mercoledì 20 giugno 2012

La prova della Sua potenza


Testimonianza di guarigione dalla sclerosi a placche


Desidero raccontare un miracolo, e questo miracolo è avvenuto sul mio corpo! Ciò in risposta alla preghiera, dopo che ebbi ricevuto le istruzioni giuste in riguardo alla guarigione di­vina.
Tutto ciò che riceviamo da Dio ci viene accordato per la Sua grazia, in risposta alla fede. Ero malata di scle­rosi a placche da circa quindici anni; non potevo camminare senza inciampa­re e cadere. Ero quasi tutto il giorno seduta su una sedia a rotelle e spesso mi ero fratturata le ossa. Credevo fermamente che Dio mi avrebbe guarita. Dal punto di vista umano, non vi era alcuna speranza di guarigione per me, ma ciò poco importava! La guarigione mi sarebbe venuta da Dio, al quale niente è impossibile (Luca 1:37).
La mia chiesa non insegna la guari­gione divina, ma la Bibbia lo fa. Se anche la chiesa della quale sei mem­bro non insegna la guarigione divina, ricordati che la Bibbia l'insegna.
«per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione » ( Isaia 53:5). « Ecco, la mano dell'Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire » ( Isaia 59:1). Oh! Egli può esaudire la tua preghiera in questo preciso istante. In Ebrei 13 :8 si legge : « Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno ». Non è capitato anche a te che un testo del­la Bibbia diviene all'improvviso viven­te ai tuoi occhi? Leggendo il verso agli Ebrei compresi senza ombra di dubbio che Gesù, è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Lessi in seguito il testo in cui Mosè disse a Dio: “ Ecco, quando sa­rò andato dai figliuoli d'Israele e avrò detto loro : L'Iddio dei vostri padri m'ha mandato da voi, se essi mi dico­no: Qual è il suo nome? che risponderò loro? Iddio disse a Mosè: « Dirai co­sì ai figliuoli d'Israele: L'Io sono m'ha mandato da voi »” (Esodo 3:13-14). Queste parole mettono Dio al pre­sente; Egli non è mai esistito al pas­sato; Egli è sempre l'Iddio dell'Oggi. Lessi in seguito che
«Dio non ha ri­guardo alla qualità delle persone » (At­ti 10:34).
Allora pregai così: « Signore, se Ge­sù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eter­no; s'Egli non ha riguardo alla qualità delle persone; se è per le Sue lividure che siamo guariti, allora la guarigione è per me ». La Bibbia c'insegna anche che la fede viene da ciò che si ascolta, ciò che si ascolta della Parola di Dio (Romani 10:17). Quando accettiamo Gesù come nostro Salvatore personale riceviamo una misura di fede, ma se desideriamo acquisire una fede mag­giore, ciò è possibile solo attraverso la Parola di Dio.
La paralisi ghermiva sempre più il mio corpo. Un dottore dichiarò che sarebbe venuto il giorno in cui sarei stata completamente cieca. Proprio co­sì; i nervi ottici interamente paraliz­zati mi portarono alla completa ceci­tà. Mi aggravai ulteriormente e fui co­stretta a ricoverarmi nuovamente in ospedale. Un'ambulanza venne a prele­varmi per condurmi all'ospedale. Du­rante il tragitto dissi agli infermieri:
«Avete dimenticato qualche cosa! ».
«Che cosa abbiamo dimenticato? ».
«Avete dimenticato di prendere le mie scarpe, risposi ».
« Ma, di grazia, che cosa se ne fa un malato paralizzato come lei delle scarpe? ».
«Oh, sì, avrò bisogno delle scar­pe! Uno di questi giorni il Signore mi guarirà ed io le metterò per uscire dall'ospedale! ». Credevo con tutto il cuore che Dio mi avrebbe guarita, ma non sapevo come appropriarmi di que­sta guarigione.
Molti cristiani vennero a pregare per me e sono certa che tutte le preghiere della mia famiglia e dei miei amici so­no salite a Dio ed Egli le ha ascoltate. Quando intercediamo con fede per qualcuno, Dio è attento alla nostra pre­ghiera; la risposta può tardare, ma verrà certamente.
Durante il mio soggiorno all'ospeda­le ebbi tre crisi di cuore e un attacco. Ogni volta che dovevano mettermi sot­to la tenda a ossigeno, pensavo: « Qui c'è abbastanza posto per due: Gesù ed io! ». L'infermiere mi diceva: « Non parlate, non dovete sciupare il vostro fiato ». In verità, non fa bisogno di parlare a voce alta a Gesù! Pregavo col cuore e sentivo la Sua presenza; sapevo che la risposta sarebbe venuta. Ecco qual'era la mia preghiera: « O Si­gnore, guariscimi perfettamente; non migliorare soltanto il mio stato fisico. ma accordami una guarigione comple­ta ». Ricordavo che Gesù aveva detto all'uomo impotente: « Vuoi tu essere guarito? ». Ed io rispondevo a questa domanda: « Sì, Signore, guariscimi completamente ».

