GENITORI E FIGLI



1) ATTEGGIAMENTI A CASA
2) PRINCIPI ESSENZIALI COME DISCIPLINARE I FIGLI
3) PRINCIPI ESSENZIALI COME ALLEVARE I FIGLI
4) TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE E QUALITÀ DA TRASMETTERE
5) ONORARE I GENITORI PER ONORARE DIO
    UBBIDIRE AI GENITORI PER UBBIDIRE A Dio
6) PADRI BUONI FIGLI CATTIVI
7) TRAGUARDI PER FIGLI

INTRODUZIONE
A che serve avere una malattia e non rendersene conto? Porta a gravi mali. È importante capire la vera condizione in cui si è. Non è sempre una bella notizia, ma è importante saperla, e può portare a buoni frutti, se si riconoscono i problemi e se si cambia con l'aiuto di Dio. Lo scopo di questo studio è avere un concetto sobrio e reale della nostra condizione spirituale, individualmente, e come famiglie.

1. ATTEGGIAMENTI A CASA


a) L'importanza di ascoltare.
La Bibbia ci comanda di essere pronti ad ascoltare. GIACOMO 1:19-20; Proverbi 18:13
Ascoltare bene è una qualità da sviluppare, perché è fondamentale per crescere nella saggezza e per avere buoni rapporti. Trasforma la nostra vita. Richiede umiltà. Vuol dire evitare tanti scontri e tanti litigi. Vuol dire crescere spiritualmente.
Che cosa vuol dire, in pratica, ascoltare bene?
Ascoltare può essere passivo, oppure, attivo.
Ascoltare in modo passivo vuol dire non interrompere mentre l'altra persona parla.
Ascoltare in modo attivo vuol dire concentrarsi su quello che l'altro sta dicendo, cercando di comprendere a fondo il senso di quello che esprime. Quindi, non è solo ascoltare le parole, ma anche pensare a ciò che dice.
Ascoltare attivamente vuol dire non esprimere le mie opinioni finché non ho capito bene quello che sta dicendo l'altro.
Questo implica, di solito, che io faccia delle domande. Esempio:
“Cara, stavo pensando che potremmo offrirci di fare uno studio biblico evangelistico in casa”.
---- Risposta 1: “Stai scherzando? Tu sai che non abbiamo tempo libero. E comunque, non sappiamo abbastanza per insegnare il Vangelo. Non siamo preparati per rispondere alle tante domande che potrebbero sorgere ”.
--- Risposta 2: “Sì? Spiegami quello che stai pensando”.
“Ma, stavo pensando che non possiamo pretendere che le persone che Dio mette nella nostra vita debbano andare nella sala della chiesa per sentire il Vangelo. Sarebbe porre un ostacola per loro di poter sentire il Vangelo. Sarebbe molto più facile per loro se potessimo invitarle qua, visto che già ci conoscono. Poi, siccome abbiamo poco tempo libero, ora è giunto il momento di insegnare ai figli di partecipare di più in casa. Se ci diamo da fare, potremmo insegnare loro vari lavori in più, il che alla fine ci darebbe la possibilità di avere le ore necessarie per fare lo studio.
Inoltre, mi rendo conto che non siamo molto preparati. Perciò, ho pensato che potremmo chiedere al pastore di darci del materiale da studiare, che ci permetterebbe di essere più preparati.
Però, molto probabilmente, ci saranno delle cose che non vedo. Quindi, dimmi cosa ne pensi, e quali altre cose, secondo te, dovremmo prendere in considerazione?”
Valutazione: nella prima risposta, l'ascoltatore ha ascoltato o non ha ascoltato?
Quanto ha capito, veramente, del pensiero del coniuge?
Ha dimostrato umiltà o orgoglio?
Facendo così, crescerà spiritualmente come potrebbe e dovrebbe?

b) L'importanza di poter DARE
In Atti, abbiamo una dichiarazione di Gesù, tramite Paolo, che è molto importante ricordare e sulla quale dobbiamo fondare la nostra vita. Atti 20:35
Le parole tradotte qua con “maggior felicità” hanno il significato letterale di “più benedizione”. C'è più benedizione nel dare che nel ricevere. Chi vive cercando di prendere per sé sarà una persona povera; povera non economicamente, perché anzi, potrebbe arrivare ad avere tanto. Però, sarà povera di benedizione. Non avrà gioia. Il suo cuore non sarà soddisfatto. Allora, visto che questa è una verità stabilita da Dio, se vuoi una vita benedetta, devi vivere impegnandoti a DARE, anziché a ricevere. Chi, come stile di vita, sta cercando di ottenere benefici per se stesso, sta nel peccato, perché questo non è amore, e si sta lasciando sfuggire le ricchissime benedizioni che possiamo avere quando impariamo a dare. Si tratta di una verità stabilita da Dio.
Ora applichiamo questo principio a voi genitori.
Volete che i vostri figli abbiano una vita piena di benedizione, oppure, che abbiano una vita povera di benedizione?
Se volete aiutare i vostri figli ad essere benedetti, allora, dovete assolutamente insegnare loro a dare, ovvero, a dedicarsi al bene degli altri.
Chiaramente, per un figlio ancora giovane, dai primi anni di vita fino all'età del liceo, il posto principale in cui può dedicarsi a DARE agli altri è la propria famiglia.
Che cosa serve affinché il suo DARE abbia valore e sia fonte di benedizione per lui e per gli altri? Leggiamo 2Samuele 24:20-24
Avete notato che Davide rifiutava di dare qualcosa che non gli costava nulla? È importante fornire ai tuoi figli, non solo ogni tanto, ma OGNI GIORNO, delle occasioni in cui possono avere l'opportunità di veramente dare, per poter conoscere la benedizione di dare. Il vero dare che ha valore è dare qualcosa che costa dare.
Per un figlio, il costo che può pagare è il suo TEMPO, il tempo che avrebbe potuto dedicare a fare qualcosa di divertente.
Se non dà del suo tempo, non può dare nulla, e se non dà, non avrà la vita benedetta che il Signore offre a coloro che vivono dando.
Quindi, un atto di amore per i vostri figli è insegnare loro a DARE tutti i giorni. Più danno, più saranno benedetti.
Che cosa possono dare? Lavoro e tempo, per aiutare.
Quel tempo provvede loro delle benedizioni. Inoltre, concede più tempo ai genitori, i quali possono investirlo nell'essere genitori migliori. Dà del tempo in più ai genitori, che possono anche investire meglio per il regno di Dio. Trasforma la vita in famiglia.
Il genitore che non insegna al figlio a lavorare sul serio e così ad imparare qual è l'immensa benedizione di dare, sta privando il figlio di questa benedizione, lo sta ostacolando ad essere il figlio che Dio vuole, e gli sta inculcando una mentalità sbagliata.
O che possiate evitare di essere genitori così e che invece possiate aiutare i vostri figli ad avere la benedizione di dare!

c) Imparare nell'amore: dare a quelli di fuori
E' importante imparare a guardare oltre il nostro piccolo mondo, oltre i nostri problemi.
Quando la maggioranza dei nostri pensieri riguardano i nostri problemi, i nostri sogni e i nostri desideri, che tipo di persone siamo?
Siamo altruisti, ovvero, amiamo gli altri, oppure, siamo egoisti?
In realtà, è triste dirlo, ma delle volte siamo molto più egoisti di quando pensiamo.
È molto importante che non viviamo in un piccolo guscio, pensando alle nostre cose.
Quali frutti otteniamo da un modo di vivere, concentrato su noi stessi?
--- Siamo egoisti, quindi, non amiamo tanto, perdiamo tante benedizioni, e inoltre, ci lasciamo sfuggire il privilegio di glorificare Dio e di essere di benedizione per altri.
Quando viviamo pensando alle nostre cose, diventiamo egoisti e i nostri problemi sembrano molto più grandi di quello che sono. Perciò, ci pesano di più.
Uno che lavora con pazienti malati di tumore, che soffrono moltissimo, non si lascia buttare giù tanto facilmente quando ha un forte mal di pancia, perché sa che è una piccola cosa in confronto con quello che gli altri soffrono tutti i giorni.
Quindi, per uscire da questo guscio, bisogna pensare agli altri, informarci degli altri, pregare per gli altri, fare per gli altri. Dare agli altri.
Richiede tempo, impegno. È un investimento. Però, un buon investimento.

d) Riconoscere di far parte di qualcosa, e non solo fare qualcosa per gli altri.
È importante aiutare ogni figlio, ogni membro di chiesa, e ogni membro di famiglia, a riconoscere la famiglia, e la chiesa, come la SUA famiglia e la SUA chiesa.
E quindi, è importante aiutarlo a riconoscere che può dedicarsi, NON a promuovere i progetti degli altri, ma a promuovere una realtà di cui egli stesso fa parte.
Se io chiedo a qualcuno: “Potresti fare questo per me?”, è un discorso.
Se invece, aiuto quella persona a capire che lei fa parte di quel progetto, e quindi, se ci accordiamo per fare una certa cosa insieme o, meglio ancora, per la gloria di Dio, allora, non devo chiederle di aiutare me, ma piuttosto, devo chiederle in che modo lei può dare per il bene della SUA chiesa, o della SUA famiglia, e portare gloria a Dio.

e) Non mentire con i pensieri
Qualche commento sull'importanza di non mentire con i nostri pensieri.
Non dobbiamo arrivare a pensieri estremi, ad esagerazioni.
Leggiamo Filippesi 4:8; 1Cor 13:4-5
Questo è come dovremmo vivere. Invece, quale sarebbe una nostra tendenza?
Mentire con i nostri pensieri, vedendo le cose in modo esagerato.
Pensieri, che poi portano a parole del tipo: “lui fa SEMPRE così”. Oppure: “Lei non pensa MAI a me”.
Queste sono quasi sempre esagerazioni, ossia, in realtà, sono bugie.
Avete notato che non esageriamo quasi mai nel bene, ma solo nel male?
Questo è dovuto alla malvagità del nostro cuore.
Quindi, quando esageriamo, siamo immersi nel peccato. Ci stiamo aggrappando alla menzogna.
Soluzione: NON basta dire: “Va bene, hai ragione, non è sempre, ma quasi sempre”.
Invece, se vuoi crescere in santità, hai bisogno di guardare in faccia il tuo peccato.
“Perdonami, ho peccato, perché ho mentito. Non è vero che lo fai spesso. Lasciamo stare questo discorso, perché ovviamente, al momento, ho dei pensieri falsi. Voglio arrivare al punto di vedere le cose in un modo giusto e buono, e trovare cose per cui ringraziare il Signore, e poi, se servirà, avrò qualcosa da dire.”
Dicendo questo, potresti pensare che il punto che voleva fare nel discorso andrà perso. In realtà, facendo così, vincerai una battaglia contro il peccato, che vale più del punto che voleva fare.. Qual è la cosa più importante e che ti porta più benedizione e bene? Vincere un argomento, oppure avere la vittoria su un peccato? O cari, imparate a scegliere bene le battaglie da combattere! Combattiamo contro il nostro peccato.

f) Non fare qualcosa per abitudine
Una situazione che si verifica spesso nella vita è che facciamo qualcosa per tradizione, per abitudine, senza valutare seriamente se serve davvero oppure no, e se è il modo migliore di arrivare ai traguardi giusti o no.
Esempio: iniziare a fare qualcosa per soddisfare un'esigenza; poi, l'esigenza non esiste più, ma si continua a fare nello stesso modo per tradizione.
Applicazione in famiglia: il principio della necessità di rivalutare quello che facciamo è estremamente importante in famiglia. Con i figli che crescono, le esigenze attuali possono cambiare tanto fra sei mesi, e molto probabilmente fra un anno.
Quindi, è estremamente importante che voi genitori adattiate il modo in cui fate le cose in casa in base alla crescita dei vostri figli.
Per noi tutti, è importante che non facciamo le cose solo per tradizione, senza valutare veramente se questo è il modo migliore.
Se applichiamo questo principio con attenzione, sarà possibile scoprire che tante cose possono cambiare per il meglio. Siamo creature abitudinarie, ma spesso, le nostre non sono buone abitudini.

g) Non impedire alla potenza di Dio di operare in te
Un terribile peccato è quello di impedire alla potenza di Dio di operare in te.
Non dobbiamo dire “NON POSSO”. Questa posizione ostacola ciò che Dio avrebbe fatto in noi e tramite noi.
Esempio uno: mio figlio sta molto male, ma non ho la macchina, quindi, non posso portarlo al pronto soccorso. Sono costretto a lasciarlo soffrire, e probabilmente, morire. Non posso portarlo al pronto soccorso, perciò, non c'è niente da fare per mio figlio.
Esempio due: mio figlio sta molto male, e non ho la macchina, però devo assolutamente portarlo al pronto soccorso. Perciò, devo darmi da fare subito per trovare un altro modo di farcelo arrivare. O Signore, aiutami, e mi do da fare!
Ci sono tanti altre applicazioni di questo principio: troppo spesso, crediamo la bugia che le cose negative in un rapporto non possono cambiare. Perciò, credendo questa bugia, che nega a Dio la potenza di cambiare le cose, non cerchiamo nemmeno di impegnarci per un miglioramento, e perciò Dio non opera, e così la menzogna che abbiamo seminato porta il suo frutto, e non cambia nulla.
O che possiamo imparare a dire, con fede: “Io posso ogni cosa in Cristo Gesù che mi fortifica”.

h) Genitori: attenzione alle lamentele
Genitori, fate attenzione alle lamentele dei vostri figli. In realtà, sono di solito il risultato delle vostre mancanze come genitori.
Chi si lamenta che il suo orto è pieno di erbacce non si rende conto che è perché non si impegna abbastanza.
Quando vedete vari problemi e atteggiamenti sbagliati nei vostri figli, la prima cosa da chiedervi è: “Che cosa potremmo fare meglio come genitori?” “Che cosa sta dietro questo comportamento di nostro figlio? Su cosa dovremmo lavorare?”
Un figlio che ti risponde male e che è spesso scontento è un figlio egoista, secondo il quale tutto esiste per lui. Questo figlio sarà scontento in tutta la sua vita, se non cambia il suo modo di pensare.
Come si potrebbe aiutare un figlio così? Insegnandogli a DARE, a pensare agli altri, e dunque permettendogli di conoscere la gioia di dare. Il modo più facile di fare questo è di aiutarlo ad avere un ruolo in famiglia che gli consenta di servire gli altri. Questo può realizzarsi con lavori in casa, come imparare a pulire, a cucinare, a stirare, e a svolgere altri impegni.

i) Situazione negativa: la bugia, la cura.
Chi è abituato a fare le cose in un certo modo, vedrà come negativo ogni mutamento se una situazione dovesse cambiare. Se si cambia qualcosa, ad esempio lo svolgimento di un'attività, un'usanza, un modo di fare, si ha la tendenza a vedere il cambiamento in modo negativo, senza valutare se è veramente negativo. I cambiamenti fanno parte della vita, della crescita e Dio stesso spesso porta cambiamenti nella nostra vita per farci crescere e per aumentare la nostra fede.
È credere una bugia affermare che il cambiamento non è da Dio, perché ci porta difficoltà, come è falso credere che ogni cosa non è sotto il suo controllo.
Invece, è credere la verità ringraziare Dio perché Lui ha il pieno controllo, perché fa ogni cosa per il mio bene e per il bene degli altri, ringraziare per quello che Dio sta compiendo in me, ossia la mia crescita.
Ecco una situazione in cui è possibile cadere in 2 tipi di bugie: la prima persona ha una reazione dura quando la seconda persona sbaglia. Ad esempio, in una situazione a tu per tu, tra genitore e figlio. --
--- Prima bugia, vedere e additare solo le qualità negative e non vedere tutte le qualità positive dell'altro in modo equilibrato. Quindi, stai vedendo la situazione in modo squilibrato.
-- Seconda bugia o tentazione: non ricordare che anche tu sbagli in tante cose, e quindi, il tuo atteggiamento implica la bugia che tu saresti superiore, che non hai bisogno di misericordia, e perciò, non dai misericordia.
--- Il modo di evitare questi modi sbagliati da pensare: ringraziare, riconoscere i pregi dell'altro, ricordare di come Dio si serve di questa persona.
Un altro esempio:
---- Il marito o i genitori hanno una reazione dura verso la persona che sbaglia.
-----In questo caso, la bugia in cui cadono il marito o i genitori: pensare che l'altra persona “avrebbe dovuto saperlo”, il che non è sempre vero, anzi! E' la responsabilità del capo aiutare chi dipende da lui a sapere qualcosa, e fargli da guida. Il modo di evitare di cadere in questo modo sbagliato di pensare: pregare per più umiltà, riconoscere e prendere la propria responsabilità di guidare la famiglia.
Di conseguenza, occorrerà sentire una nuova idea, una proposta, e non più reagire male, senza ascoltare.

2. PRINCIPI ESSENZIALI COME DISCIPLINARE I FIGLI
TENERE SEMPRE A MENTE IL TRAGUARDO
Quanto è importante saper applicare i principi biblici. Solo conoscere i principi che Dio ci dà ci giova pochissimo, anzi, ci rende più responsabili. È solo quando applichiamo i principi che Dio ci dà che ci portano grandi benefici.
Oggi, vogliamo considerare come si potrebbe applicare qualche principio molto importante.
Il principio che vogliamo considerare soprattutto è il principio che l'uomo raccoglierà quello che semina, e perciò, bisogna sempre considerare le conseguenze a lunga scadenza per ogni decisione.
Per capire questo principio, consideriamo alcuni situazione nel ambito della famiglia, specificamente il ruolo dei genitori. Quanto è importante tenere sempre a mente il traguardo! Leggiamo Efesini 6:4
Il termine “disciplina”, in greco paideia, abbraccia tutta l'educazione, tutto quello che riguarda sia la mente, sia i valori morali, sia il corpo. Comprende l'istruzione, la disciplina, le varie regole, gli ammonimenti e, quando è necessario, la punizione.
Ammonire: mettere in testa, trasmettere e fissare verità nella mente.
Allevare nella disciplina e nell'ammonizione del Signore. In altre parole significa:
formare il figlio perché diventi un adulto ben preparato in ogni campo della vita.
Possiamo fare un paragone con l'addestramento di un soldato egli deve conoscere tante cose. Certamente, deve sapere come combattere, ma anche come trovare cibo, come orientarsi, dove andare, come comunicare con la base, come curare un compagno ferito, come comportarsi di fronte a una bomba chimica, come affrontare un nemico faccia a faccia, e tante, tante altre cose.
Immaginatevi un comandante che abbia la responsabilità di preparare i nuovi soldati per la guerra. Questi arrivano da lui non sapendo nulla. Il comandante ha un anno per formarli. Alla fine dell'anno, questi soldati saranno mandati in mezzo a tante battaglie difficili, fra tanti pericoli.
Genitori, il vostro ruolo è molto simile. Avete a disposizione un certo tempo, di solito circa 19 o 20 anni. Poi, i vostri figli si troveranno in mezzo alle tante battaglie della vita.
Pensando ancora a quel comandante, supponiamo che lui faccia di tutto per proteggere i suoi soldati dal pericolo, che provveda loro ottimi pasti, vestiti e una caserma comoda. Inoltre provvede loro vari corsi che potranno aiutarli a trovare un lavoro alla fine della guerra.
Però, non insegna quasi niente della battaglia. Non fa fare loro esercizi, perché non hanno voglia di stancarsi. In più li protegge dalle difficoltà.
Quindi, quando arrivano sul campo di battaglia, e lui non c'è più, è una strage. Tanti vengono uccisi. Altri vengono feriti. Non sanno difendersi. Non hanno la forza di resistere nelle battaglie. Si stancano subito.
Non sono preparati per la guerra.
Quel comandante, che si è impegnato moltissimo a curare i suoi soldati, in realtà, è stato un buon comandante? Ciò che ha fatto, sacrificando sé stesso per rendere loro la vita più facile, è stato davvero per il loro bene?
No, no, e no! Ha fatto loro tanto male, perché molti soffrono e anche muoiono perché non sono preparati.
Voi, genitori, siete come il comandante. Voi avete la responsabilità di allevare i vostri figli nella disciplina e nell'ammonimento del Signore.
Quanto tempo serve per fare questo? Più di quanto ne avete!!!
In realtà, vuol dire avere chiaro in mente come dovranno essere i figli a 18 anni, per esempio.
Il comandante deve iniziare, pensando a quali capacità dovranno avere i suoi soldati quando verranno mandati in guerra dopo un anno. Egli deve avere in mente un chiaro elenco delle abilità necessarie, in modo tale da non dimenticare nulla, perché ciascuna di esse è importante.
Genitori: avete in mente un chiaro elenco delle capacità fondamentali che devono possedere i vostri figli? È possibile essere buoni genitori se non ubbidite al comandamento principale che Dio dà ai genitori? --- NO.
Quindi, è necessario che sappiate quali traguardi dovete avere.
In che cosa consiste la disciplina e l'ammonimento del Signore?
Ricordate che il termine “disciplina”, in greco paideia, abbraccia tutta l'educazione, tutto quello che riguarda sia la mente, sia i valori morali, sia il corpo. Comprende l'istruzione, la disciplina, le varie regole, gli ammonimenti e, quando è necessario, la punizione.
Ammonire: mettere in testa, trasmettere e fissare verità nella mente.
Vi do un elenco come esempio. Questo NON è un elenco completo, serve solo per aiutarvi a iniziare a formare un elenco, dai principi biblici.
- il principio di non amare le cose del mondo, che saranno tutte perse”;
- il principio secondo il quale “ciò che l'uomo semina, quello mieterà”. Quindi, educare,       sotto quest'aspetto, vuol dire allevare il figlio in modo tale che egli non prenda nessuna decisione, senza pensare bene alle conseguenze;
- il principio di onorare e ubbidire ai genitori;
- il principio di non temere gli uomini, ma temere Dio;
- il principio secondo il quale più beato è il dare che il ricevere;
- il principio di essere zelanti nelle opere buone;
- il principio di cercare per primo il regno di Dio e la sua giustizia (e come applicarlo alle decisioni di ogni giorno)
- il principio di non essere in ansia per il domani;
- il principio secondo il quale Gesù accoglie coloro che vengono a lui di cuore;
- i principio di proverbi 6:1-11.

