lunedì 27 febbraio 2012

Videotestimonianza di ENZA di Bari

Dissetiamoci dell'acqua viva .....

Io, il SIGNORE... farò del deserto uno stagno, della terra arida una terra di sorgenti, pianterò nel deserto il cedro, l'acacia, il mirto e l'olivo. Isaia 41:17-19


La primavera, nel Sahara occidentale del Marocco, è sempre secca anche se non particolarmente calda. Ma l'anno 2006 è stato eccezionale: la pioggia è caduta con abbondanza. Sotto l'effetto dell’umidità, alcune piante sono uscite dalla terra con rapidità incredibile, minuscoli fiori gialli sono spuntati su degli arbusti che sembravano secchi da tempo. Tutto è cambiato grazie a quella pioggia. Anche la nostra vita potrebbe assomigliare ad un deserto: relazioni che si esauriscono, aridità di cuore, ripiegamento su se stessi, pensieri negativi... Ci manca l'acqua che dà la vita. Più o meno coscientemente, noi abbiamo sete di quest'acqua viva e desideriamo un vero rinnovamento spirituale dove sperimentare compassione, perdono, amore vero. Ma dove trovare tutto questo? Non certo attingendo in noi stessi o ricorrendo alla saggezza umana, ma andando a colui che è il Vivente, andando a Gesù Cristo.

domenica 26 febbraio 2012

Parabola delle nozze Matteo 22:1-14



Gesù ricominciò a parlare loro in parabole, dicendo:

«Il regno dei cieli è simile a un re, il quale fece le nozze di suo figlio.
Mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze; ma questi non vollero venire.
Mandò una seconda volta altri servi, dicendo: "Dite agli invitati: Io ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono ammazzati; tutto è pronto; venite alle nozze".
Ma quelli, non curandosene, se ne andarono, chi al suo campo, chi al suo commercio;
altri poi, presero i suoi servi, li maltrattarono e li uccisero.
Allora il re si adirò, mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare la loro città.
Quindi disse ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni.
Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete".
E quei servi, usciti per le strade, radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu piena di commensali.
Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l'abito di nozze.
E gli disse: "Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?" E costui rimase con la bocca chiusa.
Allora il re disse ai servitori: "Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".
Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti».

sabato 25 febbraio 2012

OSSERVIAMO LE FORMICHE

Va', pigro, alla formica; considera il suo fare e diventa saggio! Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone; prepara il suo nutrimento nell'estate e immagazzina il suo cibo al tempo della mietitura. Proverbi 6:6-8


State saldi, incrollabili, sempre abbon­danti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. 1 Corinzi 15:58

Le formiche sono incessantemente al lavoro; cir­colano in tutte le direzioni, trasportano pagliuzze, resti di insetti morti, uova; le posano e vanno altrove senza ragione apparente. A volte si aiutano reciprocamente, ma spesso sí esauriscono nel tra­scinare da sole carichi troppo pesanti.
Eppure, l'incessante movimento delle formiche fa parte di una perfetta organizzazione ed ha uno scopo preciso: la vita del formicaio. Tutte hanno il loro compito: trasporto, sistemazione, controllo minuzioso dei materiali, eliminazione e allonta­namento dei materiali inadatti... Ognuna cono­sce il proprio lavoro e lo compie con precisione rivelando una saggezza sorprendente.
Così è della Chiesa del Signore, cioè l'insieme di tutti quelli che hanno creduto di cuore all'amore dí Dio rivelato ín Gesù Cristo. Ognuno prega, adora, serve il suo Maestro. Tutti insieme, e sotto­messi gli uni agli altri e al Signore, collaborano alla costruzione di un edificio spirituale, il "tempio di Dio". É la vera Chiesa, dove abita lo Spirito Santo, e Dio è conosciuto e adorato.
Un credente potrebbe essere scoraggiato dall'ap­parente futilità del suo impegno. Accetti la lezione delle formiche, "popolo senza forza" (Proverbi 30:25) e, per la fede, consideri quest'opera straor­dinaria che il Signore realizza, utilizzando il servi­zio, visibile o nascosto, di ognuno di quelli che lo amano. Verrà un giorno in cui ognuno riceverà la ricompensa per il lavoro svolto e Gesù Cristo sarà glorificato e ammirato nella sua Chiesa (2 Tessalo­nicesi 1:10).

