venerdì 16 settembre 2011

Cristiani fra i Musulmani

la testimonianza di Ruth Hussein
Tratta dal libro "Ma la loro gioia rimane" di Anneke Companjen - edito da La Casa della Bibbia
Copyright (c) 2001 edizione italiana - Porte Aperte Italia - Tutti i diritti riservati
Pubblicato con permesso dell'Editore

"Dio è padre degli orfani e difensore delle vedove nella Sua santa dimora; a quelli che sono soli Dio dà una famiglia."(Salmo 68:5-6)

Era una splendida giornata di primavera. Ruth Hussein era affaccendata in casa per preparare il pranzo a suo marito Mansur che poteva tornare a casa da un momento all'altro. Distratta guardava dalla finestra. Ad un tratto si fermò una macchina davanti a casa. Suonarono alla porta, Ruth aprì e vide due poliziotti e Harold, un amico di famiglia e collaboratore di Mansur nella libreria cristiana.
Il cuore le batteva forte in gola e le mani le tremavano dalla paura. Pensò a Mansur. Si ricordò che nelle ultime settimane aveva detto di sfuggita di essere stato minacciato di morte.
"Entrate", disse tesa. Fu colpita dal volto pallido e preoccupato di Harold.
"Vorremmo farle qualche domanda", esordì uno dei poliziotti. "Suo marito ha dei debiti, o qualcuno gli deve del denaro? Ha dei nemici?"

Testimonianza di Farid

Farid, un ex musulmano, racconta alcune sue esperienze con Gesù

"AFFINCHÈ GLI UOMINI VEDANO LE VOSTRE BUONE OPERE E GLORIFICHINO IL VOSTRO "PADRE" CHE E' NEI CIELI."

Quando ero da poco convertito a Cristo lavoravo con tre colleghi nello stesso reparto di una azienda. Noi quattro avevamo turni diversi, perciò non ci vedevamo e non ci parlavamo mai. Avevamo un ufficio in comune, dove ognuno di noi aveva un armadietto chiuso a chiave per i nostri attrezzi e per le tute.
Alla fine del mese ricevetti il mio stipendio e misi i soldi nel mio armadietto, per non perderli durante il lavoro. Finito il mio turno andai a casa, dimenticando però di portare con me lo stipendio. Il giorno successivo scoprii sbigottito che qualcuno aveva forzato l'armadietto ed aveva rubato i soldi. Subito emerse il mio vecchio me stesso. L'unica cosa che mi venne in mente era la vendetta! Invece di pensare ai versetti biblici che parlano del perdono,

Samuel Morse

“Più mi avvicino al termine della mia esistenza terrena, più apprezzo la grandezza del dono di Dio all’uomo peccatore: in questo modo l’avvenire si illumina di speranza e di gioia. Più vado avanti e più il mio Salvatore mi diventa prezioso; il Suo amore, la Sua opera espiatoria e la Sua potenza occupano incessantemente la mia mente. Provo comunione con Lui e questo mi rende felice”.

Samuel Morse (1791-1872): fisico, inventore dell’alfabeto che porta il suo nome.

LA NOSTRA LUCE

Gesù parlò loro di nuovo, dicen­do: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita". Giovanni 8:12

Istintivamente non amiamo il buio. Il bambino piccolo ha paura dell'oscurità. A volte ci vuole molto tempo e molta fermezza da parte dei genitori perché il figlio si abitui a dormire al buio. Al malato che soffre d'insonnia fa piace­re tenere accesa una tenue luce. Ad ogni età si saluta con gioia l'arrivo di un chiaro mattino.
"La luce è dolce ed è cosa piacevole agli occhi vedere il sole" (Ecclesiaste 11:7). Durante un'epidemia di peste, che infieriva al Cairo nel 1907, un uomo ricco faceva illuminare la sua casa per tutta la notte, sperando di evitare la malattia; ma