sabato 26 maggio 2012

IN PACE O PREOCCUPATI?


E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?
Non siate dunque in ansia per il domani. Matteo 6:27, 34

Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. I Pietro 5:7


Chi di noi non ha mai trascorso una giornata triste, tetra, a causa della preoccupazione per il domani che ci ha impedito di vivere pienamente il giorno d'oggi? Abbiamo allora l'impressione che tali giornate siano pesanti e inutili, e ne serbiamo un cattivo ricordo. Eppure, ogni giorno che Dio ci ha dato è prezioso e importante.
Non possiamo dire che ci siano delle giornate inutili per la nostra vita. No! Ogni giorno ha il suo motivo di essere. Nella sua Parola, Dio dichiara ai credenti che sono "opera sua, essendo stati crea­ti in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le prati­chiamo" (Efesini 2:10). Ci invita dunque ad occuparci "dell'oggi" e a considerare ogni giornata come unica, per compiere quello che Egli ha posto dinanzi a ciascuno di noi.
I discepoli che seguivano Gesù conoscevano forse il programma del domani? No! Tuttavia è così che il Signore ha insegnato loro a seguirlo, ricordando loro che "basta a ciascun giorno il suo affanno" (Matteo 6:34). Marta era fedele e devota, ma, troppo presa dai suoi lavori domestici, rimproverava al Maestro di non preoccuparsi del suo carico di lavoro. Gesù ha dovuto dirle: "Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose" (Luca 10:41). Noi abbiamo un Dio grande, che conosce e dirige tutto. Ci ricorda che tutte le cose cooperano al bene di quelli che lo amano (Romani 8:28). Ricerchiamo la sua volontà e lasciamoci guidare da Lui, giorno per giorno. Egli dice: "Io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te" (Salmo 32:8).

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giovedì 24 maggio 2012

ANCHE IL PASSERO TROVA CASA


“Anche il passero trova una casa e la rondine un nido, dove posare i suoi piccoli presso i tuoi altari, o Eterno degli eserciti, mio Re e mio Dio” (Salmi 84:3)


Camminò per vari giorni con le mani in tasca e i pensieri fra le nuvole. Per Seth Early, giovane ven­tenne di Palm Beach, Florida, la vita scandiva una sola parola: abbandono. Finalmente poi trovò rifu­gio, visse per quindici giorni dentro l'altare di legno di una chiesa. Quando fu scoperto ed arrestato, il giovane citò le parole di un salmo: "Anche il passero trova una casa e la rondine un nido, dove posare i suoi piccoli presso i tuoi altari".
Non c'è cosa piú deprimente che vagare e vagare per le strade, senza una dimora fissa, assonnati, affama­ti, infreddoliti e delusi. Seth Early trovò rifugio presso un altare. Questo è qualcosa che deve farci pensare! Dove può trovare rifugio l'uomo che ha già una casa, un letto, del cibo, una famiglia, ma la cui anima vaga nelle ombre grigie della sofferenza? O il giovane caduto preda della droga e dell'alcool?
Oppure la ragazza abbandonata da 'l'uomo dei suoi sogni', che invece si è rivelato soltanto un sedutto­re? Possono trovare rifugio solo presso un altare: l'altare della presenza di Dio. Caro lettore, la presen­za di Dio è un riparo sicuro, dove è possibile trova­re ristoro per la nostra anima. Ci sono situazioni nella nostra vita che non riusciamo a risolvere con le nostre forze. È soltanto stando alla presenza dí Dio che le vedremo risolte.
Gesú Cristo, pur essendo Dio, si fece uomo per poter stare dalla nostra parte. È lui l'altare che por­terà pace e serenità al nostro essere tormentato.

