era una decisione sovrana.
Il terzo punto importantissimo che abbiamo visto è che la nostra salvezza è totalmente fondata sull'opera di Gesù Cristo. Ogni nostro benedizione è per merito di Gesù Cristo. Il nostro perdono dipende da Cristo, la riconciliazione e le benedizioni sono tutte in Cristo Gesù. Quindi, Gesù Cristo è assolutamente centrale nella nostra salvezza.
Oggi, con l'aiuto di Dio, vogliamo andare avanti e iniziare a considerare Efesini 2, un capitolo che spiega qual era la nostra condizione prima della salvezza. Capire qual era la nostra condizione rende chiaro che ci era totalmente impossibile arrivare alla salvezza per conto nostro perché eravamo morti nei nostri peccati, completamente senza Dio, a causa proprio dei nostri peccati. In quella condizione, Dio ci ha vivificati, ci ha dato vita spirituale, in Cristo Gesù.

Vers. 1-10 La salvezza per grazia


Consideriamo la prima parte di questo capitolo con attenzione per comprendere più profondamente e intimamente la meravigliosa grazia di Dio verso di noi che crediamo.

-v.1- "Dio ha vivificato anche voi" le parole “ha vivificato” non si trovano nel testo originale greco, ma sono intense dal contesto e le troviamo nel v.5. Diodati traduce così "Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati", sapendo che le parole in corsivo non esistono nell'originale ma sono state aggiunte dal traduttore per una migliore comprensione, dovremmo leggere "… voi, che eravate morti nei falli e nei peccati". La traduzione Inglese rende così "Quanto a te, eri morto nelle tue trasgressioni e nei tuoi peccati", penso che quella inglese sia più vicina e comprensibile al senso originale anche se è al singolare invece che al plurale. Ciò che l'apostolo paolo afferma è la verità che avvolge ogni uomo prima della salvezza. Eravamo morti nei nostri falli e nei peccati. La parola “falli” vuol dire mancare il bersaglio, non arrivare al punto giusto. Eravamo nella strada sbagliata, lontani dalla vita comandata da Dio e, perciò, eravamo pieni dei nostri peccati. I nostri peccati ci rendevano morti, separati da Dio che è la fonte di vera vita. L'affermazione non lascia scampo, senza ombra di dubbio chi legge, senza se e senza ma, viene colpito dall'affermazione categorica dell'apostolo, "morto perché peccatore".

-v.2- "vi abbandonaste" Non avevamo solamente peccato qualche volta ma, piuttosto, camminavamo nei nostri peccati e falli; era il nostro modo di vivere, era la nostra natura, così come leggiamo nel v.2. Camminare in qualcosa vuol dire vivere pienamente in quella cosa. Camminavamo nei peccati, in quei peccati che facevano parte della nostra vita tutti i giorni. Eravamo peccatori per natura e per pratica. Non solo peccavamo qualche volta, ma camminavamo nel peccato. Seguivamo il corso di questo mondo (seguendo l'andazzo di questo mondo). In tutto il mondo, tutti gli uomini vivono nel peccato per natura. Questo è il corso di tutta l'umanità. Ognuno di noi camminava in quella via, così come fanno tutti gli altri.
"Seguendo il principe della potenza dell'aria" Il principe della potestà, ovvero potenza dell'aria è Satana. Chi non è salvato è sotto il potere di Satana, è uno schiavo di Satana. Satana opera, oggi come sempre, nei figli della disubbidienza, negli uomini naturali, che si trovano cioè in quella che era la condizione di ognuno di noi che oggi è salvato. Di natura, nessun uomo è libero di non peccare. Certamente si può scegliere fra un peccato e un altro, ma l'uomo naturale non può scegliere di non peccare come stile di vita, perché egli è un peccatore ed è schiavo del suo peccato e di Satana. Questo è il suo cammino e questo era il cammino di ognuno di noi che oggi è salvato. Il motivo per il quale gli uomini sono schiavi di Satana è perché, per natura, ogni uomo è un ribelle a Dio. Ed è la nostra ribellione nei confronti di Dio che ci rende schiavi di Satana.

