venerdì 11 novembre 2011

RINUNCIARE AGL'IDOLI

Gl'idoli delle nazioni sono argento e oro, opera di mano d'uomo. Hanno bocca e non parlano; hanno occhi e non vedo­no... Siano simili a loro quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.
Salmo 135:15-18

Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità. Giovanni 4:24

Sapete qual è stato il cambiamento fondamenta­le nella vita dei credenti della Bibbia? La rinuncia agl'idoli. Abramo ha lasciato il suo paese e i suoi parenti, ma anche gl'idoli che la sua famiglia
adorava (Genesi 12:1-3; Giosuè 24:2). Mosè rice­vette da Dio questo comandamento: "Io sono il SIGNORE, il tuo Dio... Non avere altri dèi oltre a me" (Esodo 20:1-3).
In effetti, l'idolatria è una costante nella storia dei popoli. Sono stati adorati idoli fabbricati da uomini, ma anche le forze della natura, gli astri, gli animali. Oggi ci si prostra davanti al denaro, al potere, alle star dello sport e dello spettacolo... Questi sono gl'idoli dei tempi moderni.
Anche il nostro "io" può diventare un idolo che prende volentieri il posto di Dio.
La fede, al contrario, sì confida in un Dio che non vede, perché "Dio è spirito" (Giovanni 4:24); ma sa che "le sue qualità invisibili.., si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue" (Romani 1:20). La fede rinuncia a volersi rappre­sentare Dio e crede alla sua Parola. Tommaso, il discepolo di Gesù, non voleva credere che il Signore fosse risuscitato, fino a quando non lo vide di persona; e "Gesù gli disse: Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Giovanni 20:29).
Questa beatitudine la potete conoscere fin da subito, trovando la pace con Dio e la certezza di avere, nella sua casa celeste, un posto col Signo­re Gesù.

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Da Buddha alla vera Luce


Sebbene nel cantone svizzero dove sono nato, il Vallese, il vino scorre a fiumi, io avevo sete! Ero assetato di conoscere la vita e il suo senso, di capire la verità e lo scopo della mia esistenza. Cercavo di placare questa mia sete con la lettura dei filosofi, gli “amanti della sapienza”, secondo l’etimologia.
Ma più leggevo, più ero confuso. Ogni autore affrontava nuove questioni e contraddiceva il suo predecessore. Anche quando iniziai la carriera lavorativa, mi perseguitavano le domande primordiali dell’origine della vita, del suo senso e della vita dopo la morte.
Nel novembre del 1987, quando lavoravo nel settore di borsa di una banca ginevrina, arrivò il crollo finanziario. Tutto d’un colpo mi fu chiaro che il denaro non offre alcuna sicurezza, così decisi di smettere e di abbandonare tutto: il mio posto di lavoro, la mia casa, i miei amici.
Le uniche cose che ancora possedevo erano una borsa da viaggio, un biglietto aereo per Hong Kong, il passaporto, un assegno turistico … e tanto tempo per riflettere.
Dopo la scoperta dei filosofi, volevo cominciare a studiare le religioni e non dai libri, ma direttamente sul posto. Così feci la conoscenza dell’islam, dell’ebraismo e dell’induismo, ma fu il buddismo ad incantarmi maggiormente.
Pieno di entusiasmo, cominciai a partecipare alle lezioni che il Dalai Lama teneva a Darmsala, nel nord dell’India. Mi feci iniziare alla meditazio e da monaci giapponesi, coreani e tibetani.

Testimonianza di Orsola