Queste sono le foto dell'evangelizzazione che abbiamo fatto il 24/06/2012.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce(Gesù), affinché tutti credessero per mezzo di lui. Giovanni 1:7
sabato 30 giugno 2012
venerdì 29 giugno 2012
SII PREMUROSO
“… che vi amiate
gli uni gli altri, come io ho amato voi” Giovanni 15:12
Quando Gesù c’invita ad amarci gli uni
gli altri, lo intende nel significato del termine Greco: “allevare con cura”.
Pensa a una madre con il proprio figlio: il suo amore è costante e il suo
desiderio maggiore è che il figlio possa prosperare sotto ogni aspetto.
Obietterai: “Non si dovrebbe trovare quel tipo d’amore altrove, ad esempio
nella propria casa?” “No!”. Dietro una facciata di sicurezza e indipendenza,
molte, tra le persone che conosci, hanno un bisogno disperato di ricevere cure
particolari e d’essere apprezzati e valorizzati. Un servitore di Dio scrisse: “Molte
persone sono entrate nel mio cuore perché hanno creduto in me quando avevo
perso ogni speranza. Mi hanno ascoltato senza giudicarmi, e mi hanno amato
incondizionatamente, anche quando non ero ben disposto nei loro confronti.
Senza di loro non avrei mai ottenuto la speranza necessaria per realizzare i
miei sogni”. Ora, non sei chiamato a essere come quella bambina che, un giorno,
rientrando a casa dalla chiesa, annunciò: “Nel futuro voglio essere come quell’uomo
che ha parlato dal pulpito oggi”. La mamma, felicissima, chiese: “Vuoi dire che
vorresti entrare nel ministero?” “No!”, rispose la bambina, “Un giorno voglio
essere io a dire alla gente quello che deve fare!” Lungi da noi questo
pensiero! Alcuni vogliono l’autorità per correggere gli altri e impartire le
cosiddette “critiche costruttive”, ma, purtroppo, la maggior parte delle persone
non ha bisogno di un critico ma di un incoraggiatore. Se ti curi di loro in
modo premuroso, essi stessi ricercheranno e ascolteranno le tue parole di
saggezza. Goethe disse: “La correzione fa molto ma l’incoraggiamento fa molto
di più.” Pensa all’incoraggiamento di queste parole e proclamale. “La sofferenza del cuore abbatte l’uomo, ma
la parola buona lo rallegra” (Proverbi 12:25).
lunedì 25 giugno 2012
UNA DOMANDA A CUI RISPONDERE
...Chi dicono gli uomini che io, il Figlio dell'uomo,
sia?... Simon Pietro, rispondendo, disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente"
(Matteo 16:13-16)
La domanda è la seguente: "Che cosa pensate dì Gesù
Cristo?" Ecco una domanda molto seria, effettivamente la più importante
di tutte le domande e, soprattutto, alla quale trovare una risposta. Cosa
pensate di Gesù? È una persona di fiducia, che merita il vostro amore? Dio è
per voi o contro di voi? Molte persone, che si dicono cristiane, non vedono altro,
in Gesù, che un uomo migliore degli altri, un martire per la causa di Dio, un
grande modello e il fondatore della religione dell'amore. Altri lo chia mano
Salvatore, ma pretendono di aggiungere le proprie opere alla sua. Essi sperano
che, quando avranno fatto del loro meglio, Gesù farà il resto. Anche questi
sono pensieri pretenziosi ed offensivi per Gesù Cristo, che non è il nostro
servo, ma il nostro perfetto Signore e Salvatore.
Altri ancora riconoscono volentieri il Signore Gesù come
l'autore della salvezza, il Salvatore del
mondo, ma non hanno con Lui alcuna relazione personale e le loro vite ne danno una chiara dimostrazione. A che cosa potranno servire simili opinioni il giorno in cui bisognerà rendere conto a Dio del proprio operato? Un credente convinto non è per niente imbarazzato nel dare la seguente risposta: "Gesù è il mio Salvatore, il mio Signore, il mio Maestro, if mio potente Amica, il mio Pastore, il mio portavoce davanti a Dio. Egli è la mia unica ragione di vita, la speranza della mia felicità".
COSA RISPONDERAI TU?
mondo, ma non hanno con Lui alcuna relazione personale e le loro vite ne danno una chiara dimostrazione. A che cosa potranno servire simili opinioni il giorno in cui bisognerà rendere conto a Dio del proprio operato? Un credente convinto non è per niente imbarazzato nel dare la seguente risposta: "Gesù è il mio Salvatore, il mio Signore, il mio Maestro, if mio potente Amica, il mio Pastore, il mio portavoce davanti a Dio. Egli è la mia unica ragione di vita, la speranza della mia felicità".
COSA RISPONDERAI TU?
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sabato 23 giugno 2012
UNA PAROLA PER GLI ANSIOSI
“Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose”
Luca 10:41
La preoccupazione agisce come un ladro poiché ci deruba della gioia che Dio desidera farci godere ogni giorno. Fondamentalmente tutte le nostre preoccupazioni possono riassumersi in due concetti:
a) temiamo di non ottenere ciò di cui abbiamo bisogno e
b) abbiamo paura di perdere quanto già abbiamo.