-v.3- "anche noi tutti" Paolo include se stesso, come Giudeo salvato, con questi gentili anche loro salvati. Non c'è differenza, di natura tutti sono ugualmente perduti, sotto la condanna. Tutti, Giudei e Gentili, vivono in questa condizione naturalmente. Paolo afferma in Romani 3.23, che tutti hanno peccato e che non c'è nessuno giusto. Nessuno può vantarsi di essere giusto davanti a Dio in base a meriti propri. Vivevamo tutti nel peccato, seguendo il corso di questo mondo, seguendo Satana.
"Eravamo per natura figli d'ira" Il nostro peccato è così grave che produce in Dio la Sua santa e giusta ira eterna. Gli uomini pensano che solo i più malvagi commettono peccati gravi abbastanza da meritare la punizione da Dio. Chi pensa così non comprende minimamente la santità di Dio. Ogni peccato è una grave offesa contro il Dio tre volte santo. Perciò, visto che noi nasciamo e cresciamo adempiendo i desideri della nostra carne e della nostra mente, anziché essendo sottomessi a Dio, siamo tutti per natura figli d'ira! Non c'è nulla in questa vita di così terribile quanto l'ira di Dio. Nessun tormento sulla terra è minimamente paragonabile al subire l'ira di Dio. L'ira di Dio produce un tormento assoluto, un tormento eterno, un tormento dal quale non c'è alcun scampo. Tutte le sofferenze del mondo messe insieme non sono paragonabili al subire l'ira di Dio.
"Come gli altri" Non c'è distinzione, di natura ogni uomo in tutto il mondo è un figlio d'ira, sotto condanna da parte del Dio santissimo. Uomini religiosi, uomini non religiosi, uomini che il mondo considera buoni, uomini che il mondo considera malvagi. Tutti siamo morti nei nostri peccati, schiavi dei nostri peccati, separati da Dio.

-v.4- "Ma Dio …" quanto sono importanti i ma della Bibbia. Ma Dio è ricco in misericordia. Come ognuno dei suoi attributi, la misericordia di Dio fa parte della persona di Dio. Dio è ricco in misericordia, abbonda in misericordia, la Sua misericordia è senza misura. La misericordia è quella qualità per mezzo della quale si ha compassione per uno che sta in una condizione di miseria. La misericordia è quella predisposizione del cuore che si propone un impegno a intervenire per sollevare dalla sofferenza chi sta nella miseria anche se costui non merita aiuto alcuno. Noi eravamo in una condizione di grande miseria, pur non sapendolo! Eravamo sotto l'ira di Dio ma non lo sapevamo finché lo Spirito Santo non ci ha aperto gli occhi per vedere ciò. Non esiste condizione di miseria peggiore di quella che era la nostra: eravamo sotto l'ira di Dio anche se non sapevamo quanto terribile fosse la condanna che ci aspettava.
Questo Dio, così ricco in misericordia, ha agito a causa del Suo "grande amore per noi". Non c'era niente in noi che ci rendesse degni di essere amati, ma Dio ci ha amato con il Suo grandissimo amore Giovanni 3:16 1Giovanni 4:9.

-v.5- "Ci ha vivificati con Cristo" Dio ci ha vivificati. Eravamo morti, separati dalla vita, separati da Dio. Eravamo totalmente ed eternamente separati da Dio.
"Dio ci ha vivificati con Cristo". La nostra vita è in Gesù Cristo e non abbiamo vita al di fuori di Lui Coloss. 3:3-4.
"Dio ci ha vivificati con Cristo", quando Dio salva una persona, identifica quella persona con Cristo nella Sua morte per poi vivificarla con Cristo Romani 6.
Notate che Dio non ci ha vivificati dopo che eravamo giustificati e avevamo chiesto perdono, ma quando eravamo ancora morti nei nostri falli e nei nostri peccati. Dio ci vivifica o, come spiega nel Vangelo di Giovanni, ci fa nascere di nuovo, in modo che poi possiamo ravvederci e credere in Gesù Cristo per poter essere perdonati e giustificati Giovanni 3:3.
"è per grazia che siete stati salvati" L'apostolo Paolo, in questo intercalare, ribadisce con forza il concetto della grazia, come dire che se ancora non l'avete compreso siete stati salvati per grazia. La nostra salvezza è pura grazia, quel dono ineffabile e assolutamente non meritato. La grazia è la bontà di Dio al posto dell'ira di Dio. Ogni dono che noi riceviamo da Dio è per mezzo della Sua grazia.

