giovedì 29 agosto 2013

IMPRIGIONATO DA UNA STRISCIA DÌ CARTA


Gesù disse: 'Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31, 32)



Un bambino di soli due anni era rimasto chiuso nella sua stanza ed era impossibile aprire la porta perché la polizia, per la fretta di chiudere un bar di cattiva fama, aveva sigillato anche la stanza contigua dove c'era il piccolo che non aveva niente a che vedere col bar.
"Avrei potuto rompere i sigilli e liberare il mio bambino" spiegò il padre ai giornalisti, "ma temevo la legge. Ho dovuto perdere dieci ore prima di ottenere l'ordine dalla polizia di aprire la porta".
Questo caso può sembrare comico al lettore insensibile, ma non fu così per quei genitori che vedevano passare le ore con una lentezza esasperante. Però, il caso di questo bambino imprigionato da una striscia di carta, c'invita a riflettere su molte persone che sono imprigionate da altre cose.
Ci sono persone che non osano uscire di venerdì 17 o di martedì 13, altre inorridiscono se rompono uno specchio o se vedono un gatto nero che gli attraversa la strada o se rovesciano del sale sulla tavola.
Ci sono casi in cui queste superstizioni diventano tanto forti da scatenare un'isteria.
Alcuni non possono uscire di casa se prima non hanno consultato il loro oroscopo giornaliero, certi altri non prendono decisioni di vario genere se non si sono fatti spillare una congrua somma di denaro, consultato il loro mago/a di fiducia, altri vivono con la paura di una malattia mortale, al punto di correre dal medico non appena avvertono un qualsiasi sintomo. Alla fine vivono da schiavi, legati a pregiudizi, senza godere pienamente un solo giorno della vita.
Gesù disse che Egli era venuto per proclamare la verità, e che la Sua verità ci avrebbe resi liberi, liberi dalla paura della morte e della malattia, liberi da odi e rancori, liberi da superstizioni e pregiudizi: una libertà vera e gratuita di cui tutti ne possono usufruire.
Non viver più nella schiavitù della paura ma permetti a Gesù di liberarti dalle catene che ti avvolgono e ti tengono legato al peccato.

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martedì 27 agosto 2013

ESISTE IL DIAVOLO?


“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” 1Pietro 5:8



Se diamo una sbirciata alle varie programmazioni cinematografiche, vediamo come nel tempo si è arricchito di vari filoni, come film gialli, di fantascienza, drammatici, cartoni, western ecc. ma una in particolare risalta agli occhi del vero credente, le pellicole a sfondo biblico che riguardano in particolar modo il diavolo, l’anticristo, il numero 666, per non palare di possessioni e quant’altro . Per un certo verso è buono che se parli, ma il rischio è che la gente, a lungo andare, pensi che tutto ciò sia solo frutto di fantasia e che il diavolo sia un personaggio di pura invenzione popolare e cinematografica, con tanti effetti sbalorditivi, ma solo effetti. Se questo è il risultato, chi è più contento di questo risultato se non proprio lui, “il diavolo”, perché cosi può agire indisturbato per mettere in atto i suoi loschi piani. La Bibbia ci assicura che questo personaggio non è una pura invenzione, ma pura realtà, infatti lo chiama anche per nome”lucifero”, e ci mette anche in guardia su di lui, perché ha una sua potenza da non sottovalutare e un’astuzia che  mette in campo ogni qualvolta gli si da la possibilità di esercitarla. Questo non vuol dire che dobbiamo avere paura di lui, e neppure che dobbiamo temerlo, ma certamente non sottovalutarlo. Oggi più che mai dobbiamo indossare la completa armatura spirituale: Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo”. È bene ricordarci che come ci sono quelli che adorano Dio e si riuniscono per onorarlo, in gran segreto ci sono coloro che si riuniscono per adorare satana, i cosiddetti satanisti, e fra le cose più turpi e indescrivibili  che fanno, pregano satana per distruggere la chiesa. Ecco perché oggi più che mai il cristiano, il vero cristiano è chiamato a santificarsi, per essere un vero combattente tra le schiere dell’Iddio Eterno. Dio ci dia sapienza per vincere nell’unità e nell’umiltà, senza perderci in varie dispute che portano solo a litigi e dolorose divisioni. Sappiamo chi è il nostro nemico e non abbassiamo mai la guardia.
Dio ci benedica.
    GIACOMO ACETO  

venerdì 23 agosto 2013

IL TRENO DELLA GIOIA E DEL DOLORE


"Io vi dico: in quella notte, due saranno in, un letto; l'uno sarà preso, e l’altro lasciato" (Luca 17:34)


