lunedì 30 giugno 2014

IL LIEVITO DEI FARISEI.

                      Matteo 16:1-12



“I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: 'Bel tempo, perché il cielo rosseggia!' e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò. I discepoli, passati all'altra riva, si erano dimenticati di prendere dei pani. E Gesù disse loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così, perché non abbiamo preso dei pani». Ma Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora capirono che non aveva loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei”

Come mille altre volte, Gesù deve confrontarsi con i farisei e i sadducei che volendo a tutti i modi screditarlo, cercano ogni spunto per gettare ombra sul suo ministerio terreno, mettendo a dura prova la sua grande pazienza. Gesù avrebbe potuto in mille modi e maniere dimostrare la sua natura divina, non uno ma miliardi di segni avrebbe potuto dare a dimostrazione della veridicità del suo messaggio, ma non è ciò che egli voleva, tanto più che in tre anni circa di ministre rio terreno, tanti furono i miracolati e le potenti operazioni che fece, per non parlare dei morti risuscitati, ma alla fine lo o reputavano sempre un impostore, e a volte un anche un alleato di Satana “Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demoni con l'aiuto del principe dei demoni»” Marco 3:22.
L’unico segno che Gesù dice sarà loro dato è il segno di Giona, considerando questo profeta come un prototipo del Messia, profeta che dopo tre giorni nel ventre del grosso pesce, fu riportato fra i viventi essendo egli stato vomitato sulla terra ferma all’ordine di Dio, sinonimo della morte e resurrezione del nostro Salvatore.
Quello che però mi urge mettere in evidenza è questo lievito dei farisei di cui è bene prendere le distanze, levito che come dice la stessa scrittura sta per gli  insegnamenti contro scrittura che impartivano al popolo.


1) NON RICONOSCERE GESÙ 
Il primo punto da fare risaltare è che tutti costoro, che si reputavano i detentori delle verità divine, in realtà erano solo i detentori del potere ecclesiale e religioso, erano i nemici del piano di Dio per la redenzione dell’uomo. Gesù, il Messia annunciato e tanto atteso, era in mezzo a loro e loro non lo riconoscevano, anzi lo osteggiavano tanto che arrivarono a dire delle bugie per far si che Pilato lo mandasse alla croce. È ovvio che Gesù sapeva che doveva arrivare alla croce, ma ciò non toglie e ne attenua le loro responsabilità. Essere increduli li portava ad essere nemici di Cristo e del vangelo, essi si credevano dei buoni figli di Abramo, ma in realtà dimostravano tutto il contrario con il loro comportamento  “Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo” Giovanni 8:39, in realtà essi pur discendendo da Abraamo erano figli del Diavolo “Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” Giovanni 8:43-44. Coloro che ascoltavano e che tutt’ora ascoltano le parole di Gesù sono figli di Dio Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” Giovanni 8:47. L’analogia ad oggi è facile, ancora oggi ci sono tanti che si definiscono buoni cristiani ma che in realtà, a loro insaputa diventano nemici del vangelo. Tutti coloro che non vivono la realtà del vangelo, tutti coloro che vivono un vangelo di apparenza, tutti coloro che pur ascoltando le parole di Gesù non le mettono in pratica, diventano loro malgrado nemici di Gesù. “E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” Matteo 12:49-50. Essere amici del vangelo può voler dire solamente essere amici di Gesù e fare la volontà di Dio, Egli stesso in Matteo 7:21-23 dice esplicitamente  “«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"”. Oggi, più che mai, c’è l’urgenza di comprendere il messaggio di Dio, di allontanarsi del lievito degli scribi e dei sadducei, di dare ascolto ai veri insegnamenti biblici che ci presentano il vero Messia, colui che ha dato tutto se stesso per la nostra salvezza. Senza Gesù c’è solo morte.

