Studio della Lettera agli Efesini cap. 3

 EFESINI CAP.3

Finora abbiamo considerato Efesini capitolo 1 e capitolo 2 ed abbiamo visto profonde e meravigliose verità che riguardano la nostra salvezza dal punto di vista di Dio. La nostra salvezza ha origine dalla sovrana scelta di Dio prima della fondazione del mondo, arriviamo ora ad Efesini 3, in cui Paolo, divinamente ispirato, continua a rivelarci altre verità importanti che servono per la nostra gioia e la nostra crescita.

Vers. 1-13 Mistero della vocazione degli stranieri

-v.1- "Per questo motivo io"
Quando Paolo scrive “per questo motivo” sta riferendosi alle verità che ha appena finito di proclamare e probabilmente sta per spiegare la sua preghiera per loro, preghiera che troviamo dal v.14 in poi. Però, il fatto che egli menziona che è un prigioniero di Cristo Gesù per loro, credenti gentili, lo porta a sviluppare un altro discorso, che troviamo nei vv. 2-13, quello che vogliamo andiamo a vedere.
"il prigioniero di Cristo Gesù per voi stranieri" Quando Paolo dichiara di essere un prigioniero per loro, per i gentili, intende dire che è in prigione a causa del suo ministero per loro, i Giudei lo perseguitarono e lo imprigionarono perché era l'apostolo dei Gentili e predicavano loro il Vangelo e non perché aveva commesso qualcosa degna della pena. Questo chiaramente faceva parte del piano di Dio per lui e per loro. Dio è sovranamente in controllo delle nostre prove.

-v.2- "Dispensazione della grazia" Vogliamo comprendere il senso di questa Dispensazione della grazia di Dio che era stata affidata a Paolo per loro e per noi. Che cos'è questa “Dispensazione della grazia”? La parola “Dispensazione” è la traduzione dalla parola greca okonomia. In termini semplici, okonomia vuol dire amministrazione o incarico. La Dispensazione della grazia rappresenta quel periodo in cui ci troviamo, in cui il Vangelo è proclamato al mondo. A Paolo fu dato l'incarico, la Dispensazione, di proclamare questo messaggio di grazia ai gentili.

-v.3- "come per rivelazione" Notiamo in questo versetto il modo in cui Paolo aveva ricevuto il suo insegnamento. Paolo ha ricevuto la sua dottrina per rivelazione, ovvero direttamente da Cristo, non tramite alcun uomo. Paolo ripete questa verità importante anche in Galati 1:11-12. Questo vuol dire che l'insegnamento che noi abbiamo da Paolo, come da tutti gli altri autori delle Scritture, è affidabile. Non è stato inventata da qualche consiglio di chiesa, composto da uomini fallibili. Piuttosto è stato rivelato direttamente da Cristo Gesù a Paolo e agli altri autori della Bibbia. Quindi possiamo affidare la nostra vita e la nostra eternità a quello che Dio ci rivela nella Sua Parola, la Bibbia.
"Mi è stato fatto conoscere il mistero" Che cos'è questo mistero e in che senso è un mistero? La parola greca qua tradotta come “mistero” viene usata 27 volte nel Nuovo Testamento. Significa una verità che fino ad un certo punto è stata nascosta e poi, al momento scelto da Dio, viene rivelata.

-v.4- "Leggendole" Per cui , avendo letto i capitoli precedenti, e considerato seriamente ciò che è contenuto in essi, potete comprendere la mia conoscenza nel mistero di Cristo della sua persona, ufficio e grazia; e quanto questa conoscenza è davvero molto vasta. Paolo non sta in alcun modo vantandosi. Piuttosto egli sta parlando del fatto che aveva ricevuto la sua dottrina direttamente da Gesù Cristo e quindi da Cristo aveva ricevuto un'intelligenza, ovvero una comprensione, delle verità di Dio che nessun uomo avrebbe mai potuto avere per conto proprio. Dio ha dato a Paolo questa conoscenza per trasmetterla ai credenti gentili di allora e anche a noi, tramite le Scritture.

