Gesù le rispose:
"Grande è la tua fede". Matteo 15:28
Non dimenticate poi di
esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di
tali sacrifici che Dio si compiace. Ricordatevi dei vostri conduttori...; e
considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede.
Ebrei 13:16, 7
Bella è la storia di quella donna di Sunem di cui ci parla
la Bibbia nel Libro dei Re.
La fede rende intelligenti e quella donna aveva capito che
l'uomo a cui piaceva fermarsi a casa sua non era come gli altri: era un uomo di
Dio, del vero Dio da lei adorato. Così, col marito gli preparò una stanza, una
cameretta ammobiliata con semplicità, come si addiceva al carattere di
quell'uomo, il profeta Eliseo: un letto, un tavolino, una sedia, un candeliere.
Colpito da tanta sollecitudine, Eliseo volle testimoniare
la propria riconoscenza a quella donna così premurosa: "Che si può fare
per te?", le chiese. La sua risposta è magnifica: "Io vivo in mezzo
al mio popolo", come per dire: Non desidero altro. Il popolo d'Israele a
quell'epoca viveva nell'indigenza. Molti si erano rivolti agli idoli; ma Dio
non era cambiato, e lei sapeva che le Sue promesse sono sempre degne di
fiducia. Ella non desiderava altro che servire il proprio Dio per il bene del
suo popolo, accogliendo Eliseo, servitore di Dio e profeta.
Quella donna aveva saputo aggiungere alla fede l'energia
morale (leggere 2 Pietro 1:5-8), e la manifestava con le sue azioni (Giacomo
2:18).
Il profeta Eliseo era così ospite di una famiglia
accogliente e devota. E Dio onorò la devozione della padrona di casa
permettendo che, sebbene in tarda età, desse alla luce un figlio. Il bambino
crebbe, ma un giorno, mentre era nei campi con il padre, durante la mietitura,
fu colpito da violenti mal di capo. Lo portarono subito dalla madre e le morì
in grembo. Quella donna aveva una sola risorsa: andare a chiamare l'uomo di
Dio. Al marito che non capiva il suo modo di agire, rispose semplicemente:
"Lascia fare". Sapeva che Dio, che aveva dato e poi ripreso, poteva
dare dí nuovo. Gheazi, il servo del profeta, vedendola arrivare le chiede:
"Stai bene? Sta bene tuo marito? Il bambino sta bene?" e lei
risponde: "Stanno bene", ma ad Eliseo rivela il suo dramma. Non
vuole che il profeta mandi il servo a rianimare il fanciullo, e gli dice: "Come è vero che il SIGNORE vive e che
tu vivi, io non ti lascerò" (2 Re 4:30). Non aspetta il soccorso da
nessun altro. Eliseo accondiscende e in seguito alla sua ardente supplica, Dio
ridà la vita al bambino. Che risposta meravigliosa alla fede di quella donna!
Per lei, solo Dio poteva risuscitare il figlio e per questo
si rivolge al profeta, Suo servo. Simbolicamente, in questa circostanza, il
profeta raffigura il Signore Gesù, solo mediatore tra Dio e gli uomini (1
Timoteo 2:5). Come dice l'apostolo Pietro parlando di Gesù:
"In nessun altro
è la salvezza" (Atti 4:12).
"Il Figlio di Dio
mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20).
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