Marta era una donna ansiosa e lo dimostrò quando Gesù, invitato, si fermò a cenare nella sua
casa. Preoccupata, si affaticava in cucina mentre la sorella Maria stava seduta ad ascoltare Gesù. A un certo punto, Marta travolta dalla frustrazione, chiese: “Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia
lasciata sola a servire? …” (v. 40). Quando ci lasciamo sopraffare dall’ansia dimentichiamo chi sia il servitore e chi il Signore. Nota in questa storia, tre considerazioni:
1) Marta era impegnata a servire, ma questa occupazione non la faceva gioire. Sicuramente voleva
compiacere a Gesù ma quest’opera era diventata più importante del rapporto che aveva con Lui. Probabilmente questo è già successo anche a te!
2) Satana non fece uscire Marta dalla cucina ma le fece perdere di vista il motivo per cui si trovava lì. Satana non ti aizzerà contro la chiesa ma farà sì che tu ti concentri su te stesso. Non ti toglierà il ministero ma insinuerà che tu stai lavorando troppo, per di più, senza essere apprezzato.
3) Dio dà più valore ai tuoi atteggiamenti che alle tue azioni. “Fate ogni cosa senza mormorii …” (Filippesi
2:14). Un atteggiamento negativo sminuisce o rovina il dono che offri a Dio. Gesù disse: “Marta … una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la cosa buona” (Luca 10:41,42). Che cosa scelse? Sedersi
ai piedi di Gesù. Egli predilige una devozione sincera piuttosto che gli atteggiamenti petulanti di quanti si lamentano.
Pensaci!
mercoledì 20 giugno 2012
La prova della Sua potenza
Testimonianza di guarigione dalla sclerosi a placche
Desidero raccontare un miracolo, e questo miracolo è
avvenuto sul mio corpo! Ciò in risposta alla preghiera, dopo che ebbi ricevuto
le istruzioni giuste in riguardo alla guarigione divina.
Tutto ciò che riceviamo da Dio ci viene accordato per la Sua
grazia, in risposta alla fede. Ero malata di sclerosi a placche da circa
quindici anni; non potevo camminare senza inciampare e cadere. Ero quasi tutto
il giorno seduta su una sedia a rotelle e spesso mi ero fratturata le ossa.
Credevo fermamente che Dio mi avrebbe guarita. Dal punto di vista umano, non vi
era alcuna speranza di guarigione per me, ma ciò poco importava! La guarigione
mi sarebbe venuta da Dio, al quale niente è impossibile (Luca 1:37).
La mia chiesa non insegna la guarigione divina, ma la
Bibbia lo fa. Se anche la chiesa della quale sei membro non insegna la
guarigione divina, ricordati che la Bibbia l'insegna.
«per le sue lividure
noi abbiamo avuto guarigione » ( Isaia 53:5). « Ecco, la mano dell'Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo
orecchio troppo duro per udire » ( Isaia 59:1). Oh! Egli può esaudire la
tua preghiera in questo preciso istante. In Ebrei 13 :8 si legge : « Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in
eterno ». Non è capitato anche a te che un testo della Bibbia diviene
all'improvviso vivente ai tuoi occhi? Leggendo il verso agli Ebrei compresi
senza ombra di dubbio che Gesù, è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Lessi in
seguito il testo in cui Mosè disse a Dio: “
Ecco, quando sarò andato dai figliuoli d'Israele e avrò detto loro : L'Iddio
dei vostri padri m'ha mandato da voi, se essi mi dicono: Qual è il suo nome?
che risponderò loro? Iddio disse a Mosè: « Dirai così ai figliuoli d'Israele:
L'Io sono m'ha mandato da voi »” (Esodo 3:13-14). Queste parole mettono Dio
al presente; Egli non è mai esistito al passato; Egli è sempre l'Iddio
dell'Oggi. Lessi in seguito che
«Dio non ha riguardo
alla qualità delle persone » (Atti 10:34).
Allora pregai così: « Signore, se Gesù Cristo è lo stesso
ieri, oggi e in eterno; s'Egli non ha riguardo alla qualità delle persone; se
è per le Sue lividure che siamo guariti, allora la guarigione è per me ». La
Bibbia c'insegna anche che la fede viene da ciò che si ascolta, ciò che si
ascolta della Parola di Dio (Romani 10:17). Quando accettiamo Gesù come nostro
Salvatore personale riceviamo una misura di fede, ma se desideriamo acquisire
una fede maggiore, ciò è possibile solo attraverso la Parola di Dio.
La paralisi ghermiva sempre più il mio corpo. Un dottore
dichiarò che sarebbe venuto il giorno in cui sarei stata completamente cieca.
Proprio così; i nervi ottici interamente paralizzati mi portarono alla
completa cecità. Mi aggravai ulteriormente e fui costretta a ricoverarmi
nuovamente in ospedale. Un'ambulanza venne a prelevarmi per condurmi
all'ospedale. Durante il tragitto dissi agli infermieri:
«Avete dimenticato qualche cosa! ».
«Che cosa abbiamo dimenticato? ».
«Avete dimenticato di prendere le mie scarpe, risposi ».
« Ma, di grazia, che cosa se ne fa un malato paralizzato
come lei delle scarpe? ».
«Oh, sì, avrò bisogno delle scarpe! Uno di questi giorni il
Signore mi guarirà ed io le metterò per uscire dall'ospedale! ». Credevo con
tutto il cuore che Dio mi avrebbe guarita, ma non sapevo come appropriarmi di
questa guarigione.