-v.5- "Nelle altre epoche" Dio ha sempre avuto il Suo piano di salvare sia giudei che gentili tramite la fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Tenne però questo piano nascosto agli uomini finché Gesù non avesse compiuto la salvezza e fosse tornato in cielo 1Pietro 1:10-12. Questo piano fu rivelato solo dopo la risurrezione, tramite gli apostoli e i profeti. Per questo viene chiamato il mistero, perché per secoli era stato nascosto agli uomini. Esso non fu fatto conoscere prima ma ora è stato rivelato per mezzo dello Spirito Santo. Questa è la base della ispirazione divina della Bibbia! A noi è stata rivelata questa verità che per secoli era nascosta, nascosta agli uomini di Dio che profetizzarono di essa e nascosta anche agli angeli che, comprendendo qualcosa del suo valore, desideravano comprenderla, come anche i profeti e gli uomini giusti nell'Antico Testamento erano mossi dallo stesso desiderio.

-v.6- "vale a dire che" Ora Paolo ci rivela cos'è questo mistero e perché ora è rivelato. Per quale motivo, dopo averlo tenuto nascosto per secoli, Dio ha rivelato il messaggio del Vangelo,, cioè la salvezza in Cristo per chiunque si ravvede e crede, sia giudeo che gentile? Perché è stato rivelato, proclamato nel mondo e quindi anche a noi? Il Vangelo è stato rivelato agli apostoli e ai profeti affinché fosse predicato in tutto il mondo con lo scopo di salvare i gentili, ovvero affinché essi fossero partecipi delle promesse di Dio in Cristo. Nel piano di Dio, il Vangelo doveva essere rivelato e proclamato perché, a differenza dal periodo dell' Antico Testamento, ora il piano di Dio è quello di salvare tanti gentili e di farli coeredi dello stesso corpo, la Chiesa, il corpo di Cristo. Il piano di Dio è di farli partecipi della Sua promessa in Cristo mediante il Vangelo.

-v7- "Di cui io sono diventato servitore" Considerare come Gesù Cristo ha scelto Paolo e lo ha reso idoneo per il suo servizio può aiutarci a capire come Dio opera anche in noi. Per comprendere la chiamata di Paolo, dobbiamo ricordare che fino all'ultimo momento prima della sua conversione, Paolo era un nemico del Vangelo e dedicava la sua vita a distruggerlo. Paolo era un nemico del Vangelo di Gesù Cristo. Paolo è stato fatto ministro del Vangelo sulla Via di Damasco. Non si è offerto a Dio, non si tratta di una sua decisione: Paolo è stato fatto ministro da Dio. È Dio che ha fatto di Paolo un ministro del Vangelo Atti 9:14-16.
"secondo il dono della grazia di Dio" Da notare che Paolo è stato fatto ministro del Vangelo secondo il dono della grazia di Dio. Essere chiamati alla salvezza e poi al servizio del Vangelo è sempre un'opera di pura grazia. La grazia è qualcosa che noi non meritiamo in alcun modo. Paolo non meritava né la salvezza, né di diventare un ministro del Vangelo. Lo è diventato solo per opera di Dio e per grazia. Ed è lo stesso nella nostra vita.
"A me concessa in virtù della sua potenza" È da notare anche che la grazia di Dio è stata data a Paolo “in virtù della sua potenza”. Si potrebbe anche tradurre quest'espressione: “secondo l'operazione della potenza di Dio”. Quando Dio ci salva, e quando Egli ci pone al suo servizio, è secondo la sua potenza che opera in noi. Dio ci chiama a compiere ciò che non potremmo mai fare con la nostra forza. Paolo sapeva benissimo che tutto ciò che era capace di compiere, lo faceva secondo la forza di Dio all'opera in lui, come dichiara in Colossesi 1:29. In questo esempio di Paolo, vediamo una verità importantissima. Tutto ciò che siamo di buono è solo per mezzo della grazia di Dio. Non abbiamo alcun merito per conto nostro. Non abbiamo alcuna qualità, né capacità, né qualsiasi altra cosa di cui possiamo vantarci, perché ogni buona qualità o capacità che possediamo, l'abbiamo ricevuta da Dio. Tutta la nostra forza con cui possiamo servire il Signore proviene dal Signore stesso. Questa è la verità che leggiamo in 1Corinzi 4:7.