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mercoledì 23 maggio 2012

CRESCERE NELLA FEDE


Abraamo... davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo. Romani 4:16, 20, 21


È sempre un momento di emozione e di gioia quando i giovani genitori assistono ai primi passi del loro figlioletto. Si mette in piedi, esita, si lancia... Cade? Si rialza e riparte con maggior lena. Il bimbo non rinuncia mai. E un giorno... cammina spedito.
È così della nostra fede: talvolta è esitante, anche con momenti di dubbio, forse con cadute. Che possiamo, come il piccolo bambino, non lasciarci fermare da una caduta, ma ripartire sulla via della fede! Sia che siamo già credenti, sia che siamo ancora alla ricerca di senso, di certezze, della vera vita, andiamo al Signore Gesù! Diciamogli i nostri problemi, i nostri timori, le nostre speranze: faremo l'esperienza che Egli risponde alle nostre preghiere.
Leggiamo la Bibbia col desiderio di conoscere meglio il nostro Dio e la nostra fede crescerà. Infatti, "la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo" (Romani 10:17).
La fede non rimane solo nel cuore, ma si mostra anche al di fuori; non vergogniamoci di parlare della nostra speranza.
Le prove della vita, se le attraversiamo con il Signore, ci faranno avanzare in questa via di fiducia in Dio. Non appoggiamoci su noi stessi, ma su Dio solo. È lui che ci fa vivere.
Comportiamoci "in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio" (Colossesi 1:10).

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lunedì 21 maggio 2012

Una così grande salvezza Ebrei 2:1-4

            

 “Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.
Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà”.

     Come sicuramente sappiamo e come il testo stesso ci rivela, il nostro Dio è l’autore della salvezza dell’uomo peccatore, rimedio che ha annunziato aggiungendo segni e prodigi e accompagnando la testimonianza con opere potenti e con i doni dello Spirito Santo. Ecco perché è importante non trascurare “..una così grande salvezza”. Non trascurare vuol dire: “bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite” e ancora non “essere trascinati lontano da esse”. Nella Bibbia ci sono degli esempi di uomini che pur conoscendo Dio, hanno trascurato Dio e ciò che lo concerne e poi ne hanno pagato amaramente lo scotto.

  1.                        CAINO Trascurare il consiglio di Dio.

    In Genesi ci viene raccontata la storia di due fratelli, uno si chiamava Abele e l’altro Caino, la storia ci dice che ambedue offrirono al Signore, Caino offrì i frutti della terra mentre Abele offrì dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Dio, continua il racconto, guardò con favore l’offerta di Abele mentre non guardò con favore quella di Caino, ciò non gli fece molto piacere e, dice la scrittura, ne fu molto irritato e il suo viso fu abbattuto. Dio interviene subito, perché vede istantaneamente il dramma che sta per consumarsi e dice qualcosa a Caino che avrebbe potuto metterlo sulla buona strada  “Il SIGNORE disse a Caino: «Perché sei irritato? e perché hai il volto abbattuto? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!»” Genesi 4:6-7. Il consiglio di Dio era chiaro e inequivocabile «domina il peccato». Caino non tenne conto del prezioso consiglio e da li a poco si avventò sul fratello uccidendolo. Questo ci insegna che trascurando il consiglio di Dio, a rimetterci siamo solo noi, perché Dio ci consiglia esclusivamente per il meglio, Egli  sa ciò che è più opportuno per noi e questo perché ci conosce profondamente.
Domanda: ultimamente Dio ha parlato alla tua vita? Ti ha fatto capire dove stai sbagliando? Ti ha suggerito cosa fare e cosa non fare? Non comportiamoci come Caino che trascurò il consiglio di Dio, ma diamo ascolto alla sua parola.

  2.     ESAU’ – Trascurare le promesse di Dio.

    Sempre in Genesi ci viene raccontata la storia di altri due fratelli, uno di nome Esaù e l’altro di nome Giacobbe.  Nel cap. 25: 27-34 ci viene riferito come Esaù vende la sua primo genitura per un piatto di lenticchie, infatti alla pretesa di Giacobbe egli pensò: “«Ecco, io sto morendo; a che mi serve la primogenitura?»” Genesi 25:32.  Così facendo disprezzo le promesse che Dio aveva fatto ad Abramo suo nonno e a Isacco suo padre, ciò gli costò la perdita agli occhi di Dio di ogni beneficio derivante dalla primo genitura.
che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza vendette la sua primogenitura. Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento”  Ebrei 12:16-17.
Domanda: Pensi che tra le tante promesse che Dio ha fatte, qualcuna ti riguardi?
Che valore dai alle promesse di Dio? Un momento di disagio può scusare l’uomo che si lascia trascinare via dalla presenza di Dio, dalle sue promesse e raffreddare nella fede?
Nella scala di valori che posto diamo a Dio?
Non comportiamoci come Esaù che non apprezzo le promesse di Dio.

