John
Charles Ryle
(10 maggio
1816 - 10 giugno 1900)

Una donna
da ricordare: "ricordatevi della moglie di Lot"
"Ricordatevi
della moglie di Lot". Luca 17:32
Nella Scrittura non troviamo
avvertimenti più solenni di questo. Il Signore Gesù Cristo dice:
"Ricordatevi della moglie di Lot". Questa donna era stata sicuramente
una religiosa: la Bibbia dice che suo marito era un "uomo giusto" (2
Pie. 2:8). Insieme a lui aveva lasciato Sodoma, il giorno in cui fu distrutta;
si volse un ultima volta verso la città, stando di dietro al marito, nonostante
l'esplicito comando divino e fu all'istante colpita a morte, diventando una
statua di sale. Il Signore Gesù Cristo usa la sua figura come un monito per la
sua Chiesa; Egli dice: "Ricordatevi della moglie di Lot".
È questo certamente un
avvertimento importante, se pensiamo a chi Gesù accenna. Egli non ci dice di
ricordarci di Abraamo, di Isacco, di Giacobbe, di Sara, di Anna o di Rut. No:
Lui sceglie un personaggio la cui anima fu perduta per sempre e ci esorta:
"Ricordatevi della moglie di Lot".
È un avvertimento importante,
quando consideriamo il soggetto proposto da Gesù. Egli sta parlando della sua
seconda venuta per giudicare il mondo; sta descrivendo la spaventosa condizione
di stoltezza in cui si troveranno molti. Dicendo "ricordatevi della moglie
di Lot" stava pensando agli ultimi giorni.
È un avvertimento importante,
quando pensiamo alla Persona da cui proviene. Il Signore Gesù è pieno d'amore,
misericordia e compassione: Egli non spezzerà la canna rotta né spegnerà il
lucignolo fumante. Pianse su Gerusalemme e pregò per i suoi carnefici; eppure,
Egli ritiene che sia per il nostro bene rivolgerci questo grave ammonimento e
ricordarci delle anime perdute. Anche quando dice: "ricordatevi della
moglie di Lot".
È un avvertimento importante, se
pensiamo a quelli a cui fu dato per primi. Il Signore Gesù stava parlando ai
suoi discepoli: non si rivolgeva agli scribi e ai farisei, che lo odiavano, ma
a Pietro, Giacomo e Giovanni e ai tanti altri che lo amavano: eppure, anche a
loro, pur amandoli, indirizzò un tale ammonimento. Disse proprio a loro:
"ricordatevi della moglie di Lot".
È un avvertimento importante,
quando osserviamo la maniera in cui fu dato. Gesù non disse semplicemente:
"attenti a non seguire - badate a non imitare - non siate come la moglie
di Lot". Egli usa un verbo differente: dice "ricordatevi" e
parla come se corressero tutti il pericolo di trascurare la cosa; cerca di
risvegliare le nostre memorie indolenti; ci invita a tenere il fatto sempre
impresso nelle nostre menti e grida: "ricordatevi della moglie di
Lot".
1.
I vantaggi di natura religiosa che la moglie di Lot godeva.
Ai giorni di Abramo e di Lot, il
senso religioso scarseggiava sulla terra; non c'erano Bibbie, né ministri, né
chiese, né scritti cristiani, né missionari. La conoscenza di Dio era limitata
a poche famiglie fortunate e la maggior parte degli abitanti del mondo viveva
nelle tenebre, nell'ignoranza, nella superstizione e affondava nel peccato.
Forse nemmeno uno su cento ebbe la fortuna di avere un simile luminoso esempio,
unatale famiglia spirituale, una conoscenza così chiara, degli avvisi tanto
espliciti come la moglie di Lot. Rispetto ai milioni di suoi contemporanei, la
moglie di Lot fu una donna privilegiata. Ebbe un marito devoto e, grazie al suo
matrimonio, Abraamo, il padre dei fedeli, divenne suo zio.
La fede, la conoscenza e le
preghiere di questi due uomini giusti non le erano certo occulte. È
inconcepibile che abbia potuto soggiornare in tende con loro per tanto tempo,
senza rendersi conto di chi fossero e quale Dio servivano. Per quegli uomini,
la religione non era una mera formalità, ma costituiva il principio propulsore
nelle loro vite, la molla che determinava le loro azioni. Tutto ciò non può
essere rimasto sconosciuto alla moglie di Lot.