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mercoledì 15 febbraio 2012

UNA PAROLA DURATURA


L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre». Isaia 40:8

Quanto è grande il nostro Dio, Egli ha messo tutto il suo impegno per circondarci di cose meravigliose. Se guardiamo i primi capitoli della Genesi, vediamo come si è preso cura di creare un abitat per l’uomo non solo idoneo, ma anche pieno di cose belle, varie e deliziose. Non ha trascurato i colori, non ha trascurato gli odori, tutto ciò che poteva risultare gradevole lo ha messo a disposizione dell’uomo. Prendiamo ad esempio un fiore, pur sapendo che dura pochissimo lo ha rivestito di una regalità, profumo e bellezza che non ha pari. Ha creato il microcosmo e il macrocosmo, ma sia nell’uno che nell’altro Dio ha messo un ordine magistrale che ogni volta il nostro occhio si posa su un telescopio o su un microscopio, non possiamo non meravigliarci della meticolosa perfezione che Dio ha messo nel creare tutto ciò.
Ringraziamo il nostro Dio per tutto ciò, ma ancor di più ringraziamolo perché ha messo a nostra disposizione la sua parola, quella parola che non invecchia, non appassisce e non muore, ma che dà vita eterna.
“ma la parola del Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata” (1Pietro 1:25)

lunedì 13 febbraio 2012

LA SAPIENZA DEL MONDO E LA SAPIENZA DI DIO 1Corinzi 1:17-31


Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perché la croce di Cristo non sia resa vana. Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; infatti sta scritto:
«Io farò perire la sapienza dei saggi
e annienterò l'intelligenza degli intelligenti».

Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose  disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché com'è scritto:
«Chi si vanta, si vanti nel Signore».
L’apostolo Paolo, iniziando la lettera ai Corinzi, come prima cosa affronta la divisione che c’era in atto tra di essi, in quanto si erano formate varie fazioni con vedute diverse e aventi come obbiettivo di appartenere a questo o a quel servitore di Dio, a questa o quella scuola di pensiero. Il passo citato, da subito fa comprendere che quel modo di pensare è errato, e che la pazzia della predicazione della croce, va ben aldilà  di piccole beghe umane senza senso e che alla fine portano solo divisioni e malcontenti. L’unico che va vantato è Dio e il suo meraviglioso piano di redenzione. Dal passo in questione, possiamo trarre dei punti che è buono fare risaltare.
1)      DIO ha in mente di annientare l’intelligenza e la sapienza degli uomini.
infatti sta scrittoIo farò perire la sapienza dei saggi
e annienterò l'intelligenza degli intelligenti». 1:19
Si dice giustamente che Dio ami il peccatore ma odia il peccato, e quanto a peccato, l’uomo non si è risparmiato nulla. Uno dei peccati che Dio odia è la glorificazione che l’uomo cerca in se stesso e nell’esaltazione del suo pensiero saggio e intelligente al fine di dire inconsciamente e anche volutamente “non ho bisogno di Dio”. Questo pensiero Dio non l’ha mai accettato e mai potrà accettarlo, Egli l’ha sempre combattuto con tutte le sue forze, perché come nostro creatore, sa quali sono i nostri limiti, e quali sono le nostre fragilità. Tante volte sentiamo degli illustri scienziati che dall’alto della loro sapienza e con aria di sufficienza dicono che Dio non esiste e che è solo un’invenzione umana, ebbene la fine di queste persone, se non si ravvedono, è decretata Io farò perire …”.
-        I saggi saranno confusi, saranno costernati, saranno presi; ecco, hanno rigettato la parola del SIGNORE; quale saggezza possono avere?” Geremia 8:9 Ancora Geremia, nel versetto citato, ribadisce lo stesso concetto, al di fuori della sapienza di Dio non può esserci sapienza.
-         Nel Salmo 94:11 leggiamo: “Il SIGNORE conosce i pensieri dell'uomo, sa che sono vani”.
Qual è lo strumento che Dio usa per distruggere e infrangere la sapienza umana? La pazzia della croce
-        Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio” 1:18. La semplice predicazione della salvezza nel Cristo offerto in croce come espiazione dei nostri peccati, diventa un macigno che spezza ogni pensiero dei sapienti di questo mondo, ma per noi esso è la potenza di Dio che ci libera da ogni peccato.