Un predicatore, studioso del comportamento umano, racconta che, mentre era fermo nella stazio­ne dei treni, notò che all'arrivo di un treno le persone che si ritrovavano coi parenti si abbracciarono, si rallegrarono e risero di gioia. Dopo notò anche l'arrivo di un gruppo. Guardò con attenzione, e vide un uomo in manette, circondato da poliziotti, che lo stavano accompagnando sul treno per portarlo in prigione. Vide una donna, la moglie del prigioniero, insieme a una bambina. La donna cercò di avvicinarsi e, mentre un poliziotto glielo impedì, un altro disse al collega di lasciarla salutare per l'ultima volta il marito. Allora la poveretta si avvicinò al marito, e lo abbracciò, cominciandogli a piangere sulla spalla. La bambina stringendo le gambe del padre, e piangendo, diceva: "Per favore, non portate via il mio papà!". Dopo un po', uno dei poliziotti tolse dolcemente le braccia di quella donna dal collo del marito, e separò l'inconsolabile bambina dal padre. Il predicatore concluse che quel giorno in stazione, lo stesso treno aveva portato gioia e felicità a tante persone, ma dolore, separazione e giudizio ad altre!"
Da ciò trasse spunto per ricordare alla congregazione che la seconda venuta del Signor Gesù sarà così: gioia e felicità eterna per alcuni, e dolore e sofferenza eterna per altri. Caro amico, l'unico modo per far sì che la seconda venuta di Cristo Gesù sulla terra sia per te, gioia e felicità, è accettandoLo ora come tuo personale Salvatore.

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giovedì 22 agosto 2013

LA MENSA DI DIO



“Perciò, così parla il Signore, DIO: «Ecco, i miei servi mangeranno, ma voi avrete fame; ecco, i miei servi berranno, ma voi avrete sete; ecco, i miei servi gioiranno, ma voi sarete delusi” Isaia 65:13.



È bene sapere che l’Iddio Eterno non è un Dio muto come i vari dei che l’uomo si è costruito, ma è colui che vede, che ode e che parla e  quando proferisce parola, ciò che dice è sempre la verità, ma ancor di più, ciò che afferma profeticamente è quello che dobbiamo aspettarci nel nostro futuro di uomini.
Dio fa una distinzione e quella è l’unica che nel prossimo futuro sarà veramente importante, i suoi servi e quelli che non lo sono. Nelle parole profetiche che abbiamo letto in Isaia 65:13, Dio afferma che i suoi servi avranno un futuro glorioso, infatti parla di servi che non patiranno la fame ne la sete, servi che saranno sempre gioiosi a differenza di chi invece servo suo non lo è perché ha rifiutato il messaggio di salvezza, e questi avranno fame, sete e ancora vivranno nella delusione più amara.
Caro lettore se appartieni al popolo di Dio, a coloro che hanno accettato di servire il Signore, certamente questa profezia deve farti gioire e riempie il tuo cuore di speranza eterna, ma  se appartieni all’altra squadra, sappi che le promesse di Dio sono si e amen. Cerca il Signore fin quando la lancetta del suo orologio ti dà tempo per redimerti, domani sarà troppo tardi. Oggi è il tempo accettevole.

domenica 18 agosto 2013

Chi sono coloro che aspettano il ritorno di Cristo?


               1Tessalonicesi 5:1-11
1 Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. 3 Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; 5 perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.
6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. 8 Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza. 9 Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, 10 il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. 11 Perciò, consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde già fate.