Questo era stato un vantaggio non
trascurabile.
Quando Abraamo ricevette le
promesse, è molto probabile che fosse presente anch'ella. Quando egli rizzò la
sua tenda tra Ai e Betel, non è da escludersi che vi sia stata anche lei.
Quando gli angeli vennero a Sodoma e avvertirono suo marito di scappare via,
lei dovette vederli. Quando essi li presero per mano e li condussero fuori
dalla città, lei era una di quelli che essi aiutarono a trovare scampo.
E, lo ripeto ancora una volta,
questi non furono privilegi da poco. Eppure, malgrado ciò, quali esiti positivi
ebbero tutti questi favori sul cuore della moglie di Lot? Nessuno. Nonostante
tutte le opportunità e i mezzi di grazia, a dispetto di tutti gli speciali
avvertimenti e messaggi ricevuti dal cielo, ella visse e morì senza grazia, senza
Dio, senza pentimento, da miscredente.
Gli occhi della sua intelligenza
non furono mai aperti; la sua coscienza non fu mai risvegliata e vivificata; la
sua volontà non fu mai veramente disposta a ubbidire a Dio; i suoi affetti non
furono mai realmente rivolti alle cose di sopra. La forma di religione da lei
professata era dettata dall'opportunismo e non dal sentimento: era un manto
indossato per compiacere la sua famiglia, non perché lei avesse qualche
percezione del suo valore. Si comportava come quelli che la circondavano,
nella casa di Lot: si conformava ai metodi del marito, non opponendosi alla sua
religiosità. Seguiva senza slancio la sua scia, ma in tutto questo tempo il suo
cuore era stato mancante agli occhi di Dio. Il mondo era nel suo cuore e il suo
cuore era nel mondo. Viveva in questo stato e in tale condizione morì.
Per noi, in tutto questo, c'è
molto da imparare: io ci vedo una lezione della massima importanza, per il
mondo odierno. Tu che vivi in giorni in cui ci sono tantissime persone che si
comportano come la moglie di Lot, vieni e ascolta la lezione che il suo esempio
vuole insegnarci. Impara, perciò, che il mero godimento di certi privilegi
religiosi non salverà l'anima di nessun uomo. Tu puoi avere privilegi
spirituali di ogni genere, puoi vivere nello splendore delle più ricche
opportunità e dei più validi strumenti della grazia, puoi fruire del meglio
della predicazione e della più fine istruzione, puoi dimorare nel pieno della
luce, della conoscenza, della santità e della buona compagnia. Puoi usufruire
di tutto questo e rimanere un inconvertito e, in ultimo, essere perduto
per sempre.
Forse queste affermazioni
sembreranno dure a qualche lettore. So che molti credono che manchino loro
soltanto dei privilegi religiosi per diventare dei cristiani convinti.
Ammettono di non essere quello che dovrebbero essere al presente, ma la loro
posizione è difficile, si lamentano, e le loro difficoltà sono molteplici. Date
loro un marito devoto o una moglie consacrata, date loro delle buone compagnie
o dei padroni religiosi, fate loro ascoltare la predicazione del vangelo,
insomma, concedete loro certi vantaggi e allora si che cammineranno con Dio.
È solo un inganno, è tutta
un'illusione. La verità è che c'è bisogno di ben più di certe concessioni per
salvare un'anima. Gioab era il comandante di Davide; Gheazi il servo di Eliseo,
Dema il compagno di Paolo, Giuda Iscariota il discepolo di Cristo; e Lot ebbe
una moglie mondana e inconvertita.
Tutti questi personaggi morirono
nei loro peccati. Scesero nell'abisso nonostante la conoscenza, gli
avvertimenti e le varie possibilità: sono tutti a insegnarci che non è di
semplici benefici che gli uomini hanno bisogno, ma della grazia dello Spirito
Santo.