2)  NON RICONOSCERE I TEMPI 
Per tanto tempo avevano aspettato il compimento delle promesse di Dio che annunziavano la nascita del Messia, ora Gesù era la con loro e non lo riconoscevano perché non avevano saputo discernere i tempi. Nel passo letto Gesù afferma una grande verità “Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?” Matteo 16:2-3, mettendo l’accento sul fatto che avrebbero dovuto comprendere come i tempi erano maturi per l’avvento del Messia, i segni dei tempi palesavano che essi erano giunti a maturità e che colui che avevano d’avanti era il vero Messia. Infatti nel racconto biblico ci viene detto che tanti aspettavano l’imminente avvento del Salvatore, fra di cui ci viene raccontato di due personaggi “Simeone e Anna” Luca 2:25-38. È una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano, se Dio ha fatto in modo di farci sapere qual è il suo piano è perché è importante conoscerlo, se Dio ci ha dato dei segni premonitori è perché dobbiamo essere sempre pronti a ciò che sta per succedere. Gesù, parlando degli ultimi tempi ci ha detto in sommi capi ciò che sarà della chiesa e del suo ritorno, ma ha anche aggiunto che ci saranno dei segni premonitori che accompagneranno tali eventi: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” Matteo 24:29-30. Perché Gesù ci ha fatto sapere che un giorno Egli ritornerà? certamente perché vuole che la sua chiesa lo aspetti, perché ci ha fatto sapere quali sono i segni che precederanno tale evento? certamente per essere pronti a tale meraviglioso avvenimento, ed ecco perché Gesù aggiunge  “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte” Matteo 24:33. Abbiamo detto prima che è una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano e oggi più che mai dobbiamo fare il punto della situazione, i tempi sono maturi, i segni sono evidenti, Gesù è alle porte sta per tornare, non possiamo certamente dire il giorno e l’ora perché sicuramente sbaglieremo come hanno sbagliato tutti coloro che nel tempo si sono cimentati in questa avventura, ma una cosa è certa, Gesù è molto più vicino di quanto noi stessi immaginiamo.  Sia di monito per ogni credente la parabola che Gesù ha raccontato riguardo alle dieci vergini in Matteo 25:1-13.

3) NON RICONOSCERE L’AUTORITÀ DÌ GESÙ 
Certo viene un po’ da sorridere ai ragionamenti dei discepoli all’affermazione di Gesù «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei» e sicuramente qualcuno penserà “se fossi stato al loro posto non avrei fatto questo plateale errore”. Gesù, giustamente, ha di che dolersi di tali pensieri, considerando appunto che avevano constatato la potenza che era racchiusa sotto forma d’uomo, per ben due volte avevano visto la potenza di Dio all’opera nella moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù fa bene a chiamarli “gente di poca fede” perché non avevano ancora capito con chi avevano a che fare, seguivano lo seguivano e ancora non avevano ancora compreso che Lui era il Messia, vedevano dei miracoli e non riuscivano a comprendere che Gesù era la massima espressione dell’autorità Divina in quanto figlio di Dio, lo sentivano parlare e non comprendevano che davanti a loro cera la sapienza di Dio fatta carne. Dicevo prima, ci viene da sorridere leggendo questo passo ma non comprendiamo che il comportamento di tanti cristiani oggi è molto simile a quello dei discepoli di ieri, infatti diciamo di avere conosciuto il Padre e poi non comprendiamo l’immensità del suo amore dimenticandoci che possiamo rivolgerci a Lui per ogni nostro problema e ricevere risposta; diciamo di avere conosciuto Gesù e non comprendiamo appieno la portata del suo sacrificio per noi trascurando che ci ha fatti diventare figli di Dio; diciamo di avere conosciuto lo S. Santo e la sua potenza e non comprendiamo la portata della sua opera nella nostra vita a tal punto che con la nostra tiepidezza lo contrastiamo e lo contristiamo, diciamo di appartenere alla chiesa di Dio e trascuriamo gli obblighi che abbiamo preso davanti a Dio per essa:  “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli” Osea 4:6.

   CONCLUSIONE
In conclusione possiamo dire che il passo letto è attuale ancora oggi, pur non avendo più i farisei e i sadducei in mezzo a noi, lo spirito che animava loro, serpeggia ancora oggi fra il popolo di Dio, pertanto cerchiamo di svegliarci, la parola di Dio parla chiaro, è giunto il tempo di mettere al primo posto Gesù, è giunto il momento che gli riconosciamo che la sua parola non è parola d’uomo ma è la parola fatta carne  Giovanni 1:14 “E la Parola è diventata carne …” e che alla sua parola ogni cosa è.

A Dio sia la lode.


    GIACOMO ACETO

sabato 21 giugno 2014

PICCOLI FANCIULLI




“In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto” Matteo 11:25-26

Cosa c’è di più bello sapere che il nostro Dio, non ha grandi pretese per coloro che diventano suoi figlioli, nel verso che abbiamo letto, Gesù parla di piccoli fanciulli a cui sono rivelate le verità celesti a discapito di quanto si ritengono, forse anche ha ragion veduta considerando gli studi che hanno fatto, dei letterati , dei sapienti pieni di ogni intelligenza. Il problema è questo tipo di sapienza il più delle volte porta a diventare dei miscredenti, degli atei irrecuperabili. È bene chiarire che questo non vuol dire incentivare l’ignoranza ma solamente dare all’intelligenza e alla scienza la giusta collocazione. Dio non ha bisogno di tali persone, anche se la salvezza è pure per loro, il nostro Dio ha bisogno di persone che si sappiano piegare davanti alla vera sapienza, alla vera intelligenza e alla vera grandezza, con quella umiltà che fa dire – ORA SO CHE SOLO TU O SIGNORE SAI OGNI COSA -.
ACETO GIACOMO

mercoledì 11 giugno 2014

QUELLI CHE HANNO TIMORE DEL SIGNORE

   
             

MALACHIA 3:16-18 
 “Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome.  «Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare», dice il SIGNORE degli eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve”.