Tutti coloro che si definiscono Cristiani, per la maggior parte dicono di attendere il ritorno di Gesù. Ma se a parole tutti lo diciamo, nei fatti la maggior parte sconfessiamo ciò che affermiamo. Nei versetti letti se guardiamo bene dentro, troviamo una chiave di lettura affinché possa risultarci più facile comprendere chi sono veramente coloro che stanno aspettando il ritorno di Cristo. Intanto è bene ribadire la verità che mette in risalto nel testo “il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte”, molti si sono cimentati nel dare date certe su quel giorno e tutti hanno fatto errori madornali perché la verità è che Lui ritornerà “come viene un ladro nella notte” cioè inaspettatamente, Dio si è riservato quel giorno “Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo” Matteo 24:36. Detto questo a noi non resta che aspettare e prepararci per tale evento che sicuramente non è più cosi lontano come duemila anni fa’. Prepararsi a tale evento significa aspettare veramente il suo ritorno, cosa che ci rende veramente suoi figlioli. Ricordiamoci la parabola delle dieci vergini, quelle avvedute entrarono nella sala delle nozze, mentre le altre ne rimasero fuori. A questo punto dobbiamo domandarci : chi sono coloro che veramente aspettano il ritorno di Cristo?.

          1)  I figli della luce.
Al v. 4 dice “Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre” e poi al v. 5 aggiunge “voi tutti siete figli di luce e figli del giorno”, la prima distinzione che l’apostolo Paolo fa è l’essere figli di luce e quindi vivere nel giorno a differenza di coloro che vivono nella notte e nelle tenebre. Coloro che vivono nelle tenebre sono quelli che dormono e si ubriacano, a differenza dei figli di luce che vegliano e sono sobri. Non dobbiamo dimenticare che tutti noi, prima di conoscere Gesù e la salvezza tramite il suo sangue, appartenevamo indistintamente al mondo delle tenebre, ma quando lo S. Santo si è rivelato nella nostra vita facendoci conoscere l’opera redentrice di Gesù e quanto ci ha amato, ci ha portato nel mondo meraviglioso della luce, facendoci diventare figli di luce e figli del giorno. Come prima verità possiamo dire che i figli della luce, cioè i salvati in Cristo, sono coloro che aspettano il suo ritorno. Se abbiamo accettato Gesù come personale salvatore allora abbiamo fatto un passo fondamentale, ora possiamo definirci figli di luce e sicuramente stiamo aspettando il ritorno di Cristo.

    2)   I veglianti.
 È importante mettere anche l’accento sul vegliare, infatti se siamo svegli possiamo aspettare Gesù, ma se alla stessa stregua di coloro che sono nella notte, ci addormentiamo, sicuramente ci dimentichiamo che Gesù sta per tornare. Chiaramente ciò che deve restare sveglio non è il nostro corpo, bensì il nostro spirito, spirito che deve restare sobrio (v.8). Il mondo e la società in cui viviamo cercano continuamente e ci riescono, di distogliere l’attenzione dell’uomo per Gesù e la sua salvezza proponendo metodicamente e in modo martellante qualcosa di nuovo e di affascinante come una sorta di bevanda inebriante per ubriacare; tecnologia, scienza, fantascienza,politica, filosofia, ricchezza, pornografia, desiderio di notorietà e quant’altro,  fanno sì che l’uomo ci si ubriachi e che si allontani sempre più dal suo Salvatore. Se questo ci preoccupa quanto più deve preoccuparci se tutto ciò succede  a coloro che già sono figli di luce e hanno gustato la salvezza. Dio non ama coloro che prendono con leggerezza le cose che lo concernono e chi dorme spiritualmente certamente sta trascurando l’adorazione , la preghiera, la lettura edificante della Sacra Scrittura, quel rapporto intimo con il suo Salvatore. È importantissimo restare svegli e veglianti come una sentinella che fa il suo turno di guardia, perché ciò vuol dire che stimo aspettando il ritorno di Cristo.

  3)      I rivestiti.
Chiarito il concetto di veglianti, dobbiamo in ultimo chiederci come possiamo restare svegli. Se questo pensiero ci rende perplessi, non entriamo in confusione, Dio ci viene in aiuto con i suoi scritti, infatti al v. 8 aggiunge “avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza”. Dio ci conosce e sa che come uomini siamo deboli e inclini al peccato, allora ci mette in condizione di vincere le nostre debolezze fornendoci l’armatura per riparare le nostri parti più deboli e esposte, infatti parla di corazza della fede e dell’amore e ancora dell’elmo della speranza e della salvezza, menzionando però solo due pezzi di quella meravigliosa armatura che viene mirabilmente descritta in Efesini 6:10-20. Qui l’apostolo dice: Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo” e fa un dettagliato elenco di ugni pezzo che compone questa armatura e del suo scopo spirituale.
        a)      prendete la verità per cintura dei vostri fianchi;
        b)      rivestitevi della corazza della giustizia;
        c)      mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace;
        d)      prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
         e)      Prendete anche l'elmo della salvezza  
         f)       la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
Pertanto possiamo dire che tutti coloro che hanno riparato il loro corpo invisibile con la completa armatura spirituale, e che quindi stanno combattendo la decennale battaglia “contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” Efesini 6:12, sono coloro che veramente stanno aspettando il ritorno di Gesù.

