Sono nata e cresciuta in una famiglia cattolica, molto religiosa: andavo a messa tutte le domeniche, a volte facevo anche digiuni, e naturalmente rispettavo tutte le festività. Mia mamma mi aveva insegnato a dire sempre le preghiere (Rosario, Padre nostro), la mattina appena sveglia e la sera prima di addormentarmi. Avevo timore di Dio. Dopo il matrimonio, continuai ad andare sempre in chiesa con i miei figli e il prete mi diceva che ero la colonna della chiesa, un esempio da seguire. Mi sentivo giusta, dato che tutti gli altri andavano a messa 1 o 2 volte all’anno, io invece tutte le domeniche.
Un giorno il fratello di mio marito venne a casa mia, mi parlò del Signore e mi lesse qualche passo della Sacra Scrittura. A quel tempo, intorno agli anni ’70, quasi nessuno aveva la Bibbia in casa, io la ascoltavo solo tramite le parole del prete, una volta a settimana. Mio cognato Luigi continuava a parlarmi di Dio e piano piano capivo di conoscere i comandamenti del Signore, ma di non metterli in pratica.
La mia era un’abitudine: ascoltavo il prete, ma non conoscevo Dio.
Chiesi di avere anch’io una Bibbia, e iniziai a leggerla per confrontare se quello che sentivo a messa,