-v.6- "ci ha risuscitati con lui" Dio ci ha risuscitati con Cristo Gesù: questa frase parla della nostra unione con Cristo. Quando Dio ci salva, ci unisce a Gesù Cristo nella Sua morte e nella Sua risurrezione. Lo stesso potere divino, che ha risuscitato Gesù Cristo dalla morte, ha risuscitato anche noi con Lui quando ci ha salvato. Dio ha vivificato noi, Suoi nemici, morti nei nostri falli e peccati e ci ha uniti a Gesù Cristo! Lode a Dio per questo dono ineffabile.
"Ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù" Non solo ci ha risuscitati con Gesù Cristo, ma con Lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù. Questa è una verità troppo profonda da comprendere pienamente in questa vita. Nella salvezza, noi siamo uniti a Gesù Cristo. Inoltre, siamo seduti con Lui nei luoghi celesti. Anche se ancora abbiamo grandi combattimenti contro la carne, anche se siamo ancora pellegrini su questa terra, in realtà siamo seduti con Cristo nei luoghi celesti. Tale è la nostra unione con Gesù Cristo. Ora siamo glorificati con Gesù in base alla unione con Lui e saremo glorificati con Gesù in modo visibile, quando Egli ritornerà, per tutta l'eternità. Romani 8:16-18

-v.7- "per mostrare nei tempi futuri" Questo versetto ci spiega perché Dio ha fatto quello che ha fatto nel riversare la Sua grazia infinita su di noi per mezzo di Gesù Cristo. Dio ci ha ricolmato con la Sua immensa grazia, vivificandoci con Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della Sua grazia con benignità verso di noi in Cristo Gesù. Le età che verranno sono tutte le generazioni future e poi tutta l'eternità. Coloro che sono già stati salvati sono una dimostrazione che Dio salva ancora i peccatori, che Dio vivifica ancora i morti, che Dio mantiene la Sua santità e giustizia, pur perdonando degli uomini peccatori, perché paga la loro colpa in Gesù Cristo. Ogni persona che viene salvata mostra la ricchezza della grazia di Dio perché ogni salvezza è un miracolo divino.

-v.8- "È per grazia che siete stati salvati" Nel nostro versetto, “(voi) siete stati salvati” è una chiara dichiarazione che la salvezza è stata compiuta da qualcun altro, non da voi. Noi siamo stati salvati: la salvezza è stata l'opera di Dio in noi, Egli ci ha salvato, non è stata una nostra opera. Noi abbiamo ricevuto la salvezza compiuta da Dio. In altre epistole del Nuovo Testamento si parla della salvezza in termini futuri. In questa epistola l'autore parla della salvezza come atto compiuto. In realtà, entrambi i modi di parlare della salvezza sono corretti. Come fatto, la salvezza è già una realtà. Se tu sei salvato, tu sei già in Gesù Cristo, sei già giustificato, non c'è più condanna per te, hai già pace con Dio. Sei già passato dalla morte alla vita. Sei già stato rigenerato e ora la tua vita è nascosta in Gesù Cristo. Allo stesso tempo ci sono anche degli aspetti per i quali la salvezza è ancora futura. Siamo già figli di Dio, ma ciò non è ancora stato manifestato al mondo. Non siamo ancora stati glorificati con Gesù Cristo, il che succederà quando Egli ritornerà in gloria. Abbiamo ancora il combattimento contro la carne che non avremo più una volta che Cristo ritornerà.
"È per grazia … (Salvati)" La parola grazia vuol dire il favore da parte di Dio, assolutamente non meritato e non dovuto ad alcun fattore presente in colui che riceve la grazia. O meravigliosa grazia!

  • La grazia ci fa ricevere il bene da Dio quando noi meritiamo il male.
  • La grazia ci fa ricevere misericordia anziché la condanna che meritiamo.
  • La grazia ci fa avere pace con Dio anziché l'inimicizia.
  • La grazia ci dà libero accesso al trono della grazia, anziché essere respinti eternamente dalla Sua presenza come meritiamo.
  • La grazia ci fa avere la promessa che Dio non ci lascerà e non ci abbandonerà, quando invece meriteremmo di essere abbandonati all'inferno.
  • La grazia ci fa avere la promessa che Dio non permetterà che siamo mai tentati o provati oltre le nostre forze, nonostante che meriteremmo di essere provati con pesi insopportabili per tutta l'eternità.
  • La grazia ci fa conoscere l'amore di Dio anziché l'ira di Dio che meritiamo.
  • La grazia ci fa avere la pace che supera la comprensione anziché il terrore del giudizio.