 3.        SANSONE Trascurare il dono di Dio.

    Nel libro dei Giudici cap. 13-16, ci viene raccontata la storia di un altro personaggio molto famoso, Sansone. La sua nascita ha del miracoloso, in quanto sua madre era sterile, ma un giorno un angelo le appare dicendogli che avrebbe dato alla luce un figlio e che avrebbe dovuto rispettare le regole del nazireato sin dalla nascita. Sappiamo che sansone crebbe nella grazia di Dio e Egli gli diede una forza che era eccezionale. L’unica cosa che Dio gli chiedeva era la sua fedeltà e il rispetto del Nazireato. Sansone rispetto in parte questi doveri, in quanto venne un giorno che rivelò a Dalila il segreto della sua forza e questo gli costò la libertà e la sua stessa vita. Sansone aveva trascurato il dono che Dio gli aveva fatto, aveva trascurato la santità che Dio gli richiedeva e fu trascinato lontano dal suo popolo, nella schiavitù più infamante .
“Allora lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!» Egli, svegliatosi dal sonno, disse: «Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò». Ma non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui” Giudici 16:20.
Domanda: Pensi che Dio abbia fatto all’uomo dei bellissimi doni e che quei doni sono anche per te?
Quanto sono preziosi questi doni per te? Stiamo forse trascurando la cosa più importante agli occhi di Dio, «la santità» “… Siate dunque santi, perché io sono santo” Levitico 11:45.

CONCLUSIONE
È bello sapere che il nostro Dio ha riservato per tutti noi la salvezza eterna, ma questo non deve farci abbassare la guardia, anzi come dice al v.1 “… bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite”, C’è bisogno di maggior attenzione nell’udire il consiglio della parola di Dio, c’è bisogno di maggior apprezzamento per quanto Dio ci ha promesso, c’è bisogno di una maggiore stima e interesse per il dono che Dio ha messo a nostra disposizione.

A Dio sia la lode.


                                                                               ACETO GIACOMO

sabato 19 maggio 2012

Vicinissimi... alla verità


Una così grande salvezza Ebrei 2:1-4


 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.
Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.

 La salvezza è il più grande dono che Dio abbia potuto fare all'uomo!

I SEGNI DELLA NUOVA VITA


Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolen­za, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c'è legge. Galati 5:22, 23


Non ripeteremo mai abbastanza, alle persone che desiderano la pace di Dio, di non cercare in loro stessi le conferme se sono o no figli di Dio. E diciamo: Ne proverete solo delusione e scoraggiamento, perché non vi troverete mai come desiderate e come dovreste essere per
soddisfare Dio. A meno che, cosa ben peggiore, non sfate illusi sul vostro proprio stato e non diciate come il fariseo: "O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini". Ci rivolgia­mo qui a quelli che sono tormentati dal pen­siero di non essere abbastanza "cristiani" per dirsi convertiti.
Non sperate di essere un giorno abbastanza pentiti, voi che fate dipendere la vostra salvez­za da un grande pentimento. Non sperate di riuscire a fare un giorno sufficienti buone opere per essere degni di Dio, né di sforzarvi di fare il bene per poter porre in seguito la vostra fiducia in Cristo. No. Dio vi chiede di credere la sua Parola che vi dice e vi dimostra che siete peccatori e che Egli vi ha dato un Salvatore in Cristo. Non ci si può pentire senza prima cre­dere che Dio dice la verità riguardo al nostro stato. È la fede che fa di noi dei figli di Dio.
Non pensate che l'opera dello Spirito Santo in voi, che inizia col darvi la convinzione che siete peccatori, richieda che prima dobbiate fare qualcosa. Lasciate che la Parola e lo Spiri­to agiscano per portarvi la pace con Dio. Noi siamo "giustificati per fede" e, in seguito, lo Spirito produrrà nella vostra vita il frutto della vita nuova, non quello della vostra umana natura che, purtroppo, è sempre la stessa!