2)      DIO ha in mente di salvare l’uomo “con la pazzia della predicazione” .
Se è vero che Dio nella sua incommensurabile sapienza ha deciso di svergognare la falsa sapienza umana, è anche vero che, come abbiamo citato prima, Dio ama il peccatore e ha fatto di tutto e continua a fare in modo che egli venga a ravvedimento.
-        “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” Giovanni 3:16 . Nel versetto tanto conosciuto di Giovanni, viene espresso con forza il concetto di salvezza per l’uomo e quanto Dio vi abbia posto interessi sopra al punto che ha dato il suo unigenito figliolo e il tutto per fornire all’uomo vita eterna.
-        “In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!” Luca 10:21. Gesù stesso ribadisce lo stesso concetto, e non poteva essere diversamente in quanto non c’è divisione tra il Padre e Gesù, ci sono delle cose volutamente nascoste ai sapienti e agli intelligenti, ma rivelate ai piccoli. Se voglia afferrare le gradi verità della sapienza di Dio, è importanti riconoscerci piccoli, cioè non vanagloriosi di intelligenza e sapienza umana. Allora Dio ci svelerà il suo piano di redenzione per la nostra vita e ci farà partecipi della vita eterna.
-        Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio” Romani 5:1-2. L’apostolo Paolo fa risaltare un concetto importante al fine di ottenere salvezza “la fede”, la fede in Gesù Cristo è la chiave che ci apre la porta per la salvezza, ci fa ottenere giustificazione e ci da l’accesso alla grazia di Dio. Di questo possiamo e dobbiamo gloriarci, Dio un giorno ci darà l’accesso alla sua gloria eterna.
Ancora oggi, Dio dispensa salvezza verso l’uomo, utilizzando “la pazzia della predicazione”, la predicazione e la presentazione di Gesù il Salvatore.

3)      DIO ha in mente di compiacersi in noi.
Dio dopo averci aperto la porta alla salvezza, ci fa essere, senza per altro meritare tanto onore, degli strumenti per svergognare i sapienti e gli intelligenti di questo mondo “ma Dio ha scelto …”, Dio ha scelto proprio noi “le cose pazze del mondo” “le cose deboli del mondo” “le cose ignobili del mondo e le cose  disprezzate” “le cose che non sono”,  “per svergognare i sapienti” “per svergognare le forti” “, per ridurre al niente le cose che sono” con un unico scopo “perché nessuno si vanti di fronte a Dio” . Dio non ce l’ha con i sapienti e gli intelligenti, ma con l’arroganza che scaturisce dalle loro menti perverse, nessuno può e deve vantarsi di fronte a Dio, ciò che siamo è perché Dio lo ha voluto in noi e per noi (tranne la situazione di peccato). Riconoscersi piccoli e insufficienti, vuol dire riconoscere la grandezza di Dio e la nostra ubbidienza e sottomissione a Lui, allora Egli si compiace in noi e ci fa essere grandi in Gesù. Gesù stesso che quando entra a fare parte della famiglia umana sceglie volontariamente di vivere in umiltà e sottomissione a Dio Padre, la scrittura ci rivela che ci fu un momento che tutto viene messo in discussione per provarlo nell’ubbidienza “Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.” Ebrei 5:8-10. Dio vuole compiacersi in noi, ma come per Gesù, Dio vuole che impariamo l’ubbidienza e la vera sottomissione a Lui, che impariamo a vederci non con i nostri distorti occhi, ma con l’occhio di Dio, comprendendo quello che realmente siamo, piccoli e peccatori, ma salvati per grazia, scelti non per meriti, ma per la sua infinita indulgenza. Ora siamo in Cristo “Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” 1:30.

CONCLUSIONE
Ora siamo in Cristo, che gioia che onore, Dio ci ha fatti in Gesù suoi figlioli, ci ha donato la vita eterna, ma non deve farci inorgoglire, dobbiamo imparare a stare con i piedi a terra, dobbiamo sempre mettere al primo posto Lui il nostro Padre celeste. Vogliamo vantarci? Impariamo dalla scrittura «Chi si vanta, si vanti nel Signore». Non facciamo lo stesso errore dei Corinzi che hanno messo l’uomo su di un piedistallo, l’unico che va innalzato è solo Lui, il nostro Signore e Padre.
A Dio sia la lode.
                                                                        ACETO GIACOMO

sabato 11 febbraio 2012

"....predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio"

La sapienza del mondo e la sapienza di Dio     1Corinzi 1:17-31


Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perché la croce di Cristo non sia resa vana.
Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio;
infatti sta scritto:
«Io farò perire la sapienza dei saggi
e annienterò l'intelligenza degli intelligenti».

Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo?
Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione.
I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza,
ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia;
ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio;
poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili;
ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;
Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono,
perché nessuno si vanti di fronte a Dio.
Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione;
affinché com'è scritto:
«Chi si vanta, si vanti nel Signore».

GIONA E NINIVE, MESSAGGIO FUNESTO O MESSAGGIO DI GRAZIA?

La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona in questi termini: 'Alzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me". Giona 1:1, 2


Giona, ricevuto da Dio l'ordine di andare a Ninive per annunciare l'imminente giudizio di Dio, è indietreggiato ed è fuggito lontano dalla presenza del Signore. Forse ha pensato: Come posso io, che sono un Ebreo, presentarmi a quella popolosa e ricca città pagana e predicare contro i suoi abitan­ti? Dire loro che a causa della loro malvagità Dio li condannava e che dopo quaranta giorni li avreb­be sterminati? E se si pentissero, che figura farei?
Anche il cristiano, in questo mondo peccatore, ha il compito di proclamare che il giudizio di Dio è
decretato. "Dio... ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissa­to un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo che egli ha stabili­to, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitando­lo dai morti" (Atti 17:30, 31). Come Giona, anche noi a volte indietreggiamo davanti a questo com­pito che ci rende nemici del mondo. Ma se siamo convinti del terribile futuro destinato agli incre­duli, non possiamo non essere "spinti" ad avver­tirli.
Qualcuno potrebbe dire: "Se il giudizio deve veni­re, perché spaventare le persone in anticipo? Se è irrimediabile, lasciate che godano in pace quel poco che resta loro da vivere! Vi sono già abbastanza motivi di sofferenza in questo mondo...". Ma, facendo proclamare il suo prossimo giudizio, Dio agisce in grazia e spinge al pentimento. Gli abitanti di Ninive si ravvidero quando, finalmen­te, Giona andò a predicare in quella città e la distruzione preannunciata non avvenne. Giona sapeva che Dio poteva fare grazia; ma, non aven­do amore per loro, si irritò vedendo che la sua pro­fezia di giudizio non si era adempiuta.
Se il mondo ricevesse il Vangelo, tutti quelli che odono e credono il messaggio della grazia sareb­bero salvati. Non cessiamo di trasmettere agli altri il messaggio della grazia di Dio, e facciamolo con amore!

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giovedì 9 febbraio 2012

LETTERE DA INVIARE


"Siate benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo"(Efesini 4:32)
Era una lettera semplice e sincera, una lettera d'amore. Non appena sarebbe arrivata a destinazio­ne avrebbe reso felici due persone: Alcyra, che l'aveva scritta, e Benjamin, la persona a cui era destinata. Purtroppo, Idaír, la sorella di Alcyra, dimenticò di spedirla.
Quarant'anni dopo la lettera fu trovata in un cassetto, ma ormai Alcyra e Benjamín erano già anziani. Se la lettera fosse arrivata in tempo, si sarebbero sposati; ma poiché non arrivò, i due vissero amareg­giati e delusi pensando che il loro amore era finito. Una lettera che non arriva, una parola che non si pronuncia, un messaggio che non si dà, può causare a volte gravi confusioni, provocare una tragedia o far appassire due vite per sempre.
Molte volte un grave dissapore tra fidanzati, o peg­gio ancora, tra coniugi, non si risolve perché nessu­no osa pronunciare per primo il fatidico: "Perdonami!" Quest'unica parola vale piú di mille altre, e può avere piú effetto di tutto un intero discor­so. Per pronunciarla, però, dobbiamo deporre il nostro orgoglio e mettere da parte la nostra ostinazio­ne. L'alternativa sarebbe di non fare niente; ma, quan­do non si fa niente, non si risolve neanche niente.
Seguiamo il consiglio della parola di Dio, facciamo il possibile per superare ogni ostacolo. Se ci costa fatica riedificare i ponti rotti, chiediamo forza a Dio, Lui certamente ce la darà.