-v.8- "Che sono il minimo fra tutti" Nonostante che Paolo avesse ricevuto da Cristo più insegnamenti dottrinali degli altri apostoli e si fosse affaticato più di loro, Paolo si vedeva come il minimo dei santi. Paolo sapeva che ciò che era e ciò che faceva era solo per grazia. Paolo si è sempre meravigliato della grazia di Dio in lui. Questo è un esempio della grande umiltà dell'apostolo, e in effetti i più grandi santi sono generalmente parlando, le anime più umili, come Abramo, Giacobbe, Mosè, Davide e altri.
"Le insondabili ricchezze di Cristo" ,o come traduce Diodati "le imperscrutabili ricchezze di Cristo". Paolo è stato chiamato ad annunciare le imperscrutabili ricchezze di Cristo fra i gentili. In altre parole, Paolo è stato chiamato da Dio ad annunciare il Vangelo fra i gentili, fra quelli che non erano giudei. Che cosa vuol dire “imperscrutabile”? Il termine “imperscrutabile” o insondabile indica qualcosa di così immenso e profondo che la nostra mentre non può penetrarvi a fondo. In altre parole, descrive qualcosa di talmente profondo che la mente umana non è capace di comprenderlo, se non la minima parte che Dio ci rivela. Quest'aggettivo viene usato solamente due volte nel Nuovo Testamento Romani11:33, e una volta nel vecchio testamento in Isaia 40;28 e si riferisce sempre alla sua intelligenza imperscrutabile e alle decisioni di Dio secondo la profondità della ricchezza, della sapienza e della sua scienza per la salvezza dell'uomo. Se pensiamo alle benedizioni terrene, anche le più grandi benedizioni che riguardano la nostra vita sulla terra sono comprensibili, sono scrutabili. Invece, le ricchezze delle benedizioni che abbiamo in Cristo Gesù sono imperscrutabili. Sono talmente immense che non possiamo capirle a fondo.

-v.9- "e di manifestare" Paolo sente la grande responsabilità dell'incarico che Dio gli ha affidato, sa che questo mistero ora svelato deve essere divulgato a tutti, cioè sia ai giudei che ai gentili di tutto il mondo e di tutte le ere. Infatti tramite i suoi scritti ispirati dallo S. Santo, queste verità sono giunte fino a noi.
"Il Creatore di tutte le cose" Nel finale di questo versetto troviamo una discrepanza di traduzione tra la nuova Riveduta e la Diodati in quanto leggiamo così nella Diodati "il quale ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo". La versione Diodati in ogni caso non dice nulla di imperfetto perché in linea con quanto affermato in Giovanni 1:1-3. Quando ammiriamo il creato, ricordiamo che il Padre ha creato tutto per mezzo di Gesù Cristo. Abbiamo dunque un ulteriore motivo per adorare e gioire in Gesù Cristo. Visto che Gesù Cristo è il Creatore di tutto, il mondo appartiene a Lui. Gesù Cristo è perciò il sovrano di questo mondo. Questa verità viene rivelata in modo chiaro nei Vangeli, in cui vediamo Gesù esercitare la sua sovranità sulla natura, sulla malattia e sulla morte.

-v.10- "conoscano oggi" Dio si è rivelato all'uomo come il Dio salvatore, ci ha rivelato il mistero nascosto in Lui dall'eternità, in questo versetto ci dice una verità ancora più grande. Questo versetto ci insegna che, mediante la Chiesa, ovvero l'insieme dei veri credenti in tutto il mondo, Dio manifesta la gloria della sua sapienza ai principati e alle potestà nei luoghi celesti. In altre parole, Dio si serve della nostra salvezza in Gesù Cristo per far risaltare la sua divina sapienza. Egli manifesta la sua sapienza non principalmente a noi uomini, ma soprattutto ai principati e alle potestà nei luoghi celesti. In altre parole, la salvezza di uomini peccatori manifesta la infinitamente varia sapienza di Dio. Esiste tutta una realtà spirituale di cui sappiamo poco, perché Dio ha scelto di rivelarcela solo in minima parte. Esistono dei principati e delle potestà nei luoghi celesti. Dio vuole manifestare la sua infinita sapienza, sapienza che è infinitamente varia e che è al di sopra della sapienza di ogni creatura, sapienza che ammireremo per tutta l'eternità e che vuole manifestare ai principati e alle potestà nei luoghi celesti, e lo fa tramite la Chiesa.