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giovedì 17 maggio 2012

IL COLMO DELL'AMORE PER IL DENARO


"Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si
sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori"
(1 Timoteo 6:10)


Quattordici bambini, sei maschietti e otto femmi­nucce, di meno di un anno ciascuno, stavano tutti nella stessa casa in una città del Guatemala, sotto la sorveglianza di Ordelia Ramírez. Quest'ultima però non era una maestra attenta, né una madre affettuo­sa, era soltanto una donna che custodiva quei bam­bini che erano stati rubati alle loro famiglie, o che erano stati comprati da ragazze madri che se li erano venduti per pochi soldi. Il destino di quei piccoli era il "mercato" degli Stati Uniti, un tipo di commercio moderno.
Davanti a notizie come questa, ci viene da pensare ai tanti che, per quanto lo desiderino, non hanno la gioia di avere un figlio e che, per l'ansia di averne uno, pagherebbero anche grosse somme di denaro. Pensiamo alle tante ragazze madri che, spinte dalla povertà, vendono il frutto delle proprie viscere. Pensiamo a quelle famiglie che vengono derubate dei loro piccoli. Pensiamo a persone che, come quella donna, si dedicano al contrabbando umano, solo per denaro: che cosa squallida! È il colmo del­l'amore per il denaro! Cosa non fanno gli esseri umani per denaro? Se potessero, venderebbero anche la loro anima! È ora di risvegliare la nostra coscienza e di riconoscere che il denaro, sebbene sia una forza benefica quando si usa bene, si trasforma poi in alito dell'inferno quando diventa un idolo, un dio, l'unica ragione di vita.
È ora che riconosciamo Cristo come Signore e Salvatore della nostra vita, e Lui soddisferà ogni nostra necessità.

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mercoledì 16 maggio 2012

UNA DONNA DÌ FEDE 2 Re 4:8-37


Gesù le rispose: "Grande è la tua fede". Matteo 15:28

Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace. Ricordatevi dei vostri conduttori...; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede. Ebrei 13:16, 7

  
Bella è la storia di quella donna di Sunem di cui ci parla la Bibbia nel Libro dei Re.
La fede rende intelligenti e quella donna aveva capito che l'uomo a cui piaceva fermarsi a casa sua non era come gli altri: era un uomo di Dio, del vero Dio da lei adorato. Così, col marito gli preparò una stanza, una cameretta ammobilia­ta con semplicità, come si addiceva al carattere di quell'uomo, il profeta Eliseo: un letto, un tavolino, una sedia, un candeliere.
Colpito da tanta sollecitudine, Eliseo volle testi­moniare la propria riconoscenza a quella donna così premurosa: "Che si può fare per te?", le chiese. La sua risposta è magnifica: "Io vivo in mezzo al mio popolo", come per dire: Non desi­dero altro. Il popolo d'Israele a quell'epoca vive­va nell'indigenza. Molti si erano rivolti agli idoli; ma Dio non era cambiato, e lei sapeva che le Sue promesse sono sempre degne di fiducia. Ella non desiderava altro che servire il proprio Dio per il bene del suo popolo, accogliendo Eli­seo, servitore di Dio e profeta.
Quella donna aveva saputo aggiungere alla fede l'energia morale (leggere 2 Pietro 1:5-8), e la manifestava con le sue azioni (Giacomo 2:18).
Il profeta Eliseo era così ospite di una famiglia accogliente e devota. E Dio onorò la devozione della padrona di casa permettendo che, sebbe­ne in tarda età, desse alla luce un figlio. Il bam­bino crebbe, ma un giorno, mentre era nei campi con il padre, durante la mietitura, fu col­pito da violenti mal di capo. Lo portarono subi­to dalla madre e le morì in grembo. Quella donna aveva una sola risorsa: andare a chiama­re l'uomo di Dio. Al marito che non capiva il suo modo di agire, rispose semplicemente: "Lascia fare". Sapeva che Dio, che aveva dato e poi ripreso, poteva dare dí nuovo. Gheazi, il servo del profeta, vedendola arrivare le chiede: "Stai bene? Sta bene tuo marito? Il bambino sta bene?" e lei risponde: "Stanno bene", ma ad Eli­seo rivela il suo dramma. Non vuole che il pro­feta mandi il servo a rianimare il fanciullo, e gli dice: "Come è vero che il SIGNORE vive e che tu vivi, io non ti lascerò" (2 Re 4:30). Non aspetta il soccorso da nessun altro. Eliseo accondiscende e in seguito alla sua ardente supplica, Dio ridà la vita al bambino. Che risposta meravigliosa alla fede di quella donna!
Per lei, solo Dio poteva risuscitare il figlio e per questo si rivolge al profeta, Suo servo. Simboli­camente, in questa circostanza, il profeta raffi­gura il Signore Gesù, solo mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5). Come dice l'aposto­lo Pietro parlando di Gesù:
"In nessun altro è la salvezza" (Atti 4:12).
"Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20).

