giovedì 27 febbraio 2014

AMORE DOPO TANTO ODIO

      
"Un fratello offeso è più inespugnabile di una città forte, e le liti tra fratelli sono come le sbarre di un castello"(Proverbi 18:19)      



Tra un uomo, le sue due sorelle e la loro madre nacque una disputa per la proprietà di una piccola casa. II figlio pretendeva quella casa, ma per svariati motivi essa fu assegnata ad una delle sue sorelle.
Da quel momento iniziò una lunga serie di malintesi, di risentimenti, di dispute, che hanno contribuito ad ingrossare sempre più i canali dell'odio, del rancore e del disprezzo separando le famiglie, compresi i bambini nella loro innocenza.
Protagonisti di questa storia sono anche i maldicenti che attizzano il fuoco della discordia invece di spegnerlo.
Enzo, rispettivamente cugino e nipote degli interessati alla disputa, cercò di porre fine alla vicenda, ma era come parlare ad un muro. Vent'anni di insistenza e nessun segno di apertura dei loro cuori, ma forse qualcosa si poteva ancora fare...
"Ora, o figliol d'uomo, io ti ho stabilito come sentinella per la casa d'Israele, quando dunque udrai qual­che parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia." (Ezechiele 33:7)
Enzo era stanco, scoraggiato, ma soprattutto deluso dal comportamento dei suoi cari. Una mattina, come era solito fare, aprì la Bibbia e il suo sguardo si posò sul capitolo 33 del profeta Ezechiele. Il richiamo del Signore ad intervenire era forte. La responsabilità per non farlo era ancora maggiore. Il Signore era chiaro:"...Quando avrò detto all'empio: "Empio tu per certo morrai!" e tu non avrai parlato per avvertir l'empio che si ritragga dalla sua via, quell'empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano" (Ezechiele 33:8). Quelle parole erano per Enzo come un martello. Una sera rientrando a casa decise di chiamare suo cugino, ma prima pregò sinceramente il Signore di guidarlo. Telefonò al cugino spiegandogli che sua madre era gravemente ammalata e desiderava tanto riabbracciarlo prima che fosse troppo tardi. L'uomo sembrò indifferente a tal notizia, ma egli incalzò: "Se tua madre morirà si porterà dietro il suo orgoglio, e in questo vi somigliate, ma anche un gran dolore per non averti visto. Tu porterai un peso eterno che ti condurrà in giudizio davanti a Dio, perciò non indurire il tuo cuore e otterrai bene per la tua famiglia."
"Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio"(Matteo 5:9)    
Le parole di Enzo colpirono il cuore del cugino tanto che quest'ultimo gli diede appuntamento la sera successiva per continuare il discorso.
La notte sembrava non passasse mai ed il giorno seguente Enzo pregò molto. Giunta l'ora dell'appuntamento, Enzo bussò alla porta del cugino, il quale lo invitò ad entrare con affetto, ma sia lui che la moglie erano pronti per uscire: volevano incontrare la madre malata. Era passato già troppo tempo dall'ultima visita e non ne volevano perdere altro.
L'incontro fu la manifestazione dell'opera amorevole di Dio.
Madre e figlio si abbracciarono e un misto di sentimenti coinvolse tutti. La pace era tornata! Vent'anni d'odio avevano portato ogni genere di male, ma un istante d'amore ne aveva spezzato le catene! Voglia Iddio far comprendere a quanti si trovano in simili circostanze che l'amore e il perdono sono i mezzi più belli ed efficaci per ottenere vittoria!

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sabato 15 febbraio 2014

John Newton

Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 1 Timoteo 1:15


John Newton
“testimone della grazia di Dio”
Stupenda è la grazia del Signore
che mi ha salvato, misero com'ero.
Ero perduto, ed essa mi ha trovato;
io ero cieco, ma in Cristo ora ci vedo.
La grazia del Signore m'ha insegnato
ad avere timore del Suo nome;
d'ogni paura sono liberato,
perché ho riposto in Lui la mia fiducia.

