lunedì 29 dicembre 2014

La porta chiusa




Apocalisse 3:19 - 20 Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti.
Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.

La più grande rivelazione che Dio ha dato di se stesso è che Lui è amore.
Forti di ciò ora possiamo capire perché, anche quando non ci meritiamo la sua bontà, Lui ci sprona a cambiare (sii dunque zelante e ravvediti).
Il nostro Dio è più vicino a noi di quanto immaginiamo, Egli è così vicino che sta bussando ripetutamente alla porta del nostro cuore. Egli ama stare vicino a noi, nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra casa, nei nostri affari, in tutto ciò che ci riguarda perché ci ama e vuole mettere a nostra disposizione tutte le sue capacità. Lui vuole cenare con noi. 
Apriamogli la porta del nostro cuore.

lunedì 15 dicembre 2014

CHI E' IMPORTANTE?

Giovanni 2:5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà».



Le nozze di cana, conosciute e ricordate per il miracolo che Gesù compie trasformando l'acqua in vino. Il personaggio più importante non era lo sposo, e neanche il padre dello sposo, e neanche la madre di Gesù, che era presente, il personaggio più importante era Gesù, Egli faceva e ha fatto la differenza in quelle nozze. Nella tua vita, se lo inviti a venire come l'ospite principale, sicuramente farà la differenza.

giovedì 4 dicembre 2014

Sete di Dio



Salmi 63:1-4 

Salmo di Davide, quando era nel deserto di Giuda. O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall’alba; di te è assetata l’anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz’acqua. Così ti ho contemplato nel santuario, per vedere la tua forza e la tua gloria. Poiché la tua bontà vale più della vita, le mie labbra ti loderanno. Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.

Una verità da cui l'uomo non può prescindere è che ci rendiamo conto di quanto sia importante una cosa solo quando ci viene a mancare. Davide nel deserto si rende conto che la sua anima ha sete di Dio. Questo lo ha portato a recarsi nel santuario di Dio per contemplare e vedere la forza di Dio e la sua gloria. Solo quando, assetati, andiamo alla presenza di Dio e alziamo le nostre mani per invocarlo, solo allora ci rendiamo conto che non c'è altro posto dove possiamo trovare ristoro e riparo sicuro.

giovedì 20 novembre 2014

La clinica del Signore


Sono stato nella clinica del Signore per farmi dei controlli di routine e ho constatato che ero ammalato:
Quando il Signore mi misurò la pressione, ho visto che avevo la Tenerezza “bassa”.
Nel misurarmi la temperatura, il termometro registrò 40º di Ansietà. Mi fece un elettrocardiogramma e la diagnosi fu che avevo bisogno di diversi by pass di Amore, perchè le mie arterie erano bloccate dalla Solitudine e non irroravano il mio cuore vuoto.

Andai in Ortopedia, dato che non potevo camminare al fianco del mio fratello, e non potevo dargli un abbraccio fraterno, perché lo avevo fratturato inciampando nell' l’Invidia. Mi riscontrò anche una Miopia, dato che non potevo vedere al di là delle cose negative del mio prossimo. Quando dissi di essere Sordo, il Signore mi diagnosticò che avevo tralasciato di ascoltare ogni giorno la sua Voce.

È per questo che il Signore mi ha fatto una consulenza gratuita, e, grazie alla sua grande misericordia, prometto che, uscendo da questa Clinica, prenderò solamente le medicine naturali che mi ha prescritto attraverso la sua Verità:

•Appena alzato dal letto, bere un bicchiere di “Riconoscenza”.
•Prima di andare al lavoro, prendere un cucchiaio di Pace.
•Ad ogni ora, ingerire una compressa di Pazienza e una coppa di Umiltà.
•Al ritorno a casa, iniettarmi una dose di Amore x la mia famiglia.
•E, prima di andare a letto, prendere due capsule di Coscienza Tranquilla.
•Non deprimerti nè disperarti prima di vivere questo giorno. Dio sa come ti senti. Dio sa perfettamente quello che sta succedendo nella tua vita, proprio in questo momento,
•Il disegno di Dio su di te è meravigliosamente perfetto. Egli desidera mostrarti molte cose che comprenderai solamente stando nel posto dove attualmente stai ora e nella condizione che vivi in questo posto.
•Che Dio ti Benedica sempre!!

non vorrai tenere solo te per questa cura ? spero proprio di nooooooo, condividiila......

martedì 18 novembre 2014

TROPPO OCCUPATO



di Vance Havner  
 Mentre il tuo servo era occupato qua e là, quell'uomo sparì 
(1 Re 20:40). 

 L’uomo in questa storia ricevette un incarico da portare avanti, ma si dimostrò infedele, non perché oziò o perché si addormentò, ma perché era troppo occupato. La pigrizia può essere opera del diavolo, ma lo è anche l’essere tanto occupati se ciò fa si che le cose ci sfuggano di mano.
I genitori sono troppo occupati ed i loro figli sfuggono al loro controllo; i cristiani sono troppo occupati e si perdono le cose buone e le cose migliori come conoscere Dio; i predicatori sono così occupati da perdere la loro devozione per Dio. E mentre siamo occupati a far altro la vita ci scorre davanti.
Il giorno della grazia, i giorni della salvezza ci sfuggono via diventando senza significato perché siamo troppo occupati qua e là da dimenticare le cose eterne.
Se sei così occupato per trovare del tempo per Dio, allora sei davvero troppo occupato. Hai ricevuto un incarico da portare avanti ma se i tuoi affari sono talmente tanti da non aver tempo per le cose dal Padre tuo, allora non sei altro che un pessimo uomo d’affari!