-v.11- "Secondo il disegno eterno" Il piano di Dio di salvare gli uomini tramite Gesù Cristo costituisce il suo proponimento eterno; in altre parole, è il suo piano fin dall'eternità passata. Questo piano, Dio lo ha attuato in Cristo Gesù al momento stabilito. Quindi, questa salvezza, che dimostra la multiforme sapienza di Dio, è il piano perfetto che Dio aveva in mente da sempre. Non è qualcosa a cui Egli ha pensato in un secondo tempo.

-v.12- "Nel quale abbiamo" in Gesù abbiamo un privilegio, privilegio che solo il vero credente ha, quello di poterci accostare a Dio Padre con piena fiducia per la fede in Gesù Cristo. Gesù Cristo è la via, e nessuno può andare al Padre se non per mezzo di Lui. Egli è l'unico mediatore fra Dio e l'uomo. Grazie a Dio per Gesù Cristo, il nostro Salvatore e Mediatore, che ci dà accesso a Dio! Gesù è anche la porta Giovanni 10:7-9 "Perciò Gesù di nuovo disse loro: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura". Possiamo riposare nella fiducia di avere accesso a Dio, e questo per mezzo della fede in Cristo Gesù. La porta che conduce a Dio, Gesù, è una porta sicura, e sempre aperta. Quando abbiamo vera fede in Gesù Cristo, quando ci rivolgiamo a Dio con umiltà per mezzo di Gesù Cristo, troviamo la porta sempre aperta.

-v.13- "Vi chiedo quindi di non scoraggiarvi" Tornando al nostro brano, visto che i credenti di Efeso lo amavano, l'apostolo non voleva che fossero scoraggiati perché egli si trovava in prigione per loro. Paolo li esorta qui a non scoraggiarsi a causa delle sue sofferenze, ovvero delle tribolazioni che affrontava per loro, perché questa sua sofferenza era per la loro gloria. Paolo soffriva terribilmente per il Vangelo, ed era pronto a continuare a soffrire, perché teneva sempre in mente il frutto che Dio stava producendo tramite il suo ministero e le sue tribolazioni. Paolo annunciava il Vangelo, nonostante la grande opposizione che incontrava, perché sapeva che Dio aveva un suo popolo, e che Egli avrebbe salvato quelle persone. Chiaramente, Paolo non sapeva mai in anticipo chi Dio avrebbe salvato. Sapeva solo di dover proclamare il Vangelo a tutti, indistintamente. Paolo era ben contento di soffrire durante i suoi anni su questa terra, per recare loro quel beneficio eterno e dare gloria a Dio.

Vers. 14-21 La preghiera di Paolo per gli Efesini

Per capire meglio questa preghiera di Paolo, dividiamola in quattro parti. Questa non è una divisione rigida, ma può aiutarci a capire meglio gli aspetti principali di quello che troviamo scritto in questi versi.
- Nei versetti 14 e 15, vediamo nelle parole di Paolo qualche base importante per la preghiera.
- Nella prima parte di versetto 16, Paolo menziona la fonte dalla quale Dio risponde alle nostre preghiere.
- Dal versetto 16 al 19, abbiamo le cinque richieste di Paolo per i credenti.
- Nei versetti 20 e 21, Paolo conclude la sua preghiera dando gloria a Dio.