Preparazione spirituale alla guarigione
Il Signore mi mostrò molte cose. Per 25 anni avevo lavorato nella mia chiesa ed ero veramente soddisfatta di me stessa, ma il Signore la pensava differentemente! Un giorno Egli mi disse: « Ami tu il tuo prossimo come te stessa? sempre? ».
« No, Signore, ammisi onestamente, come potrei? Vi sono persone che non riesco neppure a sopportare! ».
Egli mi mostrò come potevo amarle attraverso l'amore di Gesù Cristo.. Si può amare il prossimo attraverso il Suo amore. Se Gesù Cristo abita in noi e noi in Lui, è possibile amare gli altri come Lui li ama. Il Signore ha anche redarguito il mio dubbio, la mia paura e la mia incredulità, cose queste che non avevo mai considerato come peccato. Durante tre mesi, Egli mi mostrò travi che conservavo in me e che non erano secondo la Sua vo­lontà.
Venne il giorno in cui divenni com­pletamente paralizzata, al punto che m'era impossibile fare la benché mi­nima cosa. Tutto ciò che potevo fare era di parlare a Gesù. Sapevo che il Signore era con me e quando abbiamo la certezza che Egli è con noi possia­mo sopportare tutte le delusioni della vita. Un giorno mi copersero il viso con un drappo, pensando che fossi morta. Potevo allora muovere ancora un pochino la mano; quando videro la mano muoversi, si affrettarono a togliere il drappo.

Una fede inamovibile
Non cessavo di chiedere a tutti co­loro che venivano a farmi visita di portarmi le scarpe. Nessuno osava ri­spondermi, perché tutti credevano che non avrei mai più avuto bisogno né di vestiti e né di scarpe. Non era colpa loro, perché non conoscevano Cristo come il Grande Medico. Tutti i giorni tornavo a ripetere la stessa domanda.
Il primario entrò un giorno nella stanza dove mi trovavo e mi disse: « Geltrude, desidererei sapere che atti­tudine hai, sinceramente con te stes­sa ». La notte precedente avevo sofferto tremendamente la sete a causa di numerosi spasmi che producevano una sete intollerabile; ma nessuno mi aveva dato acqua, per timore che sof­focassi. E al presente, la domanda del dottore.
Gli risposi onestamente che non de­sideravo trovare nell'ospedale una si­stemazione definitiva, non più di ogni altro paziente.
« Che cosa intendete fare, mi chiese allora ».
« Mi vedo camminare con le scarpe ai piedi, risposi io ».
« O, mi dispiace di avervi fatto questa domanda! Purtroppo le vostre con­dizioni non potranno mai migliorare ».
« Secondo voi non potrò mai guarire, ma non avete considerato il mio Signore'. Uno di questi giorni, Egli mi guarirà ed io camminerò con le scar­pe ai piedi ».
La sua risposta fu: « Avete dell'im­maginazione! ».
Egli non credeva nella Bibbia, ma io avevo visto una visione per fede, pro­prio come Abramo aveva visto una vi­sione, quando partì per un paese stra­niero.
Chiesi un giorno agli infermieri di portarmi fuori sotto gli alberi del parco; sapevo che c'erano gli alberi, perché li avevo ammirati durante i miei precedenti soggiorni nell'ospeda­le, quando potevo ancora camminare con la sedia a rotelle. L'infermiere ca­po mi rispose: « Geltrude, non hai considerato che per far questo ci sarebbe bisogno di molti uomini per traspor­tarti con tutto il letto e tutto ciò di cui hai bisogno. Ciò non è possibile ».
« Sì, convenni io e ritirai la do­manda ».