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domenica 13 maggio 2012

"Predica..., Insisti..."


Come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? Romani 10:14


L'anno scolastico è terminato. Mi sto congedan­do dagli alunni che ho imparato a conoscere e ad amare durante i mesi trascorsi a lavorare insieme. Con tristezza realizzo che non rivedrò più la
maggior parte di loro. Ed ecco che un pensiero mi colpisce: É proprio l'ultima volta che li vedo o forse lì rivedrò in cielo con me? E mi viene in mente il versetto della Lettera ai Romani: "Come crederanno se non c'è chi predica?" Dio ha colpi­to la mia coscienza con una freccia. Col mio comportamento ho per lo meno dimostrato loro cosa significhi essere un vero cristiano?
Cari amici credenti, che prospettiva felice saper­si al riparo dal giudizio e al sicuro per l'eternità, perché il nostro Salvatore ci ha amati e ha dato se stesso per noi! Ma stiamo accanto a tante perso­ne che non condividono questa felicità! Non per­diamo le occasioni di parlare di lui e annunziare la buona notizia della salvezza. Ascoltiamo la voce del Signore che ci dice: "Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti...: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci..." (2 Timoteo 4:1, 2).
Chiediamogli anche di essere animati dallo stes­so spirito dell'apostolo Paolo che affermava: "Se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché neces­sità me ne è imposta; e guai a me, se non evangelizzo" (1 Corinzi 9:16).

Alla luce tua che risplende in noi
camminiamo in pace perché sfamo tuoi.
E dicendo al mondo ciò che hai fatto Tu
confessiamo il nome del Signor Gesù.

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sabato 12 maggio 2012

UNA SOLA PAROLA


Nel principio era la Parola; la Parola era con Dio, e la Parola era Dio... Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. Giovanni 1:1, 3


La gloria di Cristo è l'insieme di tutte le sue perfezioni, tra le quali la potenza, la santità, la giustizia e l'amore.
La potenza di Cristo può manifestarsi in molti modi. È così grande che è bastata una parola divina per trarre i mondi dal nulla (Genesi 1). "Egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa
apparve" (Salmo 33:9). Forse dimentichiamo che, se tutto è stato fatto da Cristo (Giovanni 1:3), è altrettanto vero che ancora oggi Egli "sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza" (Ebrei 1:3). "Tutte le cose sussistono in lui" (Colossesi 1: 17). Senza la potenza di Dio in attività permanente, l'universo non potrebbe sussistere.
Verrà un giorno in cui Cristo, per mezzo della sua parola, giudicherà i malvagi e farà scom­parire questa creazione per sostituirla con nuovi cieli e una nuova terra. "Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi" (Apocalisse 21:1). L'universo che noi conosciamo scompa­rirà: "I cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono ín essa saranno bruciate" (2 Pietro 3:10).
Ma, prima di quel giorno, Cristo sarà venuto per prendere quelli che avranno creduto nel suo nome per essere salvati. Parlando con autorità, li chiamerà tutti, morti o vivi. Darà loro un corpo glorificato simile al suo, e li introdurrà nel cielo, nella "casa del Padre". Saranno con lui per sempre, non lo lasceranno mai più!