"mediante la fede" Anche se questo versetto non dice “fede in Gesù Cristo”, ciò è chiaramente inteso perché Paolo aveva già parlato della loro fede in Gesù Cristo in Efesini 1:15. La salvezza arriva mediante la fede in Gesù Cristo. Ma che cos'è la fede? Avere fede in qualcuno o in qualcosa vuol dire porre la nostra confidenza, la nostra speranza in quella persona o cosa per la nostra salvezza. La fede è ciò su cui basiamo la nostra salvezza. In Matteo 7:21-23 la fede di questi uomini era basata nelle opere compiute e non sulla persona di Gesù ed è per questo che essi vengono condannati alle pene eterne. Oggi, tante persone credono che saranno ammesse al cielo perché sono state religiose o perché non hanno fatto tanto male o perché cercano di fare il loro meglio. Ma, in tutti questi casi, hanno fede in loro stessi o nella loro religione. L'unica fede mediante la quale si arriva alla salvezza è la fede in Gesù Cristo.
"E ciò non viene da voi" È giusto porre la domanda: a che cosa si riferisce questo “ciò”? Si riferisce alla fede, alla grazia o alla salvezza? Escludendo la salvezza e la grazia che sappiamo per certo vengono da Dio, presumibilmente questo "ciò" si riferisce alla fede. Ogni aspetto della nostra salvezza viene da Dio, compreso perfino la nostra fede, che non procede da noi ma ha piuttosto origine in Dio. La fede che salva non è una decisione mentale che l'uomo prende. È un'opera divina nel cuore. L'uomo naturale non ha in sé la capacità di credere in Gesù Cristo come Salvatore perché è morto nei suoi peccati Giovanni 6:44,65. Quindi la salvezza è per grazia, mediante la fede, e la fede stessa è un dono di Dio e quindi non viene da noi Ebrei 12:2.
"È il dono di Dio" La fede “è il dono di Dio” Questa è una semplice frase che contiene una verità infinita. Pensate: il sovrano Signore di tutto l'universo, il santissimo Dio, ha scelto di donare la fede e, tramite essa, la vita eterna a uomini peccatori, nemici suoi. È un dono e quindi non viene da noi. Infatti, il senso stesso di “dono” è qualcosa che non viene dalla persona che riceve il dono. Viene da chi lo dà. Alla luce di quanto detto riflettiamo sulla frase detta da Gesù in Luca 18:8 "Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?"

-v.9- "Affinché nessuno se ne vanti" Tutta la gloria, per tutta l'eternità, va a Dio. Quello che Dio fa, lo fa per glorificare se stesso e per essere glorificato. Dio ha salvato uomini che erano incapaci di salvare loro stessi e ha fatto tutto Lui affinché nessuno si glori se non in Dio. Siamo stati salvati per pura grazia: non avevamo alcun merito nostro e ciò non è dipeso da alcun bene in noi perché non c'era alcun bene in noi. Gesù Cristo è la nostra salvezza, la nostra giustizia, la nostra redenzione. Perciò non abbiamo nulla di cui gloriarci in noi stessi; possiamo gloriarci solamente nel Signore, come leggiamo in 1Corinzi 1:30-31.

