sabato 20 agosto 2011

Signore dammi ....


Quand'ero giovane le mie preghiere a Dio dicevano
"Signore dammi la forza per cambiare il mondo"
Quando fui vicino alla mezza età , mi resi conto
che non avevo cambiato una sola anima;
la mia preghiera allora diceva:
"Signore dammi la forza di cambiare
quelli che mi sono vicini,la famiglia e gli amici."
Ora che sono vecchio, la mia preghiera è:
"Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso".
E se fin dall'inizio avessi pregato per questo non avrei sprecato la mia vita.

di Anonimo

Dalla droga a Cristo


Mi chiamo Luana e ho 20 anni. Ringrazio Dio come oggi posso raccontare la mia testimonianza e di come il Signore ha cambiato totalmente la mia vita. Tutto iniziava quando avevo l'età di 14 anni. Le cose in famiglia non andavano molto bene, mio padre e mia madre litigavano spesso. A volte si arrivava anche alle minacce con alcuni arnesi da cucina. Il nonno era stato colpito da un male incurabile e giorno dopo giorno lo vedevo spegnersi lentamente, fino alla morte. Con mia sorella non c'era mai stato dialogo. E così iniziai ad uscire di casa soprattutto per non assistere alle frequenti liti tra i miei genitori, che sfociavano nella richiesta di divorzio.

Un muro di fuoco


Una famiglia di credenti stava per essere massacrata dai soldati Tutsi nella loro casa, viene loro permesso di pregare prima di morire e all’improvviso i soldati scompaiono. La ragione fu scoperta tempo dopo

L’attuale combattimento nell’Africa Centrale è una guerra regionale in cui adesso sono coinvolte otto nazioni Africane. L’estate scorsa il combattimento si è sparso nel Congo dove sono rimasti i Missionari Battisti Americani. Il genocidio e le insensate uccisioni in alcune zone sono accadute così spesso che molti nel mondo Occidentale sono diventati immuni alla tragedia in questa parte dell’Africa. Ma il popolo di Dio prega e Lui risponde alcune volte in modi miracolosi. La seguente storia non fece parte delle notizie serali del telegiornale.

LA PAROLA DI DIO


La vite e i tralci  Giovanni 15:1-11

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo.
 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più.
 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata.
 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.
 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.
 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano.
 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.
 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

 Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore.
 Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.
 Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.

L'IMPORTANZA DI DARE UN BUON ESEMPIO

GERUSALEMME
Sii d'esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell'amore, nella fede, nella purezza.
1 Timoteo 4:12

Presentando te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone; mostrando nell'insegnamento inte­grità, dignità. Tito 2:7

All'inizio del cristianesimo, in una chiesa c'era un tale di nome Diotrefe che sparlava contro i servitori del Signore e dominava sui suoi fratelli. L'apostolo Giovanni, allora, scri­vendo a un fratello di quella chiesa, gli dice: "Non imitare il male, ma il bene" (3 Giovan­ni 11). Il male è più contagioso del bene per­ché trova un'eco nella nostra natura pecca­trice. Se gli Israeliti, una volta entrati in Canaan, dovevano eliminare le popolazioni pagane che vi abitavano, era perché non cor­ressero il rischio di imitare le loro abomina­zioni, i loro riti satanici, le loro perversioni morali.