Molti cristiani vennero a pregare per me e sono certa che
tutte le preghiere della mia famiglia e dei miei amici sono salite a Dio ed
Egli le ha ascoltate. Quando intercediamo con fede per qualcuno, Dio è attento
alla nostra preghiera; la risposta può tardare, ma verrà certamente.
Durante il mio soggiorno all'ospedale ebbi tre crisi di
cuore e un attacco. Ogni volta che dovevano mettermi sotto la tenda a ossigeno,
pensavo: « Qui c'è abbastanza posto per due: Gesù ed io! ». L'infermiere mi
diceva: « Non parlate, non dovete sciupare il vostro fiato ». In verità, non fa
bisogno di parlare a voce alta a Gesù! Pregavo col cuore e sentivo la Sua
presenza; sapevo che la risposta sarebbe venuta. Ecco qual'era la mia
preghiera: « O Signore, guariscimi perfettamente; non migliorare soltanto il
mio stato fisico. ma accordami una guarigione completa ». Ricordavo che Gesù
aveva detto all'uomo impotente: « Vuoi tu essere guarito? ». Ed io rispondevo a
questa domanda: « Sì, Signore, guariscimi completamente ».
Preparazione
spirituale alla guarigione
Il Signore mi mostrò molte cose. Per 25 anni avevo lavorato
nella mia chiesa ed ero veramente soddisfatta di me stessa, ma il Signore la
pensava differentemente! Un giorno Egli mi disse: « Ami tu il tuo prossimo come
te stessa? sempre? ».
« No, Signore, ammisi onestamente, come potrei? Vi sono
persone che non riesco neppure a sopportare! ».
Egli mi mostrò come potevo amarle attraverso l'amore di Gesù
Cristo.. Si può amare il prossimo attraverso il Suo amore. Se Gesù Cristo abita
in noi e noi in Lui, è possibile amare gli altri come Lui li ama. Il Signore ha
anche redarguito il mio dubbio, la mia paura e la mia incredulità, cose queste
che non avevo mai considerato come peccato. Durante tre mesi, Egli mi mostrò
travi che conservavo in me e che non erano secondo la Sua volontà.
Venne il giorno in cui divenni completamente paralizzata,
al punto che m'era impossibile fare la benché minima cosa. Tutto ciò che
potevo fare era di parlare a Gesù. Sapevo che il Signore era con me e quando
abbiamo la certezza che Egli è con noi possiamo sopportare tutte le delusioni
della vita. Un giorno mi copersero il viso con un drappo, pensando che fossi
morta. Potevo allora muovere ancora un pochino la mano; quando videro la mano
muoversi, si affrettarono a togliere il drappo.
Una fede inamovibile
Non cessavo di chiedere a tutti coloro che venivano a farmi
visita di portarmi le scarpe. Nessuno osava rispondermi, perché tutti
credevano che non avrei mai più avuto bisogno né di vestiti e né di scarpe. Non
era colpa loro, perché non conoscevano Cristo come il Grande Medico. Tutti i
giorni tornavo a ripetere la stessa domanda.
Il primario entrò un giorno nella stanza dove mi trovavo e
mi disse: « Geltrude, desidererei sapere che attitudine hai, sinceramente con
te stessa ». La notte precedente avevo sofferto tremendamente la sete a causa
di numerosi spasmi che producevano una sete intollerabile; ma nessuno mi aveva
dato acqua, per timore che soffocassi. E al presente, la domanda del dottore.
Gli risposi onestamente che non desideravo trovare
nell'ospedale una sistemazione definitiva, non più di ogni altro paziente.
« Che cosa intendete fare, mi chiese allora ».
« Mi vedo camminare con le scarpe ai piedi, risposi io ».
« O, mi dispiace di avervi fatto questa domanda! Purtroppo
le vostre condizioni non potranno mai migliorare ».
« Secondo voi non potrò mai guarire, ma non avete
considerato il mio Signore'. Uno di questi giorni, Egli mi guarirà ed io
camminerò con le scarpe ai piedi ».
La sua risposta fu: « Avete dell'immaginazione! ».
Egli non credeva nella Bibbia, ma io avevo visto una visione
per fede, proprio come Abramo aveva visto una visione, quando partì per un
paese straniero.
Chiesi un giorno agli infermieri di portarmi fuori sotto gli
alberi del parco; sapevo che c'erano gli alberi, perché li avevo ammirati
durante i miei precedenti soggiorni nell'ospedale, quando potevo ancora
camminare con la sedia a rotelle. L'infermiere capo mi rispose: « Geltrude,
non hai considerato che per far questo ci sarebbe bisogno di molti uomini per
trasportarti con tutto il letto e tutto ciò di cui hai bisogno. Ciò non è
possibile ».
« Sì, convenni io e ritirai la domanda ».
La risposta divina
Un giorno ebbi la visita di una credente che si chiama
Beatrice. Ella mi chiese:
« Credi tu che Dio può guarirti e vuoi che preghi per te?
Risposi affermativamente alle sue domande e pregai io stessa brevemente.
Mentr'ella stava per lasciare la stanza, intesi una voce udibile dirmi: « E'
per te che ho mandato quella sorella ».
Ero fuori di me, perché non avevo alcun mezzo per
riconoscerla dato ch'ero cieca. Chiesi subito alla malata vicina al mio letto
di chiamarmi quella signora. Quando infine ella fu nuovamente al mio
capezzale le dissi: « Dio mi ha parlato e mi ha detto ch'Egli vi ha mandato a
me ».
