Il giorno dopo, gli alunni portarono le scatoline di cartone e le lasciarono sulla scrivania della maestra.
Quando arrivò il momento di aprirle, la maestra, con discrezione, cercava di proteggere Giorgio, un bambino diversamente abile, che avrebbe potuto avere problemi col compito assegnato; perciò disse: “Ora aprirò le scatole, ma non voglio sapere di chi sono”; quindi apri la prima scatola e... ne uscì una farfalla! “E’ la mia!”, gridò Maria tutta contenta.
“Che bella idea”, disse la maestra, davanti al viso felice e soddisfatto dell’alunna.
Poi apri la seconda scatola, ed era una piccola pietra ricoperta di muschio. “Quella è mia!”, disse Tommaso, “Il muschio rappresenta la nuova vita”.
La maestra soddisfatta gli disse: “Sei stato molto originale, Tommaso. Bravo!”.
E così via, scatola dopo scatola, le apri tutte, e dentro c’erano tutte cose originali e sorprendenti.
Arrivò il momento dell’ultima scatola, la maestra l’apri, per scoprire che era vuota. La maestra intuì subito di chi fosse e cercò di cambiare argomento, ma Giorgio l’interruppe, dicendo: “Maestra quella è mia, è la mia scatola!”.
“Sì, bravo Giorgio, grazie. Ma... è vuota”.
“Lo so, è vuota perché anche la tomba di Gesù nel giorno di Pasqua era vuota!”.
La maestra si commosse, e Giorgio fu premiato perché aveva capito il vero significato della Pasqua!
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