"Il popolo che giaceva nelle tenebre ha visto una gran luce,
e su coloro che giacevano nella regione e nell'ombra della morte, si è levata
la luce" (Matteo 4:16)
La più grande eredità che un genitore o un parente possa
lasciare è il ricordo della sua vita vissuta con amore, rettitudine e rispetto
per il prossimo e soprattutto con gratitudine verso Dio.
Si racconta di un pescatore e suo figlio, smarriti nel mare
durante un violento uragano. Poiché la loro piccola e precaria casetta era
vicina alla costa, la moglie disperata, andò a porre una lampada accesa ai
piedi del molo. La sua fede fu premiata, giacché, nel buio della notte, il
figlio scoprì il debole riflesso dorato della lampada. Lentamente e con
costanza i due naufraghi, sballottati dalla tempesta, lottarono contro le onde
in direzione della luce. Alla fine furono avvistati e salvati. La donna domandò
loro come avessero trovato la giusta direzione. "Ci dirigemmo verso la luce!"
disse il ragazzo. Un uomo, incredulo, che aveva assistito, disse a se stesso:
"È tempo che anch'io mi diriga verso la luce". E quella notte, prima
di addormentarsi, affidò la sua vita alla vera luce: "Gesù Cristo".
Da quel momento accettò la giusta guida di Dio sul mare tempestoso della vita.
Dopo tanti anni quell'uomo, ottantenne e in fin di vita, disse: "Non vi
preoccupate per me, la grazia di Dio mi basta. Presto raggiungerò il capolinea,
perché mi dirigo verso la luce". Coloro che conoscevano la storia della
sua vita, capirono e piansero di gioia. Caro amico, fatti illuminare dalla vera
luce: "Gesù Cristo".
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