Apprezziamo dunque i privilegi
religiosi che abbiamo, ma non adagiamoci interamente su di essi. Desideriamo
pure goderne l'efficacia in ogni atto della nostra vita, ma non mettiamoli al
posto di Cristo. Usiamoli con riconoscenza, se Dio ce li concede, ma vigiliamo
che essi producano qualche frutto nel nostro cuore e nella nostra vita. Se non
ci recano del bene, spesso possono procurarci danno. Essi inaridiscono la
coscienza, accrescono la responsabilità e aggravano la condanna. Lo
stesso fuoco che scioglie la cera indurisce l'argilla e lo stesso sole che fa crescere
l'albero vivente fa rinsecchire l'albero morto e lo prepara per essere arso.
Niente indurisce il cuore
dell'uomo quanto una sterile familiarità con le cose sacre. Lo dico ancora una
volta, non sono i privilegi che rendono le persone dei cristiani, ma la grazia
dello Spirito Santo: senza di essa, nessun uomo sarà mai salvato.
Chiedo a quelli che oggi seguono
un sano ministero di fare bene attenzione a ciò che dico.
Tu frequenti la chiesa del
pastore A o quella del ministro B: lo consideri un ottimo predicatore, ascolti
con piacere i suoi sermoni e quando senti altri predicatori non ricevi il
medesimo beneficio. Hai imparato molte cose da quando godi del suo ministero e
consideri un privilegio far parte del suo uditorio!
Tutto questo è molto buono. Anzi,
direi che è veramente un vantaggio. Sarei profondamente grato se ci fossero
migliaia di ministri come il tuo. Ma, alla fine, cosa c'è nel tuo cuore? Hai
già ricevuto lo Spirito Santo? Se non l'hai ancora ricevuto, non sei migliore
della moglie di Lot.
Chiedo anche ai figli di genitori
credenti di prestare molta attenzione a ciò che sto dicendo. Il massimo
privilegio è quello di essere nati in una famiglia di genitori credenti e di
crescere essendo oggetto delle loro numerose preghiere. È veramente una benedizione
essere ammaestrati nel vangelo sin dall'infanzia, sentir parlare del peccato,
di Gesù, dello Spirito Santo, della santità, del cielo, sin dal primo momento
in cui si è in grado di apprendere qualcosa. Ma, cara anima, fa attenzione che
tu non rimanga sterile e infruttuoso, pur godendo simili vantaggi: attento che
il tuo cuore non diventi duro, incallito e mondano, pur avendo tutti quei
benefici. Tu non puoi entrare nel regno di Dio fondandoti sulla fede dei tuoi
genitori: devi mangiare da te stesso il pane della vita e sentire nel tuo
proprio cuore la testimonianza dello Spirito. Devi mostrare un tuo pentimento,
una tua fede e una tua santificazione, altrimenti non sei migliore della moglie
di Lot.
La mia preghiera a Dio è che
tutti i cristiani professanti di questi giorni possano prendere a cuore queste
realtà. Dio ci faccia grazia di non dimenticare mai che i privilegi, da soli,
non hanno alcun potere di salvarci. Luce, conoscenza, predicazione unta,
esuberanti mezzi della grazia e compagnia di persone sante sono tutte grandi
benedizioni ed enormi opportunità. Beati sono quelli che ne dispongono! Ma,
dopo tutto, c'è una cosa senza la quale tutti i privilegi sono inutili: quella
cosa è la grazia dello Spirito Santo.
La moglie di Lot godè di molti privilegi,
ma non possedeva la grazia.
2. Il
peccato commesso dalla moglie di Lot.
La storia del peccato commesso
dalla moglie di Lot ci viene tratteggiata dallo Spirito Santo in poche e
semplici parole: "ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro e
diventò una statua di sale". Non sappiamo più di questo. C'è una nuda
gravità su questa storia. La somma e la sostanza della sua trasgressione sono
riassunte in queste cinque parole: "si volse a guardare indietro".
Appare forse piccolo questo peccato agli occhi di qualche lettore? La colpa
della moglie di Lot si presenta forse troppo banale per essere stata retribuita
con un simile castigo? Penso che questa sia la domanda sorta nel cuore di
qualcuno. Ma prestatemi la vostra attenzione, mentre ragiono con voi in merito
a questo soggetto. In quello sguardo ci fu molto più di quello che possa
sembrare a prima vista: esso implica molto più di quello che viene detto.