lunedì 20 ottobre 2014

PRINCIPESSA






C’era una volta un re che aveva una figlia di grande bellezza e straordinaria intelligenza.
La principessa soffriva però di una misteriosa malattia. Man mano che cresceva, si indebolivano le sue braccia e le sue gambe, mentre vista e udito si affievolivano. Molti medici avevano invano tentato di curarla.
Un giorno arrivò a corte un vecchio, del quale si diceva che conoscesse il segreto della vita. Tutti i cortigiani si affrettarono a chiedergli di aiutare la principessa malata. Il vecchio diede alla fanciulla un cestino di vimini, con un coperchio chiuso, e disse: «Prendilo e abbine cura. Ti guarirà».
Piena di gioia e attesa, la principessa aprì il coperchio, ma quello che vide la sbalordì dolorosamente. Nel cestino giaceva, infatti, un bambino, devastato dalla malattia, ancor più miserabile e sofferente di lei. La principessa lasciò crescere nel suo cuore la compassione. Nonostante i dolori, prese in braccio il bambino e cominciò a curarlo. Passarono i mesi: la principessa non aveva occhi che per il bambino. Lo nutriva, lo accarezzava, gli sorrideva. Lo vegliava di notte, gli parlava teneramente. Anche se tutto questo le costava una fatica intensa e dolorosa.
Quasi sette anni dopo, accadde qualcosa di incredibile. Un mattino, il bambino cominciò a sorridere e a camminare. La principessa lo prese in braccio e cominciò a danzare, ridendo e cantando. Leggera e bellissima come non era più da gran tempo. Senza accorgersene era guarita anche lei.
“Signore, quando ho fame mandami qualcuno che ha bisogno di cibo.
Quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di acqua.
Quando ho freddo, mandarmi qualcuno da riscaldare.
Quando sono nella sofferenza, mandami qualcuno da consolare.
Quando sono povero, portami qualcuno che è nel bisogno.
Quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per un momento.
Quando mi sento scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare.
Quando sento il bisogno di essere compreso, dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione.
Quando vorrei che qualcuno si prendesse cura di me, mandami qualcuno di cui prendermi cura.
Quando penso a me stesso, rivolgi i miei pensieri ad altri”.

sabato 18 ottobre 2014

La scatola vuota




“Per la prossima lezione”, disse la maestra ai suoi alunni di terza elementare, “per favore, portate in una scatola, qualcosa che rappresenti la Pasqua”.
Il giorno dopo, gli alunni portarono le scatoline di cartone e le lasciarono sulla scrivania della maestra.
Quando arrivò il momento di aprirle, la maestra, con discrezione, cercava di proteggere Giorgio, un bambino diversamente abile, che avrebbe potuto avere problemi col compito assegnato; perciò disse: “Ora aprirò le scatole, ma non voglio sapere di chi sono”; quindi apri la prima scatola e... ne uscì una farfalla! “E’ la mia!”, gridò Maria tutta contenta.
“Che bella idea”, disse la maestra, davanti al viso felice e soddisfatto dell’alunna.
Poi apri la seconda scatola, ed era una piccola pietra ricoperta di muschio. “Quella è mia!”, disse Tommaso, “Il muschio rappresenta la nuova vita”.
La maestra soddisfatta gli disse: “Sei stato molto originale, Tommaso. Bravo!”.
E così via, scatola dopo scatola, le apri tutte, e dentro c’erano tutte cose originali e sorprendenti.
Arrivò il momento dell’ultima scatola, la maestra l’apri, per scoprire che era vuota. La maestra intuì subito di chi fosse e cercò di cambiare argomento, ma Giorgio l’interruppe, dicendo: “Maestra quella è mia, è la mia scatola!”.
“Sì, bravo Giorgio, grazie. Ma... è vuota”.
“Lo so, è vuota perché anche la tomba di Gesù nel giorno di Pasqua era vuota!”.
La maestra si commosse, e Giorgio fu premiato perché aveva capito il vero significato della Pasqua!

domenica 12 ottobre 2014

Domenica di evangelizzazione

Ancora una domenica di evangelizzazione. Preghiamo che Dio faccia fruttificare il seme sparso.




lunedì 6 ottobre 2014

E' dedicato a Te....


Quinto raduno del Friuli a Cividale del F. il 04/10/2014. I giovani del gruppo musicale della chiesa di Conegliano che cantano un canto alla lode del Signore.






domenica 14 settembre 2014

FEDE E NEBBIA




Charles Inglis, il ben noto evangelista, raccontava volentieri la seguente storia: Quando mi recai in America per la prima volta, mi trovai su una nave il cui capitano era un cristiano molto fedele.
Dopo che passammo Terranova, mi disse: Signor Inglis, l’ultima volta che navigai qui, cinque settimane fa, successe una cosa veramente straordinaria che rivoluzionò tutta la mia vita da cristiano.
Fino ad allora ero stato un cristiano qualunque.
Avevamo un uomo di Dio a bordo, Georges Müller di Bristol.
Ero stato sul ponte durante le ultime ventiquattro ore senza lasciarlo, quando sentii qualcuno battermi sulla spalla. Era Georges Müller.
Capitano, disse, devo essere a Québec domenica pomeriggio. Era mercoledì.
Impossibile, risposi.
Molto bene; se la sua nave non può trasportarmi, Dio troverà un mezzo di locomozione per portarmici. In cinquantasette anni, non ho mai mancato ad un impegno.
L’aiuterei ben volentieri, ma come posso aiutarla? Sono impotente.
Scendiamo nella sua cabina e preghiamo.
Guardai quell’uomo domandandomi da quale casa di cura fosse potuto scappare quello squilibrato.
Signor Müller, dissi, si rende conto della densità della nebbia?
No, replicò, i miei occhi non sono sulla densità della nebbia, ma sull’Iddio vivente, che controlla tutte le circostanze della mia vita.
Poi si mise in ginocchio e pronunciò una delle più semplici preghiere.
Mi dicevo: “Questo andrebbe bene per una classe di bambini d’otto o nove anni”.
Quella preghiera diceva pressappoco questo: “O Signore, se tale è la tua volontà, dissipa, ti prego, questa nebbia in cinque minuti. Tu conosci l’impegno che tu stesso hai preparato per me a Québec per domenica. Io credo che è la tua volontà”.
Quando ebbe terminato, mi apprestavo a pregare, ma egli mise la sua mano sulla mia spalla e mi disse di non farlo.
In primo luogo, aggiunse, lei non crede che Dio lo possa fare; e in secondo luogo io credo ch’Egli l’ha fatto. Non è quindi affatto necessario che lei preghi per la stessa cosa.
Lo guardai, e Georges Müller mi disse:
Capitano, ecco sono cinquantasette anni che conosco il Signore, e non un solo giorno ho mancato d’avere un colloquio con il Re. Si alzi, Capitano, e apra la porta, vedrà che la nebbia s’è dissipata.
Mi alzai, uscii, la nebbia era sparita.
Domenica pomeriggio, Georges Müller era a Québec.

Testimonianza tratta da: www.voxdei.org



martedì 26 agosto 2014

"Jim, sono Gesù!"