CONCLUSIONE
Abbiamo fatto una domanda all’inizio, “Chi sono coloro che aspettano il ritorno di Cristo?”, a questa domanda non può esserci che una risposta: i figli di Dio che non si sono addormentati  e che stanno combattendo la giornaliera battaglia spirituale rivestiti della completa armatura di Dio. Fratello, sorella, se uno di questi elementi indicati sta mancando nella tua vita, è probabile che tu stia aspettando il ritorno di Gesù solo a parole, dimenticando che Lui è alla porta e quanto prima si sentirà il grido di avviso Verso mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!"” Matteo 25:6.

Dio sia grandemente benedetto

GIACOMO ACETO

giovedì 15 agosto 2013

LA BUSSOLA DÌ GERUSALEMME




Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una Parola che dirà: «Questa è la via; camminate in essa!» (Isaia 30:21)



La bussola è una scatola che ha un ago magnetico che, girando su un asse, segnala il nord magnetico. Il nord serve da punto dì riferimento per gli altri punti cardinali perciò la bussola arrivò ad essere uno strumento indispensabile per i navigatori, i topografi e gli esploratori del passato. Il suo ago calamitato li orientava, aiutandoli a trovare ed a mantenere la rotta.
Ashin, un ebreo ortodosso, sviluppò un sistema che mantiene l'ago della bussola segnalando costantemente Gerusalemme in qualunque parte del mondo ci si trovi. Secondo la sua dichiarazione, inventò "La bussola di Gerusalemme" ispirato da Dio stesso.
Nel Salmo 122, il re Davide incoraggia a pregare per la pace di Gerusalemme. Ciò non è detto per: nessuna altra città. È certo che Gerusalemme è teatro di guerre e conflitti da secoli come la Bibbia profetizza, tuttavia è anche la città del gran Re, Gesù, colui che Dio ha dato come rimedio per il male dell'umanità e soluzione per ogni problema.
"La bussola di Gerusalemme", indica una città.
La Bibbia indica la via eterna, è la bussola indispensabile per guidare ogni uomo a Cristo e per far ritrovare la rotta a chi l'ha persa.

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15 Agosto (assunzione) verità ... o ...menzogna?

CHIESA ADI CONEGLIANO: 15 Agosto (assunzione) verità ... o ...menzogna?: L'assunzione di Maria al cielo... la verità per eccellenza o una grossa invenzione umana? Prima di rispondere precipitosamente, vi invi...

mercoledì 14 agosto 2013

Dio desidera adottare dei figli


ADOZIONE
"È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome"
(Giovanni 1:11-12)



"So che morirò", disse Jorge Tcirres al console degli Stati Uniti. Jorge, messicano di quarantadue anni, aveva la leucemia, e sapeva che per i medici era spacciato. "La prego, faccia il possibile affinché le mie figlie possano essere adottate negli Stati Uniti".
Dicendo questo, guardò con amore le Sue quattro figlie: Claudia, di tredici anni, Sandra di dieci, Ivonne di sette, e Jennifer di tre. La madre delle bambine era morta durante il terremoto di Città del Messico. Tutta la famiglia viveva in una sola stanza, ed il padre, Jorge, stava morendo di leucemia.
Dopo la morte di Jorge, il console fece adottare le bambine da una famiglia di Los Angeles, California, e quell'adozione cambiò radicalmente il destino delle bambine. La parola "adozione" è uno dei termini piú nobili in tutte le lingue. In questo caso, significa: "prendere qualcuno come figlio". Il vocabolo "adozione" viene da due parole latine: "ad" che significa "a"; e "optare" che significa "desiderare". Quindi, adottare, nel buon senso del termine, significa ricevere qualcuno con desiderio, con amore.
Le Sacre Scritture dicono che anche Dio desidera adottare dei figli. Egli vuole ricevere tutti gli uomini e le donne che hanno vissuto lontano da Lui nell'abbandono, nella povertà e nella rovina morale e spirituale, per dargli la dignità come suoi figli.
Ma come si diventa figli di Dio? Semplicemente accettando nella propria vita Cristo Gesù come Signore e Salvatore. ConsegniamoGli il nostro cuore!