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mercoledì 9 maggio 2012

VEGLIAMO!


"Non dormiamo dunque come gli altri; ma vegliamo e siamo sobri" 


(I Tessalonicesi 5:6)


pubblicata da Credenti per Cristo



Per tener desto il senso della vita spirituale bisogna pregare. La preghiera ci tiene svegli e lucidi, non ci fa cadere nella tenta­zione, ci rende forti nello spirito nonostante la carne debole. Preghiamo affinché non cadiamo nelle mani del maligno.

martedì 8 maggio 2012

TOCCO RISOLUTORE

“E subito Gesù, conscio della virtù ch’era emanata da lui, voltosi indietro in quella calca, disse: Chi mi ha toccato le vesti?” (Marco 5:30)




La folla accerchiava Gesù, e molti Lo toccavano, ma Egli, all’improvviso, fu consapevole di un contatto del tutto diverso. In esso riecheggiava il grido di un cuore sofferente, una supplica in cui era racchiusa un’affezione senza pari. Fu un tocco di fede, mosso dalla consapevolezza di un bisogno non rimandabile. Non si trattò di una pressione accidentale, di un contatto occasionale; non fu la vicinanza di due corpi che si urtavano nella ressa di una folla che si accalcava. Quel tocco fu del tutto intenzionaleQuesto evento illustra ciò che accade continuamente attorno a Cristo. Non possiamo muoverci senza pressarLo. Qualche volta nella nostra ostinazione Lo spingiamo in modo rude. Ma quando un uomo, pur tra miliardi di persone, allunga volontariamente la mano per raggiungere Cristo, per toccarLo con uno scopo ben preciso, per cercare una benedizione o per ricevere un aiuto, Egli istantaneamente riconosce la pressione di quel tocco e si volta per rispondere. Il Signore sa quando un cuore desidera il Suo intervento; non importa quanto quella persona sia sconosciuta, povera o nascosta dalla folla. Quel giorno, per quanto ne sappiamo, la benedizione non giunse a nessuno di quelli che si accalcavano intorno a Gesù se non a quella povera donna malata che toccò la veste di Cristo. La grazia e l’amore di Gesù si concentrarono su di lei, nonostante la ressa, perché ella aveva un peso sul cuore ormai insopportabile che la spinse a cercare l’intervento del Salvatore con una forte determinazioneIn ogni comunità o gruppo di persone, alcuni, per quanto presenti fisicamente, non realizzano l’intervento di Dio perché il loro tocco è privo di fede. Di contro, ci sono quelli che apparentemente sono meno prossimi alla fonte della benedizione e che pure, allungando la mano con piena fiducia, toccano la veste di Cristo e se ne tornano ristorati dalla consolazione del Signore

la sapienza di Dio


Proverbi 27:22 


Anche se tu pestassi lo stolto in un mortaio,
in mezzo al grano con il pestello,
la sua follia non lo lascerebbe.

La parola


Giovanni 1:3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei (la parola); e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.

pubblicata da Credenti per Cristo ·

Guardiamoci attorno, facciamo spaziare l'occhio, tutto cio che colpiscono i nostri occhi, tutto ciò che risulta meraviglioso, è frutto della parola creatrice di Gesù, invece tutto ciò che riteniamo sbagliato, è la conseguenza degli errori dell'uomo.

domenica 6 maggio 2012

La via della solitudine


La via della solitudine a volte è anche via del dolore.
La via della solitudine a volte è anche la via del pianto e della recriminazione.
La via della solitudine a volte è anche la via dello sconforto e della paura.

Non dare ascolto al rumore dei tuoi passi, ma ascolta attentamente, altri passi si stanno avvicinando a te, sono i passi di Gesù che non vuole lasciarti solo. 

Permettigli di accompagnarti lungo la strada della solitudine

NON RINNEGHIAMO IL SIGNORE!


