domenica 11 dicembre 2011

Luce vedrà

I pastori


            I pastori            Luca 2:8-20

8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L'angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"».
13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!» 15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». 6 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; 17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. 18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. 20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunziato.

La prima cosa che risalta dalla narrazione della nascita di Gesù, è che l’angelo del Signore non va a cercare i ricchi i potenti o i religiosi del tempo, ma va a cercare una tra le categorie più insignificanti e poco influenti del tempo, i pastori. Essi, come sempre era uso fare, stavano facendo il loro secolare lavoro, stavano badando al loro gregge. Questo atto iniziale stava a significare e a farci intravvedere quale sarebbe stata la missione di Gesù sulla terra, cercare i poveri, i derelitti, gli scarti della società e farne un popolo di riscattati, un popolo di salvati, a loro Gesù si sarebbe rivelato e da loro avrebbe scelto i discepoli che lo avrebbero seguito. Sicuramente già avevano avuto una grande sorpresa nel vedere e sentire l’angelo e il suo annuncio, ma ancor più grande sarà stato vedere poi accanto  “una moltitudine dell'esercito celeste” che lodando Dio, in un coro celestiale diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!.

1)      È NATO PER VOI UN SALVATORE
La prima cosa su cui vorrei soffermarmi è il messaggio glorioso che l’angelo riferisce ai pastori  ,” è nato per voi un Salvatore”. Messaggio più glorioso e atteso non vera in Israele, da secoli il popolo aspettava il Messia, ora la cosa si avverava sotto i loro occhi, il tempo di attesa era finito, il Messia tanto atteso era nato. La cosa più bella che possiamo aspettarci è vedere realizzare una cosa su cui si è sperato tanto, ora si poteva veramente gioire. Tanti erano stati i profeti che avevano profetizzato intorno all’avvento del Messia, ora tutte le promesse avevano un compimento, il messia tanto atteso è nato. È bello sapere che quell’annunzio è importante ancora per noi uomini del XXI secolo, la nascita di Gesù non è qualcosa che ha coinvolto gli uomini presenti in quel momento, ma si protrae nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. Parlando della nascita di Gesù non possiamo non parlare anche della sua morte e resurrezione, tutto ciò ci è certezza di salvezza, Gesù ha superato ogni ostacolo e ora è alla presenza del Padre, il Salvatore ora può salvare e lo fa già da più di duemila anni. Tutta l’umanità che giace nella schiavitù del peccato sappia che è nato colui che ha il potere di cambiare le sorti dell’uomo, colui che dissolve le tenebre, colui che dà vita esuberante, “che è il Cristo, il Signore” il nostro Gesù.
“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato    Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace,” Isaia 9:5