Qualche tempo fa, in una città inglese, un pastore stava guardando dalla finestra, quando vide un uomo dall'aspetto trasandato entrare furtivamente in chiesa. Il giorno seguente il pastore notò la medesima scena, e lo stesso accadde il giorno successivo, sempre alla stessa ora. S’insospettì, e volle andare in fondo alla questione. Vide allora quell'uomo entrare, e avvicinarsi al pulpito; qui egli rimaneva in silenzio, con il capo chino, poi, mettendo le mani sul parapetto, diceva a bassa voce:“Gesù, sono Jim”. 
Qualche giorno dopo si verificò un terribile incidente, e Jim fu portato all'ospedale. Egli fu lasciato in una corsia, dove il malcapitato trovò le persone più rudi e indisponenti della città. Ma dopo qualche giorno dall'arrivo di Jim in quel luogo si notò un evidente cambiamento, tanto che il personale non riuscì a nascondere la propria sorpresa. 
Un giorno un’infermiera chiese a un paziente della stanza quale fosse la causa di quel meraviglioso cambiamento. “Quel tipo del quinto letto si chiama Jim”, fu la risposta. La donna si avvicinò a quel credente, e gli disse: “Jim, hai portato un bellissimo cambiamento in questa corsia; dimmi come ci sei riuscito”. Con una lacrima negli occhi, egli le rispose: “Non so se capirà quello che le sto per raccontare, io stesso non so spiegarmelo. Ogni giorno, sempre alla stessa ora, verso mezzogiorno, vedo Gesù che si avvicina al mio letto. Egli si ferma per un minuto, poi mette le mani sulla sbarra del letto, si appoggia e dice: ‘Jim, sono Gesù!”.


Tratto da http://www.adinapolifuorigrotta.it/

sabato 23 agosto 2014

Storia dell'inno: "Se pace qual fiume"

Foto d'epoca di "Horatio Spafford"


Nel 1870, Horatio Spafford era un avvocato di successo ed un insegnante di giurisprudenza che viveva in Chicago. Insieme a sua moglie, Anna, erano ben noti nella città di Chicago, sia per la carriera legale di Spafford, ma anche perché i due coniugi erano amici e sostenitori di D.L. Moody, famoso predicatore.
La città di Chicago era in forte espansione, le attività industriali erano fiorenti e lo sviluppo sociale era sempre in maggiore aumento. Proprio quello stesso anno egli investì la quasi totalità delle proprie risorse finanziarie in beni immobiliari, ma, l’anno successivo, il grande incendio dell’ottobre 1871 distrusse tutte le proprietà degli Spafford.
Questo fu un durissimo colpo per la famiglia Stafford. Infatti, poco prima dell’incendio era morto il loro figlio maschio.
Nonostante tutto, con coraggio e dedizione, Horatio Spafford e sua moglie, decisero di aiutare in quei giorni, le famiglie dei sopravvissuti all’incendio.
Successivamente, per lasciarsi in qualche modo alle spalle tali sofferenze, la famiglia decise di trascorrere un periodo in Inghilterra, sia come vacanza, sia per sostenere D.L. Moody, che teneva una campagna evangelistica in quel periodo.
Giunti a New York, per imbarcarsi sul battello, Spafford fu costretto a trattenersi per un importante impegno di lavoro, ma decise di far partire la moglie e delle quattro figlie, pensando di raggiungerle in un secondo momento.
Il 2 novembre 1873, durante la traversata oceanica, la S.S. Ville Du Havre affondò in dodici minuti a causa di una collisione con la nave inglese Lochearn, portando con sé 226 persone.
Dopo diversi giorni i sopravvissuti raggiunsero la città di Cardiff, nel Galles, da dove Anna Spafford inviò un telegramma al marito con le parole: “Io sono l’unica a essersi salvata”. Le quattro figlie avevano perso la vita in quella tragedia.
Alcuni mesi dopo, il fratello Spafford si imbarcò. Quando la nave fece rotta vicino al luogo in cui la SS. Ville de Havre aveva fatto naufragio, il capitano della nave lo chiamo sul ponte e gli disse: “E’ stato fatto un calcolo preciso, e credo di poter dire che stiamo passando proprio in questo momento sul luogo dove il ‘Ville de Havre’ è affondato. L’acqua qui è profonda tre miglia.
Spafford si chiuse nella sua cabina e si sentì spinto dallo Spirito Santo a scrivere il testo di quello che sarebbe divenuto un inno, non di dolore, ma di speranza e di vittoria. Le parole dell’inno parlano dell’opera e i benefici della redenzione, della pace divina e della speranza di ogni vero credente nella salvezza eterna.
Nel 1876, Philip P. Bliss, un compositore credente, mise la musica a queste meravigliose e incoraggianti parole. Bliss, fu anche il primo a cantare l’inno nella Farwel Hall di Chicago.
Le parole dell’unico inno scritto da Spafford, sono ancora oggi di ispirazione per quanti attraversano “il mare del dolore” a causa delle sofferenze di questa vita che tante volte affliggono e mettono alla prova anche i credenti più consacrati al Signore.



VIDEO DELL'INNO IN INGLESE



Ecco il testo nell'originale dell'Inno di Spafford

O mio cuor calmo sta

Quando pace, come un fiume, si trova sulla mia via,
quando i dolori si scagliano come onde del mare,
qualunque sia la mia sorte,
Tu mi hai insegnato a dire:
«È utile, è utile alla mia anima!».
Anche se Satana dovesse colpirmi,
Anche se le prove dovessero giungere,
Prenda il controllo la beata certezza
che Cristo ha custodito i miei indifesi beni
e ha versato il Suo sangue per la mia anima.
Il mio peccato, oh, che gioia dà il solo pensiero!
Il mio peccato, non in parte, ma è interamente
appeso alla croce, e io non ne sono più gravato.
Loda il Signore, loda il Signore, oh anima mia!
Da ora in poi, per me vivere è Cristo
se il Giordano dovesse sommergermi,
il dolore non mi seguirà, poiché,
nella morte, come nella vita,
Tu sussurrerai la Tua pace alla mia anima.
Ma Signore, è Te, è la Tua venuta che aspettiamo.
Il cielo, non la tomba è la nostra meta.
Oh tromba angelica! O voce del Signore
Beata speranza, beato riposo dell’anima mia.
Signore, affretta il giorno in cui l’oggetto
della mia fede sarà rivelato,
le nuvole si srotoleranno come pergamena,
la tromba suonerà, e il Signore scenderà.
"Anche questo è utile alla mia anima!".

Tratto da http://www.adinapolifuorigrotta.it

giovedì 14 agosto 2014

29° raduno giovanile - Francesco Toppi

Il fratello Toppi ci ha preceduto.