Se nei capitoli precedenti si fa risaltare i discorsi di coloro che non temono il Signore, in questi pochi versetti vengono fatti risaltare coloro che invece lo temono, senza però mettere l’accento su cosa essi si dicono, ma evidenziando solamente ciò che il Signore pensa di costoro e cosa ha riservato per loro.

    1) L’attenzione di Dio per i giusti
Al v. sedici abbiamo letto, come risposta a coloro che mettevano in dubbio l’amore, l’onore e la santità del Signore, che coloro che temono il Signore “…. si sono parlati l'un l'altro”, e già questo dovrebbe darci un grande insegnamento, infatti quanto è importante che i figli di Dio stiano insieme, che si parlino, che condividano le loro esperienze spirituali, i momenti di gioia, la sapienza che Dio ha dato tramite lo S. Santo, in Ebrei 10:25 troviamo scritto: “non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”. È da mettere in risalto ciò che Dio fa’ in questa circostanza, infatti abbiamo letto sempre al v. sedici: “il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato”. Se il Signore è attento a ciò che dicono gli empi (v. 13-15), tanto più la scrittura ci fa comprendere quanto il nostro Dio è attento a ciò che i giusti dicono tra di loro. Come abbiamo prima accennato, non ci viene riferito gli argomenti di discussione, ma possiamo certamente ipotizzare che parlassero della grandezza di Dio, del suo grande amore, della sua grande benignità e del come fare al meglio la sua meravigliosa volontà, non trascurando il reciproco sprone; tutto ciò suscita l’attenzione del nostro Signore, infatti abbiamo letto “… il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato”, come a dire che non si è perso neanche una sillaba di ciò che i giusti si dicono tra di loro ed ha apprezzato.
Salmi 94:9 “Colui che ha fatto l'orecchio forse non ode? Colui che ha formato l'occhio forse non vede?”
2Re 6:11-12 “Questa cosa turbò molto il cuore del re di Siria, che chiamò i suoi servitori, e disse loro: «Fatemi sapere chi dei nostri è per il re d'Israele». Uno dei suoi servitori rispose: «Nessuno, o re, mio signore! ma Eliseo, il profeta che sta in Israele, fa sapere al re d'Israele persino le parole che tu dici nella camera dove dormi»”.

   2) Un libro in memoria dei giusti
Sempre al verso sedici troviamo scritto che in conseguenza di ciò che abbiamo puntualizzato prima, Dio ha fatto scrivere un libro: “un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome”. È importante puntualizzare come prima cosa quando dice che questo libro viene scritto davanti a Lui, in sua presenza, come a dire che ha vegliato su ogni parola che veniva scritta su quel libro affinché non fosse dimenticato nessun particolare, Dio non vuole che nulla sia dimenticato di ciò che i suoi figlioli fanno e dicono di buono. Inoltre, è importante fare risaltare la finalità di questo libro, infatti aggiunge “per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore”. Il mondo dimentica i suoi eroi, l’uomo è dimentichevole ma Dio no! Ogni uomo, ogni donna che ama il Signore e fa la sua volontà temendolo, Egli trascrive il suo nome in questo libro affinché il suo nome sia rispettato. Marco 14:6-9 “Ma Gesù disse: «Lasciatela stare! Perché le date noia? Ha fatto un'azione buona verso di me. Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene; ma me non mi avete per sempre. Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato l'unzione del mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei»”.
Apocalisse 20:12-15 “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”.

   3) Il futuro dei giusti
Dio ha un piano per questi giusti, essi saranno, nel giorno che Dio ha preparato, la sua proprietà particolare, affinché tutti possano costatare e vedere come Dio vede le cose: “vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio ….” Infatti ecco cosa Dio pensa del popolo suo: 1Pietro 2:9 “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia”.
Quando Dio dice “saranno la mia proprietà particolare” ha proprio in mente ciò che afferma in 1Pietro 2:9 “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato”.

Noi siamo quella proprietà che Dio si è scelta: Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia”.
Noi siamo quella proprietà che gli è costata: Isaia 53:11 “Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità”.
Noi siamo quella proprietà particolare per cui sta lavorando, infatti al v. 2 del cap. 4 leggiamo cosa il Signore ha preparato per questo popolo di giusti:
  a) spunterà il sole della giustizia,
  b) la guarigione sarà nelle sue ali;
  c) voi uscirete e salterete, come vitelli fatti uscire dalla stalla.
In atti cap. 3 vi è descritta la guarigione dello zoppo della porta bella e già da subito vediamo realizzate queste promesse che sono state scritte.

