sabato 1 ottobre 2011

La mia esperienza


"Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Rom. 5:1).

Per anni chiesi a Dio, ripetendolo meccanicamente domenica dopo domenica, di aver pietà di me, miserabile peccatore. Per la verità non mi sentivo affatto così miserabile, e ancor meno peccatore, perché mi sforzavo di fare tutto il bene possibile. Era soltanto un'abitudine. Ma un giorno s'impose alla mia coscienza il significato di quella preghiera e fui costretto a esclamare, come un tempo fece il re Davide: "Ho peccato". Non avevo fatto nessun male particolare, ma la luce di Dio era venuta a risplendere nella mia anima. Compresi di essere colpevole e che Dio era santo.
Quando realizzai veramente che Cristo era morto per i miei peccati e che il suo sangue prezioso purificava da ogni peccato, fu come la luce del sole quando entra in una camera buia. Questa consapevolezza accompagnava il mio pentimento verso Dio e la mia fede nel Signore Gesù Cristo, "dato a causa delle nostre offese e risuscitato per la nostra giustificazione" (Rm 4:25).
Quante benedizioni insperate: i miei peccati erano perdonati, ero giustificato da Dio, e avevo la pace con Lui! Era tanto semplice che ne ero stupefatto. Dopo tutti i miei sforzi e le mie preghiere per ottenere la salvezza, la scoperta che il Signore Gesù me l'aveva acquistata morendo sulla croce, mi riempì di gioia, di felicità e di una grande riconoscenza.

"LO ZIO PRETE"

Mi chiamo Umberto, sono nato in una famiglia di religione cattolica ma non praticante, anche se in famiglia mio padre aveva un fratello prete e mia madre un cugino anch'egli prete. Sono stato educato senza il timore di Dio e purtroppo ne ho pagato le conseguenze.
Con la prima comunione avrei dovuto frequentare il catechismo e, quindi, conoscere qualcosa in più circa la mia religione e Dio; ma mio zio prete, mi invitò semplicemente a ripetere le formule che recitava.
Finalmente, dopo un'adolescenza passata nell'ozio, mi sposai, anche se in giovane età, con una brava ragazza che, al contrario di me, aveva una buona infarinatura della nostra religione. Tuttavia, non andavamo mai a messa, le uniche occasioni sono state quelle del battesimo delle nostre figlie.
La mia vita si svolgeva in modo molto caotico:

La saggezza di Dio

“È impossibile governare rettamente il mondo senza Dio e la Bibbia”.


George Washington

CIÒ CHE FANNO GLI ALTRI

Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano. Matteo 7:13-14

In città vediamo spesso gruppi di pedoni che, prima di attraversare, aspettano sul marciapie­de che il semaforo diventi verde; in alcuni casi invece, qualcuno attraversa la strada nonostan­te il semaforo sia rosso e, il più delle volte, altri lo seguono, perché non guardano il semaforo ma quello che fanno gli altri. Non è così anche nella nostra vita, quando conformiamo il nostro comportamento a quello degli altri, piuttosto che fare ciò che è giusto e vero?
Un pedone può perdere la vita per aver attra­versato con il rosso; e in ambito morale e spiri­tuale, fare qualche cosa semplicemente per imi­tazione è altrettanto pericoloso, perché c'è in gioco il nostro avvenire eterno.
Il sentiero che porta a Dio è stretto, e non è il sentiero che percorre "la massa", dove si accetta qualsiasi opinione e non ci si mette mai in di­scussione. Per seguire Dio bisogna innanzi tutto pentirsi, riconoscendo le proprie colpe; poi bisogna abbandonare la pretesa di essere noi i padroni della nostra vita e confidare solamente in Lui. Purtroppo sono poche le persone che imboccano questo sentiero stretto, eppure è l'unico che porta alla vita eterna.
Gesù Cristo ha aperto la via che porta a Dio. Egli stesso è la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6). Per trovare Dio non occorre seguire delle regole e neppure fare come fanno gli altri, ma bisogna andare a Cristo con umiltà e con fede. Solo facendo così potremo poi scoprire ciò che Dio si aspetta da noi, suoi figli: esprimere, attraverso atti concreti di benevolenza e di giustizia, l'a­more che Egli stesso ha messo dentro di noi per mezzo del suo Spirito.

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MISSIONE SENZA FRONTIERE

Non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.
Romani 10:12, 13

Era un pugno di uomini, senza istruzione, senza titoli, senza denaro, senza armi. Manda­ti da Gesù Cristo, sono partiti, varcando le frontiere della Giudea e della Galilea, per pre­dicare al mondo l'amore di Dio. Hanno attra­versato la Grecia e la Roma antica, imbevute l'una del sapere dei suoi filosofi, l'altra della potenza del suo esercito. Scontrandosi con una resistenza feroce, hanno subìto gli oltraggi più infamanti, i supplizi più raffinati, le torture più crudeli. Nerone li gettava in pasto alle belve dell'anfiteatro per divertire le folle, e si dice che li facesse bruciare, cosparsi di pece, per illuminare i suoi giardini. Ma non sono venuti meno alla loro missione. Hanno fatto trionfare la misericordia sulla violenza. Le spade romane si sono spezzate ai piedi della croce di Gesù Cristo.
Il sangue dei martiri è stato, come qualcuno ha detto, il seme della Chiesa. A dispetto di tutto, si è sparso nel mondo il messaggio d'amore proclamato dai testimoni di Cristo. E il più bel messaggio che sia mai giunto agli uomini. Ascoltiamolo ancora una volta:
"Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Gio­vanni 3:16).
"Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi" (Efesini 5:2).
"Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato" (Atti 16:31)!

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