                                      Un uomo di Dio ha raggiunto la casa del Padre.                                                                                                                  ...E noi ce ne voliamo via. (Salmo 90:10
                                        Pastore Francesco Toppi (1928-2014) 

sabato 9 agosto 2014

PREGHIERE ESAUDITE



Mio nonno era un uomo di grande moralità ma non vedeva l’utilità di abbracciare la fede cristiana. Mia nonna invece, che era una fervente credente, stimava di dover dare sempre il primo posto a Dio. 
Suo marito le diceva: “Sono un buon padre di famiglia, provvedo a soddisfare ogni vostro bisogno, pago le mie fatture e le tasse e sono onesto nelle mie relazioni. Non chiedermi di più”. Ma sua moglie gli rispondeva: “Sei sicuramente un bravo uomo, è vero, ma non basta. Devi dare il tuo cuore a Dio”. 
Ella non cercò mai di imporre la propria fede a suo marito, né gli mancò di rispetto. 
Ebbe la gioia di condurre i suoi figli a Gesù Cristo e, in modo discreto, pregò per quarant’anni per l’uomo che amava. Poi, a 69 anni, mio nonno ebbe un ictus e sua figlia, entrando nella sua camera, vide che aveva gli occhi pieni di lacrime. Nessuno lo aveva mai visto piangere. “Papà, che cosa c’è?” gli domandò. “Mia cara” le rispose “vai a chiamare tua madre”. 
Quando sua moglie arrivò le disse: “So che sto per morire e vedo tutto così buio, non vi è via d’uscita. Ho vissuto tutta la mia vita passando accanto alla sola cosa importante. Vuoi pregare per me?”. “Ma certo che voglio pregare per te” esclamò mia nonna. In ginocchio, al capezzale di mio nonno, ricevette la risposta ai suoi quarant’anni di preghiera. Mio nonno diede il suo cuore a Dio quel giorno stesso e, prima di morire, egli si espresse in questi termini: “Ora vedo una via che mi permette di attraversare l’oscurità”.

tratto da -http://adinapolifuorigrotta.it/Si%20racconta.html-

martedì 5 agosto 2014

SALVATO DA UNA BIBBIA RUBATA

Giovanni 8:36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi.




Estate 2001, prigione di Bullington, in Inghilterra.
Tony A., sta scontando una pena di quindici mesi per omicidio colposo.
Grazie alle visite di un missionario, era diventato credente, ma si sente scoraggiato.
Un giorno, mentre sta leggendo la Bibbia, entra nella sua cella un altro carcerato, Darren B. Sorpreso, Tony nasconde la Bibbia sotto il cuscino, ma Darren vede il gesto e lo subissa di domande finché Tony gli legge il suo versetto preferito, Giovanni 8:36, senza aggiungere nulla.
Irritato dalle reticenze del compagno, Darren si alza e se ne va.
Tre giorni dopo, eccolo di ritorno.
Con un gran sorriso racconta a Tony: “Sono andato nella cappella per cercare una Bibbia. Eri talmente misterioso riguardo a quello che leggevi che ho voluto leggerlo da solo. Ho chiesto una Bibbia al cappellano. Ma lui credeva che volessi usare le pagine per farmi delle sigarette e non ha voluto darmela. Allora, mentre non vedeva, ne ho presa una e l’ho nascosta nel maglione”.
“Non dirmi che ti sei fatto prendere!”.
“Sì, mi hanno perquisito e l’hanno trovata, poi mi hanno messo in isolamento un giorno intero”.
“Povero te!”.
“Ma non mi hanno trovato l’altra, quella che nascondevo nei pantaloni! – disse Darren con aria trionfante. – Allora, mentre ero in isolamento, mi sono dato da fare; volevo trovare la frase che mi avevi letto tu, ma non sapevo dove cercare. Mi sembra che tu avessi parlato di Giacomo e di Giovanni; avevo difficoltà; io non avevo mai aperto una Bibbia!”.
Darren, dunque, nella cella d’isolamento per aver rubato una Bibbia, cercava quel passo che parlava di libertà; ma non riusciva a trovarlo.
“Ho picchiato contro il muro” – racconta al suo amico Tony – per chiamare il vicino di cella.
Gli ho detto: “Ehi, tu conosci la Bibbia?”.
Lui mi ha risposto: “Sì, sono cristiano, cosa vuoi sapere?”.
Gli ho parlato di quello che tu mi avevi detto a proposito di Gesù che ti aveva liberato, e lui mi ha detto di cercare nel Vangelo di Giovanni.
Ho trovato la pagina, e ho cominciato a leggere.
All’inizio non capivo nulla, ma quel libro che raccontava tutto ciò che Gesù aveva fatto era troppo interessante.
Ho voluto leggerlo tutto, e sono arrivato al passo di cui mi avevi parlato: <>.
Ho continuato ancora a leggere, e poi sono ritornato su quella frase.
Penso di aver capito.
Anzi, ho veramente capito.
Ho letto la vita di Gesù e ora credo in Lui.
Ho persino cercato di parlargli, l’altra sera.
Questo vuol dire che sono diventato cristiano?”.
Tony rimase seduto, stupito ma felice.
Non era stato capace di parlare di Gesù a Darren, ma ora Dio gli faceva vedere che voleva servirsi di lui.
Allora i due carcerati si misero a parlare, ma in modo nuovo, come due fratelli nella fede, fino a quando furono mandati nelle rispettive celle per la notte.
(da uno scritto di Tony Anthony)


Tratto da - https://www.facebook.com/pages/Calendario-Biblico/148777635291197 -

lunedì 4 agosto 2014

NON MI MERAVIGLIO CHE NON CI SIA UN RISVEGLIO

Colossesi 3:13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi.



Un pastore raccontò che per molti anni supplicò Dio, perché mandasse un risveglio, ma senza un risultato.
Alla fine, disperato, raccolse i membri della sua comunità intorno a sé e scaricò il fardello della sua ansietà sopra loro, dicendo: “Io ho fatto tutto quanto ho potuto; adesso tocca a voi considerare il vostro atteggiamento nel cospetto di Dio”.
Allora si alzò un anziano della chiesa, dalla testa bianca, molto rispettato da tutti, e disse: “Pastore, io non mi meraviglio che non ci sia un risveglio e non vi potrà mai essere finché il fratello Jones ed io non ci parleremo” e, davanti a tutto il popolo, quel vecchio percorse la navata della chiesa fino al posto dove era seduto il suo fratello e disse: “Fratello Jones, perdonami. Non ci siamo parlati per dieci anni, ma ora dimentichiamo il passato”.
Essi fecero pace ed il vecchio tornò al suo posto e chinò la testa fra le mani.
Nel gran silenzio che gravava su tutto il popolo, un altro anziano si alzò e disse: “Pastore, io credo che non ci sarà nessun risveglio in questa chiesa, finché io continuerò a dirvi delle belle cose in faccia ed a sparlare di voi dietro le vostre spalle. Mi perdonate”?
Il pastore lo perdonò.
Per venti minuti, nel silenzio solenne di quel luogo, uomini e donne si alzarono per mettere in regola dei vecchi conti che avevano in pendenza con coloro con i quali erano in disaccordo.
Ed allora lo Spirito del Signore cadde come il suono di un vento impetuoso che soffia.
(da “Herald of His Coming”).