Soluzioni a breve o a lungo termine
Vediamo alcuni esempi, su come insegnare un principio. Per “istruire” i nostri figli, per prepararli ad essere adulti maturi, dobbiamo prendere le nostre decisioni guardando a quelli che saranno i risultati a lunga scadenza, e non solo a breve scadenza. 


a) Esempio: Togliere tutto quello che si potrebbe rompere
Una famiglia ha un bimbo di 2 anni, che non ascolta bene i genitori. Per evitare che rompa tante cose, i genitori tolgono dalla casa tutto ciò che egli potrebbe danneggiare. In questo modo, egli non rovina nulla.
A breve termine: hanno risolto il problema di avere tante cose danneggiate, e hanno evitato di dover combattere contro la volontà del figlio. Ci sono meno scontri in casa. Dove prima, sgridavano il figlio dicendogli di non toccare questo o quell'altro tante volte ogni giorno, ora, devono sgridarlo molto meno per queste cose. Sono contentissimi, perché per il momento sono più tranquilli, anziché preoccuparsi di ciò che egli potrebbe danneggiare. Credono di aver fatto molto bene.
A lungo termine: Quali conseguenze ci saranno, a lunga scadenza, con modo simile di educare un figlio?
Questo sistema lo ostacola ad imparare l'autocontrollo. Gli impedisce di imparare l'ubbidienza, il rispetto per gli altri. Anziché aiutarlo a diventare un bambino ubbidiente, i genitori gli stanno insegnando che non deve ubbidire. Infatti, può toccare tutto quello che riesce a prendere e giocarci. Non deve chiedere permesso, né lasciar stare certe cose. Se è in grado di prendere qualcosa, può farne ciò che vuole.
Man mano che cresce, diventerà sempre più difficile e poi impossibile impedirgli di compiere atti sempre peggiori. Mentre è relativamente facile togliere tutto ciò che è alla portata di un bambino di 2 anni, quando ne avrà 5 sarà quasi impossibile. Quando avrà 8 anni, sarà una situazione impossibile da gestire. Non parliamo di come sarà quando avrà 15 anni.
Come fare, pensando alle conseguenze: come dovrebbero comportarsi i genitori, pensando alle conseguenze a lunga scadenza?
Non dovrebbero togliere dalla casa tutto quello che si può rompere. Se c'è qualcosa di estremamente pericoloso o di grande valore, lo si potrebbe togliere per un tempo limitato. Ma, in linea generale, dovrebbero lasciare tutto così com'è, e piuttosto insegnare al bambino a non toccare certe cose, se non ha il permesso di farlo. Certamente, questo richiede più impegno da parte dei genitori, ma porterà un frutto bellissimo e importante nella vita del figlio.
Egli imparerà a sottomettersi alla guida degli altri, ossia, in altre parole, a sottomettersi alla disciplina degli altri, in modo tale che potrà imparare un domani l'autodisciplina.
Egli imparerà ad essere tranquillo quando deve ubbidire a delle regole.
Imparerà che non si può sempre dire di sì alla carne.

b) Esempio: i biscotti
Un esempio che riguarda i biscotti.
In una famiglia, i figli sanno dove la mamma conserva i biscotti, e quindi, secondo i genitori, è impossibile tenerne in casa, se non in qualche posto nascosto. Ogni volta che la mamma compra biscotti o qualche altro dolce, i bambini li mangiano tutti in poco tempo. La mamma sgrida i piccoli in continuazione, ma questi continuano a prendere i biscotti e i dolci. C'è molta tensione in casa. Per risolvere il problema, i genitori comprano un armadietto che si può chiudere a chiave. La mamma ci mette tutti i biscotti e i dolci, e tiene la chiave con sé. Secondo i genitori, il problema è risolto: i bambini non possono più toccare i biscotti, tranne quando la mamma decide che è il momento giusto di tirarne fuori alcuni per una merenda. I genitori sono abbastanza fieri di loro stessi, per aver pensato ad una soluzione così efficace.
A breve termine, sembra che il problema sia risolto. Non ci sono più litigi e la mamma non deve più sgridare i bambini perché hanno mangiato troppi biscotti.
Conseguenze a lungo termine: i genitori stanno insegnando ai figli che è legittimo disubbidire, cioè, che non serve ubbidire, se l'autorità non riesce a fermarti. Quindi, la soluzione scelta fa sì che man mano che crescono i figli, i genitori avranno sempre più problemi a controllarne il comportamento. I figli diventeranno impossibili da gestire. Occorrerà un impegno sempre più grande per tentare di controllarli, e questi saranno sempre più capaci di eludere il controllo dei genitori. Non vedranno la necessità di ubbidire né allo stato, né al datore di lavoro e, infine, nemmeno a Dio. Avranno una vita disastrosa.
Come fare, pensando alle conseguenze: se i genitori pensassero alle conseguenze, agirebbero in un modo totalmente diverso. Capirebbero l'importanza di insegnare ai figli l'ubbidienza e che ci sono conseguenze quando si disubbidisce. Lascerebbero i biscotti a portata di mano e farebbero sì che i figli imparino ad ubbidire quando si ordina loro di non toccarli.
Ci sarebbe un po' di tensione all'inizio, però, questo comportamento porterebbe la famiglia a godere MOLTA più pace e armonia. Inoltre, sarebbe un modo valido di aiutare i figli ad avere una vita più benedetta e con molto, molto meno problemi, perché ubbidire alle autorità è fondamentale.

c) Esempio: il fratellino che disturba
Prendiamo un altro esempio: una famiglia con vari figli. I figli più grandi devono fare i compiti, mentre il fratellino ne ha pochi. La mamma deve lasciare i figli da soli in casa, per varie ore al giorno, mentre lei lavora. Il fratellino disturba i più grandi, li interrompe per fare domande, non permette loro di concentrarsi. I fratelli maggiori si lamentano di questo fatto con i genitori.
Soluzione a breve termine: per risolvere il problema, i genitori chiedono alla nonna di venire a stare con i figli nelle ore in cui la mamma non è a casa. La nonna è abbastanza autoritaria, perciò, il piccolo l'ascolta, e così non disturba più di tanto i fratelli maggiori. Essi smettono di lamentarsi con i genitori, e così i genitori sono contenti di aver risolto il problema.
Conseguenze di questo modo di fare a lunga scadenza: in realtà, senza rendersene conto, questi genitori stanno insegnando al fratellino che non deve imparare ad ubbidire se è da solo. Cioè, gli stanno insegnando che egli può disubbidire se non c'è un'autorità sempre presente che lo controlli e lo fermi. Gli stanno insegnando che egli deve ubbidire solamente se in quel momento è presente qualcuno di abbastanza autoritario per farlo stare buono. Appena lui si libera da quella persona, può disubbidire quanto vuole, perché in realtà non ci saranno conseguenze. Questo modo di fare lo ostacola moltissimo ad imparare l'autodisciplina e l'autocontrollo. Se ci si comporta così con lui, sarà quasi impossibile controllarlo quando sarà più grande. Inoltre, aumenterà la tensione fra lui e i fratelli maggiori, in quanto questi lo vedranno come un disturbo, e crederanno di aver il diritto di non essere disturbati dal piccolo; quindi, saranno incoraggiati ad essere egoisti e a non avere vero amore per lui.
Come fare, pensando alle conseguenze: come dovrebbero agire i genitori, pensando alle conseguenze a lunga scadenza?
Dovrebbero avere come traguardo quello di aiutare il fratellino ad avere più autocontrollo e ad ubbidire anche se non viene controllato. Serve stabilire delle regole, abbinandole a delle conseguenze. I genitori devono insegnare ai fratelli maggiori come comportarsi con il piccolo. Per esempio, dovrebbero insegnare loro a prendere una pausa circa ogni mezz'ora, per dedicare dieci minuti al fratellino. In questo modo, i figli più grandi imparano a gestire meglio il loro tempo e imparano a non essere così egoisti da pensare che nessuno deve disturbarli. Nella vita, ci saranno tante situazioni in cui dovranno interrompersi per prendersi cura degli altri. È molto meglio se imparano a non essere infastiditi o seccati per i contrattempi ma che piuttosto imparino a vederli come una parte normale della vita.

d) Esempio: Il padre riprende la madre davanti ai figli
Vi do un esempio negativo di come si può seminare male.
La famiglia è riunita,ad esempio è a tavola. La madre dice qualcosa che non va bene. Forse è qualcosa che rivela il suo orgoglio o la sua poca serietà verso Dio, o forse dimostra egoismo. Comunque, ciò che lei dice non va bene.
Il marito la riprende a tavola, davanti ai figli. Parla con una certa durezza nei suoi confronti. Le mostra il suo peccato e le spiega come avrebbe dovuto fare.
A breve termine, egli pensa di averla aiutata a vedere il suo peccato.
Che cosa sta facendo in realtà, alla luce delle conseguenze che ci saranno a lunga scadenza? Sta insegnando ai figli a disprezzare la mamma.
Mostratemi una famiglia dove il padre riprende la moglie davanti ai figli, e io vi mostrerò una famiglia in cui i figli non hanno rispetto per la madre, e probabilmente, nemmeno per il padre. Egli sta seminando molto male, e ci saranno da raccogliere frutti amari per molti anni.
Se quest'uomo avesse un cuore giusto, capirebbe che Dio lo chiama ad onorare sua moglie. Inoltre, Dio comanda ai figli di onorare i genitori, quindi, il padre dovrebbe impegnarsi molto per aiutare i figli ad onorare la madre. Per arrivare a questo traguardo, egli dovrebbe sempre dimostrare un grande onore verso di lei, e soprattutto in presenza dei figli. Quindi, nel caso in cui lei sbaglia o pecca davanti ai figli, il marito dovrebbe aspettare che siano da soli, lui e la moglie, prima di parlare con lei del suo peccato.

e) Esempio: La mamma si lamenta del padre davanti ai figli
Vi faccio ora l'esempio contrario.
Immaginiamoci una famiglia riunita, in cui il padre spiega come faranno questo o quest'altro.
Secondo il parere della mamma, non va bene quello che dice lui. Perciò, lei comincia a a contraddirlo, dicendo che non va bene, per questo e per quel motivo.
Lei sta pensando alle conseguenze a breve termine. Secondo il suo parere, le cose andrebbero meglio se facessero così come la pensa lei, anziché come la pensa il marito.
Tuttavia, quali saranno le conseguenze a lunga scadenza? Infatti, ciò che lei sta insegnando ai figli è che NON devono onorare il padre. Se lei non onora il marito, perché mai dovrebbero onorarlo i figli?
Lei sta insegnando loro, con il suo esempio, che è giusto lamentarsi, mentre Dio insegna che è un grave peccato.
Questa madre sta insegnando ai figli ad essere scontenti se le cose non vanno come vogliono loro, perché lamentarsi significa proprio questo. Ed è il contrario di quello che ci comanda la Bibbia, dove Dio ci insegna ad essere contenti in ogni situazione.
Quindi, la mamma, lamentandosi, sta seminando molto, molto male, e sia lei, sia il padre, così come i figli ne pagheranno le conseguenze per tanti anni.

f) Esempio: Odiare essere rimproverati
Vorrei darvi un altro esempio, ma prima, intendo fare una domanda a ciascuno di voi: “Sei uno stolto, sei uno schernitore, oppure, sei saggio?” Un modo per saperlo è quello di riflettere a come rispondi ai rimproveri. Ascoltate quello che dichiara la Parola di Dio, innanzi tutto in Proverbi 9:8
Troviamo un esempio biblico di una persona saggia nel Salmo 141:3-5
In questo Salmo, Davide dichiara di accettare ben volentieri i rimproveri da parte dei giusti. Sono qualcosa di gradito per lui, non perché i rimproveri di per sé siano piacevoli, ma perché Davide desiderava diventare più santo. Quando un credente vuol diventare più come Cristo, apprezzerà i rimproveri e li accetterà di buon grado.
E tu, come accetti i rimproveri?
Tante persone odiano i rimproveri. Fanno di tutto per non essere riprese. In questo, dimostrano di non avere a cuore le cose di Dio.
Quando nella vita si prende una determinata decisione allo scopo di evitare rimproveri, che cosa si semina?
Dobbiamo capire che agire in una certa maniera per evitare le riprensioni vuol dire NON cercare per primo il regno di Dio. Significa che il desiderio di evitare i rimproveri prevale sul desiderio di crescere come credenti.
Questo è seminare molto, molto male. È seminare per la carne, non per lo Spirito.
Leggiamo Galati 6:7-8
Quindi, non voler essere rimproverati equivale a seminare per la carne, e porterà gravi mali nella vita.
Spesso, può trattarsi della moglie che non vuole essere rimproverata dal marito. Può anche accadere che sia il marito o la moglie a non voler essere ripresi da altri credenti e dalla guida della chiesa.
Pensiamo a cosa succede quando è un genitore a non voler essere richiamato. I figli capiscono questo fatto? Forse non lo capiscono se hanno solo un anno o due, però, se sono più grandi, comprendono molto bene che la mamma o il padre, oppure entrambi, non vogliono essere rimproverati.
Che cosa succede quando un figlio ha un genitore simile? Che cosa sta seminando quel genitore nella vita dei suoi figli?
Sta seminando il pensiero secondo cui la riprensione è qualcosa di brutto, da evitare e da odiare.
Allora, visto che è necessario rimproverare un figlio, perché questo fa parte della sua educazione, è molto probabile che quest'ultimo cominci a provare un forte rancore verso i genitori. Il figlio potrebbe facilmente iniziare a cercare di ingannare i genitori per non essere rimproverato. L'esempio che ha davanti a sé nel vedere i propri genitori odiare i rimproveri potrebbe spingerlo perfino a detestare suo padre e sua madre e a diventare molto ribelle contro di loro.
Quindi, il genitore che odia essere rimproverato, non solo danneggia tantissimo la propria crescita spirituale ma reca anche un danno molto grave nella vita del figlio, spingendolo a nutrire rancore.

Applicazione:

     Abbiamo fatto vari esempi, che spero possano aiutarci a capire meglio quest'importante principio. Quando prendiamo una decisione, non valutiamo principalmente quali saranno le conseguenze a breve termine, ma piuttosto, quelle che si verificheranno a lunga scadenza.
Quando avete una situazione particolare da affrontare o una decisione da prendere, non solo con i figli, ma in qualsiasi campo della vita, è pericoloso pensare essenzialmente al caso del momento. Infatti, se riflettiamo solo sul modo di risolvere il problema presente, senza considerare le conseguenze a lunga scadenza, il più delle volte ci creeremo grandi difficoltà per il futuro, che saranno molto difficili da risolvere.

3. PRINCIPI ESSENZIALI COME ALLEVARE I FIGLI Efesini 6:4
La responsabilità dei padri, e per estensione, dei genitori, è di allevare i figli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. I genitori hanno un’immensa autorità sui figli, e usare quell’autorità in modo sbagliato provoca un figlio ad ira. Quando un genitore usa male la sua autorità, rende quasi impossibile allevare il figlio nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Perciò, Dio comanda ai genitori di non provocare i figli ad ira, per non ostacolare ciò che è la sua responsabilità nella vita del figlio.
Consideriamo con molta attenzione il senso di “non provocare ad ira”, e poi ancora quello di “allevare i figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore”. La tua ubbidienza o meno a questi comandamenti sarà ciò che influirà nella vita di tuo figlio più di qualsiasi altra cosa.

1) NON PROVOCARE AD IRA
Consideriamo il comandamento di non provare i figli ad ira. Come dicevo, provocare un figlio ad ira rende quasi impossibile allevare il figlio nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Quindi, è estremamente importante non provocare un figlio ad ira.
Il fatto che Dio abbia comandato ai padri di non provocare i figli ad ira ci fa capire che è facile che i genitori provochino i figli ad ira. Provocare ad ira un figlio danneggia molto quel figlio. Danneggia il suo rapporto con il genitore, e lo ostacola dal camminare nella via del Signore.
Quindi, ad ogni genitore dico: Valuta attentamente questo insegnamento, perché nulla influisce nell'andazzo della vita di tuo figlio quanto la tua ubbidienza o meno a questi comandamenti. Provocare ad ira un figlio porta gravissimi danni a quel figlio. Lo porta sulla vita sbagliata. Quindi è da evitare con tutto il cuore.
- Domanda: Che cos'è l'ira?
Quando la Bibbia parla di ira, intende una forte agitazione dell'anima. Quando una persona, o in questo caso un figlio, ha ira, è grandemente turbato dentro.
A volte l'ira si manifesta esternamente, e in altri casi rimane nel cuore, come una bomba a tempo, che può restare nascosta molto tempo, anche anni. Quell'agitazione, sia che si manifesti sia che rimanga dentro, danneggia moltissimo il cuore del figlio. È come un veleno nel cuore che allontana il figlio dai genitori e da Dio.
Che cos’è che provoca l’ira nel cuore del figlio? Ciò che provoca ira nel cuore del figlio è quando il genitore agisce con peccato, che non confessa e abbandona. Questo è un immenso peso per un figlio.
Alla luce di questo, esorto ciascuno di noi che è un genitore a considerare attentamente ciò che Dio ci insegna in questo brano, per poi applicarlo di cuore.
Come dicevo, ciò che provoca ira in un figlio è il peccato del genitore, soprattutto nei confronti del figlio. Quando un genitore agisce in modo ingiusto, quando un genitore esprime egoismo anziché amore, quando un genitore cammina nella carne, provoca ira nel figlio.
- Risposta: Camminare in Cristo
E perciò, in realtà, l’unico modo per non provocare un figlio ad ira è di camminare in Cristo. La cosa più importante di tutto per essere un buon genitore è il proprio cammino con Cristo. Se tu come genitore non stai camminando con Cristo, è impossibile allevare tuo figlio come Dio ti comanda. Nella carne, non possiamo ubbidire ai comandamenti di Dio. Perciò, più di ogni altra cosa, per non provocare il tuo figlio ad ira, hai bisogno di camminare giorno per giorno in Cristo.
Ora, quello che vorrei fare nel resto di questo studio è di elencare alcuni dei modi comuni in qui provochiamo i nostri figli all’ira. Questo non è un elenco completo, ma spero che possa aiutarci a riconoscere qualsiasi comportamento che può fare del male ai nostri figli, provocandoli ad ira, e così ostacolandoli dal crescere secondo la disciplina e l’ammonimento di Dio.
Incoraggio ogni genitore a valutare attentamente la propria vita alla luce di questi pericoli.

a) Mancare armonia fra i genitori
Uno dei modo comuni in cui un genitore provoca ira nel cuore del suo figlio è di non vivere in armonia con l'altro genitore.
La Bibbia insegna che il marito e la moglie sono una carne, come leggiamo in Genesi 2:24.
“perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne.” (Genesi 2:24 LND)
Il marito e la moglie, che per il figlio sono il padre e la madre, sono una carne, e qua in Efesini leggiamo che il marito deve amare sua moglie come Cristo ama la chiesa, e la moglie deve sottomettersi e rispettare suo marito. Quando una coppia vive così, ci sarà grande armonia fra di loro.
Quando c'è vera armonia fra i genitori, e quindi vera pace in casa, darà un grande senso di pace al figlio. Invece, quando c'è tensione, o peggio, amarezza, crea grande agitazione nel cuore del figlio. In questi casi, provoca il figlio ad ira. Quindi, ad ogni genitore dico: il più grande aiuto che puoi dare a tuo figlio è di avere un stretto cammino con il Signore. Il secondo più grande dono che puoi dare a tuo figlio è di avere un stretto rapporto di amore con il tuo coniuge! Se non c’è pace fra i genitori, non ci sarà pace nel cuore del figlio.
Non pensate che si possa ignorare il matrimonio e concentrarsi sul figlio ed avere buoni risultati.
Infatti, tanti genitori commettono questo grave errore. Ignorano i problemi nel matrimonio e si concentrano sui figli. In realtà, questo solo peggiora la situazione con i figli. Se il tuo matrimonio non è forte, la cosa più grande che puoi fare per crescere bene tuo figlio è di impegnarti a migliorare il tuo matrimonio, per quanto dipenda da te.
- Genitori Single
Faccio un commento qui per i genitori che non hanno un coniuge in casa, per esempio vedove e vedovi, chi è separato o divorziato, e chi semplicemente non è sposato.
In questo caso, è importante che tuo figlio veda che i rapporti che hai con le persone più strette nella vita, che potrebbero essere i genitori, o un fratello o sorella, o un'amica stretta, siano rapporti buoni, in cui c’è amore e benevolenza, anziché cattiveria. Un figlio ha bisogno di vedere rapporti sani, per crescere bene.

b) Mancare Amore per il Figlio
Un altro modo che provoca ira nel figlio è di mancare vero amore per il figlio.
Quasi ogni genitore direbbe che ama suo figlio, però spesso il comportamento del genitore rivela che in realtà, lo ama ben poco, e infatti, spesso vede il figlio come un disturbo e un peso da sopportare.
O magari, un genitore si impegna al punto di sacrificarsi per il figlio, ma in realtà, non è per vero amore per quel figlio, ma è per potersi vedere bene, o per sentire la coscienza a posto.
Se io amo veramente qualcuno, desidero profondamente il bene di quella persona, e mi impegno con cuore per quel bene, senza contarne il costo.
Se amo veramente una persona, non considererò quella persona come un fastidio o come un disturbo. Piuttosto, avrò piacere di stare con quella persona.
Quando invece io amo me stesso, quando il mio traguardo non è veramente il bene dell'altra persona, ma è di soddisfare la mia carne, allora, facilmente quella persona mi sarà un peso, perché mi ostacola da quello che voglio compiere.
Il nostro egoismo ci porta facilmente a mancare nel vero amore per i nostri figli. Questa mancanza di amore ci porta a vedere il figlio come un disturbo o un'interruzione. Questa mancanza di vero amore spiega il perché così facilmente un genitore può arrivare a scattare con un figlio ed essere brusco e cattivo con lui.
Quando un figlio riconosce che un genitore manca nell'amore per lui, questa provoca ira nel figlio. Provoca ira perché ogni figlio è sotto l'autorità del genitore. Quando qualcuno ha autorità su di te, e può darti conseguenze brutte, se vedi che non ti ama, ovvero, che non sta cercando il tuo vero bene, se vedi piuttosto che ti dà ordini per il suo bene o per le sue preferenze, questo brutto modo di fare è molto difficile da sopportare, e facilmente provoca ira.
Similmente, visto che il genitore ha grande autorità sul figlio, se il figlio vede che il genitore non lo ama, che non agisce per il vero bene del figlio, questo provocherà il figlio ad ira. Provocherà nel figlio rancore verso quel genitore, e perciò, sarà estremamente difficile per quel genitore riuscire ad allevare bene quel figlio.
Quindi, se tu, o genitore, ti riconosci con questo peccato, ravvediti, e chiedi a Dio di cambiare il tuo cuore. Se no, tu provocherai ira nel cuore di tuo figlio.