2)      Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto
Finita che fu la visione di angeli, i pastori presero la decisione di rendersi conto personalmente di quanto gli angeli asserivano. Non è detto se lo fecero per mancanza di fiducia e molto probabilmente non fu questo a metterli in cammino, ma sicuramente era tanta la curiosità di vedere tangibilmente con i loro occhi ciò che l’angelo aveva da poco asserito, è nato il Salvatore, che mise le ali ai loro piedi. La scrittura ci dice che andarono in fretta e trovarono ogni cosa come l’angelo gliel’aveva descritto “e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Chissà quale sarà stata la gioia di vedere con i loro occhi che il Messia tanto atteso era la d’avanti a loro, l’aspettativa di tante generazioni si concretizzava sotto il loro sguardo. Quello su cui vorrei porre l’accento è che i pastori non persero tempo in discussioni e chiacchiere vane, ma corsero ai piedi del Messia. Molti uomini oggi sentono parlare di Gesù, ma il messaggio di speranza cade in un patetico immobilismo, non si sente il bisogno di conoscerlo personalmente, di vedere, di capire perché Gesù è venuto tra di noi. E questo non riguarda solo il mondo in generale, ma riguarda anche il mondo religioso, infatti oggi come ieri c’è l’attesa del ritorno del Messia, ma sono pochi quelli che ci credono veramente e lo aspettano, e sono pronti a correre ai suoi piedi per fare la sua volontà. A quale categoria apparteniamo, ai potenti, ai ricchi, ai religiosi, o agli umili pastori? Oggi più che mai, come sentiamo l’annuncio del Messia, si deve sentire l’urgenza di correre ai suoi piedi, di conoscerlo personalmente, di avere un dialogo con Gesù, per vedere se è tutto vero ciò che si dice di Lui. Lui è colui che ancora oggi ci dice “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. Apocalisse 3:20
3)      Vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino
I pastori avevano ricevuto l’annuncio, avevano visto con i loro occhi il Salvatore, ora non rimaneva che annuncialo al mondo “Vedutolo, divulgarono..”. È bello sapere che i primi evangelisti, i primi missionari furono proprio quei semplici pastori. Non fecero nessun seminario biblico, nessuna scuola teologica, ma venuti a conoscenza della verità sentirono il bisogno di divulgare che era nato il Messia. Ma la cosa più bella è che le persone che li udivano parlare non li tacciarono e neanche li ammutolirono, bensì si meravigliavano. Dio voglia ancora oggi fare sorgere uomini semplici e umili che possano essere validi testimoni e che facciano meravigliare quanti sono disposti ad ascoltare il messaggio della salvezza. Il messaggio era semplice ma nello stesso tempo efficace “è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”. Ancora oggi il mondo ha bisogno di udire questo semplice messaggio, viviamo in un mondo che sembra grondare cristianesimo, ma che alla fine preferisce indirizzare i propri passi lontano dal Signore, mentre oggi c’e l’urgenza di correre da Lui il Messia salvatore. Perché se evangelizzo, non debbo vantarmi, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!” 1Corinzi 9:16.

CONCLUSIONE
“..tornarono indietro, glorificando e lodando Dio..” , che gioia per quei pastori, Dio si era rivelato a loro, avevano visto gli angeli di Dio, avevano sentito il loro annunzio, avevano visto il Messia, avevano annunciato al mondo l’avvento di Dio, una nuova era iniziata e loro ne facevano parte. Non è cosi anche per noi? Dio si è rivelato nella nostra vita,  ora Egli è il nostro Salvatore, ora possiamo tornare alle nostre dimore glorificando e lodando Dio per ciò che ha fatto e che continua a fare per noi, nuovi orizzonti sono ora aperti dinanzi a noi, il regno di Dio non è più una chimera ma la realtà che ci sta aspettando.
A Dio sia la gloria
                                                                                         ACETO GIACOMO

OTTENERE IL MEGLIO


LA BIBBIA NEL QUOTIDIANO


Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculche­rai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando tí coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi.
Deuteronomio 6:6-8

Una vita cristiana fedele a Cristo non è fonda­ta sul rispetto scrupoloso di riti o di abitudini religiose, ma su una relazione viva e personale; relazione che ogni credente deve avere con il
suo Salvatore, con il suo Dio. Una delle basi di questa comunione è la conoscenza della volontà di Dio rivelata nella sua Parola, la Bib­bia; l'altra, la sperimentiamo ogni giorno: è la preghiera.
I versetti di oggi ci mostrano quale posto deve avere la Parola di Dio nella vita quotidiana di un padre di famiglia credente:
- Prima di tutto è nel suo cuore, legata diretta­mente alla sua vita affettiva, sorgente della sua energia interiore.
- In seguito è al centro delle sue conversazioni con ognuno dei suoi, ed è al centro delle occu­pazioni che riempiono la sua giornata.
- Poi, è nei suoi pensieri, anche mentre lavora (la mano).
- Nel mondo, cose di ogni genere si presenta­no ai suoi occhi: dalle buone opere da compie­re alle tentazioni da fuggire. Sarà la Parola di Dio a guidarlo per tenere il giusto comporta­mento.
- Infine, l'ambiente domestico di un capo famiglia attaccato profondamente alle Sacre Scritture sarà una testimonianza della luce e dell'amore divino, per tutti coloro che entre­ranno in quella casa.

edizioni il messaggero cristiano - www.messaggerocristianoit