lunedì 23 aprile 2012

SOLITUDINE


"Il Signore però mi ha assistito: si è tenuto vicino a me, e mi ha reso forte" (2 Timoteo 4 17)


  • Solo nel suo ufficio, con il capo chino sulla scrivania, un artigiano, sull'orlo del fallimento, verifica ad una ad una le sue fatture non ancora pagate e rifà i conti.
  • Vicino alla finestra del soggiorno, un'anziana vedo­va sta lavorando a maglia. Soltanto il vecchio orolo­gio a pendolo di famiglia viene a rompere il silen­zio. Ogni tanto il suo sguardo si volge verso la pol­trona ormai vuota di suo marito.
  • Solo in camera sua, alla vigilia di un importante esame, uno studente ripassa il programma dell'anno per l'ultima volta. Angosciato, si rende conto che domani sarà da solo davanti a un foglio bianco.

Solitudine... Angoscia... Fallimento... Lutto... Prove, sono parole che ognuno di noi conosce anche trop­po bene. Il Signore non ha mai garantito ai Suoi che sarebbero stati risparmiati da ogni difficoltà né dalle lacrime e dai dispiaceri della vita. Quello, che ha promesso loro, è la Sua compagnia mentre li avreb­bero attraversati. Mentre si trovava ancora a Corinto e aveva davanti a sé gravi problemi, l'apostolo Paolo udì il Signore dirgli: "Non temere, ma conti­nua a parlare e non tacere; perché Io sono con te" (Atti 18:9,10). Al momento in cui lo stesso servito­re di Dio termina la sua carriera a Roma, in quella specie di testamento spirituale che è la seconda let­tera a Timoteo, egli afferma: "Il Signore però mila assistito: si è tenuto vicino a me, e mi ha reso forte" (2 Timoteo 4:17).
Se la vita ti ha maltrattato, non dimenticare mai che Gesù ti ama. Attraverso le tue prove, ti cerca. Egli sa quanto hai bisogno della Sua compagnia. Se tu non senti la Sua compagnia chiedila oggi e l'avrai.

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