c) Agire in Modo Ingiusto
Un altro modo in cui si può provocare ad ira un figlio è di agire in modo ingiusto nei suoi confronti. L’ingiustizia provoca l’ira.
Ci sono tanti modi di essere ingiusti. Per esempio, se un genitore usa la disciplina come modo per sfogare la propria frustrazione, è molto difficile che il figlio non abbia ira nel cuore.
Un altro modo di agire in modo ingiusto è di usare un doppio metro con il figlio, ovvero, sgridare o punire il figlio per qualcosa che il genitore stesso fa.
Ci sono tanti esempi di questo modo di agire peccaminoso. Per esempio, se un genitore tende a parlare in modo disprezzante di altri, però poi riprende il figlio perché il figlio non parla con rispetto, quel figlio capisce subito che il genitore ha un doppio metro. Questo doppio metro provoca ira nel figlio.
Un altro esempio di un doppio metro sarebbe quando i genitori insistono che il figlio faccia qualcosa che essi stessi non fanno. Per esempio, se un genitore insiste che il figlio chieda perdono, ma raramente il genitore chiede perdono, questo è agire in modo ingiusto, e crea rancore ed ira nel figlio.
Qualsiasi doppio metro è ingiusto. Certamente, un genitore deve stabilire delle regole appropriate per l’età del figlio. Perciò, come esempio, un figlio piccolo deve andare a letto prima del genitore. Quello non è un doppio metro, in quanto ognuno ha bisogno del sonno giusto per la propria età. Inoltre, il figlio deve capire che ci sono dei privilegi che sono legati alle responsabilità adempiute. Poi ci sono dei privilegi che hanno a che fare con il ruolo nella vita. Però, un genitore non deve mai avere un doppio metro su ciò che è giusto. Se è giusto per un figlio, è giusto anche per il genitore. Bisogna assolutamente evitare di avere un doppio metro.

d) Non Essere Costante
Arriviamo ora ad un’altra forma di grave ingiustizia che è molto comune, e che provoca tanta ira in tanti figli. Sto parlando del peccato di quando un genitore non è costante nell'applicare la disciplina. In altre parole, a volte il genitore disciplina per un certo comportamento, e altre volte, non disciplina per lo stesso comportamento.
Ricordiamoci che Dio comanda che il nostro sì sia sì, e il nostro no sia no. Invece, in tante famiglie, i figli non capiscono cosa voglia dire no, perché spesso, un genitore dice no, ma poi, dopo che il figlio insiste, quel no diventa un sì. Invece altre volte, il no rimane un no. Povero figlio, non può mai capire quando quello che il genitore dice è vero o no! Agire così è un grave peccato da parte del genitore, ed è incredibilmente frustrante per il figlio e provoca tanta ira nel suo cuore.
Infatti, quando un genitore non è costante con il suo sì e il suo no, crea molta tensione in famiglia.
Ogni volta che un genitore cambia il suo no in un sì dopo che il figlio ha insistito, sta premiando il figlio per aver insistito.
Chiaramente, quando un genitore insegna al figlio ad insistere anziché ad ubbidire, questo crea squilibrio, perché il figlio insiste finché non riceve ciò che vuole, o finché il genitore non scatta con ira.
Però il problema non è solamente la tensione e il fatto che il figlio impara a non ubbidire.
A volte capita che quel genitore, che solitamente si arrende all’insistenza del figlio, rimane fermo nella sua decisione e quella volta rifiuta di cambiare il suo no in un sì, e non solo, ma punisce il figlio perché insiste.
Genitori, dobbiamo capire che questo è molto ingiusto!
Cioè, facendo così, a volte un genitore premia un figlio perché insiste, dandogli ciò che vuole, e altre volte punisce suo figlio per la stessa insistenza. Certamente questa grande ingiustizia crea grande frustrazione nel cuore del figlio e provoca molta ira.
Ricordate che il concetto che un figlio avrà di Dio dipende molto da come vede i suoi genitori. Quando un genitore si comporta così, il figlio ha grande difficoltà a capire che i comandamenti di Dio sono stabili, e sono da ubbidire, e sono anche per il nostro bene. Il figlio avrà difficoltà a capire che Dio è giusto, perché il figlio tenderà a presumere che Dio sia ingiusto come lo sono i genitori. Quindi, quando un genitore si comporta così, porta molto male nella vita di famiglia, e danneggia molto il cuore del figlio.
I. Perché un genitore non è costante?
Visto che è chiaro che non essere costante è un grave peccato che porta tanto male nel rapporto, come mai così tanti genitori mancano così tanto nella costanza?
Per una cosa, un genitore manca nella costanza perché manca nel vero amore per suo figlio.
Quando cambia il suo no in un sì, raramente sta pensando al bene del figlio.
Piuttosto, sta cambiando posizione per far tacere il figlio. Non vuole essere più disturbato, e così, anziché restare fermo su quello che promuove il bene del figlio, fa la cosa più facile al momento, che è di lasciare al figlio ciò che vuole, e così, il figlio smette di insistere.
E facendo così, il genitore non sta amando il figlio. Anziché indirizzare il figlio nella via delle benedizioni di Dio, spinge il figlio nella via che porta ad una vita di maledizione.
E a livello pratico, è corretto che ogni genitore a valuti bene prima di dire sì o no, e poi, una volta che hai detto sì o no, mantieni ciò che hai detto. Solo se pervengono fattori particolari e importanti si dovrebbe cambiare idea, e in quei casi, si dovrebbe spiegare al figlio che il cambiamento è dovuto a questi nuovi fattori. Il figlio deve capire che la parola del genitore è stabile. Questo lo aiuterà ad essere ubbidiente e a capire che il genitore è giusto nei suoi confronti.
II. Un Aiuto ad Essere Costante
Spesso, parliamo troppo velocemente, senza prendere il tempo di valutare attentamente. Rispondiamo senza aver valutato bene. E perciò, non siamo sicuri se la nostra risposta sia quella migliore. Leggiamo Giacomo 1:19.
Questo modo di agire non dà gloria a Dio, e non promuove il bene dell’altro. Oppure, forse capita che è la riposta giusta, ma non perché abbiamo valutato bene, è solo per caso. E in quei casi, non avendo valutato bene, è difficile mantenere una posizione, perché non sappiamo bene i motivi per cui abbiamo scelto quella posizione.
Facciamo un esempio, un figlio chiede al genitore di poter fare una cosa. “Posso avere un biscotto? Posso andare fuori a giocare? Posso fare questo o quell'altro?”
Una brutta abitudine di tanti genitori è di sentirsi obbligato a rispondere subito. Così facendo, senza aver valutato bene, si risponde “sì” o “no”.
Se si risponde “no”, e il figlio inizia ad insistere, il genitore non è pienamente convinto della propria risposta, e cede davanti all’insistenza del figlio.
Grazie a Dio, c’è un altro modo di fare, un modo drasticamente migliore.
Ciò che cambia tutto è quando il genitore impara a NON rispondere subito. Piuttosto, quando il figlio fa una richiesta, se non è qualcosa che è già chiaro per il genitore, il genitore prende come abitudine di rispondere “ti farò sapere”.
Facendo così, il genitore riesce a prendere tempo per valutare la cosa con calma. Quando poi chiama il figlio per spiegare la risposta, avrà ben chiaro in mente quello che vuole dire al figlio, e anche il motivo. Così, il figlio impara che il genitore ha preso una decisione con serietà, e capirà i motivi per la decisione del genitore.
Fare le cose in questo modo può trasformare l’atmosfera in casa. Riduce moltissimo la tensione, e aiuta il figlio ad avere molto più rispetto per il genitore, anziché ira.

e) Disciplinare con Rabbia
Un altro modo gravemente sbagliato di fare, che prova grande ira nel figlio, ma che purtroppo è molto comune, è di disciplinare o punire il figlio con rabbia, ovvero, essendo motivati dalla rabbia e non dal fare la cosa giusta. La cosa importante è la motivazione, che si può esprimere in modi diversi.
Quando un genitore disciplina con rabbia, anche se il figlio è veramente colpevole, al figlio quella disciplina sembrerà ingiusta, perché egli noterà la rabbia del genitore, non ciò che il figlio ha fatto di male.
Infatti, quando si disciplina con rabbia, in realtà il motivo per cui si disciplina il figlio non è più per ciò che ha fatto, è perché c’è rabbia nel cuore. In questi momenti, la disciplina è dovuta alla frustrazione, o al fatto di essere nervoso, o perché il comportamento del figlio ha creato qualche problema al genitore.
Cioè, il figlio sa che in altre occasioni, il genitore non ha disciplinato per la stessa disubbidienza. Quindi, il figlio capisce, correttamente, che il vero motivo per quella punizione non è per la sua disubbidienza in sé, ma è perché il genitore è pieno di rabbia o è frustrato. E perciò, in realtà, la punizione è ingiusta. Questa ingiustizia da parte del genitore provoca l’ira nel cuore del figlio.
Infatti, una disciplina data perché il genitore è agitato o arrabbiato non porterà buon frutto. In questi casi, il genitore ha bisogno di calmarsi prima di disciplinare il figlio. Se no, quella disciplina porterà del male anziché del bene.
Do un consiglio importante a chi è genitore: Se ti rendi conto che sei agitato o arrabbiato, non disciplinare tuo figlio mentre sei in quella condizione! Piuttosto, prendi del tempo per calmarti. Per esempio, tu puoi mandare il figlio in camera sua, o farlo sedere sul divano, mentre tu vai in camera tua per pregare, in modo da calmarti. Solo allora sarai in grado di disciplinare tuo figlio in modo che non lo provocherà ad ira, permettendo al figlio di capire la sua disubbidienza e capire che la disciplina è giusta ed è per il suo bene.

f) Non Insegnare al figlio la pazienza
Visto che stiamo parlando dell'importanza di formare il carattere del figlio, vorrei parlare di un esempio di questo molto importante. È importantissimo che i genitori insegnino ai figli di aspettare con pazienza prima di ottenere qualcosa che desiderano. Se un figlio non impara la pazienza, avrà spesso ira quando le cose non vanno come vuole.
Cerco di spiegarmi. Di natura, vogliamo tutto subito e siamo impazienti. Questo ci porta ad essere egoisti, ci porta all’ira, e a peccare per ottenere, e in più, ci porta ad apprezzare meno le cose che abbiamo.
Però Dio ci insegna ad avere pazienza. Solitamente Dio non ci dà le sue benedizioni subito. E poi, Dio ha creato la natura in modo che dobbiamo aspettare quasi tutto quello che vale. Non si pianta un seme oggi per mangiarne il frutto domani. Bisogna aspettare.
Similmente, solitamente Dio non risponde subito alle nostre preghiere. Piuttosto, ci fa aspettare prima di ottenere quello che il nostro cuore desidera. Avere pazienza è fondamentale per poter vivere per fede.
Infatti, la base della vita cristiana è una vita di fede, che, fra l’altro, vuol dire avere pazienza per quello che Dio ha stabilito per noi.
Anziché cercare la soddisfazione immediatamente, un vero credente aspetta pazientemente ciò che Dio ha riservato per lui. Questo vale sia per le benedizioni terrene, come per quelle celesti.
Chi non impara ad avere pazienza sarà scontento, sarà spesso pieno di ira, avrà tanti problemi e renderà la vita difficile anche per gli altri intorno a sé.
Perciò, ogni genitore deve avere come alta priorità quella di insegnare al figlio di aspettare con pazienza ciò che desidera. Per fare questo, il genitore deve gestire la vita del figlio appositamente in modo che spesso, il figlio deve aspettare prima di ottenere qualcosa.
In altre parole, quando il figlio chiede qualcosa, spesso è buono farlo aspettare. È importante che il figlio capisca che quella non è una punizione, è solamente una realtà della vita, perché sarà così anche da adulto.
A livello pratico, per un bimbo piccolo, potrebbe significare farlo aspettare qualche ora. Per uno che ha 5 o 6 anni, potrebbe essere un'attesa di qualche giorno. Per uno di 10 anni, potrebbe equivalere qualche settimane o mesi. Ricordate che da grandi, dobbiamo aspettare tutta la vita.
Come esempio, un figlio piccolo chiede alla mamma: "Mamma, posso fare questo?" La mamma risponde: “Sì caro, quella è una buona idea. Lo puoi fare questo pomeriggio. Ora, voglio chiederti di fare quest'altra cosa.”
Se il figlio si lamenta di dover aspettare, bisogna punirlo, perché lamentarsi così è una forma di ribellione, non accettando l’autorità del genitore. Vi suggerisco che se il figlio risponde indietro o si lamenta, perde subito il diritto di fare ciò che ha chiesto, e in più, c’è un’altra punizione per il fatto che si è lamentato. Dobbiamo capire che il cuore dietro al fatto di lamentarsi o fare una scena è un cuore molto ribelle. Se i genitori non aiutano il figlio a cambiare questo cuore, sarà un disastro per il figlio.
Se un genitore cerca di farlo stare buono, dandogli ciò che vuole subito, sta rovinando il figlio per la vita. Allevare un figlio così produce un figlio che scatterà di ira, che sarà scontento, egoista, e difficile da sopportare. Crescere un figlio così non è amore per il figlio. È scegliere la via più facile al momento, anziché fare quello che porta bene al figlio.
Quindi, esorto ogni genitore ad essere costante nell'insegnare al figlio di avere pazienza. Questo aiuterà il figlio ad avere pace nel cuore, e aiuterà ad avere pace in casa. Molto di più, aiuterà il figlio ad avere una vita più benedetta. E perciò, aiutare un figlio ad imparare ad aspettare con pazienza è uno dei doni più grandi che un genitore possa fare al figlio.

g) Avere regole Chiare
Passo ora ad un altro modo in cui possiamo provocare i figli ad ira, e come evitarlo. Se non abbiamo delle chiare regole in casa, che poi vengono applicate con costanza, questo crea ira nel figlio. Invece, avere chiare regole, che vengono applicate con costanza produce pace nel cuore del figlio.
Valuta se tuo figlio potrebbe subito elencare le regole di casa.
Ai pasti, è permesso per tuo figlio di alzarsi dal tavolo senza chiedere? È permesso per lui di alzarsi prima che gli altri abbiano finito di mangiare?
Ogni famiglia può decidere per conto suo, ma la domanda importante è: tuo figlio sa, chiaramente, quali sono le regole?
Ogni figlio dovrebbe capire, chiaramente, quali sono le regole di casa. Se una cosa è vietata, egli dovrebbe sapere benissimo che è vietata, punto basta. Se è permesso, è permesso. Certamente, ci saranno cose da decidere volta in volta, ma anche in questi casi, il figlio dovrebbe sapere che la decisione del genitore è quella, e che non serve insistere, perché la decisione resterà ferma.
Quando un figlio cresce in una famiglia in cui conosce le regole, crea pace nel suo cuore. Questo è perché quella casa rispecchia come Dio ha creato il mondo.
Pensate alle leggi di Dio sulla natura. Sono costanti. Anno per anno sono sempre uguali. Possiamo vivere in base a quelle leggi, e tutto andrà bene.
Per esempio, al livello del mare, l’acqua bolle a 100 gradi. Sempre. Un litro di acqua pesa un chilo. La stessa marca di pasta sarà sempre al dente, se l'acqua bolle, in 8 minuti. Una trave di un certo spessore porterà un certo peso. Un certo tipo di seme produrrà la verdura fra 80 e 85 giorni. Ed è così in ogni aspetto della natura.
Le leggi di Dio sulla natura sono così stabili e costanti che l’uomo può impararli e poi seguirli per compiere tante cose.
Il fatto che le leggi di Dio sulla natura sono così stabili permette all’uomo di vivere tranquillamente, seguendo le leggi di Dio per poter avere buoni risultati dalla natura.
Sarebbe terribilmente frustrante se le leggi non fossero costanti. Se una trave di 3 millimetri portasse 100 kg, e un’altra portasse solo 50 kg, sarebbe un disastro. Sarebbe estremamente frustrante cercare di vivere in un mondo così.
Anche le leggi spirituali di Dio sono costanti. Se qualcosa è peccato, è sempre peccato. Se qualcosa è permesso, è sempre permesso. Così, possiamo vivere tranquillamente, sapendo ciò che Dio permette, e ciò che è vietato. Non c’è alcuna confusione. Questa stabilità ci permette di avere pace.
Allora, come genitori, il NON avere regole chiare provoca ira nel figlio, perché il mondo del figlio non è stabile. Similmente, se un genitore permette una cosa e l’altro genitore non lo permette, crea frustrazione e ira nel figlio.
Perciò, dobbiamo imitare Dio, e stabilire regole stabili e costanti. A livello pratico, questo significa non avere regole inutili, ma quando c'è una regola, bisogna applicarla con costanza. Così il figlio sa ciò che può fare e ciò che non può fare. Questo gli permetterà di essere tranquillo.
Nello stesso modo che le leggi di Dio sono giuste, sono per il nostro bene, e sono costanti, così anche le nostre regole devono essere giuste, devono essere per il vero bene del figlio, e devono essere applicate con costanza.
Infatti, se siete costanti, anche un figlio di tre o quattro anni dovrebbe essere in grado di elencare le regole. Dovrebbe capire esattamente quali sono le regole di casa che lo riguardano.
Al contrario, se un genitore NON è costante con le regole, quel povero figlio sarà agitato, perché a volte gli viene permesso di fare qualcosa, mentre altre volte gli viene vietato di fare la stessa cosa. A volte viene punito, altre volte solo sgridato, altre volte il genitore non dice niente. Crescere un figlio così provoca grande ira nel cuore del figlio.
Grazie a Dio, Egli è costante con noi. Se un comportamento è permesso oggi, sarà permesso anche domani. Se è vietato oggi, sarà vietato anche domani. Questo ci dà grande pace.
E perciò, ad ogni genitore dico: imita Dio. Fa’ regole chiare, e poi, mantieni quelle regole sempre. Questo produrrà pace nel cuore di tuo figlio, anziché agitazione e ira.
- Come mettere questo in pratica
Prima di tutto, i genitori devono prendere del tempo per parlare insieme per poter stabilire chiare regole, che possono anche variare a seconda dell’età e della maturità del figlio. Certamente, questo richiede un grande impegno all’inizio. Però, è fondamentale per avere una casa dove regna la pace.
Non è possibile pensare ad ogni possibile situazione. Però, è possibile ed è importante stabilire chiari principi e regole per la maggioranza delle situazioni che arrivano solitamente.
Ricordate che non servono tante regole. Piuttosto, servono poche regole basilari, che si applicano in tante situazioni.
Per esempio, una regola di base è che un figlio deve sempre rispondere la prima volta quando il genitore lo chiama. Poi, un figlio deve sempre ubbidire la prima volta che gli viene chiesto di fare qualcosa. Un figlio non deve mai rispondere indietro o lamentandosi. Poche regole, che vengono spiegate e poi, applicate con grande costanza.
Un altro esempio: il figlio deve essere sempre in orario, sia che si tratti di andare a letto, o di arrivare a tavola, o di fare i suoi lavori.
Certamente, ci sono regole che riguardano campi specifici. Per esempio, bisogno stabilire chiare regole che riguardano i pasti. Al figlio è permesso o no di alzarsi dalla tavola durante il pasto? Deve mangiare tutto? Come deve comportarsi? Gli è permesso di parlare sempre, o deve aspettare il suo turno? È importante avere chiare regole.
Bisogna avere regole che riguardano non solo quello che un figlio fa, ma anche il suo atteggiamento. Per esempio, è più importante disciplinare per un atteggiamento sbagliato che per un’azione sbagliata. Un figlio dovrebbe sapere che la ribellione sarà sempre punita, sia in forma di azioni, che di atteggiamento.
È fondamentale che i genitori comunichino le regole al figlio. Come ho già detto, un figlio dovrebbe conoscere benissimo le regole di casa. Questo lo aiuterà ad essere molto più tranquillo, e soprattutto, eviterà di provocarlo ad ira.
Se vuoi pace in casa, se vuoi aiutare tuo figlio ad avere una vita benedetta, devi avere regole chiare, che vengono applicate in modo costante.
Regole non chiare, che vengono applicate in modo incostante, provocano ira nel cuore di tuo figlio.
Non fate così! Se lo state facendo, confessate il vostro peccato a Dio, e impegnatevi a imitare Dio in questo campo della vita.

h) Trascurare il Figlio
Un altro modo in cui genitori provocano i loro figli ad ira è quando un genitore trascura il figlio.
Pochissimi genitori trascurano i bisogni materiali dei figli. In Italia, non si vede quasi mai un figlio che sia affamato o che non abbia scarpe.
Invece, tanti genitori trascurano il figlio nel senso di non essere molto presente nella sua vita. Purtroppo, il più delle volte, sono i padri colpevoli di questa grave trascuratezza, ma ormai, ci sono anche sempre più mamme che agiscono così.
È fondamentale essere presente nella vita del figlio. Questo NON vuol dire che bisogna intrattenere il figlio. Oggi, tanti genitori credono che devono intrattenere il figlio. Questa non è la volontà di Dio!
Dio ha creato il mondo in modo che uno debba mangiare il pane dal sudore della fronte. Dio non intende che il genitore passi ore al giorno divertendo i figli.
Piuttosto, come Dio ha creato il mondo, i figli aiutano i genitori, e così, imparano mille cose dai genitori, lavorando insieme. Inoltre, la collaborazione insieme per il bene della famiglia unisce la famiglia.
Dio comanda ai genitori di allevare i figli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Il Signore ci insegna a lavorare con il sudore della fronte per mangiare. Ci insegna ad essere zelanti nelle opere buone. Ci insegna a non impegnarci solo per i nostri interessi, ma anche per il bene degli altri.
Quindi, è molto sbagliato lasciar crescere un figlio credendo che la vita serva per divertirsi. Quella menzogna provocherà ira nel figlio, quando non potrà vivere come vorrà.
Un figlio ha molto bisogno di passare del tempo con i genitori, tempo in cui può legarsi a loro, e imparare da loro, e ricevere da loro.
Certamente, a volte, questo può comprendere tempo divertente. Però, il divertimento non dovrebbe essere la maggioranza del tempo insieme. Quello che serve al figlio è tempo ricco, tempo di rapportarsi, di parlare insieme, tempo di collaborare insieme. Un figlio ha bisogno di tempo in cui il genitore fa il genitore. Ha bisogno di un rapporto in cui il genitore guida il rapporto, con amore, con tenerezza, ma anche con autorità.
Un bambino ha bisogno di genitori che si comportano da genitori, non da amici. Un bambino può avere tanti amici, ma Dio ha stabilito un ruolo speciale per i genitori. Devono essere un esempio di Dio nella vita del figlio. Questo richiede tempo e impegno.
Un figlio che non ha tempo ricco con i genitori sarà un figlio frustrato, e facilmente provocato all’ira. Tanti genitori sbagliano, facendo cose PER i figli, ma non passando molto tempo veramente CON i figli. Per esempio, ci sono mamme che fanno quasi tutti i lavori in casa. Così, hanno poco tempo con i figli. Molto meglio è insegnare ai figli a collaborare nei lavori. Questo li aiuta a formare il carattere dei figli, permette alla mamma di collaborare con loro, e poi, libera lei di poter fare altre cose con loro. Aiutando con i lavori, i figli comprano del tempo alla mamma che lei potrà usare per investire meglio in loro.
Uno sbaglio che tanti genitori fanno quando lavorano insieme ai figli è di concentrare sul lavoro, trascurando il figlio. Forse trascorrono un’ora insieme, ma in realtà il loro rapporto non viene edificato. Anzi, il figlio si sente trascurato, si sente di essere un peso per il genitore, perché in realtà, il genitore lo reputa come un peso che rallenta il lavoro.
Quando c'è questo tipo di rapporto, facilmente il figlio si sente di aver poco valore agli occhi del genitore, e questo può provocare dell'ira nel suo cuore quando poi il genitore usa la sua autorità su di lui.
Lavorare insieme è un tempo prezioso, tempo di parlare insieme, tempo di insegnare al figlio a concentrare, a fare del suo meglio, è un tempo per aiutare il figlio a saper lavorare bene.
Quanto possibile, la priorità dovrebbe essere su ciò che si può trasmettere al figlio, più che sul lavoro stesso.
I genitori devono trasmettere al figlio, con le azioni, e non solo con le parole, che il rapporto con il figlio è più importante del lavoro che si fa. Se è necessario, meglio compiere meno, ma investire bene nel figlio. Man mano che un figlio cresce, sarà capace ad aiutare sempre di più. Ma la cosa più importante è che il genitore non trascuri il figlio, ma si impegni a stabilire un ricco rapporto. Questo aiuta a non provocare ad ira il figlio.

