lunedì 15 agosto 2011

IL TROMBONE


E' questa un'esperienza che conser­vo preziosamente nei miei ricordi e che illuminò gli anni oscuri della crisi economica che infierì nel nostro paese.
La storia cominciò quando uno dei nostri ragazzi si mise a pregare per a­vere un trombone. Mio marito era allo­ra pastore di una piccola comunità e noi avevamo esattamente ciò che ba­stava per vivere; non si poteva certo pensare agli strumenti musicali! I ve­stiti dei nostri ragazzi ci erano in gran parte dati da membri di chiesa e la nostra macchina da cucire non smette­va mai di camminare, tanto era il lavo­ro che avevo per trasformare gl'indu­menti donati in vestiti, pantaloni e ca­micie. Il cibo neanche era abbondante in quei giorni; non avevamo mai sof­ferto la fame, grazie a Dio, ma doveva­mo economizzare fino all'ultimo cente­simo.
Non eravamo i soli nella povertà. Centinaia di persone facevano la coda, giorno dopo giorno, per ottenere la minestra popolare, gratuitamente per sé e per i propri figli. Impossibile tro­vare lavoro! Dovevamo porre tutta la fiducia in Dio per i nostri bisogni quotidiani. Noi genitori sapevamo il per­ché di quelle privazioni, ma era duro per i nostri figli dover rinunciare a tut­to ciò che fa piacere alle ragazze e ai ragazzi della loro età. Quando Donald si mise a parlare di un trombone, fummo veramente presi alla sprovvi­sta. Non potete comprarmene uno? Supplicava. Le lezioni sono gratuite in classe, ma bisogna avere lo strumento! Ebbi un nodo alla gola e tentai di spiegargli, nel miglior modo possibile, l'impossibilità della cosa, dicendogli che dovevamo essere grati a Dio di essere in buona salute e di avere sempre di che mangiare...

La preghiera
Donald era sempre stato un ragazzo molto riflessivo. Quando ebbi finito di parlare, si immerse per alcuni minuti nei suoi pensieri, poi, alzando verso me i suoi occhi velati di pianto, mi disse: Mamma, se Dio può darci tutto quello che Gli domandiamo, perché non mi darebbe un trombone? Cosa potevo rispondere? Che noi dobbiamo chiedere a Dio sempre cose che siano secondo la sua volontà; che se voleva che suonasse un trombone, Egli poteva certamente provvedere alla compera dello strumento... Ma devo ammettere che la mia fede tentennava. Leggevo nei suoi grandi occhi il suo ardente desiderio e sapevo che delle le­zioni di musica gli avrebbero fatto molto bene. Finalmente gli dissi, senza molta convinzione: Donald, se tu credi veramente e non cessi di pregare, Dio ti può dare il tuo trombone. Il suo viso si illuminò: Allora pre­gherò tutti i giorni fino a Natale! Di­chiarò.
Io mi dissi: Natale è ancora lonta­no, dimenticherà tutto in pochi mesi. M'ingannavo di molto, poiché ogni sera nel culto di famiglia, il nostro Donald non mancava di chiedere a Dio il suo trombone. Man mano che il tempo passava, provavo un certo disagio. Mi misi a cercare un lavoro per guadagnare la somma necessaria all'acquisto, ma ogni volta che avevo messo da parte qualco­sa, un bisogno più urgente si presenta­va e mi ritrovavo a punto zero. Signore, supplicai, aiutami a trovare il dena­ro necessario. Questo ragazzo crede fermamente che sarà esaudito, la sua fede non deve essere scossa.

La risposta
Poveri, deboli mortali che siamo!
Quanto spesso pensiamo che la rispo­sta alle nostre preghiere dipende da noi! Crediamo di conoscere il metodo che Dio userà per l'esaudimento. Cercai di pregare con la stessa fede di Donald, ma il cielo sembrava di rame e nessuna risposta fu data alle nostre supplica­zioni patetiche.
Un giorno mio fratello e la sua fa­miglia vennero a farci visita. Dopo pranzo, mentre i bambini giocavano nel giardino, mia cognata fece una do­manda che mi fece sussultare.
Ci siamo chiesti se Donald amereb­be avere un trombone, disse. Incapace di parlare, ascoltavo mentre spiegava che dovevano comprarne uno nuovo per il loro figlio e che Donald poteva prendere quello che aveva adesso, se lo voleva.
Un'ondata di sollievo e di ricono­scenza invase il mio cuore, ma decisi di non dare subito lo strumento a Donald. Lo avremmo nascosto e glielo avremmo dato solo a Natale!

La perseveranza nella fede
Il ragazzo continuò a pregare. Spes­so mi chiedeva se avevo il denaro per il suo trombone. Poiché me lo chiedeva in questi termini, potevo sinceramente rispondere di no; ma la sua reazione era sempre la stessa: Continuo a crede­re e l'avrò, diceva felice.
La vigilia di Natale arrivò; ero cori­cata quando il piccolo Donald si avvi­cinò al mio letto in punta di piedi. Mamma, domandò, dimmi la verità, non hai il denaro per il trombone? Lo hai forse già ordinato? Abbracciai il suo piccolo viso ansioso, ma gli rispo­sti: No caro. Con mia grande gioia, non vidi nessuna lacrima; e nessuna tristez­za offuscò il suo sguardo: Io continuo a credere e domani mattina ci sarà. Che fede! Niente di strano che Dio ab­bia provveduto!
Appena fui sicura che i bambini dormivano profondatamente, andai sommessamente nella sala da pranzo per preparare il trombone ed altri pic­coli doni che avevamo potuto procu­rarci per i bambini. Il mio cuore scop­piava di riconoscenza verso il nostro Dio tanto grande che aveva risposto al­la preghiera di un piccolo fanciullo.

Se tu credi, tu vedrai
La mattina di Natale ci fu un'esplo­sione di gioia, quando Donald scorse il suo regalo : L'ho avuto, gridò, sapevo che l'avrei avuto! Stringeva preziosa­mente il suo trombone tra le sue braccia. Lacrime di gioia scendevano sulle mie guance e vedevo anche mio marito tutto commosso. Alcuni istanti dopo, Donald fissò su me il suo sguardo meravigliato e mi disse: Ma mamma, perché non mi hai detto che l'avevi ordinato? Tu mi hai sempre detto che non avevi i soldi. Era proprio così, gli risposi, non ho avuto i soldi per comprarlo. E' Dio che ce lo ha mandato gratuitamente e gli spiegai come. Non dimenticherò mai la lezione che imparai in quel Natale di crisi. Dio si aspetta che noi preghiamo non im­porta per quale bisogno e che noi crediamo che lo riceveremo ma Egli non vuole che decidiamo noi stessi la ma­niera in cui la risposta arriverà.

Da a L'Appel du Maitre »
-Tratto da Risveglio pentecostale 1979-

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