lunedì 26 dicembre 2011

PREGARE, SIGNIFICA AVVICINARSI A DIO


Quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, Dio, il mio rifugio. Salmo 73:28

 Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segre­to; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. Matteo 6:6

Con la preghiera parliamo a Dio; Egli ci ascolta e invita tutti gli uomini a rivolgersi a lui (Salmo 65:2; Isaia 45:22). Per il credente, la preghiera è l'espressione della nuova vita che Dio dona a
chiunque mette la sua fiducia in Lui. La prima conferma della conversione dell'apostolo Paolo è stata: "Ecco, egli è in preghiera" (Atti 9:11). La preghiera manifesta una relazione personale con Dio, relazione di fede e di sotto­missione.
La preghiera del credente non è, in nessun caso, un rito magico che darebbe un certo potere sugli altri o sugli eventi; non è neanche un atto mistico nel quale si cerca di penetrare nella propria vita interiore per raggiungere un qualche traguardo. No, la preghiera ci mette semplicemente alla presenza di Dio. Quando il credente prega, non è solo, ma è con il suo Dio, non pensa a se stesso, ma al suo Signore.
Ci sono diversi tipi di preghiera: la supplica, il grido ("Signore, salvami"), il ringraziamento ("Signore, ti ringrazio"), la lode di colui che trova la sua gioia in Dio, l'adorazione che sale dai nostri cuori quando pensiamo alla gran­dezza del suo amore.
La preghiera ci permette anche di ricercare e conoscere la volontà di Dio affinché, accettan­dola, possiamo compierla nella nostra vita. "Sia fatta la tua volontà!"; Gesù ci ha insegnato a dirlo nella preghiera che ha lasciato ai suoi discepoli. Cristo, prima di andare alla croce dove doveva morire per noi, ha pregato il Padre usando queste stesse parole.

edizioni il messaggero cristiano - www.messaggerocristiano.it

Nessun commento:

Posta un commento