sabato 29 ottobre 2022

ABDIA ….“un servitore del Signore”

 


“Molto tempo dopo, nel corso del terzo anno, la parola del SIGNORE fu rivolta a Elia, in questi termini: «Va', presèntati ad Acab, e io manderò la pioggia sul paese». Elia andò a presentarsi ad Acab. La carestia era grave in Samaria. (3)E Acab mandò a chiamare Abdia, che era il sovrintendente del palazzo. Abdia era molto timorato del SIGNORE; e quando Izebel sterminava i profeti del SIGNORE, Abdia aveva preso cento profeti, li aveva nascosti cinquanta in una spelonca e cinquanta in un'altra, e li aveva nutriti con pane e acqua. Acab disse ad Abdia: «Va' per il paese, verso tutte le sorgenti e tutti i ruscelli; forse troveremo dell'erba e potremo conservare in vita i cavalli e i muli, e non avremo bisogno di uccidere parte del bestiame». Si spartirono dunque il paese da percorrere; Acab andò da una parte e Abdia dall'altra. Mentre Abdia era in viaggio, gli venne incontro Elia; e Abdia, avendolo riconosciuto, si prostrò con la faccia a terra, e disse: «Sei tu il mio signore Elia?» Quegli rispose: «Sono io; va' a dire al tuo signore: Ecco qua Elia». Ma Abdia replicò: «Che peccato ho mai commesso, ché tu dia il tuo servo nelle mani di Acab perché egli mi uccida? 1 re 18:1-16

 

Come si capisce dal titolo, parleremo di questo personaggio di nome Abdia, sovrintendente del palazzo del re Acab. Personaggio marginale nella storia raccontata, ma da cui possiamo trarne fuori degli esempi di comportamento sobrio e coerente che ognuno di noi può e deve prendere come modello. Prenderemo tre aspetti di quest’uomo, il primo ci viene dal suo nome, il secondo è la scrittura stessa che ce lo suggerisce, il terzo dal suo comportamento.

 

1)      ABDIA, ….  servitore del Signore.

Il nome Acab, significa “UN SERVITORE DEL SIGNORE”, e questo ci fa comprendere che la famiglia di provenienza era una famiglia che conosceva il Signore. Questo, anche se è un dettagli importante, nello stesso momento potrebbe voler dire poco se lui stesso non aggiungesse alla fine del v. 12 “ Eppure il tuo servo teme il SIGNORE fin dalla sua giovinezza”! detto ciò comprendiamo che quest’uomo era un servitore del Signore di nome e di fatto. Ciò deve farci riflettere su una semplice ma grande verità : Il Signore vuole credenti che non lo siano solo di nome ma di fatto. Questo servo di Dio, infatti, come lui stesso racconta ( e non lo fa per vantarsi) nel momento del bisogno e del pericolo, mette al sicuro ben cento profeti del Signore nascondendoli alla follia omicida della reggina Izebel, a costo della sua stessa incolumità. Il panorama del cristianesimo che ci si propone dinanzi ai nostri occhi oggi, non è dei più floridi, in quanto ci sono tanti credenti che vivono ai margini della chiesa, non facendo niente di tangibile per l’opera di Dio. Le scuse sono tante e per la maggior parte anche valide, ma non so se potrebbero reggere al vaglio della luce del Signore. Dio vuole un popolo impegnato in prima linea, disposto a darGli non il superfluo ma quello che costa  “Ma il re rispose ad Arauna: «No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al SIGNORE, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla». Davide comprò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento; costruì là un altare al SIGNORE e offrì olocausti e sacrifici di riconoscenza. Così il SIGNORE fu placato verso il paese, e il flagello cessò d'infierire sul popolo” (2Samuele 24:24-25). I grandi servitori di Dio, compresi quelli che rimangono nell’ombra dell’anonimato, sono quelli che sono disposti a sacrificare qualcosa della loro vita, per la Sua opera. Non aspettiamoci risvegli o piogge di nuova pentecoste, fino a quando il nostro essere cristiani è ricco di debolezza abulica, e fino a quando la tiepidezza sarà la quotidianità espressa con una lode stanca e incapace di superare le barriere che il nemico ci pone quotidianamente davanti. Forse è giunto il momento di cominciare a gridare al Signore con tutte le nostre forze, di incominciare a fare digiuni e preghiere, di rivedere alcune nostre posizioni che davamo per scontate. Forse è giunto il momento che rompiamo l’ampolla del prezioso olio profumato, per spargerlo ai piedi di Gesù (Luca 7:37-38), l’ampolla dell’adorazione.

 

2)      ABDIA, …. uomo molto timorato del Signore.