i) Non Disciplinare o non avere autorità
Voglio menzionare un modo di provocare grande ira nel figlio. Questo è quando un genitore non ha vera autorità sul figlio e non disciplina il figlio.
Sapete che un figlio che non viene disciplinato sarà un figlio pieno di ira?
Basta pensare: quando vedete un bambino fare i capricci, e urlare, e battere i piedi tutto arrabbiato, quel bambino viene disciplinato con costanza? I genitori di quel bambino hanno chiara autorità su di lui? Chiaramente no. Leggiamo due versetti da Proverbi, che spiega la situazione: Proverbi 14:29; Proverbi 22:15
Di natura, il cuore di un bambino è pieno di follia, che lo porta a scattare con ira. Lasciato così, la sua vita sarà un disastro.
La disciplina costante, che comprende la verga, soprattutto quando il figlio è piccolo, toglie la follia dal suo cuore.
Perciò, quando i genitori non hanno una chiara e costante autorità, stanno rovinando la vita di quel figlio. Stanno provocando quel figlio ad ira, perché il figlio è pieno di follia. Perciò, non disciplinare con autorità provoca un figlio ad ira, e rovina la sua vita. Genitori, non mancare di avere vera autorità, e di disciplinare per trasmettere a vostro figlio la necessità di ubbidienza e onore!
j) I nostri Peccati provocano ad ira
Ci sono altre cose che provocano ad ira. In termini semplici, i nostri peccati provocano i nostri figli ad ira.
Per esempio, oh genitore, se tu ti lamenti spesso, se tu scatti con ira, se parli con orgoglio, se tendi a criticare, se non mantieni la parola, se tu sei egoista, tutte queste cose provocano l’ira in tuo figlio.
Se un marito non ama sua moglie, o se la moglie non si sottomette al marito, crea stress nel matrimonio, che può provocare il figlio ad ira.
Effettivamente, il peccato dei genitori che non è confessato provoca ad ira.
Quindi, per non provocare i figli ad ira, è necessario camminare umilmente davanti a Dio, confessando i peccati. Chiaramente, questo è anche la chiave per dimorare in Cristo, e avere la gioia della salvezza.

Incoraggiamento
Concludiamo questa prima parte dello studio “non provocare ad ira”, con un grande incoraggiamento.
Dopo aver ascoltato questo insegnamento, forse ci sentiamo scoraggiati. Forse riconosciamo che siamo mancanti in molti dei campi di cui si è parlato. Forse abbiamo riconosciuto che spesso provochiamo i nostri figli ad ira. Forse ci sembra impossibile cambiare. Ci vediamo un fallimento come genitori.
Per quanto possiamo sbagliare e peccare, e spesso pecchiamo molto, grazie a Dio, in Cristo Gesù c'è pieno perdono! In Cristo, c'è la possibilità di veramente essere cambiati, anzi, trasformati, da Dio!
Prima di tutto, dobbiamo ricordare la preziosa promessa in 1Giovanni 1:8-9.
Quando riconosciamo che le nostre mancanze non sono solo mancanze, ma sono peccati, e confessiamo quei peccati a Dio, senza scuse, Egli è fedele e giusto da perdonarci e a purificarci da ogni iniquità. Dio non solo ci perdona, ma cambia il nostro cuore.
Ricordiamo che la potenza di Dio è all’opera in noi. In Efesini 1:16-19, Paolo prega per i credenti, e fra l’altro, prega che Dio opererà per farci conoscere la Sua potenza che opera in noi.
Dio è potentemente all’opera in noi. La nostra vittoria sul nostro peccato non è prodotta dalla nostra forza, ma dalla forza di Dio all’opera in noi. E perciò in Cristo, abbiamo la forza di superare i nostri peccati.
E perciò non importa a che punto ti trovi nel cammino cristiano. Se riconosci il tuo peccato, e lo confessi umilmente, Dio opererà in te, e ti cambierà sempre di più nell’immagine di Cristo.
Grazie a Dio, questo è vero per ogni credente, in ogni campo della vita.
Preghiamo affinché ogni genitore riconosca l'immenso privilegio di avere il ruolo di allevare i propri figli, e che faremo questo seguendo gli insegnamenti di Dio, che è l’unica via che porta le benedizioni di Dio.
Prego che ogni genitore, e in modo particolare ogni padre, riconoscerà la gravità del peccato di provocare un figlio ad ira. Ogni volta che tu riconosci di essere colpevole in questo, confessa il tuo peccato, a Dio, e anche a tuo figlio. Solamente così potrai conoscere la gioia in casa che desideri, e potrai allevare tuo figlio nella via del Signore!
E per noi tutti: ringraziamo Dio che Egli è nostro Padre perfetto. Egli ci ama, ci cura perfettamente, anche quando noi pecchiamo. Gioiamo nella verità di avere Dio come Padre, e cresciamo nell'essere genitori che rispecchiano sempre di più Dio, per la gloria di Dio, e per il bene dei nostri figli.

Andiamo ora alla seconda parte di questo studio tratto da Efesini 6:4:

2) ALLEVARE I FIGLI NELLA DISCIPLINA E NELL'AMMONIZIONE DEL SIGNORE
Che cosa dà valore alla vita? Siamo stati creati nell’immagine di Dio, e l’unica cosa che dà vero valore alla vita è quando viviamo per qualcosa con un valore eterno. Fra gli impegni più grandi che possiamo avere c’è il privilegio di investire nella vita dei nostri figli, allevandoli in modo da prepararli per la vita e per l’eternità.
Dio comanda ai genitori di allevare i figli nel modo giusto, e nella Bibbia Egli ci insegna tutto ciò che serve affinché possiamo sapere come allevarli bene.
Ora consideriamo il comandamento della seconda metà del versetto:
“ma allevateli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore.”I genitori devono allevare i loro figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore. Consideriamo per primo il senso di “allevarli”.
La parola greca tradotta qua come “allevate” è una parola che vuol dire letteralmente nutrire fino alla maturità. Nutrire dà l'idea di provvedere il nutrimento e tutto il resto che serve per far crescere e arrivare alla maturità. Cioè, i genitori devono fare tutto ciò che serve per far crescere bene i figli, non solo fisicamente, ma in ogni campo della vita.
Nel Nuovo Testamento, troviamo questa parola, e la base di cui è formata, in vari brani. Per esempio, in Matteo 6:26-26, Gesù spiega che non dobbiamo preoccuparci per quanto riguarda i nostri bisogni materiali, perché abbiamo Dio come Padre, ed Egli ci cura, come Egli nutre gli uccelli.
Gesù sta mettendo enfasi sulla perfetta cura di Dio come Padre, e usa la parola “nutrire” per mostrare come Dio cura gli uccelli.
Poi, in Efesini 5:28-29, Paolo usa la stessa parola per mostrare che il marito deve curare la moglie con la stessa tenerezza e lo stesso impegno che ha nel curare il proprio corpo
Qua, la parola nutrire viene usata per descrivere una cura fatta con impegno e tenerezza, per provvedere tutto quello di cui il corpo ha bisogno, e non solo il minimo necessario.
E così i genitori devono curare i loro figli. Devono provvedere tutto quello che serve per la crescita dei figli, in ogni campo della vita, per farli arrivare alla maturità. Quindi è un impegno grande, costante e ben mirato, che dura finché un figlio diventa un uomo maturo e completo, pronto per conto suo ad allevare i propri figli.

a) Il Bisogno di essere Nutriti
È importante capire che ogni figlio nasce peccatore, e privo di tutto ciò che serve per crescere bene.
Cioè, un figlio nasce con una natura peccaminosa, predisposto a peccare. Nasce moralmente e spiritualmente vuoto, non sapendo vivere bene, e senza alcuna saggezza. Non sa valutare bene.
Quando un figlio nasce, non conosce le tante cose che servono per vivere in modo ordinato e tranquillo, e in armonia con gli altri, e non sa vivere in modo che porta bene agli altri e gloria a Dio. Perciò, ha grande bisogno di essere allevato nella disciplina e nell’ammonimento del Signore. Dio comanda ai genitori di preparare il figlio per la vita, allevandolo in ogni campo della vita secondo le verità di Dio.
- Un esempio di cose da insegnare al figlio
Per aiutarci a capire un po’ quanto un figlio ha bisogno di questa guida da parte dei genitori, faccio un elenco molto limitato delle qualità che servono ad un figlio per diventare veramente maturo in modo che possa vivere bene. Questo elenco ci aiuta a capire quanto impegno e pensiero servano per poter allevare bene un figlio in ogni campo.
Per esempio, bisogna insegnare ad un figlio ad essere sempre onesto, e ad essere diligente, ad avere iniziativa, a sapersi rapportare con gli altri, a sapere prendere decisioni sagge, ad avere la capacità pratica di fare le tante cose che servono giorno per giorno.
Bisogna insegnare al figlio a sapere lavorare bene, a non essere negativo, ma piuttosto ad essere veramente riconoscente.
Chiaramente è estremamente importante aiutare un figlio a conoscere bene la Parola di Dio. C'è bisogno di tutte queste cose, e di tante altre qualità che servono ad un figlio affinché cresca bene, e diventi un adulto maturo e capace di vivere bene.
Queste qualità NON sono naturali e non arrivano da sole. È la responsabilità del padre, e di entrambi i genitori, di allevare il figlio in modo che il figlio sviluppi queste qualità e tutte le altre qualità che servono per farlo essere un uomo maturo.
Perciò, allevare un figlio è un impegno immenso, che richiede grande costanza, e molto pensiero.

b) Serve la Costanza, e l'equilibrio
Cosa serve affinché possiamo allevare i nostri figli nella disciplina e nell’ammonimento del Signore?
Deve essere un impegno costante e che duri. L'impegno di allevare un figlio, che vuol dire trasmettere le verità e formare il carattere di un figlio, è un impegno che deve essere costante e che dura anni, anzi, dura dal giorno che il figlio nasce finché non lascia la famiglia per iniziare una famiglia sua.
È simile alla necessità di nutrirlo fisicamente con il cibo. Il cibo gli serve ogni giorno, per tutta la vita. Non si può dargli da mangiare solo per un certo tempo e poi smettere.
Se i genitori dovessero provvedere molto cibo per un figlio per vari mesi, ma poi, per alcuni altri mesi, provvedere solo tre o quattro pasti alla settimana, quel figlio non crescerebbe bene, anzi, starebbe molto male. Il nutrimento deve essere costante, e deve durare.
Inoltre, il nutrimento, o la guida, deve essere equilibrato. Come un figlio che mangia solo la carne non cresce bene, similmente, la cura dei genitori deve toccare ogni aspetto della vita del figlio.

c) È la Responsabilità dei Genitori
I genitori, che sono chiamati da Dio ad ubbidire a questo comandamento, devono ricordare che sono loro i responsabili ad allevare i propri figli così. Non è la responsabilità di altri. Certamente, possono delegare certi campi ad altri, ma i genitori hanno sempre la responsabilità di assicurarsi che qualunque guida che il figlio riceve sia quella che gli serve.
Se il figlio non cresce bene, non è colpa della chiesa, né della scuola, né di altri. È la responsabilità dei genitori di allevare i propri figli. Solo capendo questo i genitori possono adempiere alle loro responsabilità.
Quindi, il primo passo per poter adempiere questo comandamento è che i genitori riconoscano la grandezza di questa responsabilità, e riconoscano che è la loro responsabilità.
I genitori devono adattare l’allevamento dei figli all’età e alle capacità del figlio. Non bisogna pretendere né troppo né troppo poco dal figlio.
È fondamentale per il genitore di ricordare sempre che il figlio non sa ciò che gli serve. Un figlio non sa i campi in cui manca. Perciò, deve essere il genitore, e non il figlio, a decidere cosa serve al figlio. I genitori devono allevare i figli. I figli non sono capaci ad allevare se stessi. I figli hanno bisogno della guida dei genitori, anche quando non la vogliono.
Quando i genitori si impegnano seriamente in questa loro responsabilità data da Dio, confidando in Dio, seguendo la Parola di Dio, Dio sarà la loro forza e darà loro la saggezza che serve.

d) Allevare nella Disciplina
Avendo considerato il senso di allevare i figli, che vuol dire provvedere tutto ciò che serve per farli crescere bene, ora, consideriamo i due campi in cui dobbiamo allevare i nostri figli.
Il versetto dichiara di allevarli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore. Consideriamo per prima la parola “disciplina”. Che cos'è la disciplina del Signore?
In Greco, la parola originale, “paideia”, tradotta qua come “disciplina”, ha un significato molto ricco. Vuol dire addestramento, e significa provvedere tutta la formazione e l'educazione dei figli, compresa la formazione spirituale, intellettuale, morale e anche fisica per farli arrivare alla verità maturità in ogni campo.
Per compiere questo addestramento, si adoperano comandi, ammonizioni, rimproveri e punizioni. Comprende anche l'istruzione e l'educazione, e quella che solitamente noi chiamiamo disciplina, cioè la punizione.
Si usa questa parola anche per significare qualunque cosa che coltiva l'anima degli adulti, soprattutto correggendo gli errori e frenando le passioni.
Troviamo questa parola in 2Timoteo 3:16, tradotta come “istruire” dove leggiamo che la Parola di Dio istruisce nella giustizia. - Le Scritture sono fondamentali per allevare i figli nel Signore -
Troviamo questa stessa parola anche in Ebrei 12:5, parlando della disciplina di Dio. Qua viene tradotta come “correzione”.
Dio usa la correzione, che nel nostro brano è tradotta con “disciplina”, per fare tornare sulla via giusta quei credenti che hanno lasciato la buona via.
Quindi, questa parola ha vari sensi, ma l’idea è sempre quella di fare camminare nella via giusta, usando qualunque mezzo che serva.
Perciò i genitori devono allevare loro figli, addestrandoli e istruendoli in tutto ciò che serve per la loro formazione ed educazione, e comprende il lato spirituale, il lato intellettuale, il lato morale, e anche la formazione fisica, e in più la formazione pratica e culturale. In altre parole, i genitori devono allevare i figli in ogni aspetto della vita. Quindi, i genitori hanno la responsabilità di far sì che il figlio arrivi alla maturità in ogni campo della vita, comprendendo soprattutto il lato caratteriale. Comprende usare tutti i mezzi che servono che sono secondo i principi di Dio, per portare il figlio ad essere un adulto maturo e preparato in ogni campo della vita.
Affinché questo sia possibile, i genitori devono avere bene in mente quali siano i traguardi a cui stanno mirando in ogni decisione. Cioè, devono capire il motivo e il traguardo per ogni decisione, piccola e grande, che prendono nell'allevare il figlio.
- Chiari traguardi e tempo mirato con il figlio
È impossibile allevare un figlio così, cioè veramente istruirlo in ogni campo della vita, se il genitore non è attivamente presente e coinvolto nella vita di quel figlio. Questa preparazione per la vita non succede per caso. Un genitore deve essere al corrente di quello che suo figlio sta vivendo. Deve conoscere il figlio, capire a che punto è il figlio in ogni campo della vita, in modo da sapere quali siano i prossimo passi che gli servono per portarlo avanti nei vari campi della sua vita.
Per conoscere e crescere un figlio così, un genitore deve trascorrere del tempo con il figlio, però, non qualsiasi tipo di tempo. Piuttosto, il tempo deve essere ben mirato ad aiutare il figlio a maturare. Un esempio di questo sarebbe per il genitore e il figlio di parlare insieme degli avvenimenti della vita del figlio giorno per giorno, per poter dare quell'insegnamento e quella guida di cui ogni figlio ha bisogno per poter valutare la vita tramite il filtro dei principi biblici.

e) Allevarli nell'Ammonizione
Passiamo ora a considerare l’ammonizione del Signore. Dio comanda ai genitore di allevare i figli nella disciplina e nell’ammonimento del Signore. Leggiamo di nuovo Efesini 6:4.
Un genitore deve allevare il figlio sia nella disciplina che nell'ammonizione del Signore. Che cos'è questa ammonizione?
La parola ammonizione è una parola che vuol dire “mettere nella mente”, e si usa questa parola nella Bibbia per descrivere il processo di mettere i pensieri giusti nella mente al posto dei pensieri sbagliati che abbiamo di natura.
Di natura, ogni persona, e quindi ogni figlio, ha pensieri sbagliati. Per esempio, di natura un figlio crede di meritare ciò che vuole, e non è riconoscente. Sono i genitori che devono aiutarlo a veramente comprendere che non merita il bene, in modo che può essere veramente riconoscente per ogni bene che riceve. E così in ogni campo della vita.
Di natura, un figlio non sa rispettare gli altri, di natura un figlio non sa fidarsi di Dio, di natura un figlio non sa discernere il vero bene e il male, e non sa prendere decisioni sagge.
In questi, e in tanti altri campi, è la responsabilità dei genitori di mettere nella mente del figlio le verità di Dio che permetteranno al figlio di vivere bene e camminare nella verità.
Perciò, con questo comandamento di allevare i propri figli nell'ammonizione del Signore, Dio comanda ai genitori di aiutare i propri figli a riconoscere dove i loro pensieri sono sbagliati, e poi di aiutare i figli ad avere pensieri veri in ogni campo della vita.
Spesso, un figlio, come anche gli adulti, non vuole cambiare il suo modo di pensare. Non vogliamo riconoscere che i nostri pensieri sono sbagliati. Purtroppo, questo è spesso la realtà anche per noi credenti. Nel nostro orgoglio, non vogliamo cambiare i nostri pensieri. Però, l’unico modo di crescere è di allineare i nostri pensieri con i pensieri di Dio. E perciò, uno degli impegni più importanti di un genitore, un impegno che bisogna fare giorno dopo giorno, è di allevare i figli nell’ammonimento del Signore. Ovvero, il genitore deve avere un impegno costante di aiutare il figlio a capire la verità in ogni campo della vita, al posto dei pensieri falsi che abbiamo di natura.
Per ammonire un figlio, ovvero, per mettere nella sua mente le verità che gli servono, occorrono ammonizione, esortazioni, ed insegnamento.
I. Serve Conoscere la Verità in ogni Campo
Per poter fare questo, un genitore deve conoscere due cose. Prima di tutto, un genitore deve conoscere la Parola di Dio sempre più a fondo, per conoscere i principi di Dio in ogni campo della vita. Se un genitore non conosce bene la Parola di Dio, e non riesce a vedere quale sono le verità che si applicano in ogni situazione, sarà impossibile trasmettere queste verità al figlio. Quindi, ogni genitore ha bisogno di avere un serio impegno di capire la vita quotidiana alla luce delle verità di Dio. Per crescere in questo serve lo studio personale della Parola di Dio, serve ricevere insegnamento, e serve avere altri credenti che lo aiutino attivamente a riconoscere i ragionamenti sbagliati. Ecco perché è così importante che conosciamo bene la Parola di Dio e che ne parliamo gli uni con gli altri, come leggiamo in Colossesi 3:16.
Quindi, per poter allevare un figlio nell’ammonimento del Signore, per prima cosa un genitore deve conoscere le verità di Dio e come si applicano in ogni campo della vita.
II. Serve Conoscere i Pensieri del Figlio
Secondo, per ubbidire a questo comandamento, un genitore deve conoscere i pensieri del figlio. In altre parole, per poter aiutare un figlio a capire quando i suoi pensieri sono sbagliati, un genitore deve conoscere i pensieri del figlio. Questo richiede tempo con il figlio, tempo parlando insieme, e ascoltando i ragionamenti del figlio. Solamente così il genitore può aiutare il figlio a capire come i suoi pensieri sono sbagliati, per poter poi aiutarlo a sostituire i pensieri sbagliati con le verità di Dio.
Chiaramente, questo è un impegno che dura anni, da quando il figlio è piccolissimo, fino a quando è pienamente uomo. Deve essere un impegno costante, perché solo con un impegno costante il genitore può veramente aiutare i figli a togliere i pensieri sbagliati per avere pensieri che sono secondo la verità di Dio. Questo impegno trasformerà la vita del figlio.
A noi che siamo genitori dico: questa responsabilità è immensa. Però, non è gravosa. Piuttosto, è un immenso privilegio. Che privilegio poter preparare un figlio per una vita benedetta e vissuta secondo verità, anziché secondo i falsi ragionamenti che guidano la maggioranza delle persone!
III. Serve iniziare da piccolo
Per allevare un figlio nell'ammonizione del Signore, un buon genitore deve iniziare mentre il figlio è molto piccolo. Cioè, occorrono anni per aiutare un figlio a togliere i suoi falsi ragionamenti e ad accogliere le verità di Dio.
Purtroppo, tanti genitori si impegnano poco a riconoscere e cambiare i ragionamenti sbagliati dei figli, finché il figlio non comincia a prendere delle decisioni importanti, che portano brutte conseguenze, e a quel punto, è già molto tardi iniziare ad aiutare il figlio a cambiare il suo modo di ragionare. È mentre un figlio è ancora molto piccolo che bisogna iniziare ad aiutarlo a cambiare il suo modo di pensare!
Se i tuoi figli non sono più piccoli, comincia comunque, chiedendo a Dio di aiutarti a recuperare gli anni persi. Dio è potente. Però, se i figli sono ancora piccoli, inizia subito questo impegno importante.
Un figlio che non viene aiutato a scambiare i suoi falsi ragionamenti con i veri ragionamenti di Dio avrà una vita brutta. Farà brutte scelte, che porteranno dolore al figlio stesso, come anche ai genitori.
Quindi, voglio incoraggiare ogni genitore a capire quanto sia importante conoscere bene le verità della Bibbia, e anche a conoscere i ragionamenti del proprio figlio, in modo da poterlo aiutare a sostituire i suoi pensieri sbagliati con le verità di Dio. Solo così quel figlio potrà fondare bene la sua vita. Oh genitori, impegniamoci in questo! Questo è il senso di allevare nell’ammonimento del Signore.