-v.10- "siamo opera sua" La nascita come figlio di Dio è un'opera di Dio. In Efesini 1 abbiamo visto che, nell'eternità passata, Dio ha scelto di salvare e di adottare come figli Suoi "gli uomini che Egli gradisce" Luca 2:14 o come traduce Diodati «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini, su cui si posa il suo favore».. Qua vediamo che l'adempimento di quella decisione, la nuova nascita, è un'opera di Dio.
"Creati in Cristo Gesù per fare le opere buone". Efesini 2:10 non sta parlando della creazione nel passato, quando Dio ha creato tutto. Sta parlando, piuttosto, della creazione che Dio compie ogni volta che salva una persona, creando una nuova creatura spirituale, facendo nascere una nuova creatura spirituale in Cristo, una nuova creatura che non esisteva prima. Chi è in Cristo è una nuova creatura, una creatura che non esisteva prima, creata in Cristo Gesù. Avendo stabilito che siamo nuove creature, creati in Cristo Gesù, opera di Dio e, quindi, che la nostra salvezza è un'opera di Dio, Paolo continua e spiega il motivo per cui Dio ci ha creati in Cristo. Siamo l'opera di Dio, creati in Cristo Gesù per le buone opere. Dio ci ha creati in Cristo per una vita di buone opere. Le buone opere sono strettamente legate ai doni spirituali che servono per l'edificazione del corpo di Cristo. Sono parole e opere che aiutano le persone a conoscere di più Dio. Quindi, come esempio, evangelizzare è una buona opera come lo è edificare altri credenti, come sono anche tali le opere pratiche come provvedere ad un bisogno materiale, in modo da aiutare gli altri a vedere la cura di Dio verso ogni credente. Compiere opere buone è anche legato al portare un frutto che dura, come leggiamo in Giovanni 15. Teniamo ben chiaro in mente che le buone opere sono un frutto della nostra salvezza, mai la causa di essa. Siamo stati creati in Cristo Gesù per le opere buone. In altre parole, le opere buone non portano alla salvezza, piuttosto, il fatto di essere creati in Cristo Gesù porta alle buone opere. Anche qua vediamo che siamo salvati per grazia e non per opere.
"Precedentemente preparate." Il termine “precedentemente preparato” vuol dire decidere qualcosa in anticipo e ordinare le cose affinché ciò avvenga. Quando Dio ha preordinato di salvarci ha deciso anche che dovremo camminare in santità, avendo una vita piena di buone opere durante questo pellegrinaggio in attesa di andare a stare con Lui per l'eternità. Vivere una vita dedicata a buone opere fa parte della salvezza, nello stesso modo che avere figli non vuol dire solamente concepirli e partorirli, ma comprende anche allevarli ed educarli.
"Affinché le pratichiamo" Una traduzione più letteraria dal testo greco sarebbe la seguente: “Dio ha precedentemente preparato le buone opere affinché in esse camminiamo”, così come troviamo nella vecchia versione Diodati. Camminare descrive il modo secondo il quale uno vive, non soltanto qualcosa che uno fa. Camminare riguarda come uno vive tutte le ore, non solamente quello che uno fa in certi momenti.
2Corinzi 9:8,12 Colossesi 1:9-11 2Tessalonicesi 2:16-17 1Timoteo 2:8-10 1Timoteo 6:17-18 2Timoteo 3:16-17 Tito 2:11-14 Tito 3:1,8,14 Ebrei 10:24.

Vers. 11-22  Giudei e stranieri uniti in Cristo

Consideriamo ora i versetti che ci aiutano a ricordare quella che era la nostra condizione prima della salvezza e il modo in cui siamo stati trasferiti da quel destino di condanna e di morte ad una condizione e ad un destino infinitamente migliore.

-v.11- "Perciò, ricordatevi …" Paolo sta scrivendo specificamente a quei credenti, persone salvate per fede, che erano Gentili, ovvero che non erano Giudei, cosi come non lo siamo noi credenti. Questo brano è un ricordo della nostra condizione prima della salvezza e serve per aiutarci a comprendere meglio quanto è immensa la nostra salvezza. Paolo inizia con la parola “ricordatevi” che è un imperativo. Dio ci comanda, per il nostro bene, di ricordare quella che era la nostra condizione passata, quando eravamo nelle tenebre. Non basta solamente sapere intellettualmente quale era la nostra condizione, ma bisogna attivamente ricordare e tenere a mente quello che era il nostro passato. Eravamo quelli che la Bibbia chiama incirconcisi e così eravamo visti dai Giudei che sono i circoncisi, in quanto hanno avuto quel rito nella carne per mano d'uomo. I Giudei avevano le promesse e i patti di Dio, ma noi non avevamo niente.

