lunedì 3 ottobre 2011

"DIO, IL GRANDE ARTISTA"



Più studio la natura, più rimango meravigliato del lavoro del Creatore
                       Luis Pasteur

GENEROSITÀ DIVINA

Gesù... vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: "Dove compre­remo del pane?"... Andrea... gli disse: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci"... Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. Giovanni 6:5-11

Quando Gesù dona, lo fa sempre in abbondanza. Il giorno della "moltiplicazione dei pani", ne avanzarono dodici ceste; a Cana (Giovanni 2), avanzò sicuramente del vino, vista la quantità d'acqua che Gesù trasformò in vino; quando i discepoli tornarono da una notte di pesca, senza aver preso nulla, Gesù li invitò a gettare nuova­mente la rete che si riempì di pesci.
Se leggiamo con attenzione i testi che riportano queste vicende, rimarremo colpiti da un altro dettaglio: ogni volta Gesù chiede ai suoi discepo­li uno sforzo, anche minimo, vuole la loro partecipazione. Anche con noi fa così; Egli ci dona ogni cosa in abbondanza ma desidera che noi siamo coscienti del fatto che abbiamo bisogno del suo aiuto. In quel luogo deserto, dove Gesù ammaestrava la folla, tutti furono saziati con i cinque pani e i due pesci messi a disposizione da un fanciullo, anche se Egli avrebbe potuto farlo senza la partecipazione di altri.
Alle nozze di Cana, Maria segnala a Gesù che era finito il vino. Egli chiede di riempire di acqua dei recipienti, anche se poteva fare a meno dell'ac­qua per riempire gli otri di vino. Così pure poteva riempire la barca di pesci ed evitare di chiedere, ai discepoli stanchi, di gettare di nuovo le reti. Ma allora, cosa si aspetta da noi? Forse un piccolo sforzo come accettare una sofferenza o rinuncia­re ad un piacere; e Lui ci darà in abbondanza pace, felicità e gioia, oltre alla risposta ai nostri bisogni del momento.
Quando Dio dona, dona sempre in abbondanza e non sarà mai nostro debitore.

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LA RISURREZIONE

(Gesù) li rimproverò della loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che l'avevano visto risu­scitato. Marco 16:14

(Gesù disse:) "Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risu­sciterò nell'ultimo giorno". Giovanni 6:40

Il Nuovo Testamento parla della risurrezione circa 140 volte: di quella di Gesù in primo luogo, poi di quella degli uomini. Poco dopo che Gesù è stato elevato in cielo, gli apostoli hanno proclamato questo fatto straordinario. Hanno attestato di aver visto Gesù risuscitato, e la loro testimo­nianza personale fu confermata da quella di cen­tinaia di altre persone che vivevano in quel tempo. Nessun giudice potrebbe affermare che quelle numerose dichiarazioni siano frutto di un complotto di massa, perché tutte quelle testimo­nianze sono coerenti e concordi.
La risurrezione di Cristo è alla base della fede cristiana, e la risurrezione dei morti è conferma­ta dalla risurrezione di Cristo (1 Corinzi 15:13).
Questa certezza sostiene il credente nei momen­ti più bui della sua esistenza, nella malattia e nel dolore, e riempie di speranza il cuore di chi sta per lasciare la terra. La certezza della risurrezio­ne stimola la fede, facendo pregustare la realtà delle cose celesti (1 Pietro 1:3-5).
Se non crediamo alla risurrezione, ci priviamo di un avvenire di felicità, e andiamo incontro al giu­sto giudizio di Dio senza essere preparati! Perché siamo sicuri che la risurrezione esiste? Perché Gesù Cristo è uscito dalla tomba vivente e perché la Bibbia dice: "In Cristo saranno tutti vivificati" (1 Corinzi 15:22). Fin da ora, chiunque crede in Lui "ha vita eterna e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24).

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