martedì 27 marzo 2012

UN FILO A PIOMBO Amos 7:1-9

            UN FILO A PIOMBO       Amos 7:1-9

 1 Il Signore, DIO, mi fece vedere questo: Egli formava delle locuste al primo spuntare dell'erba tenera,
quella che spunta dopo la falciatura per il re. 2 Quando esse ebbero finito di divorare l'erba della terra,
io dissi: «Signore, DIO, perdona! Come potrà sopravvivere Giacobbe, piccolo com'è?» 3 Il SIGNORE si pentì di questo. «Ciò non accadrà», disse il SIGNORE. 4 Il Signore, DIO, mi fece vedere questo:
Il Signore, DIO, annunciava di voler difendere la sua causa mediante il fuoco: il fuoco divorò il grande abisso e divorò la campagna. 5 Allora io dissi: «Signore, DIO, férmati! Come potrà sopravvivere Giacobbe,
piccolo com'è?» 6 Il SIGNORE si pentì di questo. «Neppure ciò accadrà», disse il Signore, DIO. 7 Egli mi fece vedere questo: Il Signore stava sopra un muro e aveva in mano un filo a piombo. 8 Il SIGNORE mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi: «Un filo a piombo». E il Signore disse: «Ecco, io metto il filo a piombo in mezzo al mio popolo, Israele; io non lo risparmierò più; 9 saranno devastati gli alti luoghi d'Isacco, i santuari d'Israele saranno distrutti,e io mi leverò con la spada contro la casa di Geroboamo».

Il profeta Amos, in realtà non apparteneva alla cerchia di quei profeti che si erano formati sotto una scuola, come era in uso a quel tempo, ma il suo essere profeta gli viene direttamente da  Dio, infatti lui stesso dice: “Allora Amos rispose: «Io non sono profeta, né figlio di profeta; sono un mandriano e coltivo i sicomori.
Il SIGNORE mi prese mentre ero dietro al gregge e mi disse: "Va', profetizza al mio popolo, a Israele" ”  Amos 7:14-15. Lui dice di se stesso che non era profeta né figlio di profeta, ma nel suo essere umile e reale, dimostra che egli era più profeta di tanti altri di quel tempo, perché Dio l’aveva fatto diventare tale. È importante riconoscere la nostra pochezza e la nostra incapacità, perché solo allora siamo strumenti validi nelle mani del Signore. Ma tornando al testo letto, una frase diventa oggetto della nostra meditazione: «Un filo a piombo».
Dio, dopo aver risparmiato Israele prima dalle locuste e poi dal fuoco grazie all’intercessione del profeta Amos, per mezzo di questo stesso profeta annuncia che ha intenzione di mettere un filo a piombo in mezzo al popolo d’Israele. La maggior parte sappiamo che cos’è un filo a piombo e a che serve, ma per quei pochi che non lo sanno , esso è uno strumento essenziale che usano i muratori per erigere dei muri che siano effettivamente dritti o come si dice nel gergo “ a piombo”. Molti sono i passi nel libro del profeta Amos dove si ammonisce il ricco e dove si condanna la religiosità esteriore. Le sue profezie di sventura per una mancata conversione troveranno compimento nell'abbattimento del regno del nord da parte degli Assiri e nella conseguente deportazione del popolo di Israele e dei suoi notabili nel 722 a.C.
Questo filo a piombo ci parla e ci fa comprendere che ciò che viene costruito, deve corrispondere a dei parametri, non possiamo costruire qualcosa in base a nostre personali sensazioni o a nostri individuali desideri, ma dobbiamo attenerci a quelle linee guida essenziali affinché la costruzione abbia alla fine quei requisiti basilari che un edificio deve possedere. Inoltre il filo a piombo ci dice anche che esso deve essere sempre presente all’atto della costruzione, perché se non viene usato costantemente, c’è la possibilità che quello che viene edificato,  poi debba essere distrutto perché non può essere più sistemato; una parete storta deve per forza essere abbattuta. Da questo ci rendiamo conto che dobbiamo usare questo strumento quotidianamente in ogni aspetto della nostra vita. Comprendiamo anche che il nostro filo a piombo è il nostro Signore Gesù, la sua vita, i sui insegnamenti, i suoi esempi, il suo amore e la sua abnegazione, devono essere per noi un esempio da cui non dobbiamo mai discostarci. Tre sono gli aspetti su cui ci soffermeremo in cui applicare quotidianamente il famoso filo a piombo”:

1)      «Un filo a piombo» nella nostra vita.
Filippesi 2:5 “Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù …”. Questo versetto insieme a quelli che lo seguono contiene una verità che non può essere scissa dalla vita di nessuno che porti il nome di cristiano, infatti ci insegna che dobbiamo avere in noi lo stesso sentimento che animò Gesù, il filo a piombo dell’umiltà e dell’ubbidienza di Gesù deve accompagnare la nostra crescita se vogliamo veramente assomigliare a Lui “il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” Filippesi 2:6-8. Gesù è il nostro maestro, da lui dobbiamo trarre i giusti esempi per comportarci da veri cristiani, Gesù ci ha insegnato il vero perdono in svariati casi come nel passo di Gesù in casa di Simone  il fariseo in cui da il perdono dei peccati alla donna peccatrice che gli asciuga i piedi, bagnati dalle sue lacrime, con i suoi capelli ( Luca 8: 36-50), o come nel caso della donna adultera che gli partano per giudicarla e che invece di essere lapidata se ne torna a casa con il perdono (Giov. 8:1-11).  Anche in questi casi e tanti altri non citati, vediamo come il filo a piombo del perdono che  Gesù ci insegna, deve essere sempre presente nella nostra vitaState attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca, riprendilo; e se si ravvede, perdonalo. Se ha peccato contro di te sette volte al giorno, e sette volte torna da te e ti dice: "Mi pento", perdonalo»” Luca 17:3-4

