Mi chiamo Jole e ho 52 anni. Ne avevo 6 quando iniziai a frequentare la scuola domenicale nella Chiesa Evangelica ADI di Milano. Non ho molti ricordi di quel periodo, anche se uno è rimasto impresso nella mia mente, quello della sera in cui pregando con altri fratelli ricevetti il dono dello Spirito Santo (NdR: lo stesso
che fu ricevuto dai discepoli di Gesù a Pentecoste). Fino all’età di 14 anni ho continuato frequentare la comunità, ma poi mi sono fatta attrarre dalle offerte di questo mondo, che per me non ha avuto in serbo nulla di buono. Ho smesso di frequentare la chiesa, anche se non facevo nulla di male perché non ho mai dimenticato il timor di Dio. Ho sempre sentito di appartenere al Signore, ma non volevo avere più l’impegno della frequenza domenicale. A 18 anni sono stata colpita da un virus che, a detta di tutti i professori consultati,
mi avrebbe portato alla cecità. Eravamo disperati. Ero consapevole che solo il Signore sarebbe potuto intervenire, e chiesi ai miei genitori di chiamare il pastore perché pregasse per me. Ricordo che appena
entrò mi chiese: “Credi che il ignore può guarirti?” e io risposi “Sì” con convinzione.