Beatrice mi rispose: « Sono felice che mi abbiate
richiamata. Ero un giorno sola nel Maryland, quando Iddio mi chiese di venire
a Las Vegas, nel Nevada, e di visitare tutti i reparti degli incurabili e di
chiedere a ciascuno di loro se credeva che Dio può guarire e desiderava che
pregassi per lui. Dio mi disse che un giorno una donna avrebbe riconosciuto
ch'era Dio che mi aveva inviato a lei. Ero quasi sfiduciata per tutte le
risposte vaghe e negative che ogni giorno ho ricevuto alle mie domande: «
Credete che Dio può guarirvi e desiderate che preghi per voi? ».
Oh, come sorto felice che Beatrice abbia obbedito a Dio e
non abbia esitano ad attraversare gli stati da un capo all'altro per
adempiere la Sua volontà! Una volta ch'ella ebbe saputo per chi doveva
pregare, ella si mise a digiunare senza nutrimento e senz'acqua e, malgrado il
calore intollerabile, ella obbedì al Signore. Ogni sera, veniva a pregare per
me all'ospedale, e ogni giorno il mio stato peggiorava. Il primo luglio era
venuta per la preghiera la prima volta, e il 4 luglio le dissero che in
famiglia stavano facendo tutti i preparativi per il mio interramento, dato
che la mia fine era prossima.
Quella sera, quando arrivò al mio capezzale, ella mi chiese:
« Credi tu ancora che il Signore può guarirti? ».
La mia risposta fu « Sì! ». Ella insistette: « Che può
farlo anche in questo momento? ». Nuovamente le risposi affermativamente.
Allora ella disse: « Bisogna che tu ti renda conto che ti resta poco da
vivere e che perciò è necessario che tu sia guarita questa sera o mai più ».
Ella soggiunse: « Se ti portassi un bicchiere d'acqua fresca e lo ponessi
vicino al tuo letto, credi tu che se tu lo bevessi appagherebbe la sete
terribile che ti attanaglia? ».
« Oh, risposi, è facile a credere questo! ».
Ella riprese: « Eppure se ti porto un bicchiere d'acqua
fresca e lo poso vicino al tuo letto, ma tu non lo bevi, tu credi ancora
ch'esso possa appagare la tua sete, ma continuerai ad avere sete, perché non
hai bevuto l'acqua. Ecco la tua posizione in riguardo alla guarigione divina:
credi che Dio possa guarirti, ma manca il contatto della fede. E'
indispensabile che tu accetti la guarigione in modo definitivo, esattamente
come hai accettato Cristo quale tuo Salvatore personale. Vi sono moltissimi
peccatori che credono che Gesù è morto per i loro peccati e ch'Egli è risorto
dai morti, ma restano peccatori perché non accettano la salute per se
medesimi. La stessa cosa fai tu in riguardo alla guarigione divina. Tu credi
che Dio possa guarirti, ma è indispensabile che tu afferri la guarigione
divina in questo preciso momento. Ecco la vere fede ». Oh, Dio conosce le
intenzioni dei nostri cuori; Egli conosce la nostra condizione spirituale;
Egli conosce altresì la nostra statura spirituale. Egli sa se, crediamo
realmente nella Sua grandezza e nella Sua potenza.
Beatrice mi chiese in seguito di alzare le mani e di
pregare. Io elevai a Dio il mio cuore ed il solo dito che potevo ancora muovere
e dissi al Signore: « Signore, io prendo la mia guarigione in questo istante,
la prendo come il bicchiere l'acqua, io l'accetto, io credo, ma ho paura ».
In verità, non v'è posto per la paura. La paura è l'indice
dell'incredulità. Io dissi a Dio: « Ho timore che Tu mi chieda qualche cosa che
io non possa fare. Ho timore di non poter compiere tutto ciò che tu mi
chiederai ».
Fu allora che il Signore mi parlò in maniera udibile: « Va a
dire che Dio ti ha guarita. Va verso coloro che credono nella guarigione
divina e verso coloro che non ci credono, verso coloro che si fanno beffe e dì
loro che Dio ti ha guarita». Io risposi: «Sì, Signore, io andrò».
In quel momento vidi Gesù a fianco al mio letto e vedendo
Lui potevo vedere tutta la camera: Egli aveva ristorato la mia vista! Debbo
qui precisare che vidi Gesù interamente, eccettuato il viso che non era che
una luce risplendente. Egli mi toccò con le Sue dita e mi guarì interamente. Mi
hanno spesso chiesto: « Che cosa hai sentito in quel momento? ». Ho sentito un
fuoco attraversarmi tutta a partire dalla testa attraverso tutto il corpo, che
era stato fino in quel momento come un pezzo di ghiaccio. Il calore divino circolò
in tutto il mio essere e cominciai a sentire le mie ossa scricchiolare, perché
i miei muscoli erano come il cemento; le mie mani ed i miei piedi erano
contorti e deformati ed il mio corpo non era che un arco.