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martedì 7 febbraio 2012

CRISI IN CINESE

"Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed Io vi darò riposo" (Matteo 11 28)
Nella lingua cinese "WEI JI" significa "crisi". La parola è composta da due segni, uno vuole dire "pericolo" e l'altro "opportunità, chance". Grazie a questo simbolismo, possiamo spiegare, a grandi linee, il doppio aspetto della crisi.
Vorrei incoraggiarti a prestare attenzione alle solu­zioni adottate nei testi biblici. Nella parola di Dio, troviamo numerosi esempi di persone, famiglie, comunità e popoli che cadono in crisi. Incontriamo delle persone che tramite avvenimenti improvvisi, in parte però sviluppati tanto tempo prima, sono messi ín discussione, sconvolti, capovolti e atterriti, privati delle proprie forze e capacità. Alcuni dispe­rano, si avviliscono, crollano, vivono la crisi come pericolo. Molti altri invece, sperimentano il ristabi­limento, la guarigione, un nuovo orientamento mal­grado le debolezza e la predisposizione a ricadere. Ecco perché la crisi può rappresentare un'opportu­nità. Tutto ciò è collegato ad un cambiamento inte­riore e all'esperienza della Potenza e della guida di Dio come risorsa e come aiuto per il superamento della crisi. Da questo sorge paradossalmente l'espe­rienza del non perdersi, di non essere annientati nella personalità, ma di recuperare il senso della vita con gratitudine e con riconoscimento, trovando il vero senso della vita stessa.
La sofferenza deve essere portata, sopportata perché passi. Se è il mondo che la porta, allora va in rovi­na, se invece l'appoggia su Cristo, sarà superata, vinta da Lui. Così Cristo soffre al posto del mondo. Davanti al male, alla sofferenza, Gesù non si dà una spiegazione, ma l'affronta. Non distrugge la croce, ma l'accetta.

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Ti racconto la salvezza

domenica 5 febbraio 2012

Impossibilità per l'uomo di risolvere i suoi problemi

Ecclesiaste 9:1-10
 Sì, io ho applicato a tutto questo il mio cuore, e ho cercato di chiarirlo: che cioè i giusti e i saggi e le loro opere sono nelle mani di Dio; l'uomo non sa neppure se amerà o se odierà; tutto è possibile.  Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l'empio, il buono e puro e l'impuro, chi offre sacrifici e chi non li offre; tanto è il buono quanto il peccatore, tanto è colui che giura quanto chi teme di giurare. Questo è un male fra tutto quello che si fa sotto il sole: che tutti abbiano una medesima sorte; così il cuore dei figli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore mentre vivono; poi se ne vanno ai morti. Per chi è associato a tutti gli altri viventi c'è speranza; perché un cane vivo vale più di un leone morto. Infatti, i viventi sanno che moriranno; ma i morti non sanno nulla, e per essi non c'è più salario; poiché la loro memoria è dimenticata. Il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole.

Va', mangia il tuo pane con gioia, e bevi il tuo vino con cuore allegro, perché Dio ha già gradito le tue opere. Siano le tue vesti bianche in ogni tempo, e l'olio non manchi mai sul tuo capo. Godi la vita con la moglie che ami, per tutti i giorni della vita della tua vanità, che Dio ti ha data sotto il sole per tutto il tempo della tua vanità; poiché questa è la tua parte nella vita, in mezzo a tutta la fatica che sostieni sotto il sole. Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza.

LA PECORA SMARRITA Ezechiele 34:16

Chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere 1 Corinzi 10:12

Se qualcuno ha peccato, noi abbia­mo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo. 1 Giovanni 2:1


