giovedì 24 novembre 2011

TRE FILOSOFIE DELLA VITA

" Ama il tuo prossimo come te stesso" (Matteo 22:39)

Faceva molto caldo quel giorno, un caldo insoppor­tabile al punto che un uomo, di circa trentacinque anni, esasperato, noncurante di tutto e di tutti, si spogliò e si tuffò nell'acqua della fontana nella piaz­za principale della città. Naturalmente, dopo un po' fu arrestato. In questo mondo molti vivono con una delle seguenti tre filosofie di vita:
  • la prima dice che bisogna vivere come meglio si può, anche a costo di offendere, umiliare o perfino ammazzare i propri simili;
  • la seconda dice di vivere comodamente, esse­re menefreghisti, lasciando che gli altri badino a se stessi;
  • la terza dice che bisogna vivere la propria vita, ma pensando anche ad aiutare gli altri.
Tra le parabole di Gesù, troviamo quella del 'buon samaritano', dove risaltano chiaramente le tre filo­sofie appena citate. Un uomo discendeva da Gerusalemme a Gerico, e dei ladri lo assalirono. I ladri qui rappresentano quelli che seguono la prima filosofia di vita. Dopo un po' un sacerdote e un levi­ta passarono vicino al ferito, lo videro in agonia, ma proseguirono per la loro strada indifferenti. Questi due rappresentano la seconda filosofia di vita.
Alla fine passò di là un umile samaritano, che mise in pratica la terza filosofia di vita: aiutò il ferito e si fece carico di lui. Gesù Cristo è vissuto, e continua a vivere, nella vita dei suoi veri discepoli che prati­cano la terza filosofia di vita: 'Vivere, e aiutare a vivere!' Se la nostra religiosità non ci trasforma in persone migliori, allora il nostro cristianesimo è falso. Se vogliamo essere cristiani nel vero senso della parola, è necessario che permettiamo a Cristo di vivere nel nostro cuore e di prendere il controllo della nostra vita.

COME IL FUOCO CHE BRILLA NEL CAMINO


Gesù le rispose: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva". Giovanni 4:10

Il SIGNORE è la mia luce e la mia salvez­za... Il SIGNORE è il baluardo della mia vita.
Salmo 27:1

"L'unica cosa che ci consola nelle nostre miserie è il divertimento, e ciononostante, esso è la nostra miseria più grande... Il divertimento ci svaga, ma ci fa arrivare impercettibilmente alla morte." (Blaise Pascal)
Ancor più oggi, rispetto ai tempi di Pascal, di divertimenti se ne propongono a iosa: nel cuore delle nostre case, attraverso la radio, la televi­sione, internet e i videogiochi; nelle nostre città, con i colori delle vie illuminate, delle vetrine addobbate e cartelloni pubblicitari allettanti che offrono prodotti e servizi sempre migliori.
Perché tutti questi "divertimenti"? Forse per provare a sfuggire al vuoto che abbiamo dentro? Eppure quel vuoto non può essere colmato da nulla di ciò che ci offre il mercato.
Quel vuoto causa tanta sofferenza, eppure, nonostante tutto, ha un aspetto positivo: ci fa prendere atto che non possiamo bastare a noi stessi, e che abbiamo bisogno di altro, o meglio, di un Altro; abbiamo bisogno di Dio.
Se, invece di stordirci nelle distrazioni, volgia­mo il nostro cuore verso Dio, incontriamo l'amore, la gioia e la pace. Ma è indispensabile avere una relazione personale con Lui. Lo pos­siamo conoscere credendo nel Signore Gesù, che con il suo amore illuminerà la nostra vita, proprio come il fuoco che risplende nel camino nelle giornate buie. Alla sua luce, ogni cosa avrà un senso, e la casa ne sarà completamente riscaldata. L'amore di Dio è la risposta al miste­ro della nostra esistenza.

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