CONCLUSIONE
È importante Ricordare che è necessario investire del tempo mirato nei figli per allevarli così.
Prima di tutto, è fondamentale aiutare il figlio ad avere un concetto vero di Dio, e del fatto che dipende da Dio per tutto.
È necessario aiutare i figli ad avere diligenza, a completare quello che iniziano anche quando è difficile. Serve insegnare loro ad avere perseveranza, e sapere impegnarsi, anche quando la cosa non è piacevole.
È molto importante aiutare figli a sapersi rapportare con gli altri, comprese le persone che non piacciono a loro.
È estremamente importante aiutare i figli a poter valutare ogni decisione secondo la verità, per poter prendere decisioni sagge.
I genitori hanno la responsabilità di insegnare ai figli le tante cose pratiche che servono per vivere una vita tranquilla: come gestire la casa, curare la macchina, e navigare nel mondo della burocrazia. È importante aiutare ogni figlio ad essere in grado di gestire bene i soldi e a vivere senza debiti, come anche saper preparare e seguire un bilancio.
È importante insegnare ad un figlio a lavorare bene e con eccellenza. A livello di carattere, è importante aiutare un figlio a non lamentarsi e a essere riconoscente.

4. TRAGUARDI DA RAGGIUNGERE E QUALITÀ DA TRASMETTERE

Importanza di avere chiari traguardi
Troppo spesso un genitore vive cercando di arrivare alla fine della giornata senza farsi prendere un esaurimento nervoso! Però, vivere così vuol dire dimenticare dove sta andando. Vivere così vuol dire non comportarsi come una vera guida, ma reagire anziché agire. Chi vive così non trasmetterà ai figli quello che serve loro.
Come possiamo scegliere i traguardi giusti?
Chiaramente, non spetta a noi scegliere quello che vogliamo trasmettere ai nostri figli. Dobbiamo capire qual è la volontà di Dio. Ci sono vari brani che ci danno una chiara indicazione di quello che Dio richiede ai genitori. In questo studio non stiamo per vedere tutti questi brani, piuttosto vogliamo concentrarci su qualche verità fondamentale.
Un brano importante è Deuteronomio 6:6-9:
Un altro brano importante è Efesini 6:4:
La parola greca qui tradotta come "disciplina" è una parola ricca di significato, che è difficile da tradurre in Italiano per renderne appieno il senso. Essa riguarda tutto l'addestramento e l'educazione dei figli, quello che serve per preparare la mente e l'intelligenza, quello che serve per fondare bene il lato morale, quello che serve per guidare il figlio ad essere un adulto virtuoso. Per fare questo, il genitore deve utilizzare sia i comandamenti che l'ammonizione, sia il riprendere che il punire. Essa comprende anche l'addestramento e la cura del corpo.
Invece la parola qui tradotta come "ammonizione" ha grossomodo lo stesso identico significato del termine italiano con il quale è resa.
Quindi, il ruolo del genitore è quello di preparare adulti maturi, con una buona preparazione intellettuale, morale, ricolma di virtù ed anche pratica.
Voi che oggi siete genitori, ma anche voi che lo sarete un domani, tenete bene a mente che la vostra responsabilità agli occhi di Dio è di trasformare un bambino in un adulto maturo in ogni campo della sua vita. Questa è la responsabilità principale di un genitore.
Chiaramente, questo va molto oltre quello che spesso viene vista come responsabilità dei genitori. Purtroppo, nella società in cui viviamo è facile lasciare allo Stato, tramite la scuola, molto di ciò che è relativo all'insegnamento del figlio. Però Dio non chiede conto allo Stato, ma proprio ai genitori per quanto riguarda la crescita e la preparazione dei figli. La chiesa può essere un prezioso appoggio ed un valido aiuto in questo, ma i genitori hanno questa responsabilità personale davanti a Dio.
Spesso si cade con facilità nel grave errore di vedere i figli come se fossero un ostacolo a compiere quello che serve fare nella vita. In realtà, allevare bene i figli è quello che serve fare nella vita per un genitore, oltre alle varie altre responsabilità che abbiamo da Dio. Non c'è mai un vero conflitto fra le varie responsabilità che abbiamo da Dio.
Per portare avanti le responsabilità che abbiamo come genitori, è necessario tenere ben presente nella nostra mente il traguardo per ogni figlio. Crescere bene un figlio non sarà mai un obiettivo che conseguiremo per caso. Bisogna avere bene in mente i traguardi per un figlio e poi, giorno per giorno, valutare come si può far crescere il figlio in ogni campo del suo carattere, avendo sempre chiaro nella mente il traguardo che Dio ci dà.
- Qualità per arrivare al traguardo
Alla luce di questo, è importante per ogni genitore avere bene in mente quali sono LE qualità di un adulto maturo ed equilibrato, secondo i principi di Dio. Bisogna avere un chiaro traguardo in mente per poter sapere dove mirare in tutto quello che si fa nella vita di un figlio, al fine di farlo diventare sempre più conforme a quel traguardo in ogni campo della vita.
Ci sono tante qualità che servono ad un adulto maturo. Per esempio, c'è l'onestà, l'autocontrollo, l'essere diligente, avere una mente capace di valutare con saggezza e prudenza le decisioni, avere l'umiltà di capire l'importanza dei buoni consigli, avere pazienza, avere costanza in quello che si fa. Inoltre, è fondamentale essere una persona integra, mantenere la parola, pensare anche agli altri ed è importante saper comunicare bene con gli altri. Questo è solo un elenco parziale degli attributi che è importante trasmettere ai figli.
- Quando il genitore stesso non possiede un qualità che deve insegnare
Però, in questo sorge un problema. Il problema è che, spesso, i genitori stessi mancano in alcuni di queste qualità. Cosa deve fare un genitore quando egli stesso manca nell'avere un qualità che dovrebbe trasmettere al figlio?
Anche in questa circostanza vediamo di nuovo quanto meraviglioso è il piano di Dio. Quello che Dio ci dà da fare serve non solo per quello che possiamo e dobbiamo compiere, ma serve anche per la nostra crescita. Perciò, in quei casi in cui un genitore manca di uno o più qualità che dovrebbe insegnare ai figli, ciò che serve per il genitore è di riconoscere questo suo peccato, confessarlo a Dio e così crescere proprio in quegli aspetti della sua vita. Quindi, se un genitore ha un cuore tenero ed ha timore di Dio, allora la responsabilità di allevare un figlio porterà alla santificazione del genitore stesso.

a) L'esempio dell'onestà
Pensiamo ora a cosa vuol dire essere un adulto maturo, secondo i principi di Dio. Ho già menzionato alcuni attributi prima ma, in realtà, non c'è tempo in questo studio di toccare ogni aspetto di questo discorso. Vorrei solo menzionare alcune qualità fondamentali che serve avere. Il mio scopo è che ogni genitore possa riconoscere cosa vuol dire avere in mente un chiaro traguardo.
Quindi, come esempio, è fondamentale che un figlio impari l'importanza dell'onestà. Se non c'è l'onestà, non si possono avere buoni rapporti nella vita. È importante per un genitore non solo vietare al figlio di mentire ma, ancora di più, aiutare il figlio a capire perché questo è così importante. È importante aiutarlo a vedere quanto egli stesso ha bisogno di buoni rapporti e come il suo non essere onesto distrugge la possibilità di avere buoni rapporti. Quindi, quando un bambino è molto piccolo, deve essere punito se mentisce o nasconde la verità. Però, man mano che cresce, è più una questione di aiutarlo realmente a capire il motivo per cui questa cosa non è buona, in quanto questa è l'unica via che lo porterà ad avere quei buoni rapporti che egli stesso vorrà nella vita. Per aiutarlo a capire questo, è importante che egli abbia buoni rapporti con entrambi i genitori, rapporti che sono una delle gioie più grandi della vita.
b) Sottomissione alle autorità
Un'altra qualità fondamentale da trasmettere è la sottomissione alle autorità. Un adulto che non può tranquillamente essere sottomesso alle autorità che Dio ha messo nella sua vita avrà una vita disastrosa. Sarà sempre in conflitto, non avrà vera pace. Perciò è estremamente importante per i genitori trasmettere questa qualità ad un figlio. Questo è uno degli impegni più grandi dei genitori. Infatti, se un figlio cresce con molta intelligenza e con grandi capacità nel lavoro, ma se non sa sottomettersi alle autorità della sua vita, non avrà una vita benedetta e sarà sempre in conflitto con Dio stesso.
Eppure, nonostante quanto ciò è importante, tantissimi genitori sono molto mancanti proprio in questo campo e non insegnano ai figli ad accettare l'autorità con tranquillità. Però, ricordatevi che, anche se tutto il resto va bene, se non c'è questa qualità, in un certo senso i genitori hanno veramente fallito nella loro responsabilità. Invece, quando i genitori agiscono in modo che il figlio si abitua ad essere sottomesso all'autorità, allora tutto il resto che devono insegnargli diventa molto più facile da trasmettere per loro e da essere appreso da parte sua.

c) Autocontrollo
Un'altra qualità che è fondamentale per un genitore è quella di avere autocontrollo. Un adulto senza autocontrollo è un disastro, anche se è molto capace a fare tante cose, in fin dei conti, non sempre farà quello che si dovrebbe fare e questo gli porterà tanti problemi e tanta sofferenza. Non c'è il tempo necessario in questo studio per mostrare specificamente come insegnare questi attributi, ma , per quanto riguarda l'autocontrollo, vorrei accennare al fatto che un figlio impara ad avere autocontrollo quando impara ad accettare l'autorità con tranquillità.
Pensate con me: che cos'è l'autocontrollo? Semplicemente l'autocontrollo consiste nel dire no alla propria carne quando essa non vuole fare quello che serve fare. Tutti fanno certe cose con impegno. Basta guardare a quanto un ragazzino può impegnarsi per imparare ad andare in bicicletta, nonostante cadute e ferite, e poi vedere che quello stesso ragazzino non riesce a stare seduto 20 minuti a concentrarsi sui compiti; da questo si capisce che egli non è che non è capace ad avere impegno, piuttosto il problema è che egli non ha autocontrollo. Quando non vuole fare una cosa, è perché lascia che sia la sua natura umana a dirigerlo nel suo agire.
Chiaramente, quell'adulto che vive facendo solamente quello che ha voglia da fare, avrà una vita disastrosa, sarà un grande egoista e non sarà una benedizione per gli altri, né potrà portare gloria a Dio.
- Come si insegna l'autocontrollo?
Come si può insegnare ad un figlio ad avere autocontrollo? Prima di tutto, se lui non impara ad accettare l'autorità serenamente, il che vuol dire se non impara ad accettare l'autorità negando quello che vorrebbe fare la sua natura umana, sarà molto difficile per lui avere autorità su se stesso, sul proprio istinto. Quindi, è importante, quando un figlio è ancora molto piccolo, già dal primo anno di vita, che egli impari o, per meglio dire, che i genitori gli insegnino la realtà che non si può sempre fare quello che si vuole. Addirittura è importante trasmettere al figlio che non bisogna mai vivere secondo quello che vuole la natura umana, ma piuttosto fare la cosa giusta, la cosa che serve fare.
Con questa base, poi, man mano che cresce, si può trasmettere al figlio altri buoni valori, in modo che lui impara a seguire quello che sa di essere giusto, anziché seguire la sua carne. Chiaramente, senza Cristo, non può essere padrone di se stesso in tutto. Però può avere una buona base che gli sarà di immenso aiuto se viene salvato.
Comunque, ci sarebbero molte altre cose da dire per quanto riguarda ciò che serve insegnare ad un figlio. Il punto che voglio rimarcare adesso è che l'unico modo di fare un buon lavoro come genitore è di avere chiaramente in mente il concetto di quello che serve affinché il figlio diventi un adulto maturo. Poi, avendo questo sempre presente nella mente, il genitore sarà molto più capace di capire come agire nel modo di allevare il figlio giorno per giorno.

d) Importanza della costanza
Vorrei cambiare direzione leggermente e parlare di qualcosa che è di estrema importanza nel crescere bene un figlio. Questo non è un traguardo in sé, ma riguarda il modo con il quale i genitori allevano e disciplinano un figlio.
Il genitore ha la responsabilità, affidatagli da Dio, di allevare e disciplinare un figlio. Però il genitore può svolgere questo suo ruolo secondo i principi di Dio oppure secondo la carne. Se lo fa nel modo sbagliato, anche se fa la cosa giusta, sta seminando il male e non avrà il buon frutto che potrebbe avere.
Allora, il metro secondo il quale un genitore dovrebbe fare con i suoi figli consiste nell'imitare ciò che Dio, come Padre celeste, fa con noi. Fra i vari attributi di Dio, voglio notare in questo studio la costanza di Dio. Quello che Dio fa, lo fa con costanza. Il Suo modo di comportarsi con noi è sempre lo stesso ed è sempre chiaramente in linea con il Suo carattere ed i Suoi attributi.
Per rispecchiare Dio, che è proprio quello che dobbiamo fare, un genitore deve essere costante nel modo di allevare il figlio. C'è più di un motivo per cui un genitore deve essere costante. Come ho appena detto, uno di questi è perché Dio è costante nel Suo modo di agire. Un altro motivo per cui è necessario essere costante è per non provocare un figlio ad ira. Rileggiamo Efesini 6:4.
La parola greca che viene qui tradotta come “disciplina” riguarda, come abbiamo visto, il modo in cui il genitore applica l'autorità sul proprio figlio.
Uno degli errori più grandi che commette la maggioranza dei genitori è quello di non essere costanti con i figli. Una disciplina applicata senza costanza può essere perfino controproducente. Essa crea infatti molte frustrazioni nel figlio, facilmente lo provoca ad ira e gli rende molto difficile imparare davvero quello che il genitore sta cercando di insegnargli. Non essere costante è un grave peccato perché, in realtà, un genitore non costante sta agendo secondo la carne e non secondo Dio.
Dio è costante con noi. Basta pensare alle leggi sulla natura che Dio ha creato. Le leggi della natura, che sono leggi a cui dobbiamo essere sottomessi, sono estremamente costanti, ci si può fidare totalmente come di leggi che non mutano mai e che comportano sempre le stesse conseguenze. Per esempio, l'acqua bolle a 100°C al livello del mare e la gravità attira un corpo posto sulla superficie terrestre con una certa forza che è costante ad una data distanza dal centro della terra.
Nella Bibbia, Dio è costante, quello che è peccato è sempre peccato, le cose che Dio richiede all'uomo sono sempre le stesse.
Purtroppo tanti genitori non sono costanti nel loro modo di allevare i loro figli. Come dicevo, questo è un peccato.
Quanto spesso la vostra incostanza provoca frustrazione o addirittura ira nel cuore dei vostri figli. Spesso la regola viene applicata in base all'umore del genitore in quel particolare momento. Se il genitore è tranquillo o ha altre cose per la testa, spesso la regola non viene applicata. Invece, se il genitore è stanco o frustrato, può capitare che applica la regola con severità, punendo il figlio in quell'occasione per la sua disubbidienza, mentre in altre occasioni non lo aveva punito per la stessa disubbidienza. Il povero figlio non capisce perché, altre volte, facendo la stessa cosa non c'è stata nessuna punizione per lui mentre, questa volta, viene punito severamente.
In realtà, forse egli capisce il motivo. Il figlio riesce a capire che il genitore lo punisce soprattutto quando è stanco o frustrato. Quindi la punizione non è veramente causata dalla disubbidienza, perché, se fosse per la disubbidienza, tale figlio sarebbe punito ogni volta che disubbidisce. No, non è quello il motivo per cui viene punito. Il figlio capisce benissimo che viene punito come uno sfogo per la frustrazione del genitore.
O genitori, vi esorto a riconoscere che non essere costanti nella disciplina è un grave peccato e che esso provoca grande frustrazione ed anche ira nel cuore di vostro figlio. Un figlio che cresce in una famiglia così ha grandi difficoltà ad avere un cuore veramente tranquillo.
Allora, pensate con me: quale messaggio viene trasmesso allevando il figlio in modo non costante?
Se una guardia municipale, giorno dopo giorno, dovesse ignorare le macchine parcheggiate male in una strada ma poi, quando è di brutto umore, passa e dà multe a tutte le auto, cosa si pensa di lui? Giustamente, si riconosce che lui non dà le multe perché le macchine sono parcheggiate male, ma dà le multe per sfogare la sua frustrazione. Se sei pure tu fra quelli che riceve la multa, anche se sai di aver parcheggiato in un posto vietato, il modo in cui quel vigile si comporta ti porta ad essere frustrato, a sentirti trattato in modo ingiusto. E infatti il vigile è stato realmente ingiusto nel suo comportamento.
Similmente, che cosa pensa un figlio quando capisce che il suo genitore lo punisce manifestandogli la sua frustrazione? Questo modo di fare provoca quell'ira nel figlio che la Bibbia comanda specificamente di non provocare.
Quindi, non posso non parlare, con l'enfasi che gli è dovuta, dell'importanza di essere costanti nel modo di allevare i figli perché essa è fondamentale!
Chiaramente, essere costanti richiede impegno, richiede sacrificio, richiede autocontrollo e, soprattutto, richiede un cuore umile che sa rivolgersi a Dio per trovare la forza in Lui che non abbiamo in noi stessi.

- UN ESEMPIO DA CONSIDERARE
Si potrebbe pensare che insistere su una educazione incentrata sulla piena obbedienza senza eccezione alcuna sia un modo troppo rigido di fare, un modo che non farebbe bene al figlio. Secondo questo modo di pensare, essere un po' elastico con le regole creerebbe un'atmosfera più tranquilla in casa.
Vi do un esempio di quello che accade quando i genitori non richiedono un'ubbidienza vera. A tavola un bambino inizia ad alzarsi dalla sua sedia durante il pasto ed i genitori gli dicono di sedersi. Anziché ubbidire veramente ai genitori, il figlio si mette sull'orlo della sedia con i piedi per terra. A quel punto, i genitori non gli dicono più niente e, pur notando il suo comportamento, lo lasciano fare. Agendo in questo modo, i genitori stanno facendo capire al proprio figlio che non deve ubbidire a loro veramente e che la sua disubbidienza non viene punita.
Chiaramente, non passeranno molti minuti che lui, di nuovo, inizierà ad allontanarsi dalla sedia e a comportarsi come a lui pare buono. E così i genitori dovranno ancora riprenderlo e ordinargli di ritornare al suo posto. Spesso questa scena sì può ripetere più volte durante un pasto. Di solito il figlio inizierà a fare anche altre cose che sa di non dover fare. Questo è perché trova un certo piacere nel poter disubbidire senza subirne le dovute conseguenze. Di solito, visto che i genitori hanno già chiuso gli occhi alla disubbidienza per quanto riguarda il sedersi, chiudono un occhio anche per varie altre cose che invece dovrebbero proibirgli con autorità. O, per meglio dire, i genitori continueranno a dire al figlio di non fare questo e poi di non fare quello, ma senza conseguenze per lui quando disubbidirà al loro comando. Quindi, così facendo, il pasto diventa un momento della giornata molto frustrante per i genitori. Solitamente, ad un certo punto, la loro frustrazione diventa così forte che hanno uno scatto d'ira e, in questi casi, spesso disciplinano il figlio con eccessivo vigore.
Pensateci e poi ditemi: che atmosfera c'è in casa quando i genitori si comportano così? È un'atmosfera di tranquillità e di pace? Non è piuttosto un'atmosfera di tensione e che crea stress fra genitori e figlio?
È fin troppo evidente che comportarsi così con il figlio produce un'atmosfera molto negativa e crea stress fra genitori e figlio che si potrebbero tranquillamente evitare.


5. ONORARE I GENITORI PER ONORARE DIO


UBBIDIRE AI GENITORI PER UBBIDIRE A DIO
L'influenza del mondo ci ostacola dal riconoscere certi insegnamenti biblici.
Qualche esempio: quando viviamo in un mondo in cui il consumismo è estremamente diffuso, è difficile non amare le cose materiali. Quando viviamo in una società in cui non solo non c'è enfasi sulla modestia nei vestiti delle donne, ma che, all'esatto contrario, si dà grande importanza al mettere in evidenza il corpo, è difficile per una credente essere modesta, come Dio comanda.
Però, non dobbiamo mai dimenticare che nonostante possa essere difficile ubbidire a certi comandamenti, con la potenza di Dio che opera in noi, è pienamente possibile.