Le mie ossa mi fecero male quando il Signore le raddrizzò,
ma poco importava il dolore, perché i miei occhi erano fissi su Gesù. Quando
abbiamo gli occhi fissi su Gesù, la sofferenza non ha importanza. Quella sera
Egli mi disse molte cose. Egli mi ordinò di restare all'ospedale tre giorni e
tre notti affinché potessi testimoniare a tutti che Dio m'aveva guarita e parlare
della salvezza che si trova in Lui. Gesù mi disse: « Non ti mando alla tua vita
di prima. Tu non potrai più vivere la vita di prima. Io ti presto la vita
affinché tu testimoni di Me. Io avrò cura di te ».
Molti credenti mi hanno chiesto: « Che cosa hai detto a
Gesù? ». Vi assicuro che quando siamo nella presenza di Gesù, non si può dire
niente. Si ascolta soltanto ciò ch'Egli ha da dirci, ogni fibra del corpo e
tesa per udire, e le Sue parole non si dimenticano più.
Una testimonianza dal
vero è efficace
Per alcuni istanti dopo la visione di Gesù restai nel letto,
avevo un po' di timore di dire che Gesù mi aveva guarita. Non ero preparata a
dirlo e le persone non erano preparate ad ascoltarlo. In verità, la città di
Las Vegas non era preparata a vedere la manifestazione di Dio.
Qualcuno mi aveva infine portato un paio di scarpe; mi alzai
e le calzai. In seguito qualcuno mi ha chiesto se era stato difficile per me
camminare dopo tanto tempo di immobilità. « Oh! No! Quello che era difficile
era di restare sulla terra, tanto potente era l'unzione di Dio su di me ». Mi pareva
di fluttuare e ciò per qualche settimana, e camminavo sulla punta dei piedi.
Uscii nell'ingresso. Nel vedermi, uno dei malati alzò le mani al cielo e
gridò: « Gloria a Dio! Guardate ciò che il Signore ha fatto per Geltrude! ».
Le persone che erano nel corridoio caddero in ginocchio quando mi videro e si
misero a pregare; gridarono a Dio nel vedere la manifestazione della Sua
potenza sul corpo di una malata interamente paralizzata e che al presente
camminava davanti ai loro occhi.
Andai nella sala delle infermiere; non volevo far loro del
male, ma due di esse svennero quando videro il mio viso. Fu necessario
distenderle sulle barelle. In seguito mi dissero che prima della guarigione il
mio viso era completamente scolorito e sfigurato dalla malattia e che due borse
si erano formate sotto i miei occhi. Quando il Signore mi guarì, mi donò un
viso normale.
Dio diede molte prove della Sua potenza a coloro che mi
circondavano. Una di queste prove fu il mio letto. Quando qualcuno si
avvicinava e lo toccava sentiva come una scossa. Compresi che quando Gesù era
venuto a visitarmi per guarirmi, Egli aveva unto anche il letto e ciò per
lasciare una prova agli increduli.
L'indomani mattina, i dottori vennero per medicarmi una
piaga da decubito provocata dalla posizione infelice. Chiesi loro: « Siete
venuti per medicarmi? ». « E' il regolamento, fu la loro risposta ». Quale non
fu la loro meraviglia quando si accorsero che lan piaga era scomparsa e che la
parte malata era liscia come il palmo della mano. Essi esclamarono: E' questo
un autentico miracolo, perché la piaga era profonda e si poteva vedere l'osso.
La carne non può guarire così in fretta! ».
Gloria a Dio per la Sua opera perfetta e per le prove date
agli increduli! Alleluia! Ciò non si verificò in un luogo privato, ma in un
luogo pubblico, affinché le persone potessero constatare la manifestazione
della potenza di Dio. Dissi al direttore dell'ospedale che non sarei rimasta
che tre giorni e tre notti. Egli mi rispose: « Oh, no, voi dovete restare
trenta giorni e trenta notti in osservazione ». Io insistetti: « E'
impossibile, perché Gesù mi ha detto di restare soltanto tre giorni e tre notti
». Nel momento in cui mi trovavo a firmare le ultime carte, prima di uscire,
il telefono squillò, ma la sorella alzando il cornetto disse: « Attendete un
momento, perché se prendo la comunicazione il momento che Gesù ha detto a
Geltrude di andare sarà passato, ed io non voglio prendere su di me questa
responsabilità ».
Sì, essi tutti obbedirono a ciò che Gesù aveva comandato.
Molte cose avvennero in quei tre giorni e tre notti che
restai ancora nell'ospedale. Chiamarono mio figlio Tom e lo pregarono di
venire immediatamente all'ospedale. Era a Lui che avevano parlato e chiesto
di fare tutti i preparativi per il mio interramento. Io gli andai incontro
nella sala d'ingresso, quando lo vidi arrivare, e lo chiamai: « Tom, guarda
quel che il Signore ha fatto per me! Egli è venuto e mi ha guarito ». Qualcuno
mi disse: « Tom non può ascoltarvi. Ha subito uno choc troppo violento ». In
effetti, ci volle del tempo perché si riprendesse. « Lo choc lo ho avuto quando
ti vidi camminare, spiegò egli più tardi, perché non ti avevo mai visto
camminare prima d'allora. Ricordo sempre la nonna trasportare i tuoi piedi uno
avanti all'altro. Perché non mi hai detto che Gesù ti aveva guarita? ».
