venerdì 30 marzo 2012

INDOTTI A PREGARE

“E pregate che la vostra fuga non avvenga d’inverno” (Matteo 24:20) 

Il Signore, guardando il complesso del tempio, prevede la crudeltà di quella guerra, ode le grida dei nemici e i gemiti dei vinti. Vede la città cadere, le fiamme elevarsi fino al cielo. Egli rivolge il pensiero a quegli attimi tragici, e vede un povero fuggiasco che scappa sotto la pioggia, con i vestiti bagnati e trafitti dal vento gelido. La compassione spinge Gesù a suggerire questa preghiera. Questo è il modo di agire di Dio, non il nostro. Noi ci soffermiamo volentieri sui risultati più spettacolari. Applaudiamo l’abile comandante e lodiamo il nobile coraggio. Parliamo di tutte queste cose importanti. Rimaniamo accecati dalla luce che celebra la vittoria. Il Signore guarda oltre. Egli scorge le case in rovina, gli orfani soli e affamati, le vedove dal cuore infranto. La distruzione di Gerusalemme avrebbe disperso gli ebrei in tutte le nazioni, per testimoniare di Dio e per aprire una strada all’Evangelo. Avrebbe portato con sé anche un cumulo di sofferenze che hanno mosso la Sua pietà. Questo principio è valido anche nelle piccole difficoltà della vita. Il dolore, la malattia, la morte sono finalizzati a un obiettivo ben preciso: adempiono sempre uno scopo di grazia per coloro che amano Dio. Nessun evento può nascondere al Signore un solo bisogno o privarci della Sua tenerezza. Qualunque cosa succeda, Egli ha sempre il tempo e il modo di prendersi cura di noi, con la Sua ineffabile compassione. Possa la certezza della cura amorevole del nostro Signore indurci a pregare con perfetta fiducia. Egli tiene in considerazione ogni debolezza e qualunque peso. Egli conosce tutte le difficoltà e gli ostacoli. Prega come Gesù ci ha insegnato, affinché le prove, che sono necessarie per la nostra crescita, non si accumulino per sopprimerti. Sicuramente Egli risponderà a questa supplica.