CONCLUSIONE
Quanto abbiamo detto deve riempirci di gioia in quanto noi siamo il suo popolo, la sua proprietà particolare su cui la sua attenzione è rivolta, Dio sta lavorando alacremente per noi, per darci un futuro glorioso, continuiamo ad avere fiducia in Lui, perché Lui non ci lascia e non ci abbandona, ma ci ama e ci corregge per il nostro bene.

A Dio sia la gloria
GIACOMO ACETO

giovedì 5 giugno 2014

LA PREGHIERA DÌ UN ATEO














Finita la giornata di lavoro, Martino ripose al loro posto i suoi attrezzi, si mise il vecchio cappotto e se ne andò a casa. Oggi era stanco e, mentre si trascinava lentamente lungo la via, si chiedeva come stava la piccola Denise. Infatti, la sua nipotina era gravemente ammalata e sua sorella era seriamente preoccupata.
“Sono così contenta che tu sia finalmente a casa”, lo accolse sua sorella Annetta. “Denise sta così male, che devo dirlo al medico. Mi aveva detto di comunicargli subito, se vi fosse stato un peggioramento. Puoi rimanere con Denise, mentre vado a chiamarlo? Puoi sederti al lato del letto”. Prendendo posto sulla sedia accanto al letto della piccola, Martino si rese subito conto che sua nipote stava molto male. La febbre alta non la lasciava in pace, ma riconobbe subito lo zio e gli sorrise. Dopo un po’, lo guardò e gli disse: “Zio, prega perché possa guarire!”.
Martino voleva rispondere, ma preferì tacere. La verità era che non sapeva che pesci pigliare. Come pregare? E a chi? Lui non credeva in Dio! Almeno, questo era ciò che diceva agli amici. Affermava infatti di essere ateo e di non poter pregare qualcuno che nemmeno esisteva. A chi doveva rivolgere le sue preghiere, Martino? Era semplicemente ridicolo! Ma la piccola Denise lo guardò di nuovo, implorando: “Zio, prega, per favore! Mi sento così male! Prega per me”. Confuso, Martino cercò di calmarla, senza però riuscirci. Certo, non poteva dire alla bambina così fiduciosa che non credeva in Dio. Se almeno il medico fosse arrivato! Lui sì, che avrebbe potuto fare qualcosa per lei. Ma Annetta e il dottore tardava e Martino ebbe l’impressione che la bimba peggiorasse di minuto in minuto. Alla fine, lei lo guardò ancora e, tossendo, con uno sguardo implorante che non avrebbe mai dimenticato, gli disse: “Zio, se non preghi per me, allora morirò”. La sua fronte si imperlò di sudore, ma quest’ultima implorazione della piccola gli trafisse il cuore. Cadde in ginocchio a fianco del letto e gridò: “O Dio, se esiste un Dio, ascoltami e guarisci questa bambina!”. Rialzandosi, si accorse che stava tremando. Guardò la piccola Denise, che ora gli sorrideva. Mentre tornava a sedere, si accorse che la bimba si stava calmando. Il rossore della febbre abbandonò il visino e lei cominciò a sudare. Nel giro di pochi minuti, il suo respiro si calmò, ridiventando regolare, e si addormentò. Martino la osservava meravigliato. Come si poteva guarire così in fretta? Pochi minuti prima, la febbre era ancora altissima e la piccola lottava disperatamente per respirare, mentre ora dormiva tranquilla. Era un miracolo!
Finalmente, Annetta arrivò con il dottore. Entrambi guardarono meravigliati la bambina che dormiva. Il medico la esaminò con cura e si rivolse ai due: “Non so cos'è successo”, disse. “Il suo stato era gravissimo, ma ora è guarita del tutto! Non ho mai visto una cosa del genere e non so cosa pensare”. Il medico non poteva capire, ma Martino sì. Quando il medico li ebbe lasciati, se ne andò in camera sua e richiuse la porta. Ora sapeva che il grande Dio, colui che aveva sempre rinnegato, esisteva veramente e che lui doveva prendere una decisione. E in effetti, la prese! Riconobbe il suo peccato e accettò il Signore Gesù Cristo come suo personale Salvatore. Poi lasciò la camera: era un nuovo uomo in Gesù Cristo. Comprò subito una Bibbia e da quel giorno la Parola di Dio diventò il suo alimento quotidiano. Entrò a far parte di una chiesa e si dedicò attivamente all'opera di diffusione della Buona Novella. Acquistò persino dei trattati e andò a distribuirli di casa in casa. Fu così che molte porte gli si aprirono e che in quella città il semplice operaio Martino esercitò una potente influenza in nome di Dio.


Da: Adi Modugno