-v.14- "Piego le ginocchia" Paolo inizia ciò che aveva interrotto al verso 1 del capitolo 3, inizia a pregare affinché noi che siamo stati salvati possiamo comprendere di più dell'amore di Dio.
La ragione per cui Paolo prega queste cose è alla luce delle verità che abbiamo trovato nei capitoli uno e due, cioè la salvezza per pura grazia, ovvero dell'opera di Dio, per amore, di vivificarci quando eravamo peccatori, figli d'ira, senza speranza e senza Dio e farci diventare figli amati, destinati a passare l'eternità nella Sua presenza. L'immensità di questa salvezza, un'immensità che non riusciamo a comprendere appieno, ci mostra qualcosa dell'infinito amore di Dio per noi. Dio ci ha salvati per amore, come leggiamo in Efesini 1:4 e 2:4. Paolo piegava le sue ginocchia davanti al Padre nella preghiera. Più che essere questa solamente una posizione fisica, poiché la Bibbia parla di varie posizioni da usare quando preghiamo, questa frase descrive una predisposizione interiore di Paolo e rappresenta l'avvicinarsi a Dio con grande umiltà. L'unico modo di avvicinarci a Dio nella preghiera è con umiltà, come fa Paolo in questa circostanza. Non possiamo pretendere nulla da Dio, possiamo solo chiedere misericordia e grazia. E perciò dobbiamo pregare con umiltà.
"Davanti al Padre" Paolo prega a Dio Padre. Come pratica, non prega a Cristo, né allo Spirito Santo, ma al Padre. Gesù ci comanda di pregare così. Per esempio, quando a Gesù fu chiesto dai discepoli di insegnargli a pregare, Egli ha dato loro quello che noi chiamiamo il Padre Nostro, in cui si prega al Padre.

v.15- "Prende nome" La parola qui tradotta come “famiglia” è “patria” in Greco e vuol dire patria, nazione, tribù o tutti coloro che hanno lo stesso antenato. Le parole “dal quale” possono riferirsi ugualmente al Padre o al Signore Gesù Cristo. Visto poi che Paolo parla di ogni famiglia nei cieli e sulla terra, comprendiamo che il termine “Ogni famiglia” non indica ogni famiglia umana nel senso di tutti gli esseri umani, perché non tutti gli uomini hanno Dio come Padre o prendono nome da Dio. Piuttosto, le parole “ogni famiglia nei cieli e sulla terra” descrivono l'insieme di tutti i veri credenti e potrebbero includere anche gli angeli eletti che servono Dio. Tutti quelli inclusi sotto questa denominazione prendono il loro nome da Dio in quanto fanno parte del Suo popolo. Quando Paolo dichiara che ogni famiglia prende il nome da Dio, non vuol dire in sé che esse ricevono da Lui il nome, ma questa espressione fa riferimento alla loro origine. Qui Paolo sta parlando degli uomini eletti e tutti, Giudei o Greci che siano, fanno parte della famiglia di Dio per mezzo di Cristo. Esiste una famiglia sola, in Cristo. I salvati in cielo e i salvati che sono ancora sulla terra, tutti insieme fanno parte di questa unica famiglia. E tutto ciò sempre e solo per mezzo di Cristo, come abbiamo letto in Efesini 2:17-19.

-v.16/1- "Affinché egli vi dia" Paolo, in questa prima parte del versetto, menziona la fonte dalla quale Dio fa scaturire le risponde alle nostre preghiere. Paolo si ferma per menzionare la fonte inesauribile da cui Dio risponde alle preghiere, le ricchezze della Sua gloria. Tutto quello che Paolo chiede a Dio, qui ed in ogni sua preghiera, lo chiede secondo le ricchezze della gloria di Dio stesso. Paolo prega che Dio risponderà secondo le ricchezze della Sua gloria. "Secondo le ricchezze della sua gloria"
Quali sono le ricchezze della gloria di Dio?
In Efesini 1:7 il nostro perdono è fondato sulle ricchezze della grazia di Dio, una ricchezza infinita ed è perciò un perdono completo ed eterno. La grazia è una ricchezza per il credente.
In Efesini 1:18, Paolo sta pregando che Dio ci faccia comprendere delle verità incredibili e prega che Dio “egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi". La sua eredità tra i santi è una ricchezza per il credente.
In Efesini 2:7, Paolo menziona ancora le eccellenti ricchezze della grazia di Dio verso di noi, tutte in Cristo Gesù "per mostrare nei tempi futuri l'immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù". La bontà di Dio è una ricchezza per il credente.
In Efesini 3:8 Paolo descrive il suo ministero, cioè quello di annunciare le imperscrutabili ricchezze di Cristo a noi Gentili. "A me, dico, che sono il minimo fra tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo". Le ricchezze di Dio in Cristo sono imperscrutabili, sono ben oltre quello che l'uomo può comprendere. Le ricchezze di Gesù sono una ricchezza per il credente.
Il fatto che Dio risponde alle preghiera secondo le ricchezze della Sua gloria, e non secondo quante belle parole abbiamo usato, vuol dire che non dobbiamo mai preoccuparci pensando che Dio potrebbe non rispondere ad una qualche preghiera. Dio risponde alle nostre preghiere, se sono fatte col cuore, e si prende cura di noi in base alle ricchezze della Sua infinita gloria. Perciò Dio non sarà mai limitato in quello che può fare per noi. Nulla è impossibile per Dio, nulla è difficile per Dio. Veniamo ora alle cinque richieste che Paolo fa.
-v.16/2- "Essere potentemente fortificati" La prima richiesta è che Dio ci dia di essere fortificati con potenza per mezzo del Suo Spirito nell'uomo interiore. Paolo inizia chiedendo che Dio ci fortifichi nell'uomo interiore perché le richieste successive sono così immense che sarebbe impossibile che fossero adempiute in un uomo se questi non fosse prima fortificato in modo sovrannaturale da Dio. Perciò Paolo inizia questa preghiera chiedendo che Dio ci dia, secondo le infinite ricchezze della Sua gloria, di essere fortificati con potenza, la potenza di Dio, per mezzo del Suo Spirito, nell'uomo interiore. Quello che Dio fortifica è l'uomo interiore, il quale è in contrasto con l'uomo esteriore. Leggiamo di entrambi in 2Corinzi 4:16. Dio può e deve fortificare anche il credente più debole affinché il resto della preghiera di Paolo sia adempiuta.

