lunedì 15 agosto 2011

Testimonianza di Dario

Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno! 



Sono Dario e voglio raccontarvi la mia storia.
A 11 anni e mezzo con alcuni amici tornavamo dalla Montagnetta di San Siro, a Milano.
All’improvviso sopraggiunse una macchina a gran velocita' che mi investi' facendomi volare per venti metri.
Rimasi quaranta giorni in coma, riportando la parte sinistra del corpo irrimediabilmente offesa. Dallo spavento persi la parola, che non ho ancora riacquistato.
Nel corso degli anni ho cercato di fare ginnastica, ma non avendo amici, non potevo piu' uscire e nemmeno distrarmi nelle normali attivita' che tutti i giovani svolgono.
In certi momenti mi veniva in mente il suicidio, ma, credendo in Dio, quando mi venivano quei pensieri, pregavo a modo mio dicendo: “Non voglio togliermi la vita”.
Arrivato a 21 anni, per il troppo studio, caddi in una crisi profonda. All’inizio dell’estate, non appena mio padre tiro' fuori dalla cantina la bicicletta a tre ruote, andai subito dal prete a confessarmi, portando con me un foglietto scritto. Dopo averlo letto, il prete mi disse “Io ti assolvo …” senza, pero', nessuna spiegazione.
Non mi sentivo ancora a posto: molti pensieri negativi mi affollavano la mente, percio' tutti i giorni mi recavo in una chiesetta vicina per chiedere a Gesu' di aiutarmi e di perdonarmi.
Nel mese di novembre del 1982, tornando dalle compere, mia madre porto' a casa un opuscolo con questo titolo: “Dio vuole che tu sappia quattro cose”.
Me lo porse dicendo: “L’uomo che me l’ha dato mi ha pregato di dirti che certamente ti sara' di aiuto”.
Infatti, cosi' e' stato. In fondo all’opuscolo c’era scritto: “Se volete iniziare un corso biblico per conoscere
veramente Dio, per mezzo della Sua Parola…”, cosa che corrispondeva proprio al mio desiderio.
Terminato il corso, cominciai a frequentare una chiesa cristiana evangelica e trovai Gesu' che mi diede sempre piu' profonda pace nel cuore.
Dopo un anno ho desiderato frequentare anche una scuola biblica, per conoscere meglio Dio.
In quel periodo caddi in un grave stato di logorio fisico e nervoso; cercavo di non guardare in faccia nessuno, continuando, pero', ad andare in chiesa.
Dopo due anni il Signore mi fece comprendere che “anche un’amara prova fortifica e rinnova!” Dio mi ristabili' e mi fortifico' con il Suo Spirito. Adesso, anche se sono disabile, continuo ad avere gioia nel cuore perche' vedo che Dio
mi dona ogni cosa secondo il Suo piano. Nella prova Dio mi ha fatto capire che non devo pensare soltanto a me stesso ma anche agli altri, per incoraggiare, confortare e far conoscere Gesu' a chi non Lo conosce, vivendo come Lui e' vissuto. Tramite mio padre sono entrato in contatto con una comunita', dove faccio ginnastica, lavoro, ci sono volontari che mi aiutano e, a mia volta, io aiuto quanti stanno peggio di me, sorridendo e scrivendo qualche parola di conforto. Nella mia vita ho fatto tante esperienze con Dio, che mi e' sempre stato vicino, mi ha aiutato e Lo ringrazio per questo.
Voglio dire alle persone che si sentono sole, prive di contatti, per diverse ragioni, senza scopo e senza speranza, nella solitudine piu' deprimente, causata dalla disoccupazione, malattia fisica o mentale: “Cercate il Signore e vivrete!” (Libro del Profeta Amos 5:6), non vi sentirete piu' soli perche' vicino ci sara' Gesu', l’Amico fedele che vi consola. Nella Bibbia e' scritto: “Benedetto l´uomo che confida nell’Eterno!”. Cerco di fare sempre mio questo passo: percio' non mi scoraggio, ma anche se il mio corpo si disfa di giorno in giorno, il mio uomo interno si rinnova di giorno in giorno. Perche' la mia momentanea, leggera afflizione, produce un sempre piu' grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre ho lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiche' le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne!

Dario

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