Avevo ancora il desiderio di uscire per vedere gli alberi
del parco. Voglio raccontarvi questo per mostrare come facilmente si può uscire
dalla volontà di Dio. Il Signore mi aveva detto di ristare nell'ospedale tre
giorni e tre notti; non mi aveva parlato di uscire; ma io desideravo vivamente
conoscere la gioia di respirare l'aria fresca. Uscii e andai sotto gli alberi
ed esclamai: «E' esattamente come pensavo! E' meraviglioso vedere gli alberi e
respirare l'aria fresca!». In quel momento un'infermiera mi toccò sulla spalla
e mi disse: «Che fate, qui? Non sapete che i corridoi sono pieni di malati che
desiderano vivamente vedervi camminare?».
Nell'udire quelle parole riconobbi che se ero uscita, era
soltanto pensando a me stessa che l'avevo fatto, ma nel contempo ero uscita
fuori della volontà di Dio. Gesù desiderava che rendessi testimonianza a tutte
quelle persone.
Rientrando nell'ospedale, vidi un uomo di colore seduto su
di una sedia a rotelle. Quando mi avvicinai a lui, egli mi chiese: «Non siete
voi la donna che è stata condotta diverse volte in questo ospedale su di una
sedia a rotelle e legata, affinché non cadesse?».
«Sì, sono io, risposi ».
«E non siete voi la malata che cadeva spesso dal letto
quando era in preda agli spasmi? ».
«Sì, sono io ».
«Non siete voi la donna cieca? insistette? Allora,
parlatemi del vostro Gesù, perché 'io non lo conosco». Oh, che grande benedizione
essere nella volontà di Dio e condurre un'anima a Lui!
Si riprodussero
avvenimenti biblici
Durante quei tre giorni nell'ospedale, fui testimone di quel
che è scritto in Marco 2:2: «E si radunò tanta gente che neppure lo spazio dinanzi
alla porta la poteva contenere. Ed Egli annunziava loro la Parola». La gente
riempiva le sale ed i corridoi giorni e notte; restavo fino alle due del mattino,
perché voleva vedere la manifestazione della potenza di Dio.
Quando abbiamo visto la realtà di Dio e compreso ch'Egli ci
ha visitati, desideriamo fare qualche cosa.
Che Dio usi questa testimonianza nella vita di tutti coloro
che la leggeranno. Gesù dice: «Tutto è possibile a colui che crede». « Codesta
specie di spiriti non si può far uscire in altro modo che con la preghiera ed
il digiuno » (Marco 9:23 e 29 Versione inglese).
Da « L' Appel du Maitre (Testimonianza abbreviata)
Tratto da Risveglio Pentecostale (Giugno 1974).
mercoledì 13 giugno 2012
UOMINI E DONNE DÌ DIO VALOROSI
“Tutti questi uomini, gente di guerra, … e anche tutto il rimanente d’Israele era unanime per proclamare re Davide” 1Cronache12:39
Gli “uomini
valorosi” di Davide stabilirono il suo governo in Israele. Allo stesso modo, tu
sei chiamato a sottometterti alla Signoria di Cristo e dimostrare al mondo come
vivere secondo le leggi e i benefici del Suo regno. Gesù non ti avrebbe
insegnato a pregare così: “… venga il tuo
regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra …”, se non
fosse una richiesta cui Dio risponde (Matteo 6:10).
Egli risponde
tramite persone come te. Desideri anche tu diventare un servo valoroso di Dio?
Proviamo a osservare l’esercito del re Davide e le sue qualità.
- COMPRESERO LA SITUAZIONE E L’AFFRONTARONO CON SAGGEZZA! “Dei figli d’Issacar, capaci di capire i tempi, in modo da sapere quel che Israele doveva fare …” (v. 33). Non sei chiamato a evitare il mondo o condannarlo, ma tenuto a dare il tuo contributo dicendo: “Ecco la soluzione che Dio propone al tuo problema”.Gesù ha promesso: “… io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno opporsi né contraddire” (Luca 21:15). Quando cammini con il Signore, non vedrai solo quello che ti circonda, Egli t’indicherà anche ciò che dovrai fare e qualora dovessi sbagliare strada, Egli ti ricondurrà sul retto sentiero. “… cercavano di andare in Bitinia [si parla di Paolo e Timoteo]; ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro” (Atti16:7). Quella notte Dio diede a Paolo una visione indicandogli di recarsi a predicare in Macedonia. Dio, inoltre, lo preavvertì della tempesta e delle gravi perdite che la nave su cui viaggiava avrebbe affrontato. Tristemente, nessuno gli diede ascolto (Atti 27:9-11). Nella storia di Giuseppe, Dio non solo gli spiegò come prepararsi per i sette anni di carestia, ma gli mostrò anche come poter prosperare e uscire più rafforzato da questa crisi. Molti di noi hanno scoperto, sulla propria pelle, che seguire stoltamente solo i consigli dell’uomo senza consultare il Signore, può costare molto caro. Non limitarti a vivere la tua esperienza spirituale solo la domenica in chiesa. La Bibbia dice: “Il SIGNORE infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza” (Proverbi 2:6).
Tratto
da “Gocce dal cielo”
sabato 9 giugno 2012
LE LENZUOLA SPORCHE...
Una giovane coppia di sposi novelli
andó ad abitare in una zona
molto tranquilla della città.
Una mattina, mentre bevevano il caffé,
la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra,
che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria.
Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina!
Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo...
Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola!
Il marito guardò e rimase zitto.
La stessa scena e lo stesso commento
si ripeterono varie volte,
mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento.