Ascoltate e capirete.
a.
quel voltarsi indietro fu una piccola cosa, ma rivelò il vero
carattere della moglie di Lot. Spesso poche cose riescono a mostrare lo
stato della mente di un uomo meglio di quelle grandi, e i piccoli sintomi
spesso sono il segno di malattie incurabili e mortali. Il frutto che Eva mangiò
fu una piccola cosa, ma rivelò che la sua innocenza era venuta meno, rendendola
peccatrice. Una crepa in un arco può sembrare una piccola cosa, ma
dimostra al contrario che il fondamento sta cedendo e che l'intera struttura è
a rischio. Un po' di tosse la mattina sembra un disturbo poco importante, ma
spesso è il sintomo di un cedimento nella costituzione che può condurre alla
debilitazione, alla tubercolosi e perfino alla morte. Un filo di paglia può
fare vedere da che lato tira il vento, e uno sguardo può rivelare la condizione
peccaminosa nel cuore di un uomo (Matt. 5:28).
b. Quello
sguardo fu una piccola cosa, ma evidenziò la disubbidienza della moglie di Lot.
Il comando dell'angelo era stato diretto e specifico: "non guardare
indietro" (Gen. 19:17), ma ella rifiutò di obbedire. Lo Spirito Santo
invece dice che "l'ubbidire è meglio del sacrificio" e che "la
ribellione è come il peccato di divinazione" (1 Sam. 15:22-23). Quando Dio
parla direttamente per mezzo della sua Parola o per mezzo dei suoi messaggeri,
il dovere dell'uomo è chiaro.
c.
Quello sguardo fu una piccola cosa, ma la dice lunga sulla
presuntuosa incredulità della moglie di Lot. Ella parve dubitare che Dio stesse
veramente per distruggere la città di Sodoma: non credeva che ci fosse un reale
pericolo o bisogno di fuggire così in fretta. Tuttavia, senza fede è
impossibile piacere a Dio (Ebrei 11:6). Nel momento in cui un uomo
comincia a pensare di saperne più di Dio e che Egli, quando minaccia, non fa
sul serio, la sua anima e in grande pericolo. Quando non riusciamo ad afferrare
il motivo di certi modi di agire di Dio, dobbiamo rimanere in pace e avere
fiducia.
d. Quello
sguardo fu poca cosa, ma evidenziò in maniera eloquente il segreto amore per il
mondo nutrito dalla moglie di Lot. Il suo cuore era rimasto a Sodoma, sebbene
il suo corpo ne fosse uscito. Ella vi aveva lasciato i propri affetti, quando
scappò via dalla sua casa. Il suo occhio si volse ancora una volta verso il
luogo in cui aveva lasciato il suo tesoro, così come l'ago della bussola si
posiziona sempre verso il nord. E questo fu il punto culminante del suo
peccato: "l'amicizia del mondo è inimicizia verso Dio" (Giacomo 4:4).
"Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è lui". (1 Giov. 2:15).
Quest'aspetto del nostro soggetto merita un'attenzione particolare;
concentriamo le nostre menti e i nostri cuori su di esso. Io ritengo che sia il
punto principale sul quale il Signore Gesù desidera attirare la nostra
attenzione. Credo che egli voglia che noi prendiamo atto che la moglie di Lot
perse l'anima sua guardando indietro verso il mondo. La sua professione
di fede era al tempo stesso valida ma fittizia, poiché lei non aveva mai
veramente rinunciato al mondo. Si trovava ormai sulla strada verso la salvezza,
eppure anche allora i pensieri più bassi e più profondi del suo cuore furono
per il mondo. La grande minaccia costituita dalla mondanità è la grande lezione
che il Signore Gesù vuole che noi impariamo. Oh, che tutti noi possiamo avere
occhio per vedere e cuore per intendere!
