venerdì 3 febbraio 2012

IL GIUSTO GIUDICE

“L’Eterno fa giustizia e ragione a tutti quelli che sono oppressi” (Salmo 103:6)

A tutti gli oppressi? Sopraffazione significa toccare con mano la brutalità dei più miseri e assistere a tutto ciò che è rivoltante e orribile: significa udire storie di viltà, di tradimento e di dolore. Potremmo chiederci se tutto sia veramente oscurità e confusione. La forza appare l’unico diritto, il profitto l’unico bene e la soddisfazione personale il solo scopo della vita. Grazie a Dio, però, le tenebre, il terremoto e il fuoco passano rapidamente, e con anima rapita sentiamo quella voce dolce e sommessa sussurrarci: “Non temere, va tutto bene. Dio vede tutto”. L’Eterno fa giustizia e ragione a tutti coloro che sono oppressi. Le cose non sono preda di una confusione senza regola: il mondo non è dominato da una cieca fatalità. “L’Eterno sedeva sovrano sul diluvio, anzi l’Eterno siede re in perpetuo” (Salmo 29:10). Da questa fiducia sgorga nuovamente un canto di lode. L’oppresso è come un fiume ostacolato da enormi massi, costretto a innumerevoli deviazioni e messo per un momento a tacere, ma, alla fine, riprenderà il proprio corso con maggiore vigore, e proclamerà: “Cantate a Dio, salmeggiate al suo nome, preparate la via a colui che cavalca attraverso i deserti: il suo nome è: l’Eterno, ed esultate dinanzi a lui. Padre degli orfani e difensore delle vedove è Iddio nella dimora della sua santità” (Salmo 68:4, 5).

LA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE

Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene... infatti, il bene che voglio non lo faccio... Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Romani 7:18, 24, 25

Nel giardino di Eden, l'albero della conoscenza del bene e del male era proibito. L'uomo, seb­bene fatto a somiglianza di Dio, è un essere limitato. Quando ha disubbidito, con l'illusio­ne di diventare come Dio, ha conosciuto il bene e il male, ma senza la capacità di com­piere sempre il bene e senza l'energia di evita­re sempre il male. Per questo è colpevole.
Ma Dio non ha abbandonato la sua creatura. La rivelazione che ha dato di Se stesso, fin dai tempi più remoti, doveva proprio servire a spingere l'uomo verso il bene, a ridargli la pos­sibilità di avere comunione col suo Creatore, se si fosse uniformato ai suoi pensieri e avesse ubbidito alle sue leggi.
La Parola scritta, venuta in seguito, è stata ed è tuttora una luce per l'essere umano, una guida indispensabile e insostituibile. Ma orizzonti straordinariamente più vasti nella conoscenza di Dio si sono aperti con la venuta di Cristo che ci ha rivelato l'amore di Dio per la sua creatura decaduta e il suo piano di salvezza "per grazia, mediante la fede" (Efesini 2:5). Chi crede al sacrificio di Cristo ha ora la possibilità di entrare con Dio in una relazione vivente ed eterna.
L'apostolo Paolo scriveva ai credenti della città di Filippi: "Prego... perché possiate apprezzare le cose migliori... ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio" (Filippesi 1:9-11).

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