Dopo un mese, la donna si meravigliò
nel vedere che la vicina stendeva le sue lenzuola pulitissime,
e disse al marito:
Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato!
Chi le avrà fatto vedere come si fa?
Il marito le rispose: Nessuno le ha fatto vedere;
semplicemente questa mattina,
io mi sono alzato più presto e, mentre tu ti truccavi,
ho pulito i vetri della nostra finestra !
Così è nella vita!
Tutto dipende dalla pulizia della finestra
attraverso cui osserviamo i fatti.
Prima di criticare,
probabilmente sarà necessario osservare
se abbiamo pulito a fondo il nostro cuore
per poter vedere meglio.
Allora vedremo più nitidamente la pulizia del cuore del vicino....
CHIESA ADI CONEGLIANO: Testimonianze Pentecostali
CHIESA ADI CONEGLIANO: Testimonianze Pentecostali: AGLI INIZI DEL SECOLO Nell'autunno del 1900 fu inaugurata una Scuola Biblica a Topeka, Kansas. Quaranta studenti si riunirono col solo...
IL DISCEPOLATO
“Chi non prende la sua croce … non può essere
mio discepolo” Luca 14:27
Brenda Goodine
racconta: “Un giorno una mia amica pensò che fosse arrivato il momento di
invitare suo figlio, un bambino vivace di quattro anni, ad accettare Gesù nel
suo cuore. “Benji”, gli chiese in tono pacato, “Vorresti ricevere Gesù nel tuo
cuoricino?” Benji alzò i suoi occhioni azzurri e rispose con fare serioso: “No!
Non credo di volermi assumere questa responsabilità”. Forse non gradirai né ti
soddisferà questa risposta, ma, per lo meno, puoi ammirarne l’onestà. Egli non
pensava solo ai benefici del discepolato, bensì alle responsabilità che questa
condizione avrebbe comportato. Qualcuno, profondamente colpito, ne parlò così: “Sforziamoci
di pensare che la nostra chiamata, in questa vita, sia quella di compiacere a
Dio”. Prima di ogni azione, parola o atteggiamento
prova a chiederti: “Ciò che sto per fare piacerà a Dio?” Facendolo, pensi che
la tua vita sarebbe diversa? Che influenza avrebbero le tue decisioni sulla
vita altrui? Gesù disse: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me,
non può essere mio discepolo.” Le croci non si costruivano per viverci sopra ma
per morirci. Ogni mattina quando ti alzi, guardati allo specchio e ripeti a te
stesso: “Oggi sei chiamato a morire all’auto indulgenza, all’egoismo e al voler
metterti in mostra”. Tom Landry, l’allenatore dei Dallas Cowboys, una volta
disse: “Il compito di un allenatore di calcio è di far fare ai suoi uomini ciò
che non vogliono, per farli diventare ciò che hanno sempre sognato d’essere”.
Questa è l’essenza del discepolato. Gesù ha, inoltre, detto che se non sei
disposto al sacrificio, non “puoi” essere Suo discepolo.
Tratto da “Gocce
dal cielo”
venerdì 8 giugno 2012
SENTIRSI COME A CASA ALLA PRESENZA DI DIO
“Signore, tu sei stato per noi un rifugio d’età in età” Salmi 90:1
Alla fine del giorno è bello rientrare in un luogo familiare, un posto dove, in libertà, togliersi le scarpe e girare in vestaglia senza pensare ai giudizi altrui. Parimenti, parlando con rispetto e riverenza, possiamo provare lo stesso sentimento trovandoci alla presenza di Dio.
Con il tempo puoi imparare ad accostarti a Lui per chiedere forza, protezione e guida. Il Signore desidera che ti senta a tuo agio quando sei alla Sua presenza e che Lo senta costantemente a te vicino.
Spesso pensiamo a Dio più come a un’entità spirituale di cui parlare, piuttosto che a una dimora cui tendere. Egli desidera che Lo percepiamo come Colui in cui “viviamo, ci muoviamo e siamo …” (Atti 17:28).
Quando l’Eterno condusse i figli d’Israele nel deserto, non si presentava solo una volta al giorno per poi scomparire nel nulla. Al contrario, la colonna di fuoco era presente tutta la notte e la nuvola di fumo ne faceva le veci durante il giorno. Il Signore non ci lascia mai; Gesù l’ha promesso: “… io sono con voi tutti i giorni …”
(Matteo 28:20). Il salmista così si esprime: “Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita …” (Salmi 27:4). “Che bello!”, dirai certamente tu, “Anche a me piacerebbe dimorare nella casa del Signore, ma purtroppo vivo in un mondo tragicamente reale”. Non è così! È sufficiente una semplice tua decisione e ti troverai all’istante alla presenza del Signore. Non devi cambiare l’indirizzo di casa, bensì il tuo modo di percepire le cose. Devi dire a te stesso che ovunque tu vada e qualunque cosa tu debba affrontare: “Egli è con me!”.
mercoledì 6 giugno 2012
SEI UN INTERPRETE
“Le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente”
Giovanni 5:19
Gesù agiva da interprete, infatti, riceveva il Suo messaggio dal
Padre per poi spiegarlo a quanti lo circondavano. Egli udiva una
voce che altri non riuscivano a sentire e si comportava di conseguenza.