Io credo che non ci fu mai un
tempo in cui la Chiesa abbia avuto maggiore bisogno di essere messa in guardia
contro la mondanità di quello in cui viviamo. Ogni epoca ha avuto le proprie
particolari malattie epidemiche; la malattia infettiva alla quale le anime dei
cristiani sono esposte è l'amore per il mondo. Essa è una pestilenza che
cammina nelle tenebre, una malattia che distrugge in pieno giorno. "Molti
ne ha fatti cadere feriti a morte, e grande è il numero di quelli che ha
uccisi". Vorrei sinceramente levare un grido d'allarme e cercare di
destare le coscienze addormentate di tutti i credenti. Vorrei sinceramente
gridare forte: "ricordatevi della moglie di Lot". Ella non era
un'assassina, un'adultera e nemmeno una ladra; ma era una che professava una religione,
e guardò indietro.
Nelle nostre chiese ci sono
migliaia di persone battezzate, inattaccabili quanto a immoralità e infedeltà,
che nonostante questo cadono vittima dell'amore per il mondo. Ci sono migliaia
di persone che corrono bene per un tempo, che sembrano quasi aver raggiunto il
cielo e che poi, all'improvviso, abbandonano la corsa e voltano completamente
le spalle a Cristo. Cosa li ha fermati? Hanno forse scoperto che la Bibbia non
è veritiera? è forse il Signore Gesù venuto meno in qualche sua promessa? No,
niente di tutto questo. Il fatto è che essi hanno contratto una malattia
epidemica: sono stati contagiati dall'amore per questo mondo. Faccio appello ad
ogni sincero ministro evangelico che legga questo messaggio, chiedendogli di
esaminare la propria congregazione. Mi appello ad ogni cristiano anziano nella
fede, domandandogli di sottoporre al vaglio il cerchio delle sue amicizie. Sono
certo di dire la verità. Sono sicuro che è giunto il tempo di ricordare il
peccato della moglie di Lot.
a.
Quanti figli nati in famiglie di credenti, hanno cominciato bene e
sono finiti male! Ai giorni della loro fanciullezza sembravano pieni di
sentimento religioso. Erano capaci di ripetere a menadito testi biblici e inni;
erano animati da sentimenti spirituali e convinzioni di peccato; professavano
un amore per il Signore Gesù e un desiderio per il cielo; si rallegravano
nell'andare in chiesa e nell'ascoltare le prediche; amavano parlare di cose che
i loro entusiasti genitori consideravano segnali di grazia; si comportavano in
maniera da far esclamare ai loro parenti: "
b. "Sarà
un figlio esemplare!". Ma, ahimè, quanto spesso queste virtù sono svanite
come una nuvola mattutina, come rugiada al sole! Il ragazzo è così diventato un
giovane senza altri interessi oltre ai divertimenti, ai giochi, alle
gozzoviglie e agli eccessi. Similmente, la ragazza è diventata una giovane
donna che adesso rincorre solo la moda nel vestire, le compagnie frivole, le
letture futili e l'emozionalità. Dov' la spiritualità che un tempo sembrava
così promettente? È passata, sepolta, subissata dall'amore per il mondo. Anche
questi camminano nei sentieri della moglie di Lot. Guardano indietro.
c.
Quante persone sposate erano così apparentemente attive, dal punto
di vista spirituale, fino a che i propri figli hanno cominciato a crescere,
dopo di che sono caduti! Nei primi anni della loro vita matrimoniale sembrano
seguire Cristo con zelo e rendendo testimonianza della loro confessione di
fede. Ascoltano regolarmente la predicazione del Vangelo, sono fruttiferi
nelle buone opere, non frequentano mai compagnie vane e immorali. La loro fede
e la loro pratica sono entrambi sane e camminano mano nella mano. Ma, ahimè,
quanto spesso subentra qualche preoccupazione spirituale ad affliggere la casa,
quando una giovane famiglia costituita comincia ad aumentare, e viene il
momento di introdurre i figli nella società. Nelle loro abitudini, nel loro
abbigliamento, nei loro divertimenti e nel loro modo di impiegare il tempo,
comincia a fare la propria apparizione il lievito della mondanità. Non si è più
inflessibili come prima sulle persone da incontrare e sui luoghi da
frequentare. Dov'è la netta linea di separazione che essi una volta
tracciavano? Dov'è la ferma rinuncia ai divertimenti mondani che un tempo
contraddistingueva la loro vita? è tutto caduto nel dimenticatoio, messo in
disparte, come un calendario obsoleto. È avvenuto un cambiamento in loro: lo
spirito del mondo ha preso possesso dei loro cuori. Essi seguono le orme della
moglie di Lot. Guardano indietro.