-v.17- "Abiti per mezzo della fede nei vostri cuori" Quando Dio ci fortifica interiormente, ciò porta ad una seconda benedizione immensa che Paolo chiede a Dio per noi e per gli altri credenti. Paolo chiede che Dio faccia sì che Gesù Cristo, l'Eterno Dio, abiti nei nostri cuori per mezzo della fede. In altre parola, Paolo chiede che l'infinito Dio dimori in noi, uomini finiti! Egli chiede che Dio stesso sia con noi, non solo dopo la morte, ma ora, giorno per giorno! Le religioni parlano di un Dio lontano; gli uomini cercano di arrivare un domani, quando che sia, a Dio, ma Gesù Cristo stesso abita nei cuori dai veri credenti per mezzo della fede.
"Perché, radicati e fondati nell'amore" Gesù vuole abitare nei nostri cuore ma lo può fare solo se siamo radicati e fondati nell'amore. Ricordiamoci che Gesù, come il Padre e lo S. Santo, sono l'essenza dell'amore.
1Giovanni 4:16 "Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui". Se non siamo radicati e fondati nell'amore non possiamo passare alla terza richiesta.

-v18- "Quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo" L'essere stati divinamente fortificati nell'uomo interiore per mezzo dello Spirito Santo e l'avere Cristo che dimora in noi per mezzo della fede, ci porterà ad essere radicati e fondati nell'amore e quindi alla terza richiesta. Trovandoci nella condizione di credenti fortificati, ora Paolo prega che possiamo comprendere, insieme a tutti i santi, ovvero a tutti i veri credenti, quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l'altezza dell'amore di Dio per noi in Cristo Gesù Romani 5:5-8. La parola greca che è qui tradotta come “possiate” è un verbo che descrive una capacità che non è naturale, che viene da Dio, una capacità che ci permette di comprendere l'incomprensibile. La parola “comprendere” vuol dire non solo sapere, ma afferrare davvero con la mente. L'amore di Dio è più grande e più immenso di qualsiasi cosa nell'universo e solo la potenza di Dio è capace a farcelo conoscere.