Questa è la traduzione delle parole d'un canto cristiano ("Amazing Grace"), molto, conosciuto in Inghilterra e negli Stati Uniti, scritte da John Newton nel 1779. Esse sono un po' lo specchio della sua vita.
Chi era John Newton? Nacque in Inghilterra nel 1725; aveva sei anni quando perse la madre, che era una donna credente. All'età di undici anni lavorò come mozzo sul veliero del padre,
dimostrando una disubbidienza ostinata. Nel 1744 fu arruolato su una nave da guerra della Marina reale inglese. Disertò, venne catturato, frustato e rimosso dall'incarico; poi fu trasferito, dietro sua richiesta, su una nave che faceva la tratta degli schiavi. Venne sbarcato in Sierra Leone dove fu trattato da schiavo e crudelmente maltrattato. Fu poi liberato in seguito a un intervento del padre.
Nel 1748 lavorò come marinaio sulla nave Greyhound. Era talmente volgare e violento che il capitano, per quanto abituato a tali eccessi, ne rimase sconvolto. La situazione spirituale di John Newton sembrava disperata, ma Dio non l'aveva abbandonato.
Egli (Dio) comanda, e fa soffiare la tempesta che solleva le onde... Ma nell'angoscia gridano al SIGNORE, ed egli li libera. Salmo 107:28
Nel marzo 1748, la Greyhound attraversa l'Atlantico. Ma all'improvviso si scatena una violenta tempesta; la situazione della nave e dell'equipaggio si fa talmente critica tanto da far perdere ogni speranza. Un marinaio è trascinato in mare e scompare nelle onde. John Newton allora grida: "Signore, abbi pietà di noi!" Contro ogni aspettativa, la tempesta si calma e, qualche settimana dopo, la nave approda in Irlanda. John Newton non può dimenticare l'S.O.S. che aveva lanciato a Dio. Si chiede se è degno della Sua grazia nonostante la vita dissoluta e piena di disprezzo per Dio che aveva condotto fino allora. Ma ha la netta sensazione che Dio volesse farsi conoscere da lui in mezzo a quella tempesta.
Era proprio così. La grazia di Dio aveva incominciato il suo lavoro, e dopo qualche tempo John Newton accettò il Signore Gesù come suo Salvatore. Si sposò, e per qualche anno continuò a navigare, questa volta come capitano d'una nave che trasportava degli schiavi, cosa purtroppo comune a quell'epoca. Rendendosi conto che la tratta degli schiavi non era conforme all'insegna­mento di Cristo, abbandonò definitivamente quel lavoro. Aveva trent'anni. Insieme alla moglie si impegnò in una chiesa e diventò pastore a Olney (Inghilterra). Per 43 anni predicò il Vangelo. Sulla sua tomba si può leggere questa iscrizione: "John Newton, già infedele e libertino, traspor­tatore di schiavi africani, dalla ricca grazia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è stato rac­colto, perdonato e scelto per predicare l'Evangelo".


© 2001 edizioni il messaggero cristiano 

venerdì 14 febbraio 2014

LA LIBERTÀ, QUELLA VERA

Promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto.
2 Pietro 2:19


(Gesù disse:) "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi... Chiunque commette peccato è schiavo del peccato... Se dunque il Figlio (di Dio) vi farà liberi, sarete veramente liberi."
Giovanni 8:32, 34, 36

"Libertà!" È una delle più importanti "parole d'ordine" della nostra società. L'idea stessa della libertà individuale affascina le folle. Ognuno vuoi essere completamente libero di decidere quello che fa, dove va, quello che è e quello che dice Questa libertà individuale molti l'avevano salutata nei secoli scorsi come la suprema potenza liberatrice di questo mondo.
Un tempo ero uno di questi giovani sognatori. Come la farfalla rimane impigliata nei fili dorati della ragnatela, mi sono intricato nei tentacoli scintillanti della società. "Sei libero di diventare quello che vuoi essere"! Era inebriante. Ero come un signore nel proprio castello, unico padrone dei miei affari. Armo per anno, sforzo dopo sforzo, ho lavorato con l'illusione di essere un uomo libero. In realtà, il sistema di valori della nostra società mi aveva adescato, mettendo in primo piano la libertà ed il successo. Nessuna di queste cose ha potuto soddisfare le aspirazioni della mia anima. Il mio spirito egoista bramava la liberazione.
La mia prigionia è terminata quando Cristo, nella sua misericordia, mi è venuto incontro per rendermi libero! Quel giorno non lo dimenticherò mai. Mi sono arreso, mi sono consegnato interamente a Lui: anima, spirito, corpo, beni. Fu un grande momento. Era suonata l'ora della vera liberazione ed io ho cambiato completamente rotta. Sono diventato meravigliosamente libero, seguendo Cristo. Seguire Lui rende la vita degna di essere vissuta.


edizioni il messaggero cristiano 

IL LIEVITO DEI FARISEI.