d. Quante
giovani donne sembrano essere pervase da un sano sentimento religioso fino
all'età di 20 o 21 anni, per poi perdere tutto! Fino a questo periodo della
loro vita, il loro atteggiamento nelle cose religiose è quanto di meglio si
possa desiderare. Coltivano l'abitudine della preghiera privata, leggono
scrupolosamente la Bibbia, visitano i poveri appena possono, frequentano le
scuole domenicali, assistono materialmente e spiritualmente i poveri, al pari
delle altre credenti loro amiche, amano parlare di soggetti spirituali,
scrivono lettere piene di espressioni ed esperienze religiose. Ma, ahimè,
quanto frequentemente si rivelano instabili come l'acqua e vengono travolte
dall'amore per il mondo! Poco a poco, si allontanano e perdono il loro primo
amore. Lentamente le "cose visibili" portano via dalle loro menti
quelle "invisibili" e, come nella piaga delle locuste, divorano ogni
erba verde dall'anima loro. Passo dopo passo, le vedete indietreggiare dalla
posizione che un tempo occupavano. Smettono di essere gelose intorno alla sana
dottrina; fanno finta di osservare che è "poco gentile" pensare che
una persona sia più religiosa di un'altra, mentre trovano
"discriminatorio" tentare di separarsi dall'andazzo della società.
Dopo un po' rivolgono le loro attenzioni verso qualche uomo che non nutre alcun
sentimento religioso. Infine, abbandonano anche l'ultimo rimasuglio del proprio
cristianesimo e diventano totalmente figlie del mondo. Esse seguono le orme
della moglie di Lot. Guardano indietro.
e.
Quanti membri comunicanti nelle nostre chiese, un tempo credenti
ferventi e appassionati, sono adesso diventati svogliati, formali e freddi!
C'era un tempo in cui nessuno sembrava più zelante di loro; nessuno era
altrettanto diligente nell'appropriarsi dei mezzi della grazia; nessuno era
così sollecito nel promuovere la causa del Vangelo e altrettanto pronto a
compiere ogni opera buona; nessuno era così riconoscente per l'istruzione
spirituale; nessuno era, almeno in apparenza, così desideroso di crescere nella
grazia. Ma adesso, ahimè, è cambiato tutto! L'"amore per altre cose"
si è impadronito dei loro cuori, soffocando il buon seme della Parola. Le
ricchezze e le ricompense mondane, la letteratura del mondo, gli onori del mondo
hanno guadagnato il primo posto nei loro sentimenti. Parlate con loro e non
noterete alcuno stimolo per le cose spirituali. Osservate la loro condotta
quotidiana: non vi coglierete nessun interesse per il regno di Dio. Certo,
hanno una religione, ma non è più una religione vivente. La sorgente del loro
primo cristianesimo si è inaridita, il fuoco che alimentava il loro motore
spirituale si è spento, le cose terrene hanno estinto quella fiamma che un
giorno bruciava così ardentemente.
f.
Quanti ecclesiastici hanno lavorato duramente, nello svolgimento
del proprio ministero per pochi anni, diventando in seguito pigri e indolenti a
causa dell'amore per il presente secolo! All'inizio sembrano voler spendere ed
essere spesi per Cristo; insistono a tempo e fuor di tempo; la loro
predicazione è esuberante e le loro chiese sono piene. Hanno congregazioni ben
curate, piene di attività, e il loro diletto settimanale consiste in incontri
di preghiera e in visite casa per casa.
Ma, ahimè, quanto spesso dopo
aver "cominciato per lo Spirito" finiscono "per la carne"
e, come Sansone, vengono privati della loro forza, in seno a Dalila, figura del
mondo! Preferiscono un vivere agiato; sposano una moglie mondana; diventano
gonfi d'orgoglio e abbandonano lo studio della Parola e la preghiera. Un gelo
pungente brucia i fiori spirituali che una volta promettevano così bene. La
loro predicazione perde potenza e unzione, la loro opera settimanale diminuisce
sempre più, le amicizie alle quali si accompagnano sono sempre meno
selezionate, il tono della loro conversazione diventa sempre più profano. Hanno
smesso di ignorare il parere degli uomini, sono impregnati di una paura morbosa
per le "posizioni estreme", e sono invasi da un prudente terrore di
offendere.
