Introduzione alla Lettera agli Efesini

 

EFESINI

- INTRODUZIONE


La lettera agli Efesini è uno dei libri del Nuovo Testamento che più riscuote interesse ed apprezzamento fra i lettori cristiani. Il motivo è costituito dai suoi contenuti teologici, dalle espressioni di preghiera e di adorazione e dai consigli pratici che vi si trovano.

Efeso era un prospero centro commerciale sulle rive del mare Egeo, alle porte dell’Asia minore. Era celebre soprattutto per il tempio di Diana, una delle sette meraviglie del mondo. L’apostolo Paolo rimase tre anni ad Efeso (Atti degli Apostoli 20:31) e la sua missione portò molti risultati. Ogni giorno insegnava nella scuola di un certo Tiranno (Atti 19:9) e da Efeso, la Parola di Dio si diffuse in tutte le province dell’Asia, mentre una solida testimonianza si stabilì in città. I credenti, in un primo momento, si incontravano nella casa di Aquila e Priscilla (Atti 18:26 e 1 Corinzi 16:19), la coppia di cristiani ebrei che aveva collaborato con Paolo a Corinto.
Di ritorno dal suo terzo viaggio missionario, l’apostolo Paolo organizzò un incontro con i responsabili della chiesa di Efeso (Atti 20:17-38). Ormai la comunità cristiana era ben fondata sulle Sacre Scritture e l’apostolo, prima di salutarli per l’ultima volta, li esortò a proteggere la chiesa a loro affidata dai i nemici della fede e a rimanere saldi nella verità del Vangelo.

La lettera agli Efesini, come pure quelle ai Colossesi, ai Filippesi e a Filemone, fu scritta da Roma mentre Paolo era in prigione.
Il libro degli Atti degli apostoli racconta dell’arrivo di Paolo a Roma sotto scorta armata e dei due anni trascorsi agli arresti domiciliari in una casa presa in affitto. È probabile che uno dei primi pensieri di Paolo, durante la prigionia, sia stato quello di scrivere ai suoi cari fratelli in fede, ed è in tale circostanza che l’apostolo inviò quattro lettere ricche di lode e adorazione a Cristo.
Siamo intorno all’anno 60 e Paolo si presenta non come prigioniero di Cesare, ma come prigioniero di Cristo (3:1), perché le sue catene contribuiscano ad incoraggiare i credenti che soffrono per la fede (3:13).

Entriamo ora nel merito del contenuto della lettera agli Efesini. Si tratta di uno scritto focalizzato sulla chiesa. La chiesa è un organismo universale composto da singoli individui, cioè tutti coloro che sono salvati mediante la fede in Cristo Gesù. Una nuova unità è stata creata da Dio attraverso l’opera riconciliatrice della croce (2:16). In tal modo, ebrei e pagani sono entrati a far parte della famiglia di Dio, in cui sono abbattute tutte le barriere razziali, culturali e sociali. C’è una sola chiesa e Cristo ne è il Capo.

L’apostolo Paolo usa tre figure per descrivere la chiesa:

- Al capitolo 2 essa è raffigurata come un edificio, dal versetto 20 al 22 leggiamo: «Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l'edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore. In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito.»

- La seconda immagine, proposta al capitolo 4, è quella del corpo:

· «Vi è un corpo solo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, quella della vostra vocazione» (v.4).

· «È lui (Cristo) che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo» (11-12).

· «... seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore»(15-16).

- Infine, la chiesa è rappresentata come una sposa. Capitolo 5, dal versetto 25 a 30: «Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama se stesso. Infatti nessuno odia la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.»

Oltretutto, questo libro della Bibbia, più di qualsiasi altro libro, è il libro che spiega la profondità della salvezza. In questa Epistola, Dio guidò l'apostolo Paolo a spiegare la salvezza dal punto di vista di Dio, iniziando a descrivere i propositi di Dio, presi nell'eternità passata. Efesini spiega quello che Dio ha deciso come piano, quello che ha stabilito come mezzo per adempiere quel piano e come ha attuato il tutto, individuo per individuo, per mezzo di Gesù Cristo. Ripetutamente, Efesini mette in chiara evidenza che la salvezza è opera di Dio, una libera decisione Sua che non dipende da nulla al di fuori di Dio e che è fondata totalmente nella persona e nell'opera di Gesù Cristo.

In Efesini, vediamo due preghiere per i credenti ed entrambe sono richieste a Dio di illuminare noi credenti affinché possiamo conoscere di più le ricchezze della nostra salvezza (1:15-23 e 3:14-21).

Efesini è scritta a dei credenti, persone salvate per mezzo della fede in Gesù Cristo. I primi tre capitoli ci spiegano la salvezza e poi, dal Capitolo 4 al 6, insegnano quali dovrebbero essere le conseguenze pratiche per la vita e le relazioni umane: esortano a ricercare la santificazione in ogni aspetto della vita come conseguenza del rapporto con Dio, senza trascurare l'aspetto della lotta spirituale, che è possibile solo usando l’armatura completa di Dio (capitolo 6, dal versetto 10).

La salvezza è la cosa più meraviglia che l'uomo possa avere. Nulla è paragonabile al fatto di essere perdonati e riconciliati con Dio, con la certezza dell'eternità con Lui. Dio vuole che comprendiamo sempre di più la profondità della salvezza perché più comprendiamo la nostra salvezza, più saremo meravigliati dell'opera di Dio nel salvarci. Questo è fondamentale:

- per crescere

- per avere vittoria sul peccato

- per avere la gioia della salvezza.

Dobbiamo capire la nostra salvezza più a fondo.

Sarebbe facile pensare che la salvezza inizia il giorno in cui crediamo. Però, in realtà, quello non è l'inizio della nostra salvezza. La salvezza di ogni individuo che Dio salva, inizia nell'eternità passata, nella mente di Dio. La salvezza inizia nell'eternità passata e continuerà nell'eternità futura. Quanti benefici avremo se meditiamo spesso sulla realtà eterna della nostra salvezza! Non focalizziamo la nostra attenzione sugli avvenimenti di oggi ma fissiamo i nostri occhi su Gesù Cristo. Consideriamo che siamo salvati perché Dio ci ha eletti prima della fondazione del mondo e predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come figli suoi. La nostra salvezza è stata comprata con il sacrificio di Cristo e siamo sigillati con lo Spirito Santo della promessa, Egli è la caparra della nostra piena redenzione.

Una cosa che ci aiuterà nella comprensione, mentre leggiamo i primi tre capitoli di Efesini, è il distinguere attentamente i passi che si riferiscono al passato, quelli che si riferiscono al presente e quelli che parlano del futuro.

- Il passato è l'eternità passata, ovvero ciò che è avvenuto prima della creazione del mondo.

- Il presente è quello che Dio fa in noi durante questa vita sulla terra

- Il futuro si riferisce all'eternità futura, dopo il ritorno di Cristo ed il Giudizio, quando i credenti saranno accolti nella presenza di Dio.



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