sabato 14 settembre 2013

L'INCREDULITA'


GESÙ APPARE A TOMMASO,  L’INCREDULO              Giovanni 20:24-29



“24Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».  26Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente».
28 Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»”

Il discepolo Tommaso, viene sempre ricordato come l’icona del discepolo incredulo, mentre sarebbe meglio ricordarlo come colui che riconosce immediatamente la sua incredulità, infatti quando Gesù si presenta la seconda volta, vediamo che non ha bisogno di mettere in atto ciò che aveva in cuore di voler fare, ma tutto sbigottito e perché no anche meravigliato, non accenna minimamente a mettere il dito nelle piaghe di Gesù, ma riesce solo a balbettare «Signor mio e Dio mio!». Gesù amorevolmente rimprovera Tommaso mettendo l’accento su qualcosa che l’apostolo avrebbe dovuto ricordarsi dagli insegnamenti che aveva ricevuto: la fede muove la mano di Dio Il Signore disse: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: "Sradicati e trapiantati nel mare", e vi ubbidirebbe” Luca 17:6; nell’epistola agli Ebrei, lo scrittore, parlando di fede dice: “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” Ebrei 11:6. Da tutto ciò possiamo trarne degli insegnamenti.

            1)    LE CERTEZZE DI GESÙ
Tommaso era non solo un discepolo di Gesù, ma era di quelli che Gesù aveva scelto, dopo una notte di preghiera, per far parte dei dodici, quindi era uno che aveva seguito Gesù nei vari itinerari, che aveva ascoltato le sue parole, che aveva visto la potenza di Dio in atto, ma che ancora doveva maturare la realtà della vera fede. Tutti i “se” che lui esprime ci danno la reale posizione che questo discepolo ancora viveva, Gesù per lui era morto e sepolto, dimenticando che Gesù aveva parlato della sua morte ma anche della sua resurrezione.
Tommaso rappresenta tutti quei cristiani che vivono la realtà della chiamata di Gesù, che frequentano regolarmente le varie riunioni di culto, che parlano pure di Lui alla gente, ma che avendo poca fede, non vivono la gioia della resurrezione di Cristo e non realizzano che Gesù è morto e risorto anche per lui.
Quanto è importante e preziosa la morte di Gesù sulla croce, ma senza la realtà della sua resurrezione quella morte non avrebbe senso, Gesù probabilmente sarebbe stato ricordato come un grande uomo, un potente profeta ma nient’altro (i due discepoli sulla via di Emmaus). Gesù invece è risorto, la morte non ha potuto trattenerlo, ora è vivente alla destra del Padre che intercede per il peccatore; possiamo e dobbiamo gioire per tale evento storico  e per la sua portata spirituale e universale. La resurrezione di Gesù sancisce la vittoria di Dio sulle forze del male e sul peccato, Satana è sconfitto, il sangue di Gesù è prezioso per la salvezza del peccatore, ALLELUIAH “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati” 1Corinzi 15:20-22.

            2)    LE CURE DÌ GESÙ
  Dopo la sua prima apparizione, Gesù viene una seconda volta ed espressamente per Tommaso dicendogli: “ metti ...” “credi”. Gesù ha l’urgenza di fare chiarezza nella mente e nella vita di Tommaso, il dubbio e la poca fede sono sinonimi di gravi patologie spirituali, Tommaso era a fianco dei suoi compagni ma rischiava la morte spirituale a causa del virus dell’incredulità .
 Gesù vuole un popolo che viva per la fede e viva di fede, Egli vuole un popolo di veri credenti senza ma e senza se. Il peggior male che possa capitare a un cristiano è quello di smarrire la fede, di allontanare lo sguardo da Gesù e lasciarsi abbattere dal tarlo del dubbio, “fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” Ebrei 12:2, la mancanza di fede ci fa ricadere pian pianino nell’oblio del peccato e della morte, “Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita” Ebrei 10:39. Non disperiamo, certamente verranno dei momenti in cui la nostra fede verrà messa alla prova, scossa dagli eventi traumatici che la vita ci riserva, ma possiamo gioire, Gesù ha a cuore la nostra salute spirituale, possiamo stare certi che non ci lascerà soli, nel momento del bisogno Egli ci starà vicino e saprà come curare le nostre ferite spirituali, non ha lasciato solo Tommaso, non si è dimenticato dei due discepoli sulla via di Emmaus, e certamente non si dimenticherà di nessuno dei suoi figlioli, la sua mano è ogni giorno stesa per tirare fuori, coloro che ama, dalle sabbie mobili del dubbio e dalla delusione.

           3)      LE PROMESSE DÌ GESÙ
“beati quelli che …”Gesù vuole un popolo di beati,che godono di una piena felicità,un popolo che  sa godere dei benefici dell’avere fede, un popolo in cui la realtà della resurrezione deve fare parte integrale del suo bagaglio. È bene ricordarci che in prossimo futuro, la resurrezione e la vita eterna saranno la realtà che Egli ci ha promesso vivremo, l’eternità è a portata di mano e possiamo sicuramente viverla con Lui.
 La certezza della resurrezione di Gesù, e della futura resurrezione del suo popolo, è quella che ci fa vivere con fiduciosa gioia le vicissitudini del presente, le varie tempeste che quasi certamente dovremo attraversare, possiamo vincerle se afferriamo la mano sicura del nostro Salvatore; se non realizziamo un Gesù risorto e vivente il cui parlare è “si  amen”, stiamo vivendo un cristianesimo vuoto e privo di vita, sicuramente sterile.
Il vero credente è tale non perché un giorno ha visto o incontrato Gesù ma perché ha sentito la sua dolce presenza, ha gustato il suo perdono rassicurante e si è abbandonato nelle sue mani con la fiducia di un bambino appena nato; non è il risultato di un fervido ragionamento ma l’esito compiuto di una fede senza riserve in quel sacrificio espiatorio e nel suo storico epilogo “la resurrezione”. Tutto ciò ci fa comprendere perché Gesù usa la parola “beati”, non avere visto e avere creduto ci dà la certezza di essere beati.
Rendete omaggio al figlio, affinché il SIGNORE non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché improvvisa l'ira sua potrebbe divampare. Beati tutti quelli che confidano in lui!” . Salmi 2:12

      CONCLUSIONE
L’insegnamento di Gesù a Tommaso, non rimane racchiuso fra le righe scritte di una pagina, ma ogni qualvolta lo leggiamo, ne sentiamo la freschezza del contenuto la fragranza del suo insegnamento, il gusto del dolce sprone di Gesù che ancora oggi ci incita a rinunciare al nostro insicuro materialismo per abbracciare la certezza della fede che ci fa essere Beati.

Dio ci benedica grandemente.

                               GIACOMO ACETO

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