                    Matteo 16:1-12


“I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: 'Bel tempo, perché il cielo rosseggia!' e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona». E, lasciatili, se ne andò. I discepoli, passati all'altra riva, si erano dimenticati di prendere dei pani. E Gesù disse loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così, perché non abbiamo preso dei pani». Ma Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora capirono che non aveva loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei”

Come mille altre volte, Gesù deve confrontarsi con i farisei e i sadducei che volendo a tutti i modi screditarlo, cercano ogni spunto per gettare ombra sul suo ministerio terreno, mettendo a dura prova la sua grande pazienza. Gesù avrebbe potuto in mille modi e maniere dimostrare la sua natura divina, non uno ma miliardi di segni avrebbe potuto dare a dimostrazione della veridicità del suo messaggio, ma non è ciò che egli voleva, tanto più che in tre anni circa di ministre rio terreno, tanti furono i miracolati e le potenti operazioni che fece, per non parlare dei morti risuscitati, ma alla fine lo o reputavano sempre un impostore, e a volte un anche un alleato di Satana “Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demoni con l'aiuto del principe dei demoni»” Marco 3:22.
L’unico segno che Gesù dice sarà loro dato è il segno di Giona, considerando questo profeta come un prototipo del Messia, profeta che dopo tre giorni nel ventre del grosso pesce, fu riportato fra i viventi essendo egli stato vomitato sulla terra ferma all’ordine di Dio, sinonimo della morte e resurrezione del nostro Salvatore.
Quello che però mi urge mettere in evidenza è questo lievito dei farisei di cui è bene prendere le distanze, levito che come dice la stessa scrittura sta per gli  insegnamenti contro scrittura che impartivano al popolo.


1)      NON RICONOSCERE GESÙ

Il primo punto da fare risaltare è che tutti costoro, che si reputavano i detentori delle verità divine, in realtà erano solo i detentori del potere ecclesiale e religioso, erano i nemici del piano di Dio per la redenzione dell’uomo. Gesù, il Messia annunciato e tanto atteso, era in mezzo a loro e loro non lo riconoscevano, anzi lo osteggiavano tanto che arrivarono a dire delle bugie per far si che Pilato lo mandasse alla croce. È ovvio che Gesù sapeva che doveva arrivare alla croce, ma ciò non toglie e ne attenua le loro responsabilità. Essere increduli li portava ad essere nemici di Cristo e del vangelo, essi si credevano dei buoni figli di Abramo, ma in realtà dimostravano tutto il contrario con il loro comportamento  “Essi gli risposero: «Nostro padre è Abraamo». Gesù disse loro: «Se foste figli di Abraamo, fareste le opere di Abraamo” Giovanni 8:39, in realtà essi pur discendendo da Abraamo erano figli del Diavolo “Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” Giovanni 8:43-44. Coloro che ascoltavano e che tutt’ora ascoltano le parole di Gesù sono figli di Dio Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” Giovanni 8:47. L’analogia ad oggi è facile, ancora oggi ci sono tanti che si definiscono buoni cristiani ma che in realtà, a loro insaputa diventano nemici del vangelo. Tutti coloro che non vivono la realtà del vangelo, tutti coloro che vivono un vangelo di apparenza, tutti coloro che pur ascoltando le parole di Gesù non le mettono in pratica, diventano loro malgrado nemici di Gesù. “E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” Matteo 12:49-50. Essere amici del vangelo può voler dire solamente essere amici di Gesù e fare la volontà di Dio, Egli stesso in Matteo 7:21-23 dice esplicitamente  “«Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"”. Oggi, più che mai, c’è l’urgenza di comprendere il messaggio di Dio, di allontanarsi del lievito degli scribi e dei sadducei, di dare ascolto ai veri insegnamenti biblici che ci presentano il vero Messia, colui che ha dato tutto se stesso per la nostra salvezza. Senza Gesù c’è solo morte.