-v.12- "Ricordatevi …. eravate senza Cristo" Essere senza Cristo vuol dire essere senza il Salvatore e, perciò, perduti eternamente. Vuol dire essere senza accesso al trono di Dio e, quindi, senza diritto di pregare e chiedere aiuto a Dio nelle prove della vita. Vuol dire essere senza un Mediatore, il che ci tiene fuori per sempre dalla presenza di Dio, senza un grande Sommo Sacerdote che ci comprende, senza l'Acqua Viva e, perciò, con l'anima sempre assetata, senza la Vera Vita, senza tutte le benedizioni spirituali perché tutte le benedizioni spirituali sono in Cristo.
"Estranei alla cittadinanza d’Israele " Inoltre, eravamo estranei alla cittadinanza d'Israele. I Giudei, il popolo d'Israele, era il popolo di Dio, l'unico popolo di Dio prima di Cristo, ma noi no, eravamo estranei a quella cittadinanza. Perciò non avevamo alcun diritto né modo di arrivare a Dio.
"Estranei ai patti della promessa" In più, come dichiara il versetto, eravamo estranei ai patti della promessa. I Giudei avevano i patti della promessa, perciò avevano delle meravigliose promesse da parte di Dio nei loro confronti. Invece noi non avevamo alcun patto con Dio e, quindi, non avevamo le promesse di Dio. Fra noi e Dio c'era solamente inimicizia. Eravamo peccatori, sotto giudizio, in attesa della condanna eterna.
"Senza speranza" Essere senza speranza vuol dire che è impossibile che le cose possano mai e poi mai migliorare o che ci sia modo di scappare dal tormento eterno. Vuol dire vivere sotto l'ira di Dio e non avere alcun modo di cambiare la situazione. Eravamo sotto la condanna eterna, senza alcuna speranza e non lo sapevamo. Però, anche se lo avessimo saputo, non avevamo alcuna capacità in noi stessi di cambiare la nostra condizione.
"Senza Dio nel mondo" Eravamo totalmente separati da Dio e impariamo altrove che questo era a causa del nostro peccato. Dio è assolutamente santo, l'uomo di natura è peccatore e le trasgressioni sono quelle che tengono l'uomo eternamente separato da Dio. Perciò, anche se eravamo ciechi e non lo sapevamo, eravamo senza Dio nel mondo. Dio non era dalla parte nostra, piuttosto, Dio era contro di noi.

-v.13- "Ma ora" Il versetto 13 inizia con cinque parole eternamente importanti! Inizia con le parole “ma ora, in Cristo Gesù”. Ribadisco quanto sono importanti i "ma" della Bibbia, poi se sono accompagnati dalla parola "ora", l'espressione diventa meravigliosa. Ora, in Cristo Gesù, le cose non sono come prima, proprio perché ora siamo in Cristo Gesù! Gesù Cristo è la fonte e il mezzo di ogni benedizione che abbiamo. La vita senza speranza e senza Dio era la vita senza Cristo. Ora, in Cristo Gesù, tutto è cambiato, ora ed eternamente, come spiegano i prossimi versetti.
"Siamo stati avvicinati" È per mezzo del sangue di Cristo Gesù che ora siamo vicini a Gesù. Non ci siamo avvicinati da soli, non ci siamo avvicinati con le nostre forze o con la nostra presunta bontà o con il nostro merito. Non avevamo alcun modo di avvicinarci da soli. Invece, siamo stati avvicinati in Cristo. È stato Gesù Cristo che ci ha avvicinati a Dio.
"Per mezzo del sangue di Cristo" Siamo stati avvicinati a Dio per mezzo del sangue di Cristo. In altre parole, siamo stati avvicinati a Dio per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo come pagamento per il nostro peccato. Egli ha pagato la nostra condanna, rendendo possibile per noi l' essere avvicinati a Dio. Nella Bibbia, la frase “il sangue di Cristo” rappresenta la sua morte sulla croce, quando Gesù ha deposto la Sua vita per subire la condanna del peccato per tutti coloro che sarebbero stati salvati nella storia.

-v.14- "Lui (Gesù), infatti, è la nostra pace" Noi eravamo nemici di Dio a causa dei nostri peccati e quindi ci aspettava l'ira di Dio per tutta l'eternità. Ma ora, per mezzo del Suo sacrificio, Gesù ci ha avvicinati a Dio Padre e Gesù è la nostra pace con Dio Romani 5:1-2. Avere pace con Dio vuol dire che non c'è più nulla di negativo nel rapporto con Lui, ma piuttosto godiamo di un rapporto di amore e benevolenza da parte di Dio verso di noi. Se abbiamo pace con Dio, possiamo essere tranquilli anche in mezzo alle tempeste più profonde della vita. La pace di Dio supera l'intelligenza, così come leggiamo in Filippesi 4:6-7.
"Dei due popoli ne ha fatto uno solo". Prima di Cristo, c'erano i Giudei che avevano le promesse e i patti da Dio e c'erano i Gentili che erano lontani da Dio. Essi erano dunque due popoli separati. Chi entra in rapporto con Dio, vi entra per mezzo di Gesù Cristo e, così, dei due popoli, ora ne esiste uno solo, composto da tutti coloro che sono salvati per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.
"Ha abbattuto il muro di separazione" Sembra che l'allusione fosse al muro che divideva la corte d'Israele dalla corte dei pagani, nel tempio, e che li teneva a distanza nel culto. Il cerimoniale della legge, in pratica, creava un muro impenetrabile tra giudei e gentili. Però, separava anche i Giudei da Dio, perché essi non erano capaci di ubbidire pienamente alla legge. La legge separava l'uomo da Dio e, finché c'era la legge, gli uomini erano senza speranza alcuna di avvicinarsi a Dio per mezzo delle loro opere Deuteronomio 27:26.