-v.19/1- "E di conoscere questo amore" La quarta richiesta è molto legata alla richiesta che abbiamo appena visto. Paolo prega non solo che comprenderemo l'amore di Dio, ma che lo possiamo conoscere in Gesù Cristo. Paolo prega che possiamo conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza. In altre parole, l'amore di Cristo è così immenso che è impossibile conoscerlo naturalmente. Esso sorpassa ogni conoscenza al punto che la mente umana non è capace di comprenderne l'immensità. Occorre un'opera divina ed è proprio per questo che Paolo prega. Anche noi abbiamo bisogno di pregare questo per noi stessi e gli uni per gli altri. L'amore di Dio per noi in Gesù Cristo è qualcosa che il mondo non può conoscere. Supera ogni prova, supera ogni tentazione, supera ogni difficoltà. L'amore di Dio per noi in Gesù non è basato in qualcosa che si trova in noi ma ha origine totalmente in Dio Filippesi 2:4-11 Romani 8:35-39.
-v.19/2- "Affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio" Le quattro richieste che abbiamo visto finora fanno da base per la quinta richiesta che Paolo fa a Dio per questi credenti e quindi anche per noi. L'ultima richiesta di Paolo a Dio è che i credenti siano ripieni di tutta la pienezza di Dio. Un paragone adatto a fornire una seppur pallida idea di quanto Paolo sta chiedendo in preghiera è come chiedere di riempire un piccolo secchio con tutta la pienezza di tutta l'acqua di tutti i mari esistenti in tutto il mondo. E questo è pur sempre un paragone inadeguato perché la pienezza di Dio è infinitamente più grande! Vuol dire che Dio stesso dimora in noi! Il Creatore di tutto, il sovrano Signore di tutto l'universo, Colui che ha creato tutto dal nulla ed è in controllo di tutto, QUEL Dio dimora letteralmente in mezzo al Suo popolo e perciò siamo pieni della Sua pienezza. Essere ripieni di tutta la pienezza di Dio non è qualcosa che dura solo per un tempo. Non è solamente una presenza temporanea o parziale. Piuttosto, l'essere ripieni della Sua presenza è qualcosa che dura giorno dopo giorno, finché non arriviamo nella Sua presenza e poi continueremo ad essere riempiti con tutta la pienezza di Dio per tutta l'eternità. L' essere ripieni di tutta la pienezza di Dio che è fondato sul conoscere l'amore di Cristo che sorpassa la conoscenza, dura ora e per tutta l'eternità. Vivendo qua sulla terra, la nostra tendenza è di cercare di riempire il nostro cuore con cose temporali. Però, queste cose, essendo temporali, non possono mai riempire né soddisfare il nostro cuore. Dio ci ha creati per se stesso. Solo la pienezza di Dio può riempire e soddisfare il nostro cuore, ora e per l'eternità.

-v.20- "Or a colui che può" Ricordiamoci che Paolo, nella sua preghiera, aveva chiesto a Dio qualcosa di impossibile. Aveva chiesto a Dio di farci conoscere quello che sorpassa la conoscenza, aveva chiesto a Dio di riempire noi mortali con la pienezza di Dio che è infinita. Se dovessimo valutare con ragionamenti umani la possibilità che queste richieste vengano esaudite, la risposta sarebbe un chiaro no. Però la possibilità che ciò avvenga non si basa su quello che è umanamente possibile, bensì su quello che Dio onnipotente può fare. In questi ultimi versetti, impariamo che Dio può fare smisuratamente, ovvero senza limiti, al di là di quanto chiediamo o pensiamo secondo la Sua divina potenza, una potenza infinita e illimitata che opera in noi. La potenza di Dio è all'opera, questa è la stessa potenza con la quale Dio ha creato l'universo dal nulla, la potenza che sostiene tutto l'universo e dirige l'andazzo della storia, gli uomini piccoli e grandi, la potenza divina di Dio è all'opera in noi. La salvezza, l'amore di Dio in Gesù, la sua pienezza, arrivano perché è Dio che sta operando. Questo non significa che l'uomo non deve impegnarsi, ma che l'impegno più grande non basterebbe mai. La fede non deve essere fede nella propria fede, la fede deve essere fede in Dio che perdona e salva.

-v.21- "A lui sia la gloria" Considerando tutto ciò che è stato detto, l'unica risposta giusta da parte nostra è quella di lodare Dio, proprio come fa Paolo alla fine di questa preghiera. A Dio sia la gloria nella chiesa in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli. Preghiamo che le richieste fatte da Paolo in questa preghiera siano adempiute in ogni vero credente e che Dio salvi ciascuno che non è ancora salvato. Tutta questa grande opera di Dio sarà compiuta secondo le ricchezze della gloria di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, per merito di Gesù Cristo.

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