2)      NON RICONOSCERE I TEMPI

Per tanto tempo avevano aspettato il compimento delle promesse di Dio che annunziavano la nascita del Messia, ora Gesù era la con loro e non lo riconoscevano perché non avevano saputo discernere i tempi. Nel passo letto Gesù afferma una grande verità “Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?” Matteo 16:2-3, mettendo l’accento sul fatto che avrebbero dovuto comprendere come i tempi erano maturi per l’avvento del Messia, i segni dei tempi palesavano che essi erano giunti a maturità e che colui che avevano d’avanti era il vero Messia. Infatti nel racconto biblico ci viene detto che tanti aspettavano l’imminente avvento del Salvatore, fra di cui ci viene raccontato di due personaggi Simeone e Anna” Luca 2:25-38. È una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano, se Dio ha fatto in modo di farci sapere qual è il suo piano è perché è importante conoscerlo, se Dio ci ha dato dei segni premonitori è perché dobbiamo essere sempre pronti a ciò che sta per succedere. Gesù, parlando degli ultimi tempi ci ha detto in sommi capi ciò che sarà della chiesa e del suo ritorno, ma ha anche aggiunto che ci saranno dei segni premonitori che accompagneranno tali eventi: “Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria” Matteo 24:29-30. Perché Gesù ci ha fatto sapere che un giorno Egli ritornerà? certamente perché vuole che la sua chiesa lo aspetti, perché ci ha fatto sapere quali sono i segni che precederanno tale evento? certamente per essere pronti a tale meraviglioso avvenimento, ed ecco perché Gesù aggiunge  “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte” Matteo 24:33. Abbiamo detto prima che è una grave imprudenza non accorgersi o essere superficiali riguardo alle promesse di Dio e ai segni premonitori che li accompagnano e oggi più che mai dobbiamo fare il punto della situazione, i tempi sono maturi, i segni sono evidenti, Gesù è alle porte sta per tornare, non possiamo certamente dire il giorno e l’ora perché sicuramente sbaglieremo come hanno sbagliato tutti coloro che nel tempo si sono cimentati in questa avventura, ma una cosa è certa, Gesù è molto più vicino di quanto noi stessi immaginiamo.  Sia di monito per ogni credente la parabola che Gesù ha raccontato riguardo alle dieci vergini in Matteo 25:1-13.

3)      NON RICONOSCERE L’AUTORITÀ DÌ GESÙ

Certo viene un po’ da sorridere ai ragionamenti dei discepoli all’affermazione di Gesù «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei» e sicuramente qualcuno penserà “se fossi stato al loro posto non avrei fatto questo plateale errore”. Gesù, giustamente, ha di che dolersi di tali pensieri, considerando appunto che avevano constatato la potenza che era racchiusa sotto forma d’uomo, per ben due volte avevano visto la potenza di Dio all’opera nella moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù fa bene a chiamarli “gente di poca fede” perché non avevano ancora capito con chi avevano a che fare, seguivano il Messia e ancora non avevano ancora compreso che Gesù era il Messia, vedevano dei miracoli e non riuscivano a comprendere che Gesù era la massima espressione dell’autorità Divina in quanto figlio di Dio, lo sentivano parlare e non comprendevano che davanti a loro cera la sapienza di Dio fatta carne. Dicevo prima, ci viene da sorridere leggendo questo passo ma non comprendiamo che il comportamento di tanti cristiani oggi è molto simile a quello dei discepoli di ieri, infatti diciamo di avere conosciuto il Padre e poi non comprendiamo l’immensità del suo amore dimenticandoci che possiamo rivolgerci a Lui per ogni nostro problema e ricevere risposta; diciamo di avere conosciuto Gesù e non comprendiamo appieno la portata del suo sacrificio per noi trascurando che ci ha fatti diventare figli di Dio; diciamo di avere conosciuto lo S. Santo e la sua potenza e non comprendiamo la portata della sua opera nella nostra vita a tal punto che con la nostra tiepidezza lo contrastiamo e lo contristiamo, diciamo di appartenere alla chiesa di Dio e trascuriamo gli obblighi che abbiamo preso davanti a Dio per essa:  “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch'io rifiuterò di averti come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch'io dimenticherò i tuoi figli” Osea 4:6.

   CONCLUSIONE
In conclusione possiamo dire che il passo letto è attuale ancora oggi, pur non avendo più i farisei e i sadducei in mezzo a noi, lo spirito che animava loro, serpeggia ancora oggi fra il popolo di Dio, pertanto cerchiamo di svegliarci, la parola di Dio parla chiaro, è giunto il tempo di mettere al primo posto Gesù, è giunto il momento che gli riconosciamo che la sua parola no è parola d’uomo ma è la parola fatta carne  Giovanni 1:14 “E la Parola è diventata carne …” e che alla sua parola ogni cosa è.

A Dio sia la lode.


    GIACOMO ACETO