-v.15- abbiamo volutamente trascurato la parte finale del versetto precedente "abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia" in quanto, come leggiamo, esso è parte integrante del verso 15, infatti nella traduzione Diodati leggiamo in questa maniera Efesini 2:14 "Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione, Efesini 2:15 avendo abolito nella sua carne l'inimicizia, la legge dei comandamenti fatta di prescrizioni, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace".
"Abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia" La parola “abolire” vuol dire distruggere o rendere senza forza. Qui l'apostolo Paolo asserisce che Gesù, con il suo sacrificio, ha abolito la causa dell'inimicizia. Qual'era questa inimicizia di cui parla Paolo? Si riferisce all'inimicizia tra giudei e gentili o altro? La legge cerimoniale, ma anche la legge dei comandamenti, così come appare dalle scritture, consisteva in molti precetti e ordinanze materiali; ed è così conosciuta perché era un chiaro e evidente segno dell'odio di Dio per il peccato, in cui richiedeva un continuo sacrificio per esso. L'inimicizia di cui parla l'apostolo si riferisce chiaramente a quella di Dio con l'uomo ribelle e peccatore, la legge era l'occasione per evidenziare l'inimicizia dell'uomo naturale con Dio, tutti i precetti in essa contenuti, erano un peso enorme e una affaticamento per la l'uomo in generale, a causa dei suoi numerosi riti; ed erano la causa dell'inimicizia tra ebrei e gentili.
"Per creare in sé" Con il suo sacrificio, Cristo ha compiuto la salvezza, affinché, per mezzo di Lui, chiunque si ravveda e creda nella sua offerta di pace, riceva salvezza. Tramite Gesù chiunque può essere salvato, riconciliato con Dio e ricevere una vita nuova, sia gentile che giudeo. Esiste ora un solo popolo, Gesù ha creato in se stesso dei due (popoli) un solo uomo nuovo, il popolo di Dio in Cristo. La pace con Dio è cosa fatta. Romani 3:29 Romani 10:12 1Corinzi 12:13 Colossesi 3:11 Galati 3:28.

-v.16- "Per riconciliarli" Abbiamo la pace perché, come dichiarato, Cristo ha riconciliato con Dio, sia i Giudei che credono, sia i Gentili che credono. Per mezzo della croce, ovvero la Sua morte e risurrezione, Gesù Cristo ha riconciliato sia i Giudei che i Gentili con Dio, cioè tutti coloro che si sono ravveduti e hanno creduto in Lui, e li ha fatti diventare parte del Suo corpo, la Chiesa.

-v.17- "Ha annunziato la pace" Cristo è venuto per compiere questa salvezza per noi e per annunciare a noi questa pace con Dio che prima ci era impossibile ottenere. Mentre Gesù era sulla terra fisicamente, annunciava la pace che si può avere con Dio tramite il perdono. Ora Gesù continua ad annunciare la pace, tramite lo Spirito Santo e la Parola di Dio. Riferendosi ai lontani sta chiaramente parlando dei gentili e riferendosi ai vicini sta parlando del popolo degli Ebrei. È bella l'espressione che usa riferendosi agli Ebrei "vicini", in quanto la legge li ha avvicinati a Dio ma non li ha fatti entrare perché non si entra nel riposo e nella pace tramite la legge ma solo tramite Gesù. Gesù Cristo è sempre al centro del discorso.