E alla fine, quello che un tempo
sembrava essere un vero successore degli apostoli e un buon soldato di Cristo,
si trasforma in un buon giardiniere, un agricoltore, un compratore, dal quale
nessuno viene offeso e nessuno viene salvato. La sua chiesa si svuota quasi, la
sua influenza diminuisce, il mondo lo ha legato mani e piedi. Egli si è
incamminato lungo il sentiero della moglie di Lot. Ha guardato indietro.
È triste scrivere queste cose, ma
molto più triste è vederle. È triste osservare come dei cristiani professanti
possano accecare le proprie coscienze servendosi di argomenti religiosi su
questo soggetto, possano tollerare la mondanità parlando dei "doveri della
propria posizione", delle "delicatezze della vita" e della
necessità di praticare una "religione gioiosa". è triste vedere come
più di una nave imponente intraprenda il viaggio della vita avendo dinanzi a sé
ogni prospettiva di successo e poi, a causa di qualche incrinatura di
mondanità, affondi con tutto il suo carico pur essendo in prossimità del porto
della salvezza.
È più triste ancora vedere come
molti lusingano se stessi, dicendo che tutto è a posto con le loro anime,
quando invece tutto è sbagliato, a causa dell'amore per questo mondo. Qui e là
cominciano a spuntare i capelli grigi ed essi non lo sanno. Cominciano con
Giacobbe, Davide e Pietro, e quasi certamente finiranno con Esaù, Saul e Giuda
Iscariota. Cominciano con Rut, Anna, Maria e la Perside, ed è probabile che
finiscano con la moglie di Lot.
Attenti alla religione tiepida.
Attenti a seguire Cristo spinti da qualche motivo aggiunto, per compiacere la
parentela e gli amici, per conformarsi al costume locale o alla famiglia a cui
si appartiene, per apparire rispettabili e avere nome di essere religiosi.
Seguite Cristo per quello che lui è, se proprio volete seguirlo. Siate
inequivocabili, siate concreti, siate onesti, siate interi, siate sinceri. Se
avete qualche sentimento religioso, sia la vostra religione reale. Guardate di
non commettere il peccato della moglie di Lot. Attenti a non contare mai di
potervi spingere troppo in là nella religione, cercando al tempo stesso di
conformarvi al mondo.
Non sto dicendo che dobbiate
diventare eremiti, monaci o suore: io voglio che tutti compiano il proprio
dovere nella posizione sociale in cui sono stati chiamati.
Ma raccomando ad ogni sincero
cristiano che desideri essere felice, quanto sia importante il non fare alcun
compromesso tra Dio e il mondo. Non sforzatevi di tirare sul prezzo, come se
voleste dare a Cristo quanto meno possibile del vostro cuore, tenendovi quanto
più è possibile le cose di questa vita. Attenti perché potreste andare troppo
oltre e finire col perdere tutto. Amate Cristo con tutto il vostro cuore, con
tutta la vostra mente, con tutta l'anima e con tutta la forza. Cercate prima il
regno di Dio e abbiate fiducia che tutte le cose vi saranno date in più. Badate
a non essere una copia del personaggio descritto da John Bunyan, il Signor
Doppia-Faccia.
Per la vostra felicità, per il
vostro bene, per amore della vostra sicurezza, per il bene dell'anima vostra,
guardatevi dal peccato della moglie di Lot. Oh, quanto solenni sono le parole
del nostro Signore Gesù: " nessuno che abbia messo la mano a un altro e
poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio" (Luca 9:62).
3. Il giudizio che Dio le
inflisse.
La scrittura narra la fine della
moglie di Lot in poche e brevi parole. È scritto che "guardò indietro e
divenne una statua di sale".
Si verificò un miracolo per
eseguire il giudizio di Dio su questa donna colpevole.
