“Figliuol mio, io stesso avevo in cuore di edificare una casa al nome dell’Eterno, del mio Dio; ma la parola dell’Eterno mi fu rivolta, e mi fu detto: … tu non edificherai una casa al mio nome …” (I Cronache 22:7, 8) Dio era compiaciuto del desiderio di Davide, ma non spettava a lui costruire il tempio. La parte che gli competeva era quella di conquistare il paese e di raccogliere il materiale necessario alla costruzione della casa dell’Eterno.Qualche volta non ci viene permesso di compiere ciò che ci proponiamo di fare. La realizzazione di quel che ci stava tanto a cuore forse spetterà a qualche altro operaio che verrà dopo di noi, a qualcuno che non faceva parte della nostra missione.Ci sono molte persone chiamate a un lavoro esclusivamente preparatorio.Un uomo disbosca un pezzo di terra e costruisce una capanna. Il figlio gli subentra, e tra vasti e rigogliosi acri erige un palazzo. L’opera del padre è stata importante quanto quella del figlio, nonostante non sia stata altrettanto evidente.Una squadra di operai esegue gli scavi per un edificio e vi getta le fondamenta. Per settimane essa lavora sotto terra. Poi sopraggiunge un’altra squadra. Vengono innalzate le pareti, e presto un palazzo magnifico attira gli sguardi ammirati della gente. Il lavoro delle fondamenta è stato svolto nell’ombra, lontano dagli occhi, ma chi dirà che è meno importante delle splendide mura che ora torreggiano sulla strada? |
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce(Gesù), affinché tutti credessero per mezzo di lui. Giovanni 1:7
sabato 10 dicembre 2011
LAVORO PREPARATORIO
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