Perché non fai anche tu la stessa cosa?
A proposito per la tua comunità, per il tuo pastore sei una benedizione o un ostacolo?



venerdì 25 luglio 2014

CHIESA ADI CONEGLIANO: STUDIO SUL "PADRE NOSTRO"

CHIESA ADI CONEGLIANO: STUDIO SUL "PADRE NOSTRO":                                                                                                                                            ...

mercoledì 23 luglio 2014

Una vecchia leggenda indiana



Esiste Una leggenda indiana di uno spirito buono il quale, desiderando beneficiare una brava giovane servente, la condusse in un campo dì grano maturo, e le disse: « Vedi queste spighe di grano, figliuola? Se tu avrai la cura di raccoglierne i chicchi essi si trasformeranno in gioielli preziosi: più i chicchi saranno grandi e più le gemme saranno risplendenti. Però tu potrai .attraversare il campo una volta soltanto, senza mai ritornare indietro ”.
La giovane trovò molte spighe mature ricche di chicchi sui suoi passi, ma non le raccolse, pensando di trovarne delle migliori più avanti. Al contrario, invece, le spighe le si andarono presentando sempre più deboli e povere di .chicchi, fino a che non ne trovò che completamente vuote.
In questa maniera la giovane arrivò alla fine del campo e can profondo dolore e rincrescimento ripensò alle belle spighe dorate che aveva tralasciate durante il percorso; ma oramai non era più in tempo per raccoglierle.
I cristiani si trovano oggi al margine di un campo biondeggiante che dovranno percorrere, senza mai poter ritornare sui propri passi. Muoviamoci, perciò; sfruttiamo ogni opportunità che ci si presenta piccola o grande: ogni chicco che raccoglieremo si trasformerà in gioiello prezioso che ornerà la nostra veste nell'eternità.    


AUTORE SCONOSCIUTO

lunedì 30 giugno 2014

IL LIEVITO DEI FARISEI.

                      Matteo 16:1-12



“I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: 'Bel tempo, perché il cielo rosseggia!' e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò. I discepoli, passati all'altra riva, si erano dimenticati di prendere dei pani. E Gesù disse loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così, perché non abbiamo preso dei pani». Ma Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora capirono che non aveva loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei”

Come mille altre volte, Gesù deve confrontarsi con i farisei e i sadducei che volendo a tutti i modi screditarlo, cercano ogni spunto per gettare ombra sul suo ministerio terreno, mettendo a dura prova la sua grande pazienza. Gesù avrebbe potuto in mille modi e maniere dimostrare la sua natura divina, non uno ma miliardi di segni avrebbe potuto dare a dimostrazione della veridicità del suo messaggio, ma non è ciò che egli voleva, tanto più che in tre anni circa di ministre rio terreno, tanti furono i miracolati e le potenti operazioni che fece, per non parlare dei morti risuscitati, ma alla fine lo o reputavano sempre un impostore, e a volte un anche un alleato di Satana “Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demoni con l'aiuto del principe dei demoni»” Marco 3:22.
L’unico segno che Gesù dice sarà loro dato è il segno di Giona, considerando questo profeta come un prototipo del Messia, profeta che dopo tre giorni nel ventre del grosso pesce, fu riportato fra i viventi essendo egli stato vomitato sulla terra ferma all’ordine di Dio, sinonimo della morte e resurrezione del nostro Salvatore.
Quello che però mi urge mettere in evidenza è questo lievito dei farisei di cui è bene prendere le distanze, levito che come dice la stessa scrittura sta per gli  insegnamenti contro scrittura che impartivano al popolo.


1) NON RICONOSCERE GESÙ 
Il primo punto da fare risaltare è che tutti costoro, che si reputavano i detentori delle verità divine, in realtà erano solo i detentori del potere ecclesiale e religioso, erano i nemici del piano di Dio per la redenzione dell’uomo. Gesù, il Messia annunciato e tanto atteso, era in mezzo a loro e loro non lo riconoscevano, anzi lo osteggiavano tanto che arrivarono a dire delle bugie per far si che Pilato lo mandasse alla croce. È ovvio che Gesù sapeva che doveva arrivare alla croce, ma ciò non toglie e ne attenua le loro responsabilità. Essere increduli li portava ad essere nemici di Cristo e del vangelo, essi si credevano dei buoni figli di Abramo, ma in realtà dimostravano tutto il contrario con il loro comportamento  “Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo” Giovanni 8:39, in realtà essi pur discendendo da Abraamo erano figli del Diavolo “Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” Giovanni 8:43-44. Coloro che ascoltavano e che tutt’ora ascoltano le parole di Gesù sono figli di Dio Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” Giovanni 8:47. L’analogia ad oggi è facile, ancora oggi ci sono tanti che si definiscono buoni cristiani ma che in realtà, a loro insaputa diventano nemici del vangelo. Tutti coloro che non vivono la realtà del vangelo, tutti coloro che vivono un vangelo di apparenza, tutti coloro che pur ascoltando le parole di Gesù non le mettono in pratica, diventano loro malgrado nemici di Gesù. “E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” Matteo 12:49-50. Essere amici del vangelo può voler dire solamente essere amici di Gesù e fare la volontà di Dio, Egli stesso in Matteo 7:21-23 dice esplicitamente  “«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"”. Oggi, più che mai, c’è l’urgenza di comprendere il messaggio di Dio, di allontanarsi del lievito degli scribi e dei sadducei, di dare ascolto ai veri insegnamenti biblici che ci presentano il vero Messia, colui che ha dato tutto se stesso per la nostra salvezza. Senza Gesù c’è solo morte.

