
Ai tempi dell'impero romano, i bambini erano poco considerati. Invece Gesù mise i bambini in una posizione onorevole, citandoli più volte come esempi da seguire e accogliendoli tra le sue braccia per benedirli. Un giorno il Maestro mise un fanciullo in mezzo ai suoi discepoli,
per insegnare loro quale fosse la vera grandezza nel regno di Dio. Questo insegnamento di Gesù, riguardo ai bambini, ha successivamente influenzato il comportamento dei paesi cristianizzati nei loro confronti.
Perché Gesù dice che bisogna diventare come i bambini per entrare nel regno di Dio? Ci chiede forse di credere senza riflettere? Assolutamente no! I bambini riflettono molto e fanno sempre mille domande, ed è ricevendo delle risposte adeguate alla loro età che si sviluppano correttamente.
È del tutto legittimo porsi delle domande quando si affronta l'ambito spirituale, ma bisogna accettare che certe realtà ci superano. Per andare a Dio è indispensabile rinunciare alle proprie pretese e ai propri preconcetti, perché solo così potremo metterci all'ascolto della sua Parola, con la semplicità e la fiducia di un bambino.
La nostra mente non può da sola scoprire chi è Dio, ma per conoscerlo, cioè per entrare in relazione con lui, è necessario un atteggiamento di umiltà e di fiducia, tipico del bambino nei confronti dei genitori. Solo così la nostra intelligenza, rinnovata e illuminata dallo Spirito di Dio, scoprirà nella Bibbia le risposte divine a tanti nostri interrogativi.
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