La risposta divina
Un giorno ebbi la visita di una cre­dente che si chiama Beatrice. Ella mi chiese:
« Credi tu che Dio può guarirti e vuoi che preghi per te? Risposi affer­mativamente alle sue domande e pre­gai io stessa brevemente. Mentr'ella stava per lasciare la stanza, intesi una voce udibile dirmi: « E' per te che ho mandato quella sorella ».
Ero fuori di me, perché non avevo alcun mezzo per riconoscerla dato ch'ero cieca. Chiesi subito alla malata vicina al mio letto di chiamarmi quel­la signora. Quando infine ella fu nuo­vamente al mio capezzale le dissi: « Dio mi ha parlato e mi ha detto ch'Egli vi ha mandato a me ».
Beatrice mi rispose: « Sono felice che mi abbiate richiamata. Ero un giorno sola nel Maryland, quando Id­dio mi chiese di venire a Las Vegas, nel Nevada, e di visitare tutti i reparti degli incurabili e di chiedere a ciascu­no di loro se credeva che Dio può gua­rire e desiderava che pregassi per lui. Dio mi disse che un giorno una donna avrebbe riconosciuto ch'era Dio che mi aveva inviato a lei. Ero quasi sfiducia­ta per tutte le risposte vaghe e nega­tive che ogni giorno ho ricevuto alle mie domande: « Credete che Dio può guarirvi e desiderate che preghi per voi? ».
Oh, come sorto felice che Beatrice abbia obbedito a Dio e non abbia esi­tano ad attraversare gli stati da un ca­po all'altro per adempiere la Sua vo­lontà! Una volta ch'ella ebbe saputo per chi doveva pregare, ella si mise a digiunare senza nutrimento e senz'ac­qua e, malgrado il calore intollerabile, ella obbedì al Signore. Ogni sera, ve­niva a pregare per me all'ospedale, e ogni giorno il mio stato peggiorava. Il primo luglio era venuta per la pre­ghiera la prima volta, e il 4 luglio le dissero che in famiglia stavano facen­do tutti i preparativi per il mio inter­ramento, dato che la mia fine era prossima.
Quella sera, quando arrivò al mio capezzale, ella mi chiese:
« Credi tu ancora che il Signore può guarirti? ».
La mia risposta fu « Sì! ». Ella insi­stette: « Che può farlo anche in questo momento? ». Nuovamente le risposi af­fermativamente. Allora ella disse: « Bi­sogna che tu ti renda conto che ti re­sta poco da vivere e che perciò è ne­cessario che tu sia guarita questa se­ra o mai più ». Ella soggiunse: « Se ti portassi un bicchiere d'acqua fresca e lo ponessi vicino al tuo letto, credi tu che se tu lo bevessi appagherebbe la sete terribile che ti attanaglia? ».
« Oh, risposi, è facile a credere que­sto! ».
Ella riprese: « Eppure se ti porto un bicchiere d'acqua fresca e lo poso vi­cino al tuo letto, ma tu non lo bevi, tu credi ancora ch'esso possa appagare la tua sete, ma continuerai ad avere se­te, perché non hai bevuto l'acqua. Ec­co la tua posizione in riguardo alla guarigione divina: credi che Dio possa guarirti, ma manca il contatto della fede. E' indispensabile che tu accetti la guarigione in modo definitivo, esatta­mente come hai accettato Cristo quale tuo Salvatore personale. Vi sono mol­tissimi peccatori che credono che Ge­sù è morto per i loro peccati e ch'E­gli è risorto dai morti, ma restano pec­catori perché non accettano la salute per se medesimi. La stessa cosa fai tu in riguardo alla guarigione divina. Tu credi che Dio possa guarirti, ma è in­dispensabile che tu afferri la guarigio­ne divina in questo preciso momento. Ecco la vere fede ». Oh, Dio conosce le intenzioni dei nostri cuori; Egli cono­sce la nostra condizione spirituale; Egli conosce altresì la nostra statura spiri­tuale. Egli sa se, crediamo realmente nella Sua grandezza e nella Sua po­tenza.
Beatrice mi chiese in seguito di al­zare le mani e di pregare. Io elevai a Dio il mio cuore ed il solo dito che potevo ancora muovere e dissi al Si­gnore: « Signore, io prendo la mia gua­rigione in questo istante, la prendo co­me il bicchiere l'acqua, io l'accetto, io credo, ma ho paura ».
In verità, non v'è posto per la paura. La paura è l'indice dell'incredulità. Io dissi a Dio: « Ho timore che Tu mi chieda qualche cosa che io non possa fare. Ho timore di non poter compiere tutto ciò che tu mi chiederai ».
Fu allora che il Signore mi parlò in maniera udibile: « Va a dire che Dio ti ha guarita. Va verso coloro che cre­dono nella guarigione divina e verso coloro che non ci credono, verso colo­ro che si fanno beffe e dì loro che Dio ti ha guarita». Io risposi: «Sì, Signo­re, io andrò».
In quel momento vidi Gesù a fian­co al mio letto e vedendo Lui potevo vedere tutta la camera: Egli aveva ri­storato la mia vista! Debbo qui preci­sare che vidi Gesù interamente, eccet­tuato il viso che non era che una luce risplendente. Egli mi toccò con le Sue dita e mi guarì interamente. Mi hanno spesso chiesto: « Che cosa hai sentito in quel momento? ». Ho sentito un fuo­co attraversarmi tutta a partire dalla testa attraverso tutto il corpo, che era stato fino in quel momento come un pezzo di ghiaccio. Il calore divino cir­colò in tutto il mio essere e cominciai a sentire le mie ossa scricchiolare, per­ché i miei muscoli erano come il ce­mento; le mie mani ed i miei piedi erano contorti e deformati ed il mio corpo non era che un arco.
Le mie ossa mi fecero male quando il Signore le raddrizzò, ma poco im­portava il dolore, perché i miei occhi erano fissi su Gesù. Quando abbiamo gli occhi fissi su Gesù, la sofferenza non ha importanza. Quella sera Egli mi disse molte cose. Egli mi ordinò di restare all'ospedale tre giorni e tre notti affinché potessi testimoniare a tutti che Dio m'aveva guarita e par­lare della salvezza che si trova in Lui. Gesù mi disse: « Non ti mando alla tua vita di prima. Tu non potrai più vivere la vita di prima. Io ti presto la vita affinché tu testimoni di Me. Io avrò cura di te ».
Molti credenti mi hanno chiesto: « Che cosa hai detto a Gesù? ». Vi as­sicuro che quando siamo nella presen­za di Gesù, non si può dire niente. Si ascolta soltanto ciò ch'Egli ha da dir­ci, ogni fibra del corpo e tesa per udire, e le Sue parole non si dimenticano più.