2)  NON RICONOSCERE I TEMPI 
Per tanto tempo avevano aspettato il compimento delle promesse di Dio che annunziavano la nascita del Messia, ora Gesù era la con loro e non lo riconoscevano perché non avevano saputo discernere i tempi. Nel passo letto Gesù afferma una grande verità “Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?” Matteo 16:2-3, mettendo l’accento sul fatto che avrebbero dovuto comprendere come i tempi erano maturi per l’avvento del Messia, i segni dei tempi palesavano che essi erano giunti a maturità e che colui che avevano d’avanti era il vero Messia. Infatti nel racconto biblico ci viene detto che tanti aspettavano l’imminente avvento del Salvatore, fra di cui ci viene raccontato di due personaggi “Simeone e Anna” Luca 2:25-38. È una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano, se Dio ha fatto in modo di farci sapere qual è il suo piano è perché è importante conoscerlo, se Dio ci ha dato dei segni premonitori è perché dobbiamo essere sempre pronti a ciò che sta per succedere. Gesù, parlando degli ultimi tempi ci ha detto in sommi capi ciò che sarà della chiesa e del suo ritorno, ma ha anche aggiunto che ci saranno dei segni premonitori che accompagneranno tali eventi: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” Matteo 24:29-30. Perché Gesù ci ha fatto sapere che un giorno Egli ritornerà? certamente perché vuole che la sua chiesa lo aspetti, perché ci ha fatto sapere quali sono i segni che precederanno tale evento? certamente per essere pronti a tale meraviglioso avvenimento, ed ecco perché Gesù aggiunge  “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte” Matteo 24:33. Abbiamo detto prima che è una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano e oggi più che mai dobbiamo fare il punto della situazione, i tempi sono maturi, i segni sono evidenti, Gesù è alle porte sta per tornare, non possiamo certamente dire il giorno e l’ora perché sicuramente sbaglieremo come hanno sbagliato tutti coloro che nel tempo si sono cimentati in questa avventura, ma una cosa è certa, Gesù è molto più vicino di quanto noi stessi immaginiamo.  Sia di monito per ogni credente la parabola che Gesù ha raccontato riguardo alle dieci vergini in Matteo 25:1-13.

3) NON RICONOSCERE L’AUTORITÀ DÌ GESÙ 
Certo viene un po’ da sorridere ai ragionamenti dei discepoli all’affermazione di Gesù «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei» e sicuramente qualcuno penserà “se fossi stato al loro posto non avrei fatto questo plateale errore”. Gesù, giustamente, ha di che dolersi di tali pensieri, considerando appunto che avevano constatato la potenza che era racchiusa sotto forma d’uomo, per ben due volte avevano visto la potenza di Dio all’opera nella moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù fa bene a chiamarli “gente di poca fede” perché non avevano ancora capito con chi avevano a che fare, seguivano lo seguivano e ancora non avevano ancora compreso che Lui era il Messia, vedevano dei miracoli e non riuscivano a comprendere che Gesù era la massima espressione dell’autorità Divina in quanto figlio di Dio, lo sentivano parlare e non comprendevano che davanti a loro cera la sapienza di Dio fatta carne. Dicevo prima, ci viene da sorridere leggendo questo passo ma non comprendiamo che il comportamento di tanti cristiani oggi è molto simile a quello dei discepoli di ieri, infatti diciamo di avere conosciuto il Padre e poi non comprendiamo l’immensità del suo amore dimenticandoci che possiamo rivolgerci a Lui per ogni nostro problema e ricevere risposta; diciamo di avere conosciuto Gesù e non comprendiamo appieno la portata del suo sacrificio per noi trascurando che ci ha fatti diventare figli di Dio; diciamo di avere conosciuto lo S. Santo e la sua potenza e non comprendiamo la portata della sua opera nella nostra vita a tal punto che con la nostra tiepidezza lo contrastiamo e lo contristiamo, diciamo di appartenere alla chiesa di Dio e trascuriamo gli obblighi che abbiamo preso davanti a Dio per essa:  “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli” Osea 4:6.

   CONCLUSIONE
In conclusione possiamo dire che il passo letto è attuale ancora oggi, pur non avendo più i farisei e i sadducei in mezzo a noi, lo spirito che animava loro, serpeggia ancora oggi fra il popolo di Dio, pertanto cerchiamo di svegliarci, la parola di Dio parla chiaro, è giunto il tempo di mettere al primo posto Gesù, è giunto il momento che gli riconosciamo che la sua parola non è parola d’uomo ma è la parola fatta carne  Giovanni 1:14 “E la Parola è diventata carne …” e che alla sua parola ogni cosa è.

A Dio sia la lode.


    GIACOMO ACETO

sabato 21 giugno 2014

PICCOLI FANCIULLI




“In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto” Matteo 11:25-26

Cosa c’è di più bello sapere che il nostro Dio, non ha grandi pretese per coloro che diventano suoi figlioli, nel verso che abbiamo letto, Gesù parla di piccoli fanciulli a cui sono rivelate le verità celesti a discapito di quanto si ritengono, forse anche ha ragion veduta considerando gli studi che hanno fatto, dei letterati , dei sapienti pieni di ogni intelligenza. Il problema è questo tipo di sapienza il più delle volte porta a diventare dei miscredenti, degli atei irrecuperabili. È bene chiarire che questo non vuol dire incentivare l’ignoranza ma solamente dare all’intelligenza e alla scienza la giusta collocazione. Dio non ha bisogno di tali persone, anche se la salvezza è pure per loro, il nostro Dio ha bisogno di persone che si sappiano piegare davanti alla vera sapienza, alla vera intelligenza e alla vera grandezza, con quella umiltà che fa dire – ORA SO CHE SOLO TU O SIGNORE SAI OGNI COSA -.
ACETO GIACOMO

mercoledì 11 giugno 2014

QUELLI CHE HANNO TIMORE DEL SIGNORE

   
             

MALACHIA 3:16-18 
 “Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome.  «Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare», dice il SIGNORE degli eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve”.

Se nei capitoli precedenti si fa risaltare i discorsi di coloro che non temono il Signore, in questi pochi versetti vengono fatti risaltare coloro che invece lo temono, senza però mettere l’accento su cosa essi si dicono, ma evidenziando solamente ciò che il Signore pensa di costoro e cosa ha riservato per loro.