-v.18- "Abbiamo accesso al Padre" Ogni benedizione ci arriva per mezzo di Gesù Cristo, compresa la benedizione più grande, il libero accesso al Padre della gloria. Se è un privilegio avere accesso ad un uomo importante, che è sempre e solamente un uomo, considerate quanto è un privilegio incredibile avere libero accesso a Dio Padre, al Signore dei signori, al sovrano di tutto l'universo. Avere accesso solo una volta sarebbe già un privilegio immenso che supererebbe in sé ogni privilegio terreno. Però, per mezzo di Gesù Cristo, non abbiamo un accesso limitato, bensì un accesso continuo proprio al trono di Dio. Non dobbiamo entrare nella Sua presenza con dubbi o timore, piuttosto possiamo entrare con piena fiducia, sapendo di essere amati da Dio per mezzo di Gesù Cristo Eb. 4:14-16.
"in un medesimo Spirito" Quando Gesù è tornato in cielo, ha mandato lo Spirito Santo, chiamato anche il Consolatore, per dimorare sempre in noi. Chiunque è salvato, è in Cristo ed ha lo Spirito Santo, così ha libero accesso al Padre. Questa verità rende chiaro che non esistono sacerdoti umani che fanno da mediatori fra l'uomo e Dio perché noi abbiamo libero accesso al Padre per mezzo di Gesù Cristo in uno stesso Spirito e non tramite un uomo Giovanni 16:5-7.

-v.19- "non siete più né stranieri né ospiti" Consideriamo, qui la chiesa è paragonata a una città, e ogni credente convertito è libero di accedere ad essa non come visitatore ma come colui che ha la cittadinanza, "concittadini dei santi". "Membri della famiglia di Dio" la chiesa è anche paragonato a una famiglia, e ogni peccatore convertito è un membro di questa famiglia. Non solo amici, ma veramente figli di Dio. Quando Dio ci ha salvati, ci ha adottati con i figli Suoi, ci ha fatto rinascere come figli Suoi, siamo realmente diventati figli di Dio. Ora Dio ci è Padre! Egli ci ama con un amore paterno, ora e per tutta l'eternità. Ora che siamo stati adottati con i figli, anche noi abbiamo il privilegio di chiamare Dio Papà, Abba, come leggiamo in Romani 8:15-17.

-v.20- "edificati" La chiesa è anche paragonata a un edificio che viene costruito giorno dopo giorno in cui gli apostoli e i profeti sono il fondamento e in cui la pietra angolare o pietra del cantone è Gesù, Cristo sostiene l'edificio con la sua forza Salmo 118:22 Isaia 28:16. Gesù Cristo è l'unico fondamento. Perciò, il senso del nostro brano oggi non può essere che gli apostoli e i profeti in sé sono il fondamento dalla Chiesa. Piuttosto, come abbiamo appena letto, gli apostoli e i profeti hanno posto il fondamento, proclamando il Vangelo della salvezza in Gesù Cristo, perché il Vangelo ci è stato dato tramite loro. Quindi, come dichiara Paolo, l'unico fondamento che si può porre è Gesù Cristo e questo è il fondamento che Paolo e gli altri apostoli, insieme ai profeti, hanno posto.

-v.21 "per essere un tempio santo nel Signore" L'edificio cresce per essere un tempio santo nel Signore, ovvero la dimora di Dio nello Spirito. Questo edificio è in fase di costruzione, tutto l'edificio, ben collegato, cresce su Gesù Cristo. Notate i due aspetti della crescita: deve essere su Gesù Cristo e tutto l'edificio deve essere ben collegato. Dio ha stabilito che uno deve dimorare in Cristo per crescere e, inoltre, deve essere ben collegato con altri credenti nella Chiesa. Dio ci fa crescere per mezzo dei doni spirituali che Egli distribuisce a tutti nel corpo. Il corpo cresce tutto insieme quando è ben collegato e ben fondato in Cristo. Perciò l'idea di un credente che cresce per conto suo, isolandosi, è un'idea falsa. 1Pietro 2:5.

-v.22- "In lui voi pure" Con l'espressione "voi pure" include tutti i credenti gentili e giudei di ogni luogo e di ogni tempo che hanno accettato la salvezza in Gesù, la chiesa universale. Questo edificio ha uno scopo ben definito,
"ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito" Notate che l'edificio cresce per essere un tempio santo nel Signore, ovvero la dimora di Dio nello Spirito. Nonostante le nostre debolezze e le nostre cadute, noi siamo un tempio santo in cui Dio stesso dimora. Non esiste nulla al mondo che sia paragonabile a questo privilegio, il che è anche un immenso stimolo per noi di camminare in santità. Il vero Tempio di Dio cresce per diventare sempre più santo. Dio è Santo e deve dimorare in santità.

 

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