Una testimonianza dal vero è efficace
Per alcuni istanti dopo la visione di Gesù restai nel letto, avevo un po' di timore di dire che Gesù mi aveva gua­rita. Non ero preparata a dirlo e le persone non erano preparate ad ascoltarlo. In verità, la città di Las Vegas non era preparata a vedere la manife­stazione di Dio.
Qualcuno mi aveva infine portato un paio di scarpe; mi alzai e le calzai. In seguito qualcuno mi ha chiesto se era stato difficile per me camminare dopo tanto tempo di immobilità. « Oh! No! Quello che era difficile era di restare sulla terra, tanto potente era l'unzione di Dio su di me ». Mi pareva di flut­tuare e ciò per qualche settimana, e camminavo sulla punta dei piedi. Uscii nell'ingresso. Nel vedermi, uno dei ma­lati alzò le mani al cielo e gridò: « Glo­ria a Dio! Guardate ciò che il Signore ha fatto per Geltrude! ». Le persone che erano nel corridoio caddero in gi­nocchio quando mi videro e si misero a pregare; gridarono a Dio nel vedere la manifestazione della Sua potenza sul corpo di una malata interamente pa­ralizzata e che al presente camminava davanti ai loro occhi.
Andai nella sala delle infermiere; non volevo far loro del male, ma due di esse svennero quando videro il mio viso. Fu necessario distenderle sulle barelle. In seguito mi dissero che pri­ma della guarigione il mio viso era completamente scolorito e sfigurato dalla malattia e che due borse si era­no formate sotto i miei occhi. Quando il Signore mi guarì, mi donò un viso normale.
Dio diede molte prove della Sua po­tenza a coloro che mi circondavano. Una di queste prove fu il mio letto. Quando qualcuno si avvicinava e lo toccava sentiva come una scossa. Com­presi che quando Gesù era venuto a visitarmi per guarirmi, Egli aveva un­to anche il letto e ciò per lasciare una prova agli increduli.
L'indomani mattina, i dottori ven­nero per medicarmi una piaga da de­cubito provocata dalla posizione infe­lice. Chiesi loro: « Siete venuti per me­dicarmi? ». « E' il regolamento, fu la loro risposta ». Quale non fu la loro meraviglia quando si accorsero che lan piaga era scomparsa e che la parte ma­lata era liscia come il palmo della mano. Essi esclamarono: E' questo un autentico miracolo, perché la piaga era profonda e si poteva vedere l'osso. La carne non può guarire così in fretta! ».
Gloria a Dio per la Sua opera per­fetta e per le prove date agli incredu­li! Alleluia! Ciò non si verificò in un luogo privato, ma in un luogo pubbli­co, affinché le persone potessero con­statare la manifestazione della poten­za di Dio. Dissi al direttore dell'ospe­dale che non sarei rimasta che tre gior­ni e tre notti. Egli mi rispose: « Oh, no, voi dovete restare trenta giorni e trenta notti in osservazione ». Io insi­stetti: « E' impossibile, perché Gesù mi ha detto di restare soltanto tre giorni e tre notti ». Nel momento in cui mi trovavo a firmare le ultime carte, pri­ma di uscire, il telefono squillò, ma la sorella alzando il cornetto disse: « Attendete un momento, perché se prendo la comunicazione il momento che Gesù ha detto a Geltrude di andare sarà passato, ed io non voglio pren­dere su di me questa responsabilità ».
Sì, essi tutti obbedirono a ciò che Gesù aveva comandato.