    1) L’attenzione di Dio per i giusti
Al v. sedici abbiamo letto, come risposta a coloro che mettevano in dubbio l’amore, l’onore e la santità del Signore, che coloro che temono il Signore “…. si sono parlati l'un l'altro”, e già questo dovrebbe darci un grande insegnamento, infatti quanto è importante che i figli di Dio stiano insieme, che si parlino, che condividano le loro esperienze spirituali, i momenti di gioia, la sapienza che Dio ha dato tramite lo S. Santo, in Ebrei 10:25 troviamo scritto: “non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”. È da mettere in risalto ciò che Dio fa’ in questa circostanza, infatti abbiamo letto sempre al v. sedici: “il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato”. Se il Signore è attento a ciò che dicono gli empi (v. 13-15), tanto più la scrittura ci fa comprendere quanto il nostro Dio è attento a ciò che i giusti dicono tra di loro. Come abbiamo prima accennato, non ci viene riferito gli argomenti di discussione, ma possiamo certamente ipotizzare che parlassero della grandezza di Dio, del suo grande amore, della sua grande benignità e del come fare al meglio la sua meravigliosa volontà, non trascurando il reciproco sprone; tutto ciò suscita l’attenzione del nostro Signore, infatti abbiamo letto “… il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato”, come a dire che non si è perso neanche una sillaba di ciò che i giusti si dicono tra di loro ed ha apprezzato.
Salmi 94:9 “Colui che ha fatto l'orecchio forse non ode? Colui che ha formato l'occhio forse non vede?”
2Re 6:11-12 “Questa cosa turbò molto il cuore del re di Siria, che chiamò i suoi servitori, e disse loro: «Fatemi sapere chi dei nostri è per il re d'Israele». Uno dei suoi servitori rispose: «Nessuno, o re, mio signore! ma Eliseo, il profeta che sta in Israele, fa sapere al re d'Israele persino le parole che tu dici nella camera dove dormi»”.

   2) Un libro in memoria dei giusti
Sempre al verso sedici troviamo scritto che in conseguenza di ciò che abbiamo puntualizzato prima, Dio ha fatto scrivere un libro: “un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo nome”. È importante puntualizzare come prima cosa quando dice che questo libro viene scritto davanti a Lui, in sua presenza, come a dire che ha vegliato su ogni parola che veniva scritta su quel libro affinché non fosse dimenticato nessun particolare, Dio non vuole che nulla sia dimenticato di ciò che i suoi figlioli fanno e dicono di buono. Inoltre, è importante fare risaltare la finalità di questo libro, infatti aggiunge “per conservare il ricordo di quelli che temono il Signore”. Il mondo dimentica i suoi eroi, l’uomo è dimentichevole ma Dio no! Ogni uomo, ogni donna che ama il Signore e fa la sua volontà temendolo, Egli trascrive il suo nome in questo libro affinché il suo nome sia rispettato. Marco 14:6-9 “Ma Gesù disse: «Lasciatela stare! Perché le date noia? Ha fatto un'azione buona verso di me. Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene; ma me non mi avete per sempre. Lei ha fatto ciò che poteva; ha anticipato l'unzione del mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il vangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato, in memoria di lei»”.
Apocalisse 20:12-15 “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”.

   3) Il futuro dei giusti
Dio ha un piano per questi giusti, essi saranno, nel giorno che Dio ha preparato, la sua proprietà particolare, affinché tutti possano costatare e vedere come Dio vede le cose: “vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio ….” Infatti ecco cosa Dio pensa del popolo suo: 1Pietro 2:9 “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia”.
Quando Dio dice “saranno la mia proprietà particolare” ha proprio in mente ciò che afferma in 1Pietro 2:9 “una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato”.

Noi siamo quella proprietà che Dio si è scelta: Giovanni 15:16 “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia”.
Noi siamo quella proprietà che gli è costata: Isaia 53:11 “Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità”.
Noi siamo quella proprietà particolare per cui sta lavorando, infatti al v. 2 del cap. 4 leggiamo cosa il Signore ha preparato per questo popolo di giusti:
  a) spunterà il sole della giustizia,
  b) la guarigione sarà nelle sue ali;
  c) voi uscirete e salterete, come vitelli fatti uscire dalla stalla.
In atti cap. 3 vi è descritta la guarigione dello zoppo della porta bella e già da subito vediamo realizzate queste promesse che sono state scritte.

CONCLUSIONE
Quanto abbiamo detto deve riempirci di gioia in quanto noi siamo il suo popolo, la sua proprietà particolare su cui la sua attenzione è rivolta, Dio sta lavorando alacremente per noi, per darci un futuro glorioso, continuiamo ad avere fiducia in Lui, perché Lui non ci lascia e non ci abbandona, ma ci ama e ci corregge per il nostro bene.

A Dio sia la gloria
GIACOMO ACETO

giovedì 5 giugno 2014

LA PREGHIERA DÌ UN ATEO














Finita la giornata di lavoro, Martino ripose al loro posto i suoi attrezzi, si mise il vecchio cappotto e se ne andò a casa. Oggi era stanco e, mentre si trascinava lentamente lungo la via, si chiedeva come stava la piccola Denise. Infatti, la sua nipotina era gravemente ammalata e sua sorella era seriamente preoccupata.
“Sono così contenta che tu sia finalmente a casa”, lo accolse sua sorella Annetta. “Denise sta così male, che devo dirlo al medico. Mi aveva detto di comunicargli subito, se vi fosse stato un peggioramento. Puoi rimanere con Denise, mentre vado a chiamarlo? Puoi sederti al lato del letto”. Prendendo posto sulla sedia accanto al letto della piccola, Martino si rese subito conto che sua nipote stava molto male. La febbre alta non la lasciava in pace, ma riconobbe subito lo zio e gli sorrise. Dopo un po’, lo guardò e gli disse: “Zio, prega perché possa guarire!”.
Martino voleva rispondere, ma preferì tacere. La verità era che non sapeva che pesci pigliare. Come pregare? E a chi? Lui non credeva in Dio! Almeno, questo era ciò che diceva agli amici. Affermava infatti di essere ateo e di non poter pregare qualcuno che nemmeno esisteva. A chi doveva rivolgere le sue preghiere, Martino? Era semplicemente ridicolo! Ma la piccola Denise lo guardò di nuovo, implorando: “Zio, prega, per favore! Mi sento così male! Prega per me”. Confuso, Martino cercò di calmarla, senza però riuscirci. Certo, non poteva dire alla bambina così fiduciosa che non credeva in Dio. Se almeno il medico fosse arrivato! Lui sì, che avrebbe potuto fare qualcosa per lei. Ma Annetta e il dottore tardava e Martino ebbe l’impressione che la bimba peggiorasse di minuto in minuto. Alla fine, lei lo guardò ancora e, tossendo, con uno sguardo implorante che non avrebbe mai dimenticato, gli disse: “Zio, se non preghi per me, allora morirò”. La sua fronte si imperlò di sudore, ma quest’ultima implorazione della piccola gli trafisse il cuore. Cadde in ginocchio a fianco del letto e gridò: “O Dio, se esiste un Dio, ascoltami e guarisci questa bambina!”. Rialzandosi, si accorse che stava tremando. Guardò la piccola Denise, che ora gli sorrideva. Mentre tornava a sedere, si accorse che la bimba si stava calmando. Il rossore della febbre abbandonò il visino e lei cominciò a sudare. Nel giro di pochi minuti, il suo respiro si calmò, ridiventando regolare, e si addormentò. Martino la osservava meravigliato. Come si poteva guarire così in fretta? Pochi minuti prima, la febbre era ancora altissima e la piccola lottava disperatamente per respirare, mentre ora dormiva tranquilla. Era un miracolo!
Finalmente, Annetta arrivò con il dottore. Entrambi guardarono meravigliati la bambina che dormiva. Il medico la esaminò con cura e si rivolse ai due: “Non so cos'è successo”, disse. “Il suo stato era gravissimo, ma ora è guarita del tutto! Non ho mai visto una cosa del genere e non so cosa pensare”. Il medico non poteva capire, ma Martino sì. Quando il medico li ebbe lasciati, se ne andò in camera sua e richiuse la porta. Ora sapeva che il grande Dio, colui che aveva sempre rinnegato, esisteva veramente e che lui doveva prendere una decisione. E in effetti, la prese! Riconobbe il suo peccato e accettò il Signore Gesù Cristo come suo personale Salvatore. Poi lasciò la camera: era un nuovo uomo in Gesù Cristo. Comprò subito una Bibbia e da quel giorno la Parola di Dio diventò il suo alimento quotidiano. Entrò a far parte di una chiesa e si dedicò attivamente all'opera di diffusione della Buona Novella. Acquistò persino dei trattati e andò a distribuirli di casa in casa. Fu così che molte porte gli si aprirono e che in quella città il semplice operaio Martino esercitò una potente influenza in nome di Dio.