(Gesù disse:) "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io rinnegherò
lui davanti al Padre mio che è nei cieli"
. Matteo 10:32-33


Ci troviamo in Romania, anno 1955. Sabina Wurmbrand, carcerata a causa della sua fede, è stata appena liberata. Sì ritrova in una società fatta dí persone libere, ma in un paese non libe­ro. Ecco i suoi ricordi: «Si consentiva ai più anziani di celebrare il culto, sebbene con qualche difficoltà e soltanto sotto controllo; ma non si poteva parlare di fede ai giovani. Tanti nostri vecchi amici, spaventati dall'idea di perdere il lavoro, non osavano più avvicinarsi a casa nostra. Altri non volevano ammettere di aver partecipato un tempo alle nostre riunioni cristiane. Passando davanti all'università, vidi un professore che conosceva­mo bene, e andai verso dí lui per salutarlo. Egli era con un collega. Mi disse: "Si sbaglia, signora, io non la conosco". E si voltò, incapace di guar­darmi in faccia.
Le persone avevano paura, ma la propaganda diceva che erano "libere". In prigione, anche nei momenti peggiori, avevamo potuto vedere la mano di Dio all'opera. Avevamo capito che, mal­grado le nostre sofferenze, non ci avrebbe abbandonato e che potevamo avere fiducia in lui. Così, lo scopo principale della nostra chiesa "clandestina" era dí insegnare queste cose.»
Cristiani, ricordiamoci della testimonianza di Sabina: Dio non ci abbandonerà, neanche nelle peggiori difficoltà! Domandiamo a lui la forza per non rinnegarlo mai, tanto più che abbiamo il privilegio di vivere in un paese libero.

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La chiesa viene paragonata al corpo umano


1Corinzi 12:12-31


Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Siccome io non sono mano, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se l'orecchio dicesse: «Siccome io non sono occhio, non sono del corpo», non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l'odorato?
Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci son dunque molte membra, ma c'è un unico corpo; l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava,
perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli?
Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti? Voi, però, desiderate ardentemente i carismi maggiori!

Una chiesa unita è una chiesa viva e vittoriosa!

sabato 5 maggio 2012

DI QUALE PNEUMATICO SI TRATTA?


La sapienza di questo mondo è paz­zia davanti a Dio. Infatti è scritto: "Egli prende i sapienti nella loro astuzia". 1 Corinzi 3:19

Tutti compariremo davanti al tribu­nale di Dio. Romani 14:10


In una bella giornata dí sole, quattro studenti avevano deciso di marinare la scuola. Il giorno seguente spiegano alla loro giovane insegnante che si era forato un pneumatico della loro auto.
Con loro grande sollievo, ella sorride dicendo loro: "Non c'è problema per il compito di ieri. Vi interrogherò su un altro argomento. Sedete cia­scuno al proprio posto e prendete un foglio e una penna". Gli studenti si siedono, soddisfatti della loro astuzia. "Ecco la prima domanda -riprende l'insegnante - Quale dei quattro pneu­matici si è forato?" Possiamo immaginare il seguitò...
Questo aneddoto illustra i limiti della menzo­gna. Presto o tardi viene scoperta, e seguono il ridicolo e la vergogna. Ma c'è di più. La verità è uno degli attributi di Dio; quando mentiamo lo offendiamo. Un giorno, Egli svelerà tutto ciò che è falso. Se non sarà su questa terra, sarà davanti al Suo tribunale quando ciascuno gli renderà conto di se stesso (Romani 14:10-12).
In certi casi possiamo essere tentati di dire solo una parte della verità per difendere i nostri inte­ressi, la nostra reputazione, o per evitare la sof­ferenza. Non dimentichiamo mai che Dio ci vede. Se abbiamo mentito a qualcuno, confes­siamoglielo, e facciamo così anche con il Signo­re. È una tappa umiliante, ma indispensabile per liberare la nostra coscienza e ritrovare la comunione con Dio.
Cristiani, lo Spirito di Dio è uno Spirito di verità e vuole guidarci in un cammino di rettitudine per la gloria del Signore e per la nostra libertà.