Ti ricordi l’episodio in cui i discepoli turbati Gli ponevano
continue domande sull’uomo cieco dalla nascita? Egli, invece, era
tranquillo poiché sapeva che questa situazione avrebbe rivelato la
potenza di Dio (Giovanni 9:3). Rammenti il brano in cui tutti erano
distrutti e disperati per la morte di Lazzaro? Anche in quel caso
Gesù aveva conservato la calma e piuttosto che affrettarsi al capezzale
del Suo caro amico, disse: “Questa malattia non è per la
morte, ma è per la gloria di Dio” (Giovanni 11:4). Com’è possibile
raggiungere una comunione più intima di questa? Gesù dimorava
del continuo con il Padre. Come lo realizzava? Fin dall’alba si poneva
in preghiera e comunicava con Lui anche durante le ore della
notte quando tutti dormivano, estraniandosi dalle continue richieste
della folla, al fine di essere certo di compiere la volontà di Dio. Pensi
realmente che il Signore desideri la stessa cosa anche per te? Assolutamente
sì! Paolo dichiara che siamo “… predestinati a essere
conformi all’immagine del Figlio suo …” (Romani 8:29). Un tale stile
di vita è promesso, non garantito, infatti, ha un prezzo. Sei pronto a
pagarlo? Giovanni scrive: “Quel che abbiamo visto e udito, noi lo
annunciamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con
noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù
Cristo” (1 Giovanni 1:3). Solo quando avrai vissuto alla presenza di
Dio e avrai “visto e udito”, allora sarai in grado di parlare di Gesù in
modo tale che le persone stesse vorranno ascoltarti
sabato 2 giugno 2012
ANDREMO ALLA DERIVA?
“…..attaccato alla
parola sicura”. Tito 1:9
Bisogna che ci
applichiamo ancora di più alla cose udite, per timore di essere trascinati
lontano da esse. Ebrei 2:1
Su una spiaggia della Norvegia è stato trovato un tronco
d'albero che aveva attraversato l'Oceano Atlantico. Dalla sua specie si è
potuto. infatti verificare che proveniva dal Sud America e che era dovuto
cadere in Amazzonia, nei pressi della frontiera orientale del Perù o della
Colombia. Aveva così compiuto un viaggio di più di diecimila chilometri, prima
trasportato
dal grande fiume, poi alla deriva attraverso l'oceano, in
balia delle correnti marine. Quel pezzo di legno inerte non aveva speso nessuna
energia, ma sottoposto alla sola forza degli elementi aveva finito il suo
viaggio arenandosi in quel luogo.
Tutti noi corriamo il rischio di essere trasportati alla
deriva da una corrente di insegnamenti falsi, da un miscuglio di opinioni
diverse su un fondo di cristianesimo (Efesini 4:14). Queste idee distruggono
quanto Dio ha stabilito per la nostra fede, esponendoci all'immoralità e a svariate
deviazioni. Le verità della Parola di Dio sono immutabili e sicura è la via che
ci tracciano. Se però ci lasciamo influenzare dalle idee del momento, potremmo
allontanarcene a poco a poco. Allora, insensibilmente, diminuirà la nostra
obbedienza alla Parola di Dio e comincerà la deriva che potrebbe spingerci a
comportarci come dei non credenti e a disonorare il Nome del Signore.
Per rappresentare il credente chiamato a resistere alla
corrente del mondo, la Bibbia usa la figura evocatrice del pesce che ha pinne e
squame (Levitico 11:9, 10). Che sappiamo andare contro corrente e rimanere
impermeabili alla influenze che potrebbero trascinare via noi ed i nostri
figli!
edizioni il messaggero cristiano -
www.messaggerocristiano.it
venerdì 1 giugno 2012
NON DOBBIAMO ESSERE DEGLI INGRATI
"Entrate nelle sue porte con ringraziamento e nei suoi
cortili con lode, celebratelo, benedite il suo nome. Poiché l'Eterno è buono;
la sua benignità dura in eterno e la sua fedeltà per ogni età"
(Salmi 100:4, 5)
Quando capita una catastrofe in qualche luogo, ci sono
sempre delle persone che rendono Dio responsabile. Si pensa molto meno, invece,
a lodarLo e a ringraziarLo per tutte le grazie di cui è il donatore.
Dobbiamo riflettere più spesso sui molteplici doni che Dio
ci fa. Anziché lamentarci di quello che ci manca o di quello che non va,
proviamo a contare i Suoi benefici; non potremo far altro che confermare:
"Dio e amore".
Tutte le meraviglie che i nostri occhi ammirano in questa
creazione dì una ricchezza straordinaria, non sono la prova della bontà di Dio
che dura in eterno? Contempliamo 'i paesaggi magnifici, i fiori dai 1000
colori, gli animali dagli istinti sorprendenti, tutto quello che costituisce
l'incanto della natura, tutto questo proviene dalla sapienza e dalla potenza
del Creatore che dobbiamo ammirare e ringraziare. Egli ha dotato l'uomo di
facoltà che gli permettono di conoscerLo e di essere in relazione con Lui. Il
nostro respiro, le nostre capacità intellettuali, i mezzi fisici di cui
disponiamo, i nostri affetti, tutto viene dal Dio che è amore.
Inoltre, il maggiore di tutti i Suoi doni, non è forse
quello del Suo Figlio Gesù Cristo, morto sulla croce per salvare gli uomini?
Che ne faremo di quanto ci è stato offerto, l'accetteremo o lo rifiuteremo?
www.piuchevincitori.com
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