Da: Adi Modugno


sabato 24 maggio 2014

LE ARMI POTENTI DEL CRISTIANO

                 Giudici 7:16-22



 Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti quanti delle trombe e delle brocche vuote con delle fiaccole nelle brocche; e disse loro: «Guardate me e fate come farò io; quando sarò giunto all'estremità dell'accampamento, come farò io, così farete voi; e quando io con tutti quelli che sono con me sonerò la tromba, anche voi sonerete le trombe intorno a tutto  l'accampamento e direte: "Per il SIGNORE e per Gedeone!"» Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all'estremità dell'accampamento, al principio del cambio di mezzanotte, quando si era appena dato il cambio alle sentinelle. Sonarono le trombe e spezzarono le brocche che tenevano in mano. Allora le tre schiere sonarono le trombe e spezzarono le brocche; con la sinistra presero le fiaccole e con la destra le trombe per sonare, e si misero a gridare: «La spada per il SIGNORE e per Gedeone!» Ognuno di loro rimase al suo posto, intorno all'accampamento; e tutti quelli dell'accampamento si misero a correre, a gridare, a fuggire. Mentre quelli sonavano le trecento trombe, il SIGNORE fece rivolgere la spada di ciascuno contro il compagno per tutto l'accampamento. L'esercito madianita fuggì fino a Bet-Sitta, verso Serera, fino al limite d'Abel-Meola, presso Tabbat.

Leggendo questo passo, sicuramente tutti apprezziamo la vittoria di Gedeone per mano di Dio, ma ciò su cui voglio focalizzare l’attenzione , sono le armi potenti che egli mette in mano ai suoi trecento guerrieri. 

1) LA BROCCA
La brocca rappresenta la nostra vita terrena messa a disposizione di Dio. Essa è fragile ma nella sua fragilità ha un compito assolutamente unico e importante, infatti se prima era pieno di ogni peccato e nefandezza, ora , dopo essere stato svuotato, Dio ha messo in noi la sua fiaccola di vittoria “la grazia”. Quando questa brocca sarà rotta, figura della morte, il cristiano risplenderà di luce nuova perché rivestirà l’immortale. 
2Corinzi 4:16-18 5:1-10 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne. Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d'uomo, eterna, nei cieli. Perciò in questa tenda gemiamo, desiderando intensamente di essere rivestiti della nostra abitazione celeste, se pure saremo trovati vestiti e non nudi. Poiché noi che siamo in questa tenda, gemiamo, oppressi; e perciò desideriamo non già di essere spogliati, ma di essere rivestiti, affinché ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. Or colui che ci ha formati per questo è Dio, il quale ci ha dato la caparra dello Spirito. Siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore (poiché camminiamo per fede e non per visione); ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore. Per questo ci sforziamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne partiamo. Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.

    2) LA FIACCOLA
La fiaccola, come abbiamo accennato prima, rappresenta la grazia che Dio ha messo in noi, essa rappresenta la luce di Dio che diventa un faro risplendente nella notte. 
Efesini 5:3-14 Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento.
Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni;
perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce, poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, esaminando che cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto: «Risvégliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».

Essa attualmente è nascosta nel nostro corpo mortale, ma un giorno risplenderà liberamente e in piena libertà, liberata dal mortale che la riveste e la nasconde, quel giorno sappiamo tutti che sarà quando Gesù tornerà. 
1Corinzi 15:48-54 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste. Ora io dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l'incorruttibilità. Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità. Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta:«La morte è stata sommersa nella vittoria».
     3) LA TROMBA
La tromba rappresenta la parola di riconciliazione che Dio ha messo nella nostra bocca, ricordiamoci sempre che siamo ambasciatori di Dio . 2Corinzi 5:18-21 E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.
Apocalisse 19:10 Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia».
Già da oggi noi siamo ambasciatori, oggi per la grazia Dio, domani, quando la brocca sarà rotta, per annunciare all'universo intero, al compimento dei tempi, che Gesù ha incominciato a regnare pienamente e noi con Lui.
Apocalisse 20:4 Poi vidi dei troni. A quelli che vi si misero seduti fu dato di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e di quelli che non avevano adorato la bestia né la sua immagine e non avevano ricevuto il suo marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni.

CONCLUSIONE
Giudici 6:12 L'angelo del SIGNORE gli apparve e gli disse: «Il SIGNORE è con te, o uomo forte e valoroso!» gedeone rappresenta il nostro Signore Gesù Cristo, egli ha vinto, noi siamo i suoi guerriri testimoni, egli ci ha dato delle armi strane ma efficaci, usiamole nell’ubbidienza e sicuramente vedremo la sua gloria risplendere attorno a noi.

A Dio sia la gloria.
GIACOMO ACETO