Molte cose avvennero in quei tre giorni e tre notti che restai ancora nel­l'ospedale. Chiamarono mio figlio Tom e lo pregarono di venire immediata­mente all'ospedale. Era a Lui che ave­vano parlato e chiesto di fare tutti i preparativi per il mio interramento. Io gli andai incontro nella sala d'in­gresso, quando lo vidi arrivare, e lo chiamai: « Tom, guarda quel che il Signore ha fatto per me! Egli è venu­to e mi ha guarito ». Qualcuno mi dis­se: « Tom non può ascoltarvi. Ha su­bito uno choc troppo violento ». In effetti, ci volle del tempo perché si riprendesse. « Lo choc lo ho avuto quando ti vidi camminare, spiegò egli più tardi, perché non ti avevo mai vi­sto camminare prima d'allora. Ricor­do sempre la nonna trasportare i tuoi piedi uno avanti all'altro. Perché non mi hai detto che Gesù ti aveva gua­rita? ».
Avevo ancora il desiderio di uscire per vedere gli alberi del parco. Voglio raccontarvi questo per mostrare come facilmente si può uscire dalla volontà di Dio. Il Signore mi aveva detto di ristare nell'ospedale tre giorni e tre notti; non mi aveva parlato di uscire; ma io desideravo vivamente conoscere la gioia di respirare l'aria fresca. Uscii e andai sotto gli alberi ed esclamai: «E' esattamente come pensavo! E' me­raviglioso vedere gli alberi e respi­rare l'aria fresca!». In quel momento un'infermiera mi toccò sulla spalla e mi disse: «Che fate, qui? Non sape­te che i corridoi sono pieni di malati che desiderano vivamente vedervi cam­minare?».
Nell'udire quelle parole riconobbi che se ero uscita, era soltanto pensan­do a me stessa che l'avevo fatto, ma nel contempo ero uscita fuori della volontà di Dio. Gesù desiderava che rendessi testimonianza a tutte quelle persone.
Rientrando nell'ospedale, vidi un uo­mo di colore seduto su di una sedia a rotelle. Quando mi avvicinai a lui, egli mi chiese: «Non siete voi la donna che è stata condotta diverse volte in questo ospedale su di una sedia a ro­telle e legata, affinché non cadesse?».
«Sì, sono io, risposi ».
«E non siete voi la malata che ca­deva spesso dal letto quando era in preda agli spasmi? ».
«Sì, sono io ».
«Non siete voi la donna cieca? insi­stette? Allora, parlatemi del vostro Ge­sù, perché 'io non lo conosco». Oh, che grande benedizione essere nella volon­tà di Dio e condurre un'anima a Lui!

Si riprodussero avvenimenti biblici
Durante quei tre giorni nell'ospeda­le, fui testimone di quel che è scritto in Marco 2:2: «E si radunò tanta gente che neppure lo spazio dinanzi alla porta la poteva contenere. Ed Egli annunziava loro la Parola». La gente riempiva le sale ed i corridoi giorni e notte; restavo fino alle due del mat­tino, perché voleva vedere la manife­stazione della potenza di Dio.
Quando abbiamo visto la realtà di Dio e compreso ch'Egli ci ha visitati, desideriamo fare qualche cosa.
Che Dio usi questa testimonianza nella vita di tutti coloro che la legge­ranno. Gesù dice: «Tutto è possibile a colui che crede». « Codesta specie di spiriti non si può far uscire in altro modo che con la preghiera ed il di­giuno » (Marco 9:23 e 29 Versione inglese).

Da « L' Appel du Maitre (Testimonianza abbreviata)

Tratto da Risveglio Pentecostale (Giugno 1974).

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