2)      «Un filo a piombo» nella nostra casa.
L’apostolo Paolo, affronta diverse volte nelle sue epistole l’argomento famiglia, dando dei precisi consigli che sicuramente riconosciamo come provenienti dallo S. Santo. Infatti in  Efesini 5:22-33 come anche in Colossesi 3:18-25 affronta i vari comportamenti e attitudini che ogni membro della famiglia deve tenere nei riguardi dell’altro al fine di costruire una famiglia felice, e il tutto rapportandolo a Gesù il nostro maestro e il nostro filo a piombo, ma non solo lui, anche l’apostolo Pietro ci dice qualcosa a riguardo in 1Pietro 3:1-7, parlando anche lui a mogli mariti figli e servi e spiegando come rapportarsi gli uni e gli altri alla luce degli insegnamenti di Gesù. La famiglia è importante, ricordiamoci che essa è un’istituzione che trova origine nella mente di Dio, Egli l’ha voluta e gli ha dato dei parametri precisi, solo che il peccato ha distrutto tutto ciò di buono che Lui aveva in mente, trasformandola in un contenitore vuoto e nella maggior parte dei casi pieno di sozzure. Sia ringraziato Dio che quando Gli permettiamo di operare, Egli opera a trecentosessanta  gradi, facendo si che le nostre famiglie possano reggere l’attacco del maligno, ma per far si che tutto questo sia realizzabile, dobbiamo usare costantemente il filo a piombo della correttezza divina.

3)      «Un filo a piombo» nella chiesa.
Anche la chiesa, come la famiglia è un’istituzione che è scaturita dalla mente di Dio, Egli l’ha immaginata e voluta, e l’ha organizzata come una famiglia in grande scala. Infatti sempre in Efesini 5:22-33 quando parla della famiglia, prende l’esempio della grande famiglia di Cristo. Vediamo allora che il marito di questa famiglia è Gesù che ha tanto amato la chiesa al punto che ha dato la sua vita per essa “ … per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama sé stesso” Efesini 5:25-28. Gesù ha fatto tutto questo per noi, pertanto comprendiamo pure che come la moglie deve essere sottomessa al marito, anche la chiesa deve essere sottomessa a Gesù. Essere sottomesi a Gesù vuol dire dare a Lui in modo tangibile la conduzione di ogni cosa, permettendo allo  S. Santo di interagire nella vita comunitaria e in ogni scelta che si debba prendere. Gesù prima di andare via da questo mondo disse ai suoi discepoli Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” Giovanni 14:15-17. Lo S. Santo rappresenta degnamente Gesù, e quindi è da lui che dobbiamo ricevere guida istruzione e ordini per il miglior andamento della vita della chiesa. Una chiesa che non opera e pensa come vuole lo S. Santo non può definirsi neanche chiesa.

CONCLUSIONE
Il signore disse ad Amos «Amos, che cosa vedi?»  ed Amos rispose «Un filo a piombo». Forse non ce ne siamo mai accorti, ma Dio ci fa la stessa domanda oggi, cosa vedi? La salvezza è stata manifestata da tanto tempo e noi grazie a Dio facciamo parte della famiglia dei salvati, ma Lui vuole che tutto ciò che ci riguarda sia in linea con il filo a piombo che Lui ha steso, chiediamoci è la nostra vita in linea con il suo filo a piombo? E ancora, è la nostra casa, la nostra famiglia in linea con il suo filo,a piombo? E ancora, è la nostra comunità in linea a cento per cento con la linea tracciata dal suo filo a piombo? Ogn’uno dia la sua risposta a Dio.

A Dio sia la gloria.

                                                                               ACETO GIACOMO

INQUINAMENTO

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia.            Romani 1:18
Il Signore Gesù Cristo... ha dato se stesso per i nostri peccati, per sot­trarci al presente secolo malvagio.                    Galati 1:3, 4


Ancora più grave dell'inquinamento fisico, l'in­quinamento morale e spirituale invade il mondo di oggi: egoismo, amore del denaro, degrado dei costumi, violenza, ateismo, occultismo. Tutto
questo è già menzionato in una lettera scritta dall'apostolo Paolo ai Romani verso l'anno 58. Ispirato da Dio, Paolo rivela la causa di tale situa­zione e ne dà il rimedio.
- La causa? Gli uomini si sono ribellati contro Dio.
"Pur avendo conosciuto Dio non l'hanno glorifi­cato come Dio, né l'hanno ringraziato...; e il loro cuore... si è ottenebrato" (Romani 1:21, 22). Dio non ha fatto di noi dei robot; se non vogliamo fare la sua volontà, ci lascia fare la nostra. E così, l'uomo ribelle è in balia dell'impurità, delle pas­sioni infami, dell'immoralità (v. 24, 26, 28). È sgradevole tutto questo? Eppure è il ritratto del­l'umanità: i giornali, i settimanali, i film, la tele­visione, internet, ne dipingono il quadro ogni giorno.
- Il rimedio? Non ve n'è altro se non la fede nel Vangelo di Gesù Cristo, che è la potenza di Dio per salvare chi crede (v. 16).
Più che mai, giovani e meno giovani constatano che la droga, la libertà sessuale, i nuovi stili di vita e la violenza non hanno fatto altro che accre­scere le loro frustrazioni e la loro insoddisfazio­ne. Ma ancora oggi il Signore Gesù offre il perdo­no e la vita eterna. Vuole liberare dalla schiavitù del peccato quelli che l'ascoltano e dare final­mente un senso alla loro vita.

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