1. Onorare
Oggi, voglio parlare di una caratteristica che è ormai quasi scomparsa dalla società, eppure, è estremamente importante nel piano di Dio. Voglio parlare dell'importanza di onorare.
Leggiamo alcuni versetti in relazione al soggetto da onorare:
- Onorare i genitori - Esodo 20:12 Mt 15:4
In questo versetto, Gesù fa un confronto fra onorare e maledire. Chi non onora, dice male. Maledire un genitore è un peccato così abominevole agli occhi di Dio che al tempo dell'Antico Testamento doveva essere punito con la pena di morte . Efesini 6:2
- Onorare i più vecchi - Levitico 19:32
- Dio onora coloro che Lo onorano - 1Sam 2:30; Giovanni 12:26
- Sarà onorato l'uomo umile - Proverbi 13:18; Quel credente che è umile, e quindi, che ascolta la riprensione senza agitarsi, anzi, piuttosto valuta attentamente le esortazioni rivoltagli per camminare meglio, quella persona sarà onorata. Invece, chi NON ascolta la riprensione, arriverà ad avere miseria e vergogna. Proverbi 27:18 Questo Proverbio dichiara che quel servo, o impiegato, che serve il suo padrone, ovvero, che pensa al bene del suo padrone, e quindi, che è umile, sarà onorato.
- Gli uni gli altri, coloro sopra di voi - Romani 12:10; Romani 13:7; 1Timoteo 6:1; 1Pietro 2:17
La Bibbia insegna anche che dobbiamo onorare gli uni gli altri, e in modo particolare, dobbiamo onorare coloro che hanno un ruolo di autorità su di noi.
- Gli anziani della chiesa - 1Ti 5:17
- Il matrimonio, gli uni gli altri nel matrimonio - Ebrei 13:4; 1Pi 3:7
- Dio, Gesù Cristo - Apocalisse 5:12-13

Esempi di vita:
Parliamo di che cos'è l'onore in senso pratico. Sappiamo che dobbiamo onorare, ma temo che nella nostra società, onorare veramente è così raro che è addirittura difficile renderci conto di quanto viviamo lontani da quello che Dio ci comanda.
Ricordiamo che un piccolo seme può produrre un grande albero. Questo è vero nel bene, ed è vero nel male. Se pensiamo alla natura, i semi delle erbacce crescono senza alcuna difficoltà. Invece, le buone piante hanno bisogno di molta cura. Oh quanto dobbiamo stare attenti ai semi che stiamo piantando, sia nelle nostre stesse vite, sia nella vita dei nostri piccoli!
Se abbiamo occhi aperti, possiamo riconoscere i semi di quello che stiamo raccogliendo oggi.
Vogliamo considerare un esempio dove manca totalmente l'onore, per riconoscere i semi che hanno portato a questo risultato. Credo che in quasi ogni famiglia alcuni di questi stessi semi siano presenti.
Quindi, usiamo questo esempio per aiutarci a valutare attentamente quello che stiamo seminando.
L'esempio: Una ragazza, dopo alcune situazioni dolorose, decide per conto suo di andare a vivere altrove. A lei sembrava una buona scelta. Aveva deciso di escludere Dio della sua vita. In quel luogo nuovo, sarebbe stata lontana dalla chiesa, lontana da una vita sana, lontana dalle persone che veramente l'amano.
Dopo meno di una settimana trascorsa là, lei decide di non voler più vivere in quel posto. Il peccato promette tanto, ma sono delle promesse che prima o poi deludono terribilmente. In questo caso, ci è voluto pochissimo tempo.
Per questo motivo questa ragazza manda un messaggio SMS al padre. Ricordatevi che questa è una figlia che sta parlando al padre. Ecco quello che dice:
“Forse torno, però, ci sono le condizioni. Dobbiamo vivere dove dico io. Non andrò in chiesa, farò la scuola, avrò la vita di una ragazza normale, ovvero, una ragazza normale del mondo, senza regole legate ai principi cristiani. Non devi chiedere consiglio a nessuno prima di rispondermi. Se non accetti tutte le mie condizioni, non torno.”
Il padre, avendo chiesto consiglio, si rende conto che questa ragazza non vuole tornare per riunirsi alla famiglia. Lei vuole ritornare per avere la vita che le piaceva, senza responsabilità, senza dover essere sottomessa ad alcuna regola. Anzi, lei vuole ritornare, continuando però a gestire la sua vita da sola. Questa ragazza voleva tutti i benefici della famiglia, senza però prendersi carico di alcuna responsabilità.
Il padre capisce che accettare una situazione così sarebbe stato disastroso per tutti quanti. Infatti, capisce che solamente se ci fosse stato un vero cambiamento di cuore, si potrebbe valutare il suo ritorno a casa di quella figlia.
Quando il padre le comunica che non accetta alcuna sua condizione, e che finché lei non si ravvede di cuore non c'è spazio per lei in casa, la reazione della figlia è terribile. Per prima cosa, minaccia il padre dicendo che verrà con uno zio per portare via il fratellino.
La tattica era di impaurire il padre, in modo che egli si arrendesse alla sua volontà.
Contrariamente a come era spesso successo nel passato, il padre questa volta non ci casca.
La ragazza, vedendo che questa tattica non ha fatto arrendere il padre, usa un'altra tattica. Gli dice: “Allora, se vuoi più bene ai tuoi amici della chiesa che di me, così sia.”
Qua, stava usando la tattica di cercare di far sentire colpevole il padre, in modo che lui si arrendesse alla sua volontà.
Anche qua il padre, pur essendoci cascato tante volte nel passato, questa volta, essendo stato preavvisato che lei avrebbe potuto usare questa tattica, non ci casca.
A questo punto, lei arriva ad infuriarsi e a pronunciare parole cattive. Inoltre critica duramente il padre che non aveva ubbidito al suo ordine di non chiedere consigli a nessuno.
Perfino una zia, quasi sicuramente avvertita da questa ragazza, telefona al padre per sgridarlo nella speranza che si arrendesse a quello che comandava la ragazza.
Bastano questi dettagli per capire che la situazione di questo esempio è molto grave.
- Lezioni per noi
Se consideriamo questa situazione, possiamo capire che manca totalmente l'onore che Dio comanda.
Ma, come si può arrivare a questo punto?
Consideriamo, non tanto questa situazione, ma i semi che hanno portato un frutto così amaro.
È facile capire quanto terribile è questo frutto. Il nostro problema è che non sempre siamo così attenti da riconoscere i semi che possono portare ad un frutto così.
Quindi, cerchiamo di capire non tanto i dettagli, ma la situazione in grande, per capire i semi piantati nel passato che hanno portato ad un comportamento così oggi. Poi, prego che ciascuno esaminerà la propria vita, e la propria famiglia, per riconoscere se alcuni di questi brutti semi sono presenti.
Principalmente, sto parlando del seme di onorare.
- Non accettare quello che Dio permette nella nostra vita
Consideriamo per prima cosa il fatto che questa ragazza non aveva accettato la morte di una persona a lei cara. Infatti, secondo quello che dice lei, non è giusto che Dio lo avesse permesso.
Chiaramente, la sua posizione è terribilmente sbagliata. Ma prima di criticare lei, consideriamo che tipo di semi porta ad un frutto così, e consideriamo se forse non abbiamo fatto anche noi a volte questo stesso ragionamento.
Vi ricordate di Giobbe? Nello stesso giorno, ha perso quasi tutti i suoi beni, e peggio ancora, tutti i suoi figli. Leggiamo Giobbe 1:13-19.
Notiamo che tante di questi avvenimenti erano ingiusti! Degli uomini malvagi vennero a rubare e ad uccidere quello che apparteneva a Giobbe. I suoi figli morirono tutti insieme. Ricordiamoci di questo, e proseguiamo la lettura del brano, dal v. 20-22
Giobbe accettò questa perdita, come aveva accettato le benedizioni, senza lamentarsi minimamente, e senza accusare DIO di alcuna ingiustizia.
Voglio notare qui qualche cosa importante. Nonostante che Giobbe avesse perso tutti i suoi beni a causa degli uomini malvagi, dichiarò: “l'Eterno ha dato e l'Eterno ha tolto.” Cioè, Giobbe sapeva che anche se Dio non è mai l'autore del peccato, Egli sovranamente controlla tutto in modo che quando perdiamo qualcosa o qualcuno a noi caro, è tutto nella volontà di Dio.
Giobbe, pur non capendo il perché di quello che gli era successo, adorò Dio, e non Lo accusò di alcuna ingiustizia.
Questa è la reazione che dovremmo avere tutti noi ad ogni situazione difficile e brutta, anche se fosse una grande ingiustizia, e anche quando si ha il dolore per la perdita di qualcuno a noi caro.
Però, se non reagiamo così giorno per giorno davanti alle piccole afflizioni ed ingiustizie quotidiane, come possiamo reagire così quando succedono le cose più dolorose, o che riteniamo più ingiuste?
Pensando poi al fatto che siamo un esempio per le persone intorno a noi, soprattutto per coloro che vivono in casa con noi, che esempio siamo per loro? Che semi stiamo piantando nella loro vita? Il modo con il quale noi reagiamo alle cose ingiuste e brutte influisce moltissimo sulle reazioni che loro avranno per tutta la vita.
Voglio notare che Giobbe aveva grandissimo onore per Dio. Pur non capendo nulla del perché, adorò Dio, onorandoLo.
Come reagite voi quando succedono le cose brutte? Accettate il male senza lamentarvi, come avete accettato il bene che Dio vi ha dato? Agendo in questo modo, onorate Dio.
Oppure, quando succedono cose poco piacevoli, rispondete con commenti di lamentela, come: “Uffa! Perché? Oh Signore!” ?
Oh che possiamo capire che una reazione così, oltre ad essere un peccato in sé, è anche un terribile seme che stiamo piantando, che porterà del frutto terribile! Questo tipo di atteggiamento disprezza il sovrano controllo di Dio sulla tua vita, anziché onorarLo!
- Non accettare un ruolo di sottomissione
Passiamo ora a considerare altri aspetti di quella situazione.
Quella ragazza usava le minacce. Questo è un grave peccato.
Però, prima di andare avanti, è necessario capire che cos'è una minaccia. Se non comprendiamo correttamente un concetto, possiamo vedere del peccato dove il peccato non c'è e, agendo in questo modo, dimostrare di avere un cuore malvagio.
Vi spiego alcuni esempi di comportamenti che NON sono minacce, e poi, considereremo alcuni esempi che SONO minacce. Provate da soli a capire quando qualcosa è un avvertimento, e quando invece è una minaccia!
Quando un genitore dice ad un figlio che un certo comportamento da parte del figlio riceverà una punizione, quella non è una minaccia. Per esempio, se lui dice: “Se non smetti subito di fare quello, non potrai giocare fuori per due ore”, questa non è una minaccia. È un avvertimento.
Quando Dio diceva ad Israele, volta dopo volta, di come li avrebbe puniti se avessero disubbidito, non li stava minacciando. Li stava avvertendo.
Notiamo quello che dichiara l'Apostolo Paolo, in 2Corinzi 13:1-3
Paolo avvertì i Corinzi che se fosse tornato ed avesse trovato il peccato, non avrebbe usato indulgenza, ovvero, sarebbe stato tanto severo. Anche questa non era una minaccia, ma un avvertimento.
Quando una guida spirituale avverte di quello che farà in una certa situazione, quella non è una minaccia, è un avvertimento.
Notate che in tutti questi casi la persona, o Dio nel caso di Israele, che fa l'avvertimento è in una posizione di autorità o di guida. Quindi, è giusto che avverta di quello che farà in caso di certi comportamenti.
Una minaccia, invece, è quando una persona che NON ha diritto di comandare o di insistere sulla sua volontà, cerca di forzare un altro a fare come vuole lei, dicendo che se quel tale non gli obbedirà gli farà qualcosa che creerà problemi o che porterà del male.
Nel caso di cui stiamo parlando, un figlio cerca di forzare il padre a fare come vuole lui minacciandolo di arrecargli del male. Visto che il figlio è comandato da Dio ad onorare e ad ubbidire al genitore, quello che ha detto è una minaccia, non un avvertimento.
Un altro esempio di minaccia: un malvivente, per esempio uno della mafia, ordina ad un negoziante di dargli una certa cifra ogni mese, dicendogli che se non lo farà, distruggerà il suo negozio. Quel malvivente non ha l'autorità di chiedere quei soldi al negoziante. Quindi, quella è una minaccia.
Se un bambino grande dice ad un bambino piccolo a scuola che deve dargli una certa cifra di soldi, e che se non lo fa gli darà delle botte, visto che il bambino grande non ha diritto di chiedere quei soldi, quello è minacciare.
In questi casi, né la moglie, né il figlio, né il mafioso, né il bambino grande, hanno l'autorità di comandare un'altra persona. Allora, quello che hanno fatto non è più avvertire, ma minacciare.
Invece, quando una persona che ha un ruolo di guida o di autorità avverte di quello che farà, quella che fa non è una minaccia, è un avvertimento.
Allora, torniamo al nostro primo esempio. Come mai una ragazza osa fare delle minacce al padre? Questo è il contrario di onorare.
Qual è stato il seme che ha portato ad un frutto così?
Se un bambino piccolo si arrabbia e fa tanta scena, e così per calmarlo gli date quello che lui vuole, che semi state piantando?
Non state proprio insegnandogli che se fa il cattivo, e quindi, se minaccia di crearvi tanti problemi e tanta confusione in casa, voi vi sottometterete a lui? Non state proprio insegnandogli a comportarsi così, visto che, in un certo modo, lo state premiando?
Infatti, ogni volta che un adulto permette ad un bambino di ottenere quello che vuole anche se quel bambino si comporta con cattiveria, quell'adulto sta insegnando al bambino che la cattiveria conviene. Sta seminando molto, molto male. Nel nostro esempio di oggi, è stato seminato male in tante piccole cose negli anni passati.
Tristemente, a volte anche nel matrimonio si usa questa tattica. Per esempio, qualche moglie usa la tattica di avere il muso lungo, per far soffrire il suo marito, finché egli cede e fa come vuole lei. Agire così, è implicitamente una minaccia, visto che se lui non ubbidisce, lei lo farà soffrire.
Quindi, sappiate che chi semina così, avrà un raccolto molto amaro, sia nella propria vita, sia nella vita di coloro che saranno influenzati da questi esempi.
- Senso di colpa:
Dal nostro esempio di oggi, possiamo riconoscere un'altra tattica che è molto frequente nella vita. Questa ragazza ha detto: “allora, se vuoi più bene ai tuoi amici della chiesa di quanto vuoi a me, così sia!”.
Dicendo questa frase, stava cercando di far sentire in colpa il padre, con la speranza che lui cambiasse idea e facesse come lei diceva. Solo allora avrebbe ritirato il senso di colpa.
Anche questo tipo di comportamento non è raro. Per esempio, non è raro sentire dei bambini dire frasi come:
“Sei cattivo, non mi ami! Non mi vuoi bene! Ami il mio fratello più di quanto ami me! Non mi lasci fare nulla! Non ti importa di me!”
Qualunque volta che un genitore si arrende ad un commento così, e in effetti premia il figlio per quella tattica malvagia, sta piantando un seme, che porterà ad un brutto frutto, per tutta la vita. Anziché premiare il figlio quando onora i genitori, il figlio viene premiato quando disonora i genitori. Che semi sbagliati, che portano tanto, tanto male in futuro!
Molto tristemente, in qualche matrimonio, si sentono commenti simili fra i coniugi. Che brutto esempio!
- La via dell'onore
Ora, voglio cambiare direzione, e parlare non dei semi brutti ma di come possiamo piantare dei semi buoni.
Uno dei semi più buoni che possiamo piantare è il seme di insegnare ai nostri figli a onorare veramente come Dio ci comanda, prima di tutto con il nostro esempio e poi anche con il modo che alleviamo i nostri figli.
Quanto cambia la vita se impariamo ad essere un popolo che veramente sa onorare, come Dio ci comanda volta dopo volta nella Bibbia!
Un vero credente dovrebbe avere vero onore per tutti e, in modo particolare, per coloro che sono in un ruolo di autorità o di guida.
Per esempio, ogni cittadino dovrebbe avere onore per le autorità di stato, e anche per le autorità locali.
Ogni dipendente dovrebbe onorare i suoi datori e capi.
Ogni marito dovrebbe onorare la moglie, e ogni moglie dovrebbe onorare il marito.
Ogni figlio dovrebbe onorare e anche ubbidire ai suoi genitori.
Ogni membro della chiesa dovrebbe onorare le guide di chiesa.
- Che cos'è onorare, in pratica?
Per onorare, dobbiamo capire quali comportamenti pratici indica questa parola. È qualcosa di talmente raro nella nostra società, che spesso è difficile capire cosa significa onorare in modo pratico.
La parola Greca tradotta con “onorare” significa letteralmente “stimare di grande valore”. Vuol dire considerare prezioso, di grande valore, e quindi da trattare con grandissimo rispetto e reverenza.
Un'altra parola che viene usata per descrivere “onorare” è “dare deferenza”. “Deferenza” vuol dire “sentimento o atteggiamento di riverenza, rispetto o ossequio, che è un profondo rispetto”.
Vi do qualche esempio di come si onora qualcuno: il modo di parlare che si usa quando si onora qualcuno è sempre con il massimo rispetto. Perciò, per esempio, uno che onora un altro non oserebbe mai alzare la voce o rispondergli indietro.
Uno che onora dà la preferenza all'altro. Chi onora non si agita, ascolta attentamente, e tratta l'altro con gentilezza.
- Com'è l'onorare in senso pratico?
Parliamo di bambini per prima cosa. Un bambino che alza la voce, rispondendo in dietro, NON onora. Se un genitore gli permette di comportarsi così, quel genitore sta piantando un brutto seme, che porterà un raccolto molto amaro.
Non ubbidire è un altro modo di non onorare. Si possono dire delle belle parole, ma se non c'è l'azione che rispecchia ciò che si è detto, quelle parole sono ipocrisia, e quindi, non è onore.
“Rispetto” significa “prendere nota della persona”. Quindi, per esempio, se un adulto parla ad un bambino, e il bambino non smette di fare quello che stava facendo per guardare l'adulto negli occhi, quel comportamento è un grande dispetto, anziché onore. Onorare in modo pratico in quella situazione significa per il bambino smettere di fare quello che sta facendo, e guardare in faccia quando l'adulto gli parla, e poi, rispondere, con gentilezza, all'adulto.
Chiaramente, parlo a voi adulti, è assurdo e stoltezza sperare che i bambini impareranno ad onorare, se i genitori nella loro vita non onorano, sia fra di loro che gli uni gli altri.
Se i figli sentono uno dei genitori alzare la voce, o parlare con cattiveria contro il coniuge, è ipocrisia cercare di forzare quel bambino a parlare e a comportarsi con onore.
Se un bambino vede un genitore usare la tattica delle minacce, che è fondamentalmente contrario all'onorare, quel bambino sta imparando ad usare la stessa tattica.
Se un bambino sente un genitore lamentarsi quando succedono le cose difficili, quel bambino sta imparando che non bisogna onorare Dio, visto che i genitori parlano della provvidenza di Dio in termini negativi.
Se un bambino sente i genitori che parlano male della guida di chiesa, o del capo al lavoro, stanno imparando a disprezzare, anziché onorare.
Adesso vi do un esempio di un bambino che ha imparato l'onore:
1) Quando viene chiamato, risponde con piena attenzione:
“Ecco mamma, cosa vuoi?”, “Certo mamma, lo faccio subito!”, “Sì papà!”.
2) Se il bambino pensa che la regola non sia giusta, comunque risponde con rispetto, per esempio:
“Sì mamma... Posso dire qualcosa?” (sì) “Potrei giocare altri cinque minuti per poter finire questa partita?”
Genitori: attenzione! La bibbia dice: non provocate ad ira i vostri figli!
Onorate i figli! Non chiedete loro di venire subito come se fossero degli schiavi, se non è una cosa urgente! Per esempio, un modo di onorarli è di dire qualcosa come: “Finite quello che state facendo, e venite entro cinque minuti per aiutarmi.”.
Dite “grazie” e “per favore” al figlio, che dimostra rispetto anche per lui come persona.
Dimostrate un esempio di parlare sempre con il massimo rispetto quando parlate con o di qualunque persona che è in autorità o in un ruolo di guida: i datori di lavori, ufficiali dello stato, maestri o professori di scuola, la guida di chiesa. Siate un buon esempio per i vostri figli!
Se un bambino non impara a veramente onorare i suoi genitori quando è piccolo, genitori che lui può vedere, avrà una grande difficoltà ad imparare ad onorare Dio, che NON può vedere. Questo è lo stesso principio che impariamo in 1Giovanni 4:20
Oh genitori, non seminate male! Non permettete ai vostri figli di crescere senza imparare veramente cosa significa onorare. Soprattutto, siate voi un esempio per loro, e poi, trasmettete questo nell'educazione che date loro.
Facendo così, potete seminare bene, in modo che un figlio potrà evitare tantissimo terribili peccati, peccati che faranno male a se stesso e a tutti coloro intorno a lui.

2. UBBIDIRE Efesini 6:1-3.
Notate che questo brano è indirizzato ai figli, e comprende: due comandamenti, qualche spiegazione, e poi una promessa meravigliosa per quei figli che ubbidiscono ai comandamenti. Se tu sei un figlio, questo brano ti spiega come essere benedetto da Dio.
Questo brano è importante per ogni figlio, e anche per ogni genitore. Però, è anche importante per ogni credente, perché ci insegna come vivere come figli di Dio. Quindi, ascoltiamo tutti questa parola da parte di Dio.
a) Dio parla ai Figli, anche se non sono credenti.
Il fatto che questo brano è indirizzato ai figli, e poi subito dopo troviamo un brano che parla ai padri rende chiaro che si tratta di figli che vivono ancora con i genitori. Leggiamo in Genesi e in Matteo che nel piano di Dio, un uomo lascia suo padre e sua madre e si unisce a sua moglie, formando una nuova famiglia. A quel punto, non è più sotto l’autorità dei genitori, avendo lui una famiglia sua da curare. Quindi alla luce del contesto, riconosciamo che questo brano riguarda figli che sono in casa dei genitori, o forse figli che non sono ancora sposati.
Notiamo anche che il brano non si limita a figli che sono credenti, piuttosto, questo è il piano di Dio per ogni figlio che vive in casa con i genitori, che siano credenti o no. Queste benedizioni sono per qualsiasi figlio, credente o no, che vive così.
Nonostante che questo brano sia scritto ai figli, è la responsabilità dei genitori trasmettere questi principi ai figli. Rileggiamo Efesini 6:4
I genitori hanno la responsabilità di allevare i figli nell’ammonizione del Signore, quindi, sono essi stessi che devono insegnare i figli ad ubbidire e ad onorare i genitori. Questa è una delle responsabilità più grandi di un genitore, perché dal modo in cui il figlio ubbidisce e onora il suo genitore o no dipende quanto sarà benedetto da Dio per tutta la vita.
b) Influisce come Vede Dio
È importante capire che il modo in cui un figlio cresce con i suoi genitori determinerà molto il modo che egli vedrà Dio.
Aiutare un figlio a capire che l’ubbidienza ai suoi genitori è la via per essere benedetto lo aiuterà ad ubbidire a Dio quando sarà più grande. Al contrario, un figlio che non impara ad essere ubbidiente ai suoi genitori avrà un'immensa difficoltà ad essere ubbidiente a Dio. Quindi, gli insegnamenti in questo brano non riguardano solo il comportamento del figlio in casa, ma riguardano moltissimo il suo rapporto con Dio.
Con questa premessa, consideriamo questo brano. Leggiamo ancora Efesini 6:1
· Nel Signore:
I figli sono chiamati ad ubbidire ai loro genitori “nel Signore”. L'ubbidienza ai genitori, come anche l'onorare i genitori, è il piano di Dio per ogni figlio. Quindi, ubbidire ai genitori equivale a ubbidire a Dio. Nella sua perfetta saggezza, è Dio che ha stabilito i ruoli così. E perciò, un figlio è chiamato ad ubbidire in ogni cosa, tranne nel caso in cui un genitore dicesse al figlio di fare qualcosa che va contro la volontà di Dio. Quindi, per esempio, se un genitore dicesse al figlio di mentire, o di rubare, il figlio non dovrebbe ubbidire. Similmente, se un genitore dovesse dire al figlio di non pregare a Dio, o di non leggere la Bibbia, il figlio dovrebbe ubbidire a Dio anziché al genitore. Ma tranne nei casi in cui l’ubbidienza porti il figlio ad andare contro il chiaro insegnamento di Dio, il figlio è comandato ad ubbidire ai suoi genitori.
- Come è la vera Ubbidienza?
Quindi, Dio comanda ad ogni figlio di ubbidire ai suoi genitori. Che cos'è la vera ubbidienza? La parola ubbidire vuol dire semplicemente ascoltare e poi fare ciò che i genitori dicono al figlio. Infatti, in greco, la parola ubbidire ha come radice la parola “ascoltare”. Per poter ubbidire, un figlio deve ascoltare per poi poter fare ciò che il genitore ha detto. Quindi, il primo passo nell'allevare in modo giusto un figlio è di insegnare al figlio l'importanza di ascoltare attentamente quando un genitore gli parla.
Come ogni genitore sa, di natura, è come se un figlio avesse un ottimo udito quando il genitore dice qualcosa che il figlio vorrebbe fare, per esempio quando un genitore chiama il figlio per mangiare un dolce, e invece un figlio sembra quasi sordo quando il genitore lo chiama che deve lasciare qualcosa che gli piace fare per fare qualcosa che non ha voglia di fare.
Quindi, ogni genitore deve impegnarsi ad insegnare al figlio di veramente ascoltare ogni volta che i genitori gli parlano. Poi, il figlio deve imparare a fare quello che gli è stato detto. Genitori, non mancate in questa responsabilità fondamentale.
Qual è l’ubbidienza che Dio comanda, a noi, e ai figli nei confronti dei genitori? L’ubbidienza che Dio comanda deve essere un’ubbidienza immediata, un'ubbidienza fatta col cuore, ed un'ubbidienza totale. E perciò, questo è l'unico tipo di ubbidienza che Dio accetta in un figlio nei confronti dei genitori. Chi è un genitore deve addestrare il figlio ad essere ubbidiente in questo modo.
Consideriamo questi tre aspetti dell’ubbidienza: ubbidienza immediata, ubbidienza di cuore, e ubbidienza totale.

