mercoledì 16 novembre 2011

Dio fa ancora oggi miracoli


Un giovane può morire, un vecchio deve. Quando Richard Baxter era sul letto di morte uno dei suoi amici gli chiese: "Come stai? Ed egli rispose: Quasi bene, sai la morte è la miglio­re medicina, perché i cristiani che muoiono non stanno più 'quasi bene', ma stanno per essere guariti per l'eternità. 
                                              H. Spurgeon

NEI RESTI DELL'INCENDIO

La parola di Dio è vivente. Ebrei 4:12

(Gesù disse:) "Le parole che vi ho dette sono spirito e vita". Giovanni 6:63

Un anziano contadino della Corea del Sud aveva acquistato una copia dei Vangeli di Mat­teo e di Marco e li aveva letti con interesse. Un giorno, mentre era nei campi, la sua casa venne completamente distrutta da un incendio. Al suo ritorno, dovette constatare che nulla si era salvato, salvo i due Vangeli, che un membro della famiglia aveva strappato dalle fiamme, senza nemmeno sapere perché. Que­sto fatto colpì il contadino al punto che li riles­se con maggiore interesse ed iniziò a parlarne agli abitanti della zona. All'inizio lo deridevano e lo maltrattavano perché leggeva dei libri cri­stiani, ma con il tempo finirono per lasciarlo in pace, e poi, a poco a poco, si riavvicinarono e gli furono di nuovo amici.
In quel villaggio, grazie alla lettura di quei due Vangeli, più dì ottanta persone sì convertirono a Cristo. Fu così che la Parola di Dio, con il solo contributo dello Spirito Santo, portò alla sal­vezza quel Coreano e molti suoi concittadini, senza aver mai incontrato un predicatore del Vangelo!
Questo episodio conferma un fatto già verifi­cato tante volte: la Bibbia contiene in se stessa una potenza divina. Bisogna leggerla con rispetto e sottomissione, mettendo da parte le proprie idee ed essendo pronti a fare ciò che ci chiede; solo così potremo comprenderla e trarne tutte le benedizioni che contiene.
"Così è della mia parola... essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio" (Isaia 55:11).

edizioni il messaggero cristiano - www.messaggerocristiano.it

COME PICCOLI BAMBINI

Ed egli, chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In veri­tà vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entre­rete nel regno dei cieli... E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me". Matteo 18:2, 5

Ai tempi dell'impero romano, i bambini erano poco considerati. Invece Gesù mise i bambini in una posizione onorevole, citandoli più volte come esempi da seguire e accogliendoli tra le sue braccia per benedirli. Un giorno il Maestro mise un fanciullo in mezzo ai suoi discepoli,
per insegnare loro quale fosse la vera grandez­za nel regno di Dio. Questo insegnamento di Gesù, riguardo ai bambini, ha successivamen­te influenzato il comportamento dei paesi cri­stianizzati nei loro confronti.
Perché Gesù dice che bisogna diventare come i bambini per entrare nel regno di Dio? Ci chie­de forse di credere senza riflettere? Assoluta­mente no! I bambini riflettono molto e fanno sempre mille domande, ed è ricevendo delle risposte adeguate alla loro età che si sviluppa­no correttamente.
È del tutto legittimo porsi delle domande quando si affronta l'ambito spirituale, ma bisogna accettare che certe realtà ci superano. Per andare a Dio è indispensabile rinunciare alle proprie pretese e ai propri preconcetti, perché solo così potremo metterci all'ascolto della sua Parola, con la semplicità e la fiducia di un bambino.
La nostra mente non può da sola scoprire chi è Dio, ma per conoscerlo, cioè per entrare in relazione con lui, è necessario un atteggia­mento di umiltà e di fiducia, tipico del bambi­no nei confronti dei genitori. Solo così la nostra intelligenza, rinnovata e illuminata dallo Spirito di Dio, scoprirà nella Bibbia le risposte divine a tanti nostri interrogativi.

edizioni il messaggero cristiano - www.messaggerocristiano.it