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venerdì 4 maggio 2012

UN KIT RELIGIOSO?


Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani... Ho conservato la tua parola nel mio cuore... O SIGNORE, insegnami i tuoi statuti... Apri i miei occhi.  Salmo 119:10-12, 18

Signore,... tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio. Salmo 86:9, 10

Alcuni cristiani credono di trovare nelle prati­che di certe filosofie orientali (ad esempio lo yoga) quella serenità e quel conforto che servirebbero da preparazione alla meditazione cri­stiana. Ma questa è di tutt'altra natura. Le filo­sofie orientali considerano il corpo come una scala che conduce verso il divino. Al contrario, la fede cristiana è un processo di accettazione della grazia divina. Questa grazia la si trova sol­tanto in Dio. Quando leggo la Parola di Dio, Egli stesso mi viene incontro. E Lui che prende l'ini­ziativa. Al contrario del pensiero orientale, la Bibbia mi insegna che io non sono in grado di fare un solo passo per avvicinarmi a Dio, né per ottenere il suo favore, né per migliorare la mia natura, né per raggiungere uno stato di perfe­zione, perché sono un peccatore che ha bisogno dell'intervento di Dio in grazia.
Oggi c'è l'impressione che si possa disporre di una sorta di kit religioso da cui ciascuno, secon­do la sua convenienza, il suo gusto del momen­to, possa attingere; un po' di cristianesimo, un po' d'induismo, un po' di buddismo... Tutto questo ha del religioso, ma non ha niente a che vedere con la fede che salva. La vera fede è l'adesione a una persona, Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che si è dato per me, che mi ha salvato, e al quale io mi do. Se mi sono già dato a lui, non appartengo più a me stesso.
Non posso darmi allo stesso tempo a Dio e ai falsi dèi. È impossibile!

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mercoledì 2 maggio 2012

"EGLI LIBERA E SALVA" Daniele 6:27


Vano è il soccorso dell'uomo. Salmo 60:11

La salvezza viene dal SIGNORE. Giona 2:10


Dio vuole liberare l'uomo dal peccato. Egli libera coloro che credono in lui, senza riserve. La strada indicata da Dio per ottenere la libe­razione è semplice, chiara e precisa, e lascia senza scuse chi la rifiuta. La Parola di Dio è ricca di esempi; eccone tre tratti dall'Antico Testamento.
Al momento dell'uscita dall'Egitto (Esodo 12), per non cadere sotto il giudizio di Dio che dove­va colpire tutti i primogeniti, gli Israeliti doveva­no semplicemente mettere sugli stipiti delle loro porte il sangue di un agnello sacrificato. L'angelo distruttore avrebbe visto il sangue e avrebbe risparmiato quella famiglia.
Nel deserto, per essere guariti dal morso morta­le dei serpenti, era sufficiente guardare il ser­pente di rame che Mosè aveva rizzato su un'asta (Numeri 21).
Nel caso di Naaman, il capo dell'esercito dei Siri, la sua lebbra è sparita soltanto lavandosi sette volte nel Giordano (2 Re 5).
Era solo una questione di fede. "Chi crede nel Figlio (di Dio) ha vita eterna" (Giovanni 3:36). Questa semplicità che mette la salvezza alla portata di tutti urta talvolta il nostro orgoglio. Noi vorremmo partecipare a quest'opera, e pre­feriremmo un mezzo che faccia ricorso alle nostre risorse personali, alla nostra intelligenza o alle nostre ricchezze. Ma questo significa ignorare che siamo davanti a Dio come dei morti, incapaci di fare qualcosa per la nostra salvezza. Dio ci salva gratuitamente: "È per gra­zia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio" (Efesini 2:8).
Accetta questo dono!
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CHIESA ADI CONEGLIANO: Dai l'otto per mille

CHIESA ADI CONEGLIANO: Dai l'otto per mille: S.E.A.S  e "OTTO PER MILLE" S ERVIZIO  E VANGELICO  A SSISTENZA  S OCIALE  (SEAS) delle ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA Il SEAS è il Servi...