martedì 7 febbraio 2012

CRISI IN CINESE

"Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed Io vi darò riposo" (Matteo 11 28)
Nella lingua cinese "WEI JI" significa "crisi". La parola è composta da due segni, uno vuole dire "pericolo" e l'altro "opportunità, chance". Grazie a questo simbolismo, possiamo spiegare, a grandi linee, il doppio aspetto della crisi.
Vorrei incoraggiarti a prestare attenzione alle solu­zioni adottate nei testi biblici. Nella parola di Dio, troviamo numerosi esempi di persone, famiglie, comunità e popoli che cadono in crisi. Incontriamo delle persone che tramite avvenimenti improvvisi, in parte però sviluppati tanto tempo prima, sono messi ín discussione, sconvolti, capovolti e atterriti, privati delle proprie forze e capacità. Alcuni dispe­rano, si avviliscono, crollano, vivono la crisi come pericolo. Molti altri invece, sperimentano il ristabi­limento, la guarigione, un nuovo orientamento mal­grado le debolezza e la predisposizione a ricadere. Ecco perché la crisi può rappresentare un'opportu­nità. Tutto ciò è collegato ad un cambiamento inte­riore e all'esperienza della Potenza e della guida di Dio come risorsa e come aiuto per il superamento della crisi. Da questo sorge paradossalmente l'espe­rienza del non perdersi, di non essere annientati nella personalità, ma di recuperare il senso della vita con gratitudine e con riconoscimento, trovando il vero senso della vita stessa.
La sofferenza deve essere portata, sopportata perché passi. Se è il mondo che la porta, allora va in rovi­na, se invece l'appoggia su Cristo, sarà superata, vinta da Lui. Così Cristo soffre al posto del mondo. Davanti al male, alla sofferenza, Gesù non si dà una spiegazione, ma l'affronta. Non distrugge la croce, ma l'accetta.

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