lunedì 5 agosto 2013

LA LAMPADA ACCESA


"Il popolo che giaceva nelle tenebre ha visto una gran luce, e su coloro che giacevano nella regione e nell'ombra della morte, si è levata la luce" (Matteo 4:16)




La più grande eredità che un genitore o un parente possa lasciare è il ricordo della sua vita vissuta con amore, rettitudine e rispetto per il prossimo e soprattutto con gratitudine verso Dio.
Si racconta di un pescatore e suo figlio, smarriti nel mare durante un violento uragano. Poiché la loro piccola e precaria casetta era vicina alla costa, la moglie disperata, andò a porre una lampada accesa ai piedi del molo. La sua fede fu premiata, giacché, nel buio della notte, il figlio scoprì il debole riflesso dorato della lampada. Lentamente e con costanza i due naufraghi, sballottati dalla tempesta, lottarono contro le onde in direzione della luce. Alla fine furono avvistati e salvati. La donna domandò loro come avessero trovato la giusta direzione. "Ci dirigemmo verso la luce!" disse il ragazzo. Un uomo, incredulo, che aveva assistito, disse a se stesso: "È tempo che anch'io mi diriga verso la luce". E quella notte, prima di addormentarsi, affidò la sua vita alla vera luce: "Gesù Cristo". Da quel momento accettò la giusta guida di Dio sul mare tempestoso della vita. Dopo tanti anni quell'uomo, ottantenne e in fin di vita, disse: "Non vi preoccupate per me, la grazia di Dio mi basta. Presto raggiungerò il capolinea, perché mi dirigo verso la luce". Coloro che conoscevano la storia della sua vita, capirono e piansero di gioia. Caro amico, fatti illuminare dalla vera luce: "Gesù Cristo".

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venerdì 2 agosto 2013

VEDERE



"E illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi" (Efesini 1:18)



Era il gran giorno per Maria Gomez..I1 giorno in cui le toglievano le bende e i suoi occhi avrebbero visto la luce dopo venti anni di cecità. Il giorno in cui per la prima volta, avrebbe contemplato il suo volto in uno specchio. L'operazione era stata un successo. Ai suoi occhi erano state operate le cataratte. Ma quando Maria, che aveva 79 anni, si guardò allo specchio, non fu contenta di ciò che vide. "Sono vecchia, brutta e rovinata. Era meglio rimanere cieca!", fu il suo amaro commento. Maria non vedeva da venti anni. In quei vent'anni aveva vissuto con sofferenza, con timore, ed emarginazione e tutto ciò aveva. segnato la sua vita e il suo volto. Quando poté vedere di nuovo, la sua immagine era un'immagine di dolore, angoscia, e timore. Il dono meraviglioso della vista fu per lei motivo di tristezza e sofferenza. Così sarà per molti esseri umani quel giorno quando, di fronte al giudice eterno, gli saranno tolte le bende men­tali e spirituali che coprono gli occhi dello spirito. Essi si vedranno così come sono. Poiché per adesso viviamo con un velo spesso sopra gli occhi del nostro spirito, non, ci rendiamo conto di quanto ingiusti, falsi e imperfetti siamo. Il nostro orgoglio e vanità e l'auto giustificazione ci accecano. Ma quando arriveremo all'ultimo giorno della nostra esistenza, sarà anche il primo giorno dell'interminabile eternità. Allora vedremo tutte le imperfezioni, tutte le macchie del nostro carattere e tutte le mancanze della nostra anima. Mettiamo oggi, mentre abbiamo ancora tempo, la nostra vita nelle mani di Cristo. Lui vuole lavarci, pulirci e purificarci interamente con il potere del Suo sangue, con la forza del Suo spirito e con la potenza della Sua parola.

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