I. Ubbidienza Immediata
Per prima, consideriamo l’ubbidienza immediata. L'ubbidienza deve essere immediata. Se un genitore chiede al figlio di fare qualcosa, e il figlio non lo fa quando doveva, non è vera ubbidienza. L'ubbidienza dovrebbe essere immediata. Se il figlio non lo fa subito, sta disubbidendo.
Qua, vorrei fare una parentesi. Un genitore dovrebbe essere sensibile, e cercare di rendere l’ubbidienza meno difficile possibile.
Quindi, per esempio, se il figlio sta finendo qualcosa e ci vuole solo qualche minuto per finire, sarebbe sensibilità e gentilezza da parte del genitore di tener conto di ciò che il figlio sta facendo, cercando di avvisare il figlio per tempo che deve concludere e fare qualcos'altro. Certamente, non è sempre possibile, ma è importante che il genitore di si impegni ad aiutare il figlio a gestirsi.

II. Ubbidienza col Cuore
Secondo, l'ubbidienza deve essere di cuore. Per esempio, se un genitore chiede al figlio di sparecchiare, e il figlio lo fa, però mentre lo fa si lamenta, non è l'ubbidienza che Dio richiede, e il genitore non dovrebbe accettare quell'azione come ubbidienza. A voi genitori dico: ricordate che il vostro traguardo con il figlio non è di farlo lavorare in casa, piuttosto è di guidare la formazione del suo carattere. Perciò, non accettate un'ubbidienza in cui il figlio non ubbidisce di cuore. Bisogna insegnare al figlio che l’unica vera ubbidienza è quella fatta col cuore.
Ubbidire con il cuore vuol dire accettare il ruolo che Dio ti ha dato, in modo da ubbidire con gioia. Dio guarda al cuore, ed è importante che i genitori richiedono un buon atteggiamento dai figli. I figlio possono avere un buon atteggiamento, perché il nostro atteggiamento è una scelta.
Chiaramente, è importante che anche i genitori ubbidiscono così, a Dio, e ad ogni autorità umana stabilita da Dio. Dobbiamo essere un esempio per i nostri figli. Quindi, bisogna insegnare ai figli ad ubbidire immediatamente, e ad ubbidire di cuore.

III. Ubbidienza Completa
Terzo, l'unica ubbidienza che Dio accetta è un'ubbidienza completa. Se Dio ci comanda di fare una certa opera, e noi ne facciamo metà e poi smettiamo, Dio non accetta quello come ubbidienza. Sarebbe come se si prendesse un imbianchino per imbiancare la casa, e lui ne fa tre quarti e poi la lascia così senza finire il lavoro, per poi chiedere di essere pagato tre quarti del prezzo stabilito. Chiaramente, in un caso così ci si rifiuterebbe di pagarlo, perché non ha completato il suo dovere, e sarebbe giusto così. Un'ubbidienza parziale è una disubbidienza per la parte non fatta, e quindi non vale come ubbidienza.
Ogni genitore è responsabile di addestrare i suoi figli nel sapere che solo l'ubbidienza completa viene accettata. Questo aiuta il figlio a comprendere la realtà della nostra ubbidienza a Dio.
Se un genitore permette al figlio di non ubbidire immediatamente, di cuore e totalmente, sta trasmettendo un insegnamento falso e molto pericoloso al figlio. Cioè, sta permettendo al figlio di credere la bugia di Satana che non importa ubbidire a ciò che Dio ha comandato.
Permettere al figlio di credere questo non è vero amore per il figlio. Il vero amore si impegna sempre per il bene del figlio, e perciò, vuole assolutamente aiutare il figlio a capire ciò che Dio richiede, e che solo Dio può benedire.
Perciò, a voi genitori dico: non accettate meno dell’ubbidienza immediata, di un'ubbidienza fatta con buon cuore, e di un'ubbidienza completa. Se il figlio ubbidisce meno di così, egli dovrebbe ricevere delle conseguenze negative, non come punizione, ma come strumento per addestrarlo a camminare nella buona via.
Infatti, il motivo per cui spesso i figli non ubbidiscono come dovrebbero è perché i genitori accettano meno di quello che dovrebbero accettare. Spesso un genitore non vuole impegnarsi al punto necessario per insegnare al figlio ad ubbidire così. Certamente, quando un figlio non vuole ubbidire, la cosa più facile è di lasciar stare e di non insistere sulla vera ubbidienza del figlio. E tanti genitori peccano così, facendo quello che è più facile, anziché quello che è giusto e che porterebbe il vero bene al figlio. Esorto ogni genitore, me stesso compreso, a non continuare a peccare così. Amate veramente i vostri figli, e perciò, non accettate meno dell'ubbidienza immediata, di cuore, e completa! Fate questo affinché i vostri figli abbiano una vita benedetta!
· Ciò è giusto
Certamente, so che non è naturale essere ubbidiente. Non è naturale per un figlio, e non è naturale per un adulto. Abbiamo tutti ereditato il peccato di Adamo. Di natura siamo tutti ribelli. E quindi, è da ricordare che l'ubbidienza non verrà naturalmente. Richiede un grande impegno da parte dei genitori nell'insegnare al figlio ad ubbidire nel modo giusto. Però, porterà un frutto meraviglioso.
Anche se è difficile crescere un figlio così, è la cosa giusta, come dichiara questo versetto. Rileggiamo ancora il versetto di Efesini 6:1
È giusto che un figlio ubbidisca ai suoi genitori nel Signore. Qualunque forma di disubbidienza è ribellione ed è peccato. Non c'è via di mezzo.
La disubbidienza ai genitori è sempre un peccato grave. Un genitore dovrebbe amare suo figlio abbastanza da non ignorare la disubbidienza. Deve aiutare il figlio ad arrivare ad un punto in cui ubbidire sia normale. Solo così il figlio avrà le benedizioni dichiarate in questo brano.
La natura stessa ci insegna l'importanza dell'ubbidienza. Basta osservare gli animali. I piccoli devono seguire la guida dei loro genitori. Solo così evitano pericoli, solo così crescono sani e salvi anziché cadere in qualche grave pericolo. L'ubbidienza è necessaria perché un figlio non ha né l'esperienza né la saggezza di scegliere bene. Dio ha stabilito la guida dei genitori per proteggere e curare ed addestrare i figli in modo che possano crescere bene. Questo è vero nel mondo degli animali, quanto di più è vero negli uomini. E perciò, l'ubbidienza è l'unica scelta giusta per un figlio. È importante per ogni genitore di ricordare questa verità, per poter allevare bene il figlio.

CONCLUSIONE
Il brano che abbiamo considerando comanda ai figli di ubbidire ai loro genitori. Applichiamolo anche a chi è un figlio di Dio, nei confronti di Dio.
Allora, a ciascuno di voi che è un figlio di Dio chiedo: come vivi il tuo rapporto con Dio? Tu sei ubbidiente a Dio? Tu ubbidisci a Dio immediatamente, di cuore, e totalmente?
Tu onori Dio, in ogni campo della vita?
Ognuno di noi che è un credente, che sia un genitore o no, siamo un esempio per i figli di come vivere come figli. Come stai vivendo? Che esempio sei tu? Tu stai ubbidendo a Dio, e anche ad ogni autorità che Dio ha stabilito?
Se un genitore insiste che il figlio gli ubbidisca, e che lo onori, ma poi quel genitore non ubbidisce a Dio e alle autorità umane, e non li onora, è un ipocrita e scoraggia il figlio.

6. PADRI BUONI FIGLI CATTIVINoi sappiamo che ogni scelta porta le sue conseguenze. Se seminiamo bene, raccoglieremo bene, se seminiamo male, raccoglieremo male. Questo principio biblico lo conosciamo molto bene.
Però, pur conoscendo queste realtà spesso ci è difficile viverle, per il semplice fatto che spesso, le conseguenze si verificano così tanto in avanti che è facile non pensarci. Però, il fatto di non pensarci comporta comunque che subiremo le brutte conseguenze che non avremmo mai voluto subire.
Un'altra verità al riguardo è che il fatto che sembra che tutto vada bene oggi, non significa che veramente vada bene, e ancora di più, non significa che andrà bene domani.
Gli esempi più chiari che abbiamo di questi principi li troviamo negli esempi di uomini di Dio che avevano figli che erano estremamente malvagi. Nelle Scritture troviamo tanti esempi di questo. Per motivi di tempo, vogliamo considerarne solo alcuni.

a) Eli e i suoi figli
Il primo esempio che mi viene in mente è l'esempio del sacerdote Eli, che visse durante il periodo dei giudici in Israele. Eli era un uomo timorato di Dio in tanti campi della vita. Però, non era timorato di Dio nel modo in cui allevò i suoi figli.
Leggiamo alcuni brani da 1Samuele 2:12-17 E notiamo il comportamento peccaminoso dei figli di Eli.
Che peccati abominevoli! Come hanno potuto i figli di un uomo così santo arrivare ad un punto così lontano dalla fede del loro padre?
È chiaro che Eli aveva mancato di trasmettere loro un vero timore di Dio. Potresti chiedermi: ma come lo sai tu?
Lo so dal modo in cui Eli ha agito quando è venuto a conoscenza dei peccati dei suoi figli. Leggiamo quello che egli dice loro, dopo aver appreso dei loro peccati. 1Samuele 2:22-26 Eli riprende i suoi figli, ma essi non ascoltano.
A prima vista, sembrerebbe che Eli abbia agito bene, riprendendoli severamente. Però, quando ascoltiamo la profezia che Dio manda verso di lui, comprendiamo che Eli mancava un vero timore di Dio.
Leggiamo i vv. 27-36 nei quali viene decretata la profezia contro la casa di Eli. Notiamo bene il suo peccato: v.29. Eli ha onorato i suoi figli più di Dio.
Dio onora chi Lo onora, ma disprezzerà coloro che lo disprezzano.
Andando avanti, nel capitolo tre, Dio parla a Samuele dandogli un messaggio da dichiarare ad Eli.
Leggiamo 1Samuele 3:13 in cui Dio sta parlando a Samuele di Eli
Qual è stato il peccato di Eli, così terribile che Dio decise di punire la sua casa per sempre? Eli disapprovava severamente i peccati dei suoi figli, ma non li aveva frenati. Eli aveva il potere di metterli alla morte, per il loro peccato, non l'ha fatto. Non li ha nemmeno tolti dall'essere sacerdoti. Certo, li ha rimproverati, ma non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare, agendo con molta più severità.
Leggiamo quello che è successo in 1Samuele 4:10-11
Poi, leggiamo di quando Eli sente la notizia: 4:12-18 v.18: Eli appena apprende la notizia, cade all'indietro e muore.
Impariamo perciò dall'esempio di questo uomo! Dobbiamo amare Dio più di quanto amiamo i nostri figli. Solo così, stiamo veramente amando i nostri figli.

b) Samuele e i suoi figli
Consideriamo ora la vita di Samuele, il giudice più importante di tutti, che fu usato grandemente da Dio. Samuele era cresciuto nel tabernacolo sotto la guida di Eli, ed aveva visto la severità della punizione di Dio sulla famiglia di Eli.
Però, nonostante quanto Samuele fosse stato un uomo grandemente usato da Dio, e nonostante quanto avesse seguito Dio fedelmente per tanti, tanti anni, anche lui non ebbe figli fedeli. Leggiamo 1Samuele 8:1-5
Che cosa possiamo trarre da questo?
Samuele conosceva i cuori dei suoi figli, e nonostante questo, li ha istituiti come giudici. In questo, ecco, non ha avuto abbastanza timore di Dio.

c) Davide i suoi figli
Pensiamo a Davide. Davide: che grande uomo di Dio, molto amato da Dio, un grande cuore per Dio! È stato usato molto da Dio, e ha scritto molti dei Salmi.
Però, nonostante questo, i suoi figli furono spiritualmente malvagi.
Leggiamo di un esempio di questo in 2Samuele 13:1-2,
Amnon, figlio di Davide, violentò Tamar, che era una sua sorellastra.
Poi, Absalom, fratello di primo grado di Tamar, uccise Amnon.
Leggiamo 2Samuele 13:24-39.
Absalom fuggì, e visse lontano per 3 anni (2Sam 13:38,39), e Davide sentiva la sua mancanza. In realtà, essendo stato Absalom un omicida, Davide avrebbe dovuto metterlo alla morte, visto che Absalom non si era ravveduto. Però, anche Davide aveva ucciso un uomo innocente, e probabilmente la sua coscienza non gli permetteva di punire suo figlio come avrebbe dovuto, sotto la legge.
Inoltre, Davide non aveva punito neanche Amnon per aver violentato Tamar. Davide era dispiaciuto, ma non aveva fatto nulla.
Questo ci rivela molto del modo in cui Davide aveva allevato i suoi figli!
Che famiglia disastrosa!!!
Davide era un uomo di Dio, timorato di Dio, ma non aveva trasmesso questo suo timore ai suoi figli. Quanta tristezza ha prodotto!
Dopo aver ucciso Amnon, Absalom fuggì, per 3 anni.
Poi, Davide permise ad Absalom di tornare a Gerusalemme, ma non gli fu permesso di vedere la faccia di Davide. Anche qui ci dimostra che Davide non seppe agire in modo giusto con suoi figli.
Leggiamo di questo in 2Samuele 14:21-24.
Finalmente, ad Absalom fu permesso di vedere Davide, però, il loro non fu un rapporto buono.
Perciò Absalom cominciò a tramare una congiura contro suo padre. 2Samuele 14:28-33.
Nel cap 15 troviamo la congiura di Absalom. 2Samuele 15.
Absalom conquista i cuori delle persone: attira attorno a sé gli uomini importanti e potenti del regno. Si dichiara re. E Davide dovette fuggire per la sua vita.
Se conoscete gli avvenimenti, alla fine, ci fu una battaglia tra coloro che erano leali a Davide, e coloro che erano leali ad Absalom. Absalom viene ucciso.
Notiamo come Davide ha colto la notizia della morte di Absalom. 2Samuele 18:32-33
Davide, il grande uomo di Dio, non ha seminato bene come padre, e ha avuto bruttissime conseguenze.

d) Salomone e Roboamo
Potremmo andare avanti e parlare di altri padri che ebbero figli malvagi.
Salomone, uomo di grande saggezza.
In 1Re 3:5-15 leggiamo che Salomone riceve sapienza.
In 1Re 4:29-34 abbiamo un esempio della sapienza di Salomone.
Invece Roboamo, suo figlio, manca saggezza.
Tanti dei re di Giuda che erano buoni e timorati di Dio, avevano figli malvagi.

Lezioni per noi: Certamente, questi esempi servono per noi.

I. Non basta camminare bene in molte cose
Quando pensiamo al fatto che questi figli si sono comportati così malvagiamente, facilmente, potremmo pensare che non potrebbe mai succedere a noi. Un genitore potrebbe valutare, e pensare al fatto che è molto attento a cercare di trasmettere le verità di Dio ai suoi figli. Si impegna a proteggere i figli dalle brutte influenze del mondo. Li tiene lontani dal mondo, parla con loro di Dio, insomma, fa un buon lavoro.
Questo modo di valutare potrebbe sembrare giusto, però in realtà, viene da un cuore pieno di orgoglio. Rispecchia un cuore che pensa di essere superiore a tanti altri uomini di Dio nei secoli.
Quando consideriamo gli uomini di Dio, uomini che hanno camminato bene, di cui Dio si è servito, cosa possiamo dire di Eli, di Samuele, e di Davide? Questi uomini erano grandi uomini di Dio, erano molto focalizzati su Dio, molto dedicati a Dio. Eppure ebbero figli malvagi. Non dobbiamo credere di essere migliori di loro!
Infatti, una chiara lezione che possiamo imparare da questi esempi è che anche se camminiamo molto bene in tanti campi della vita, possiamo avere qualche piccolo campo in cui stiamo seminando male, e questo può portare grandi mali nella vita dei nostri figli.
Quindi, la prima lezione che impariamo da questi esempi è che il fatto che dei genitori camminino bene, non significa che automaticamente stanno facendo tutto nel modo giusto. La vera saggezza spinge a veramente valutare attentamente tutto, e a riconoscere qualunque campo della vita in cui si sta seminando male nella vita del figlio, oppure in cui si sta mancando di seminare tutto il bene che si dovrebbe.
Seminare bene in tanti campi della vita non basta. Anche se seminiamo male in solo pochi campi, questo modo di agire può portare un raccolto terribile. Quanto è importante camminare con grande umiltà, pronti a riconoscere qualunque peccato o mancanza nella vita!

II. Si tratta di lunghi tempi
Una seconda lezione che impariamo da questi esempi è che si tratta di lunghi tempi prima che si possano vedere i brutti risultati. Negli esempi che abbiamo esaminato prima, i figli di quegli uomini ebbero tutti una certa età prima che la profondità della loro malvagità fosse divenuta visibile.
Qua, c'è un principio molto importante da capire bene. Si può seminare male, e non vedere i risultati per tanti anni. Però, quando arrivano, le conseguenze possono essere terribili!
Dobbiamo ricordarci di questa verità, perché abbiamo la tendenza di valutare le cose a corte durata. Se viviamo in un certo modo, e non vediamo risultati negativi al momento, facilmente presumiamo che non ci saranno. Presumiamo che quel modo di vivere vada bene.
Questo modo di valutare le cose è stoltezza. È stoltezza per il semplice fatto che tanti risultati non arrivano subito. Arrivano solamente dopo molto tempo.
Perciò, non si valuta se qualcosa vada bene o no in base a quello che si può notare al momento. Si valuta in base a dove quella cosa porterà negli anni.
Il fatto che in alcuni casi un certo modo di seminare non porta sempre ad un male che si può riconoscere, anche questo non è nemmeno un buon metro per valutare.
Vi faccio un esempio pratico. Pensiamo al brutto vizio di fumare. Ci sono persone che fumano che comunque arrivano ad 80 e anche ai 90 anni. Ma non per questo si dovrebbe pensare che questa sia la prova che il fumo non faccia male. Piuttosto, il male che il fumo provoca, non è subito visibile, anche se è presente da subito.
Possiamo avere cose in cui manchiamo, possiamo avere cose in cui lasciamo spazio alla carne, che non portano conseguenze visibili al momento. Però, prima o poi questi semi porteranno i loro brutti frutti.
Ricordiamoci la verità fondamentale che troviamo in Galati 6: 7-8
In qualsiasi campo della vita, se noi abbiamo dei peccati, prima o poi questi ci porteranno un brutto raccolto.

- Per genitori
Colleghiamo questo principio anche all'elenco di qualità e capacità che voi genitori volete insegnare ai vostri figli.
Quante di queste capacità e qualità servono adesso?
Però quante di queste serviranno nel futuro?

- Per tutti
Applichiamo ora questo principio a noi stessi, come chiesa.
Per quanto una chiesa possa sembrare sana, in tantissimi casi, la generazione successiva si allontana moltissimo da quelli che erano i fondamenti di quella precedente.
Infatti, se noi analizziamo la chiesa di uomini che sono stati usati grandemente da Dio, per esempio Spurgeon, ed altri uomini come lui, vedremo che volta dopo volta la chiesa che era così forte durante la loro vita, ha perso moltissima della sua forza dopo la morte del pastore che era un vero uomo di Dio.
Quindi, non dobbiamo assolutamente presumere che la nostra chiesa, per ciò che riguarda quello che ha di buona salute, resterà sana dopo una generazione. Piuttosto, dobbiamo esaminarci attentamente anno per anno, per riconoscere qualunque campo in cui non stiamo camminando bene, e dobbiamo ravvederci ed impegnarci in quei campi. Solamente così potremo trasmettere una chiesa sana e solida alla prossima generazione, pregando che anche i nostri figli faranno parte di quella generazione.
Sia come genitori che come Chiesa, è molto facile non capire quanto sia grave ogni mancanza. Però, l'unico modo per evitare un brutto raccolto è di seminare bene in ogni campo della vita.

