"Non fatevi
tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri
scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine
consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano" (Matteo 6:19, 20)
La battaglia infuriava e i soldati avanzavano contro il
nemico. Al tramonto l'oscurità li obbligò a fermarsi fino al giorno dopo: con
quel buio sarebbe stato pericoloso tentare di guadagnare più territorio.
Quindi, il comandante della truppa ordinò ai soldati di
scavare una trincea.
Quando tutti avevano finito, rimase un solo soldato che
continuava a scavare sempre più in profondità. Il comandante lo notò, e gli
chiese perché stesse scavando così in profondità. Il soldato rispose che voleva
che la trincea fosse ben profonda e sicura. Il comandante allora gli ricordò
che non era necessario perché sarebbero rimasti là per una sola notte.
Questo aneddoto ci fa riflettere sulla tendenza che molti
hanno nell'approfondirsi sulle cose di questa vita, come se dovessero passare
tutta l'eternità su questa terra; ma non gli passa proprio per la mente che
siamo pellegrini? Si conformano a tutto ciò che offre questo mondo; si
aggrappano alle cose materiali; si sottomettono a questa terra con legami tanto
forti al punto che alcuni, per qualche tragedia o qualche avversità economica,
non sopportando il cambiamento, decidono di suicidarsi.
Ci conviene seguire le sagge parole di Gesù Cristo riportate
nel versetto di oggi, dove i tesori non sono solo i soldi, ma possono
rappresentare benissimo tutto ciò di materiale che per noi è prezioso e a cui
diamo più importanza dei tesori spirituali.
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