mercoledì 16 maggio 2012

UNA DONNA DÌ FEDE 2 Re 4:8-37


Gesù le rispose: "Grande è la tua fede". Matteo 15:28

Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace. Ricordatevi dei vostri conduttori...; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede. Ebrei 13:16, 7

  
Bella è la storia di quella donna di Sunem di cui ci parla la Bibbia nel Libro dei Re.
La fede rende intelligenti e quella donna aveva capito che l'uomo a cui piaceva fermarsi a casa sua non era come gli altri: era un uomo di Dio, del vero Dio da lei adorato. Così, col marito gli preparò una stanza, una cameretta ammobilia­ta con semplicità, come si addiceva al carattere di quell'uomo, il profeta Eliseo: un letto, un tavolino, una sedia, un candeliere.
Colpito da tanta sollecitudine, Eliseo volle testi­moniare la propria riconoscenza a quella donna così premurosa: "Che si può fare per te?", le chiese. La sua risposta è magnifica: "Io vivo in mezzo al mio popolo", come per dire: Non desi­dero altro. Il popolo d'Israele a quell'epoca vive­va nell'indigenza. Molti si erano rivolti agli idoli; ma Dio non era cambiato, e lei sapeva che le Sue promesse sono sempre degne di fiducia. Ella non desiderava altro che servire il proprio Dio per il bene del suo popolo, accogliendo Eli­seo, servitore di Dio e profeta.
Quella donna aveva saputo aggiungere alla fede l'energia morale (leggere 2 Pietro 1:5-8), e la manifestava con le sue azioni (Giacomo 2:18).
Il profeta Eliseo era così ospite di una famiglia accogliente e devota. E Dio onorò la devozione della padrona di casa permettendo che, sebbe­ne in tarda età, desse alla luce un figlio. Il bam­bino crebbe, ma un giorno, mentre era nei campi con il padre, durante la mietitura, fu col­pito da violenti mal di capo. Lo portarono subi­to dalla madre e le morì in grembo. Quella donna aveva una sola risorsa: andare a chiama­re l'uomo di Dio. Al marito che non capiva il suo modo di agire, rispose semplicemente: "Lascia fare". Sapeva che Dio, che aveva dato e poi ripreso, poteva dare dí nuovo. Gheazi, il servo del profeta, vedendola arrivare le chiede: "Stai bene? Sta bene tuo marito? Il bambino sta bene?" e lei risponde: "Stanno bene", ma ad Eli­seo rivela il suo dramma. Non vuole che il pro­feta mandi il servo a rianimare il fanciullo, e gli dice: "Come è vero che il SIGNORE vive e che tu vivi, io non ti lascerò" (2 Re 4:30). Non aspetta il soccorso da nessun altro. Eliseo accondiscende e in seguito alla sua ardente supplica, Dio ridà la vita al bambino. Che risposta meravigliosa alla fede di quella donna!
Per lei, solo Dio poteva risuscitare il figlio e per questo si rivolge al profeta, Suo servo. Simboli­camente, in questa circostanza, il profeta raffi­gura il Signore Gesù, solo mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2:5). Come dice l'aposto­lo Pietro parlando di Gesù:
"In nessun altro è la salvezza" (Atti 4:12).
"Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20).

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