sabato 18 gennaio 2014

STARE SALDI

                         2Tessalonicesi 2:13-17


 “Ma noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.  A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.
Ora lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio nostro Padre che ci ha amati e ci ha dato per la sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni opera buona e in ogni buona parola”.

 “E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un'opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. Filippesi 1:6 L’apostolo Paolo, nel verso citato di Filippesi, esprime un suo parere che sicuramente gli è stato dettato dallo S. Santo, Dio porta a compimento l’opera che inizia nell’uomo. Dio ha voluto, nel suo disegno di grazia, dare un’opportunità di salvezza all’uomo, ecco perché l’apostolo ringrazia Dio ed ecco perché anche noi dobbiamo esserGLI grati per la salvezza che ci ha gratuitamente donato. Parlando di grazia, non possiamo non fare risaltare tre aspetti che sono scritti nel testo citato:

          1)      ELETTI A SALVEZZA. Il nostro Dio, sin dagli albori della storia umana, ha decretato che avrebbe scelto un popolo di credenti il cui cuore era e sarà sempre per Dio. Già dalla Genesi vediamo come Dio stabilì che un giorno Gesù sarebbe stato il mezzo glorioso di salvezza per l’uomo con il cuore disposto all’amore di Dio “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno»” Genesi 3:15.

 a)      Sappiamo tutti che la salvezza è frutto della grazia di Dio, perdono che Dio ci concede a patto che permettiamo alla S. Santo di operare nella nostra vita. La prima cosa di cui dobbiamo renderci conto è: senza l’opera dello S. Santo, nessuno può accedere alla grazia. Infatti abbiamo letto “eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito”; comprendiamo che senza la santificazione, ovvero lasciare il peccato, non possiamo minimamente sperare di accostarci alla salvezza. È anche vero che anche avendo il desiderio, da soli non possiamo farcela, ecco perché interviene lo Spirito di Dio che ci da le forze per attuare questo meraviglioso mutamento. Più lasciamo operare lo S. Santo in noi, più la sua santità influenza positivamente la nostra vita.

 b)      Nello stesso verso aggiunge anche che siamo eletti a salvezza per “la fede nella verità”. Parlando di verità, non possiamo non indirizzare il nostro interesse a quel verso di Giovanni 8:32 “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Gesù un giorno disse di sé Giovanni 14:6  “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Ecco che ora il quadro è completo, Gesù è la verità oltre che la via e la vita e quando ci dice che siamo eletti a salvezza mediante la fede nella verità, non ci sta dicendo altro che avere fede in Gesù, l’unigenito figlio di Dio, ci mette al riparo da ogni dispiacere futuro, garantendoci la salvezza eterna.


Pertanto come prima verità possiamo dire che questi due elementi spirituali esaminati, sono di vitale importanza per la salvezza dell’uomo peccatore, ma ancora di più possiamo aggiungere che uno sussiste se l’altro è presente e viceversa.


          2)   CHIAMATI  “A questo egli vi ha pure chiamati per mezzo del nostro vangelo, affinché otteniate la gloria del Signore nostro Gesù Cristo”. Senza una chiamata specifica, nessuno si accosta a Dio.  All’inizio abbiamo detto che Dio fa un’opera completa, infatti non si accontenta di influenzare positivamente la nostra vita, ma ci rivolge una chiamata individuale  alla salvezza. Dio chiama a salvezza Saulo da Tarso sulla via di Damasco, Dio chiama a salvezza personalmente l’eunuco di Candaci, e moltissimi altri. Lo scopo di tutto questo è condividere le ricchezze celesti e spirituali con la sua creatura: l’uomo. Il nostro Dio vuole condividere la sua gloria con la sua creatura:
Apocalisse 3:21 “Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono”.C’è un’aspra battaglia in corso ma il premio, per chi vince, è sedere sul trono di Cristo, Egli vuole condividere il suo trono e la sua gloria con noi miseri peccatori, e cosa ci chiede in cambio? Soltanto e semplicemente credere in Lui.
“Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?» Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia»” Atti 16:29-31.

Come secondo punto possiamo dire, per sintetizzare che Dio ci chiama a credere in Gesù per ottenere salvezza  e gloria eterna, gloria che Gesù vuole condividere con noi peccatori redenti.

       3)   FERMI Così dunque, fratelli, state saldi …” Il termine saldi vuol dire:  forti, massicci, resistenti, robusti, come a indicare che niente e nessuno deve smuoverci dalla grazia che abbiamo ottenuto, ma anche può voler dire che non dobbiamo scostarci dalla verità che ci è stata trasmessa attraverso la sua parola: “e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera”. Dio vuole che la nostra fede non vacilli ma sia forte e stabile come la roccia “Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita rassomiglia a un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie”. Giacomo 1:6-8. L’essere saldi, il contrario di instabili, è il frutto di una esperienza di vera rinascita spirituale, ma anche una vita di continuo arrendimento in preghiera. Il vero cristiano sente il bisogno di piegare continuamente le proprie ginocchia davanti alla presenza di Dio e in quella posizione e attitudine, trova la forza per andare avanti e resistere alle forze contrarie che il nemico scaglia per abbatterci. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione” 2Timoteo 4:7-8. Daniele ottenne risultati strabilianti nella sua vita sia materiale che spirituale, ha dovuto affrontare situazioni scabrose e pericolose, ma in ogni cosa ne uscì vittorioso, frutto di una vita di preghiera viva e costante Daniele 6:10 “Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima”.
In ultimo, sempre per sintetizzare, è importante comprendere che la risposta alla chiamata deve essere seguita da serietà spirituale che ci porta a stare fermi e saldi nella fede acquisita e non a parole ma con l’evidenza di azioni che stanno a indicare che i nostri piedi sono fermamente saldi nella roccia.
“Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi assomiglia. Assomiglia a un uomo il quale, costruendo una casa, ha scavato e scavato profondamente, e ha posto il fondamento sulla roccia; e, venuta un'alluvione, la fiumana ha investito quella casa e non ha potuto smuoverla perché era stata costruita bene” Luca 6:47-48.

CONCLUSIONE
Dio, abbiamo detto, porta a compimento la sua opera se gli permettiamo di agire liberamente in noi, il suo piano di redenzione è completo ed efficace, come dice al v. 17 Lui ci ha amato, ci ha dato la sua grazia, ha messo in noi una consolazione eterna e una buona speranza. Abbandoniamoci con fiducia nelle sue mani sicure, continuiamo a rispondere positivamente all’ appello di Dio, diciamo come Samuele “parla che il tuo servo ti ascolta” o come Isaia «Eccomi, manda me!».
A Dio la lode.


                  GIACOMO ACETO