Sempre al v.3 viene detto di Abdia:  “Abdia era molto timorato del SIGNORE”. È molto significativo quel molto, come a dire che non basta essere timorati dal Signore ma che bisogna esserlo molto. Certamente comprendiamo che non tutti possono raggiungere le alte vette dell’essere molto timorati, ma almeno dovremmo sforzarci di attuare il minimo richiesto ad ogni credente. Domandiamoci, cosa vuol dire essere timorati di Dio? Certamente comprendiamo che non vuol dire avere paura, ma sostanzialmente avere rispetto verso Dio e tutto ciò che lo riguarda. Un uomo timorato è colui che è scrupoloso nell’onestà, moralmente irreprensibile, rigoroso nella coscienza, rispettoso verso Dio e la sua santità, che fa di tutto per piacere a Dio e non agli uomini. Un uomo molto timorato, è un uomo che non usa mezze misure, ma che è pronto a donarsi totalmente per il Signore e la sua opera. Ricordiamoci che il nostro entusiasmo per il Signore e l’ opera sua, deve essere di gran lunga superiore all’entusiasmo dei nemici dell’evangelo, perché se non è cosi non otterremo nessuna vittoria, e il nemico avrà sicuramente la meglio sulla nostra vita spirituale. Un Pietro, un Paulo, uno Stefano, e tanti altri grandi martiri della fede, non avrebbero mai conquistato la corona della gloria, se non fossero stati disposti a essere “molto” timorati dal Signore, se non fossero stati disposti a mettere Dio al primo posto, a discapito anche della loro stessa vita. Domandiamoci, quanto amiamo veramente Dio e l’opera sua? Quanto siamo timorati del Signore, se veramente lo siamo? Quanto siamo disposti ad osare per il Signore? Quanto siamo disposti a sacrificare per il Signore? Forse è giunto il momento che lasciamo veramente le reti per seguire veramente Gesù (Luca 5:10-11), o forse dobbiamo renderci conto che fino a quando restiamo seduti al nostro banco delle imposte (Luca 5:27), non stiamo ubbidendo prontamente alla chiamata di Gesù.

 

3)      ABDIA, …. Uomo fedele a Dio.

Di quest’uomo viene detto anche che era sovrintendente del palazzo del re Acab e della reggina Izebel. Questi due personaggi risaltano nel panorama biblico per la loro malvagità e per le molteplici azioni scellerate contrarie ad ogni legge divina. Chiediamoci, ma cosa ci fa un uomo molto timorato di Dio, al fianco di soggetti simili?

Non sarebbe stato meglio allontanarsi da loro per meglio servire il Signore. Sicuramente pensiamo anche noi che forse sarebbe stato meglio così, ma dobbiamo renderci conto che un fedele servitore di Dio, le è in ogni momento, in ogni luogo e in ogni situazione, a volte come una palma solitaria nel deserto di questo mondo, ma sicuramente utile a Dio. Non possiamo trincerarci dietro inaccettabili  scuse come non ho tempo, non mi trovo nell’ambiente giusto, o nessuno attorno a me mi aiuta, per restare indifferenti e immobili, di fronte al dilagare del male. C’è un’opera da svolgere che sei chiamato a fare e solo tu puoi farla, nessun’altro può svolgerla al tuo posto. Elia ha fatto ben altro e con grande potenza, ma Abdia era chiamato a fare qualcosa di differente, in modo meno appariscente, ma pur sempre gradito a Dio. Ogni uomo di Dio si distingue sempre per qualcosa quando si dispone per il Signore, sia nelle grandi che nelle cose piccole, ma sicuramente preziose agli occhi Suoi. Forse sei il solo cristiano nel tuo posto di lavoro? La Dio ti chiama ad essere un uomo fedele. Forse stai soffrendo perché sei il solo convertito nella tua famiglia, la il Signore ti chiama ad essere un uomo fedele. Caro fratello, se l’esempio di Abdia ti sembra poco , pensa allora a Giuseppe alla corte di faraone (Genesi 41:41); oppure Daniele alla corte del re Nebucadnetsar (Daniele 2:48); Mardoccheo dietro la porta del re Assuero (Ester 2:19); i santi del Signore nella casa di Cesare (Filippesi 4:22). Pensi forse che Dio ti abbia affidato ben poca cosa? Dio dice: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”(Matteo 25:21).

 

   CONCLUSIONE

Qualcuno forse penserà che dopotutto questo Abdia non era un grande esempio da seguire, in quanto nella storia descritta egli mostra un nonché di paura all’ordine del profeta Elia. Ricordiamoci che essere uomini di Dio non vuol dire essere super uomini con super poteri, ma normali uomini con tutte le limitazioni che ci accompagnano. Anche il grande Elia ad un certo punto fugge quando Izebel lo perseguita minacciandolo di morte ( 1 Re 19: 1-3). Pertanto ricordiamoci che anche con le nostre debolezze, siamo chiamati ad essere fedeli e timorati servitori di Dio. Forse non vedrai quanto la tua umile e riservata testimonianza servirà allo sviluppo del Suo Regno, ma stanne certo che sicuramente lo sarà, come lo fu l’ubbidienza di Abdia all’ordine di Elia (1Re 18:16) , preludio alla potente manifestazione di Dio sul monte Carmelo. A Dio sia la gloria.