lunedì 14 gennaio 2013

GRATIFICARE IL SIGNORE


 “… colui che mi giudica, è il Signore” (I Corinzi 4:4)


Si narra la storia di un giovane compositore che un giorno assistette all’esecuzione di un proprio brano musicale. Il pubblico era entusiasta e applaudiva con foga. Ma il giovane artista sembrava del tutto indifferente a quelle manifestazioni di consenso; teneva lo sguardo fisso su un uomo che si trovava nell’uditorio, e osservava ogni espressione che traspariva da quel volto. Era il suo maestro. Egli era interessato al minimo cenno di favore del suo insegnante, piuttosto che agli applausi scroscianti della folla. Anche nella vita di tutti i giorni dovremmo fissare il nostro sguardo sul volto di Cristo, preoccupandoci soltanto che Egli sia soddisfatto. Conta molto di più ciò che Egli pensa delle nostre azioni di tutti gli apprezzamenti o delle critiche espresse dal mondo che ci circonda. Se viviamo per ottenere la Sua approvazione, non saremo spaventati quando, nel gran giorno, tutte le nostre opere saranno rivelate. Il credente non è succube delle mode culturali o degli umori ideologici del momento; non è schiavo delle opinioni altrui; non è insicuro ed esitante al punto da ricercare l’approvazione del suo prossimo per ogni decisione che deve prendere. Tutti i rapporti che instauriamo con gli altri modificano, in parte, la nostra personalità. Per questo motivo, chi si confronta costantemente con quanti lo circondano e trova in loro un punto di riferimento sarà inevitabilmente legato a modelli che Dio non approva; chi, invece, conduce una vita in sintonia con la visione del Signore e plasmata sugli esempi forniti dalla Scrittura si mostra consapevole del fatto che ogni suo gesto è volto a gratificare il Signore, perché Egli soltanto è il giudice di ogni condotta. Alla fine dovremo tutti comparire davanti al trono di Dio e rimetterci al Suo giusto giudizio.