L'apostolo Pietro aveva servito fedelmente il suo Maestro. Con eccessiva fiducia nella pro­pria fedeltà aveva affermato davanti a Gesù di essere pronto ad andare con lui in prigione e persino alla morte (Matteo 26:31-35). Quando Gesù fu arrestato e condotto nella casa del sommo sacerdote per essere giudicato, Pietro lo seguì, sebbene da lontano; ma non appena una serva lo riconobbe, arrivò al punto di dire che quell'uomo, Gesù, non l'aveva mai conosciuto; e questo avvenne per ben tre volte, come il Signore gli aveva predetto!
A un certo momento Gesù, che aveva già prega­to per Pietro, si voltò verso di lui. Il suo sguardo sembrava dirgli: "Ti avevo prevenuto; tu mi hai rinnegato, ma io ti amo sempre". Nonostante il dolore, Gesù, che stava per dare la sua vita, si occupa di lui. Il suo sguardo spezza il cuore di Pietro che esce piangendo. Lacrime amare, ma preziose per Dio. Alcune ore dopo, Gesù è croci­fisso; il suo corpo viene deposto in una tomba, e il terzo giorno risuscita.
Da allora il Signore incontrò Pietro a varie ripre­se, lo perdonò e lo stabilì pastore del suo gregge (Giovanni 21:15-19).
La caduta di Pietro ci fa vedere che anche un credente che ama il Signore ha bisogno di Lui in ogni momento per essere preservato da passi falsi. Prestiamo dunque attenzione ai suoi avvertimenti, e cerchiamo di non aver troppa fiducia in noi stessi!

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venerdì 3 febbraio 2012

IL GIUSTO GIUDICE

“L’Eterno fa giustizia e ragione a tutti quelli che sono oppressi” (Salmo 103:6)

A tutti gli oppressi? Sopraffazione significa toccare con mano la brutalità dei più miseri e assistere a tutto ciò che è rivoltante e orribile: significa udire storie di viltà, di tradimento e di dolore. Potremmo chiederci se tutto sia veramente oscurità e confusione. La forza appare l’unico diritto, il profitto l’unico bene e la soddisfazione personale il solo scopo della vita. Grazie a Dio, però, le tenebre, il terremoto e il fuoco passano rapidamente, e con anima rapita sentiamo quella voce dolce e sommessa sussurrarci: “Non temere, va tutto bene. Dio vede tutto”. L’Eterno fa giustizia e ragione a tutti coloro che sono oppressi. Le cose non sono preda di una confusione senza regola: il mondo non è dominato da una cieca fatalità. “L’Eterno sedeva sovrano sul diluvio, anzi l’Eterno siede re in perpetuo” (Salmo 29:10). Da questa fiducia sgorga nuovamente un canto di lode. L’oppresso è come un fiume ostacolato da enormi massi, costretto a innumerevoli deviazioni e messo per un momento a tacere, ma, alla fine, riprenderà il proprio corso con maggiore vigore, e proclamerà: “Cantate a Dio, salmeggiate al suo nome, preparate la via a colui che cavalca attraverso i deserti: il suo nome è: l’Eterno, ed esultate dinanzi a lui. Padre degli orfani e difensore delle vedove è Iddio nella dimora della sua santità” (Salmo 68:4, 5).

LA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE

Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene... infatti, il bene che voglio non lo faccio... Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Romani 7:18, 24, 25

Nel giardino di Eden, l'albero della conoscenza del bene e del male era proibito. L'uomo, seb­bene fatto a somiglianza di Dio, è un essere limitato. Quando ha disubbidito, con l'illusio­ne di diventare come Dio, ha conosciuto il bene e il male, ma senza la capacità di com­piere sempre il bene e senza l'energia di evita­re sempre il male. Per questo è colpevole.
Ma Dio non ha abbandonato la sua creatura. La rivelazione che ha dato di Se stesso, fin dai tempi più remoti, doveva proprio servire a spingere l'uomo verso il bene, a ridargli la pos­sibilità di avere comunione col suo Creatore, se si fosse uniformato ai suoi pensieri e avesse ubbidito alle sue leggi.
La Parola scritta, venuta in seguito, è stata ed è tuttora una luce per l'essere umano, una guida indispensabile e insostituibile. Ma orizzonti straordinariamente più vasti nella conoscenza di Dio si sono aperti con la venuta di Cristo che ci ha rivelato l'amore di Dio per la sua creatura decaduta e il suo piano di salvezza "per grazia, mediante la fede" (Efesini 2:5). Chi crede al sacrificio di Cristo ha ora la possibilità di entrare con Dio in una relazione vivente ed eterna.
L'apostolo Paolo scriveva ai credenti della città di Filippi: "Prego... perché possiate apprezzare le cose migliori... ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio" (Filippesi 1:9-11).

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