Campi della vita
Consideriamo alcuni campi della vita, in modo che possiamo seminare bene in ogni campo.
----- Zelo per il Signore
---- un serio impegno per il regno di Dio
---- cercare gioia nelle cose di Dio anziché nelle cose del mondo
---- evitare la brutta compagnia in ogni campo della vita
----- combattere il nostro orgoglio
---- Essere solidamente fondati nelle dottrine della Bibbia, non per aver sentito dire, ma anche per aver studiato per conto proprio dalla Bibbia.
---- Capire, in pratica, l'importanza della comunione e di utilizzare attivamente i nostri doni spirituali per l'edificazione della chiesa.
Preghiamo che possiamo avere cuori teneri e pronti a riconoscere qualunque campo in cui manchiamo.
Discutiamo in che modo possiamo crescere.

7. TRAGUARDI PER FIGLI
Ogni genitore ha l'incarico da Dio a portare i figli alla maturità. Il seguente è un elenco parziale di traguardi che ogni genitore credente dovrebbe avere per allevare bene i propri figli. Questo elenco non è completo, ma è una buona base per iniziare a pensare ai vari aspetti della maturità vera come persone.
- TRAGUARDI SPIRITUALI che riguardano il cuore e il carattere
Portare verso la salvezza, rende chiaro e comprensibile le verità che servono per la salvezza.
Portare ad ubbidire di cuore ai genitori, e se è credente, ubbidienza di cuore a Dio.
Richiede costanza, perseveranza. Bisogna tenere in mente quanto è importante, quanto bene fa se fate diventare veramente ubbidiente, e quanto male avrà il figlio che non impara ad essere veramente ubbidiente. Ricordate che la responsabilità principale è dei genitori. Non bisogna sperare che sarà ubbidiente, come non bisogna sperare che non ci saranno erbacce nel orto. Piuttosto, bisogna impegnarsi per portare il figlio ad essere ubbidiente, e a onorare i genitori.
Non dire “Egli non ascolta, non ubbidisce” Piuttosto, dite: sono state mancante nell'essere costante.” Il problema principale non è il figlio, è come viene cresciuto.

a) Umore, carattere
Certamente, avete notato che certe persone tendono ad essere positivi, ed altri sono solitamente negativi. Noi diciamo che uno è così per natura, ma in realtà, non è solo natura, ed è qualcosa che può anche cambiare. Infatti, il fatto di essere di brutto umore, di aver un muso lungo, è una scelta, ed è un peccato. Le circostanze non ci fanno così, è una scelta nostra a come reagiamo alle circostanza. Dio ci comanda ad essere mansueti, che vuol dire, accettare con tranquillità tutto quello che la provvidenza di Dio ci dà. Quindi, è peccato per un adulto, e anche per un figlio, di essere negativo di carattere. Perciò, si può indirizzare il carattere di un figli. E per questo, è importante per ogni genitore di impegnarsi
verso il traguardo di portare il figlio ad essere:
· ad essere di buon umore, anziché avere il muso lungo, e brontoloni.
· positivi nel modo di vedere la vita,
· gioiosi, godendo le benedizioni, piccoli e grandi della vita.
Per arrivare a questo scopo, prima di tutto, è importantissimo che il genitore sia di esempio. Se un genitore è spesso negativo, non può pretendere che il figlio sia di buon umore e positivo. Quindi, la cosa più importante di tutto è che il i genitori abbandonano il peccato di essere brutto umore, e confessano il peccato di essere negativi nel modo di vedere la vita. Essere negativo implica che Dio non sia in controllo, e non ci cura. È impossibile essere negativo e anche essere veramente riconoscente.
---- Poi, da quando un bambino è piccolissimo, anche quando ha solo un anno, si può, e si dovrebbe, non accettare per lui di avere un muso lungo. È una scelta dal figlio, una scelta brutta, che dovrebbe essere punito.
Avere un muso, essere negativo, in realtà tende a soddisfare la carne. Siamo fatti così, il peccato dà una certa soddisfazione. Come genitore, si può insegnare al figlio che questa scelta non conviene.
Come in tanti altri esempi, non basta solo togliere il male, bisogna anche sostituirlo con il bene. Quindi, creare in casa un atmosfera di grazia, un atteggiamento di ringraziamento per tutto, una gioia nel pensare agli altri. Chi è sempre negativo pensa molto a se stesso, e poco agli altri, pensa molto a quanto pensa di meritare, e poco alla grazia di Dio. Quindi, per aiutare un figlio a non essere negativo, bisogno aiutarlo anche a capire che vive per grazia.

b) Rispetto per Gli Altri
Un altra qualità importantissimo da inculcare in un figlio è il vero rispetto per gli altri. Il contrario: essere un egoista, che vive, usando gli altri per i propri scopi. Una persona terribile. Quindi, è importante insegnare vero rispetto e apprezzamento per gli altri. Cioè, insegnare al figlio di veramente apprezzare altre persone, e vedere il valore di ogni persona, non per quello che può fare o dare al figlio, ma perché è una persona creata nell'immagine di Dio.
Come quasi ogni altro attributo che serve trasmettere ad un figlio, la cosa più importante è l'esempio dei genitori.
Come vedete voi gli altri, non solo gli amici, non solo chi può aiutarti, ma chiunque? Come vedete ospiti che arrivano in chiesa? Come vedi la commessa al negozio che è stressata, come vedi tutte le persone nella tua vita? Oltre ad essere un buon esempio, che è fondamentale, come si può trasmettere questa qualità ad un figlio?
- le vostre idee? Parlare con i figli spesso, parlando di persone, e quando sono un dono da Dio, e quanto Dio ha a cuore le persone. Aiutar il figlio a riconoscere quanto sarebbe brutto la vita senza persone, e quindi, non sono da prendere per scontato. Se un figlio non onora una persona, dovrebbe essere punito. Un modo sarebbe per lui di perdere tempo con quella persona, ma non facendo qualcosa di divertente, ma seduto in castigo, pensando a quello che ha fatto. Poi, magari, per aiutarlo a capire quanto è bello amare, dopo il castigo, fallo preparare un regalo, forse un disegno, per quella persona. Il punto: non ignorare un disprezzo nei confronti di una persona. Simile quando un figlio ignora una persona. Questo è un brutto peccato, e rivela un cuore che vede gli altri come oggetti da usare. Se un figli ignora qualcuno, perché ha qualcosa che al suo parere è più interessante, i genitore dovrebbero riconoscere quanto questo è un grave peccato, e un brutto caratteristica.

c) Veramente riconoscente
Un altra qualità da inculcare nel figlio è quella di essere veramente riconoscente per tutto. Per aiutare un figlio a essere veramente riconoscenti, bisogna aiutarlo a notare e riconoscere quello che ricevono dagli altri (genitori, fratelli, altri, e soprattutto Dio), e poi di capire che non meritano questo, in modo che siano riconoscenti di cuore. Non c'è modo magico di fare questo. Però, per una cosa, il figlio deve capire che non merita quello che ha, e che non è da prendere per scontato che può avere quello che è abituato ad avere. Esempio di un dolce o altro cibo extra: se non è riconoscente, fallo mancarlo per varie volte, mentre gli altri lo ricevano. Così, egli sarà stimolato a valutare. Non solo, ma dovrebbe spiegare perché non merita quella cosa, e così, quando la riceve, sarà più facile per lui di vederla come una grazia, ed essere veramente riconoscente.

d) Aiuta loro ad avere un cuore pronto a Servire
Aiutarli ad avere un vero cuore per servire gli altri, come per esempio i poveri, i bisognosi, le vedove e gli orfani; Cioè, che vedono che lo scopo della vita non è per vivere per soddisfare la carne, ma per servire, e aiutarli a vedere che servire non è una cosa pesante, anzi, porta gioia e benedizione. (più gioia dare che ricevere).
Come si può trasmettere questa qualità ai figli?
Fondamentale è esempio dei genitori. (Discorsi a tavola, le preghiere). Da quando sono piccoli (anche 2 o 3 anni) aiutali spesso a fare cose per gli altri: disegni, un lavoro, aiutare un altro bambino a fare un lavoro, ecc. Parla di questo come una cosa bella. Se il figlio resiste, insiste, punisce, e fa fare. Però, lo scopo non è di farlo servire come punizione, ma di aiutarlo a trovare la gioia nel servire. Questa è una caratteristica che può trasformare la vita del figlio a capire il grande valore della comunione con credenti.

e) Insegnare a riconoscere l'inganno della propria carne.
La nostra carne ci inganna, e perciò, uno degli aiuti più grande che un genitore può dare ad un figlio è di aiutarlo a capire che la sua carne lo inganna, ed è il suo nemico più grande. Valore di fare questo: aiutare il figlio ad avere discernimento, e non credere subito la sua carne. Se NON impara a riconosce che la sua carne lo inganna, passerà la vita dando retta alla sua carne, e questo lo porterà a tanto, tanto male. Quindi, è estremamente importante. Come fare questo? Quando sono piccoli, punire quello che è una scelta della carne, una scelta fatta senza valutare. Così, questo aiuta il figlio a capire che è importante non essere impulsiva, ma piuttosto a fermare per pensare e valutare.
Poi, man mano che crescono (anche a 3 anni), quando seguono la carne, prendete tempo dopo per aiutare loro a riconoscere che quella scelta ha portato il male. Aiuta il figlio a riconoscere che quello che sembrava la cosa migliore a lui, in realtà, non era una buona scelta. Spiega che questo è la sua carne. Poi, man mano, aiuta lui a riconoscere questo per conto suo. Importante essere un esempio, mostrando quando TU sbagli, seguendo la tua carne.
Quanto è importante aiutare un figlio a capire che la sua carne, quello che vorrebbe naturalmente, non è giusto, ed è pericoloso, e può farlo tanto, tanto male, e rovinare la vita, e anche l'eternità.

f) Insegnare a riconoscere l'inganno del mondo
Insegnare a riconoscere l'inganno del mondo, anche quello che è visto bene da tanti.

g) Avere coraggio e franchezza
Aiutare loro ad avere vero coraggio e franchezza: la capace di difendere la fede, e a non vergognarsi di fare e dire la cosa giusta, anche se vengono disprezzato da altri.

h) Buoni abitudini di Preghiera
Aiutare loro a sviluppare buone abitudini di preghiera, per pregare in modo biblico, compreso adorazione, ringraziamento, confessione e pregare per il regno di Dio. La preghiera NON è chiedere a Dio tutto quello che voglio io. Molto meglio: iniziare con ringraziare, per tante cose, e poi, lodare per tante cose ogni giorno. Aiuta il figlio ad avere occhi pronti a riconoscere la gloria di Dio nella Creazione.

i) Buoni Abitudini nel Studiare la Bibbia
Aiutare loro a sviluppare buone abitudini nello studio della Bibbia, in modo che sanno leggere e capire quello che leggono.
Gli Attributi per essere Buoni Mariti o Mogli
Aiutare loro ad arrivare ad avere le capacità spirituali che serviranno nei ruoli futuri di marito, moglie, o genitori.

j) Saggezza nel Prendere Decisioni
Aiutare loro ad arrivare ad avere grande saggezza nel prendere decisioni. Questo comprende aiutare loro a capire l'importanza di chiedere buoni consigli, e aiutarli a capire l'importanza di scoprire i principi biblici che si applicano ad ogni decisione

k) Capire che ci sono sempre Conseguenze
Fissare nella loro mente che ci saranno SEMPRE conseguenze per ogni decisione, sia immediati che a lunga scadenza.

l) Moralità: onesto, gentile, altruista, umile
Sviluppare in loro una buona mortalità nel essere onesti, gentili, non egoista, non orgogliosi

m) Autodisciplina: in ogni campo della vita
Aiutare loro ad avere vera autodisciplina: nel curare il corpo, nel mangiare, nel prendere abbastanza esercizio, nel dormire abbastanza, nel non esagerare in alcun attività, nel impegnarsi ugualmente in quello che è piacevole e quello che non è piacevole.

n) Lavorare Bene
Aiutare loro a saper lavorare bene come regola di vita, in ogni cosa che fanno, che il lavoro sia piacevole o no. Insegnare loro a lavorare bene nel senso di portare a termine ogni lavoro, anziché cercare di finire al più presto possibile. In altre parole, trasmettere un senso di responsabilità per ogni lavoro che fanno. Questo vuol dire avere costanza a portare a termine quello che c'è da fare, anche quando non hanno voglia, o quando l'impresa è difficile.

o) Iniziativa
Aiutare loro ad avere iniziativa, affinché si mettono da fare a compiere quello che serve, senza che ci sia qualcuno che deve sempre spronare loro.

p) Senso di Responsabilità
Aiutare loro ad avere un senso di responsabilità, in modo che portano avanti le loro responsabilità, anche quando è difficile, per esempio, anche se gli amici o i fratelli stanno giocando.

q) Traguardi di conoscenza nel campo spirituale
Buona conoscenza di tutta la Bibbia, imparare ad avere una discreta conoscenza di ogni parte della Bibbia, storia, profezie, Salmi, i Proverbi, i Vangeli, e le epistole. Si può concentrare su parte diversi in anni diversi.

r) Memorizzare Versetti e capitoli
Aiutare loro a memorizzare tanti versetti, una varietà di tipi, affinché queste verità resteranno nel loro cuore per la vita. È tanto più facile memorizzare quando uno è giovane.

s) Essere Capaci a Spiegare le Verità di Dio
Aiutare loro a saper spiegare bene agli altri le verità di Dio. Si può crescere molto in questo con aiuto e impegno. (bisogno far questo a casa) Essenziale fare prove, Valutare la possibilità per loro di imparare Ebraico e Greco. (corsi Internet or CD)

- EDUCAZIONE ED ISTRUZIONE
Provvedere modo per loro di avere le conoscenza e le capacità di poter svolgere un eventuale lavoro. (la scuola non insegna questo, né insegna a lavorare).
Aiutare loro a sviluppare, mentre sono ancora piccoli, la capacità di imparare da soli; (richiede impegno, atteggiamento giusto)

a) Una Passione per Imparare
Trasmettere a loro una passione di imparare nuove cose; una passione che può durare tutta la vita. (quanto è importante questo!) Questo è un atteggiamento che si prende da un altro, VOI, i genitori. La gioia di imparare, la scoperta di nuove cose, nuove capacità. Esempio: la passione di imparare qualsiasi cosa che hanno, legger le istruzioni, sperimentare, chiedere ad altri. provvedere per loro di capire bene il computer; (che ormai fa parte della vita)

b) Conoscere la Storia
Far si che abbiano una buona conoscenza della storia, per imparare dal passato e capire perché le cose sono come sono oggi; e anche per aiutare loro a capire che come sono le cose oggi non è sempre come sono state, e che certe cose sono meglio oggi, mentre altre cose sono peggio. Questo aiuta a non essere orgoglio si, e li aiuta ad avere saggezza. (( esempio di come fare questo: leggere e studiare e poi discutere insieme vari periodi di storia, per trarre lezioni. Attenzioni alle fonte di informazioni))

c) Musica
Provvedere per loro di capire le basi della musica, Provvedere per loro di poter suonare almeno uno strumento musicale discretamente, e di cantare leggendo la musica. Provvedere per loro di capire la logica, come valutare in modo logico; per poter valutare le decisioni in modo più saggio. Provvedere per loro una buona base in matematica.

d) Scrivere in modo chiaro e persuasivo
Aiutare loro (se non siete bravi, allora, trovando chi è capace a farlo) ad essere capaci a scrivere in modo chiaro e persuasivo. È importante poter comunicare bene per iscritto. Questo aiuta anche a pensare in modo chiaro. La GRANDE maggioranza di giovani oggi sono deboli in questo campo.

e) Traguardi nei rapporti sociali - Filippesi 2, Romani 12, Marco 12.
Imparare l'importanza di ubbidire alle leggi dello Stato; sapere come comportarsi con gli altri nella società, nei vari rapporti che ci sono nella vita.

f) Amicizia come Vero Tesoro
Aiutare a riconoscere la vera amicizia come un tesoro prezioso, e ad essere capace a curare l'amicizia. In questo, aiutare loro a vedere l'amicizia come una rapporto da curare, non una persona da usare per soddisfare il loro bisogno di compagnia. Aiutare a vedere quanto è cattivo legarsi ad un amico o un'amica al punto di escludere altri o mancare buoni rapporti con altri. Questo crea un brutto egoismo.
Fai confronti con loro di quanto è brutto se una coppia o una famiglia ignora gli altri. Aiutare loro a capire la vera amicizia, che non è solo divertirsi insieme, ma è di impegnarsi per il bene l'uno dell'altro. Aiutare ad capire al superficialità di tante cosiddetto amicizie di oggi, e a desiderare e impegnarsi per qualcosa di più profondo. Per insegnare questo, bisogno essere d'esempio per loro. Imparare il linguaggio dei segni per i sordi. (apre grande porti nella vita dei sordi, e c'è ne sono tanti, nascosti nella società, una statistica parla di 800.000 sordi in Italia. Imparare ad essere buoni vicini; onesti,

g) Rapporti uomo-donna.
Identità come uomo o donna: trasmettere le caratteristiche bibliche di cosa vuol dire essere un uomo, o una donna.
- Purezza come uomo o donna
Aiutare loro ad avere una buona moralità nel campo sessuale, quindi, assoluta purezza come uomini e donne, e nei rapporti. Questo comprendere modo di vestirsi, di comportarsi, di pensare. Per i maschi, aiutarli a vedere il loro ruolo di comprendere proteggere le femmine nella loro vita, soprattutto l'onore delle femmine. Aiutali a vedere l'importanza di dare preferenza alle femmine. Trasmettere le caratteristiche in Efesini 5, 1Pietro 3. Legare al matrimonio. Aiuta loro ad avere vero coraggio, cioè, il coraggio di fare la cosa giusto anche se porta ad essere disprezzato dagli altri. Aiuta loro a sviluppare un grande tenerezza e gentilezza con i più deboli.
Per le femmine, aiuta loro di riconoscere che il loro ruolo comprende non guidare i maschi. Sviluppare uno spirito dolce e pacifico. Aiutare ad avere vera purezza, le qualità in 1Timoteo 2 e 1Pietro 3.
Aiutare loro ad onorare il matrimonio, a vederlo come qualcosa molto prezioso da onorare e curare.
Allo stesso tempo, aiutarli a vedere chi è un single come completo in Cristo. Aiutare loro a capire l'importanza di tenersi puri, non solo sessualmente, ma anche con i sentimenti, finché non si sposa. Ovvero, tenere corpo e cuore per il coniuge, ricordando loro di tanti esempi in cui uno pensava che era la persona giusta che poi non era, quindi, non si sono sposati alla fine. Aiutare loro perciò a vedere quando l'andazzo normale di come le coppie si comportano è sbagliato e pericoloso e quanto danneggia il matrimonio. Poi, aiutare loro a capire come funziona il corteggiamento come credenti; e a vedere il corteggiamento come il modo più sicuro di trovare il coniuge giusto e proteggere il futuro matrimonio; questo è DRASTICAMENTE diverso dell'andazzo normale.
Come parte di questo: è fondamentale aiutare le femmine a capire qualcosa di come pensano gli uomini, e come questo vuol dire che devono sempre stare in guardia di come si comportano e come si vestano, per non essere un inciampo per i maschi intorno a loro.
Per i maschi, è importante aiutare loro a capire l'inganno dell'andazzo normale, in cui è normale per maschi di desiderare ragazze. Aiuta loro a capire che questo danneggia moltissimo la loro capacità di avere rapporti benedetti con le femmine nella loro vita.

h) CAPACITÀ PRATICHE PER LA VITA CAPIRE SOLDI
Capire i principi biblici che riguardano i soldi, e aiuta a capire che come vedono e usano i loro soldi rivela molto del loro cuore. Insegnare ad essere in grado di saper bene come gestire soldi in modo saggio; capire le basi di contabilità e altri capacità che servano nel mondo degli affari; essere ben capace a gestire le finanze di famiglia; facendo pratica da piccoli (6-10 anni), e poi, aiutando proprio con il vero bilancio di famiglia (11-15 anni).
I soldi sono la causa di tanti problemi della vita. Non veramente la mancanza di soldi, ma gestire male i soldi. Per esempio: 1Tim 6:6-10.

i) Pronto Soccorso
avere una buona base di pronto soccorso, compreso rianimazione cardiovascolare;

j) Cucinare e Organizzare Pasti
essere in grado di cucinare un po' di tutto. (sia maschi e femmine);

k) Curare Vestiti
capire come cucire (anche i maschi rammendare, attaccare un bottone, ecc); Sapere lavare vestiti, togliere macchie, ecc.

l) Gestire la Casa
portare a diventare ben capace con tutti i lavoro di casa: le varie pulizie, piccole riparazioni, gestire le bollette, ecc.

m) Vivere in Società
sapere come fare per promuovere i diritti quando un prodotto non funziona; capace a vivere indipendentemente; cioè, essere in grado di curarsi da solo, senza dover dipende dai genitori. Insegnare ad essere ben preparati a svolgere le varie capacità che avranno come mariti o mogli, e come genitori.

CONCLUSIONE

“Ma al punto in cui siamo arrivati, camminiamo secondo la stessa regola di condotta in pieno accordo.” Filippesi 3:16
Al punto in cui siamo arrivati, andiamo sempre in avanti. Trasmettiamo ai nostri figli tutto quello che sappiamo già di Dio, e allo stesso tempo, cresciamo noi nel conformare ogni nostro pensiero alla verità di Dio.
Che immenso privilegio essere uno strumento di Dio per formare la vita di un figlio! Non stanchiamoci in questo, ma guardiamo a Dio per la forza e la guida di compiere questo compito, che in realtà è un immenso privilegio.
E una parola per noi tutti che siamo adulti. Molto probabilmente, abbiamo tutti dei campi della vita in cui il nostro modo di vivere, e il nostro modo di pensare, non è conforme alle verità di Dio.
Prendiamo questa opportunità per presentarci umilmente a Dio. Il fatto è che dobbiamo trasmettere ai nostri figli cose dove noi non siamo pienamente arrivati. Grazie a Dio, Dio è all’opera in noi! Umiliamoci davanti a Dio, e sottomettiamo ogni nostro pensiero alla verità di Dio! Sia che siamo genitori o no, impariamo a vivere secondo le verità di Dio in ogni campo della vita. Questa è l’unica via che porta ad una vita ricca e benedetta. Viviamo noi quello che poi dobbiamo trasmettere ai nostri figli! E se non hai figli, impegnati ad avere una vita che sarà un buon esempio per i figli degli altri che ti vedono!
E soprattutto, ringraziamo Dio che ci dà le sue verità! Anziché continuare a camminare nelle tenebre, con la Bibbia, e lo Spirito Santo, possiamo camminare nella luce in ogni campo della vita. Alleluia!

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