La medesima mano onnipotente che
prima le aveva dato vita, gliela tolse in un batter d'occhio. Da essere fatto
di carne e sangue, si trasformò in una statua di sale.
Fu una fine tremenda per
quell'anima! Morire prima o poi è una cosa solenne. Morire tra amici e
parenti, morire tranquillamente e in pace nel proprio letto, morire essendo
circondati dalle preghiere di uomini santi che echeggiano nelle nostre
orecchie, morire avendo una buona speranza, per mezzo della grazia, nella piena
certezza della salvezza, essendo appoggiati al Signore Gesù, sorretti dalle
promesse del Vangelo, morire in tal modo, dico, è una buona cosa.
Ma morire improvvisamente in un
momento, proprio commettendo il peccato, morire in piena salute e vigore,
morire per il diretto intervento di un Dio adirato, questo è terribile. Eppure
questa fu la fine della moglie di Lot. Io non riesco a criticare, come fanno
alcuni, quella litania contenuta nel Libro delle Preghiere, che recita la
preghiera: "Liberaci, benigno Signore, dalla morte improvvisa".
Fu una fine tremenda per
quell'anima! Ci sono casi in cui uno spera, per così dire, contro speranza, per
le anime di quelli vediamo scendere nella tomba. Cerchiamo di persuaderci che
quel nostro povero fratello defunto o quella nostra sorella possano essersi
pentiti all'ultimo istante e aver afferrato il lembo della veste di Cristo
all'undicesima ora. Ci ricordiamo delle misericordie di Dio; ricordiamo la
potenza dello Spirito; pensiamo all'episodio del ladrone penitente; bisbigliamo
a noi che, su quel capezzale, l'opera salvifica magari è andata avanti e che la
persona morente non abbia avuto la forza di dircelo.
Ma quando una persona viene a
mancare repentinamente, la fine di tali speranze è certa. La carità stessa non
ha nulla da dire, quando un'anima perisce mentre commette delle meschinità, non
avendo il tempo nemmeno per un attimo di riflessione o di preghiera. Questa fu
la fine della moglie di Lot; fu una fine orribile. Andò all'inferno. Ma è buono
per noi sottolineare queste cose. È buono essere rammentati che Dio può punire
in maniera severa quelli che peccano intenzionalmente e che l'abuso di grandi
privilegi attira sull'anima una grande indignazione.
Faraone vide tutti i miracoli
compiuti da Mosé; Core, Datan e Abiram avevano udito Dio parlare dal monte
Sinai; Ofni e Fineas erano figli del sommo sacerdote di Dio; Saul aveva vissuto
alla luce del ministero di Samuele; Acab era stato spesso ammonito da Elia il
profeta; Absalom aveva goduto il privilegio di essere uno dei figli di Davide;
Baltasar aveva a corte il profeta Daniele; Anania e Saffira si unirono alla
Chiesa nei giorni in cui gli apostoli operavano grandi miracoli; Giuda
Iscariota appartenne al gruppo di persone scelto dal nostro Signore Gesù Cristo
in persona.
Malgrado ciò, peccarono tutti a
mano alzata contro la luce e la conoscenza, e furono tutti inaspettatamente
eliminati senza rimedio.
Non ebbero luogo né tempo per
ravvedersi. Come vissero, così morirono; così com'erano, furono senza indugio
condotti davanti a Dio. Vi andarono carichi di tutti i loro peccati, senza
perdono, senza essere rinnovati, del tutto impreparati per il cielo. Pur
essendo morti, essi parlano ancora: ci dicono, come la moglie di Lot, che è rischioso
peccare contro la luce, che Dio odia il peccato e che esiste un inferno.
Mi sento spinto a parlare
liberamente ai miei lettori riguardo il soggetto dell'inferno. Permettetemi di
usare l'occasione concessami dalla fine della moglie di Lot.
Credo sia giunto il tempo in cui
sia un dovere categorico parlare chiaramente a proposito della concretezza e
dell'eternità dell'inferno.
Recentemente siamo stati sommersi
da una marea di false dottrine. Gli uomini stanno cominciando a dirci che Dio è
troppo misericordioso per condannare per sempre le anime, che esiste un amore
di Dio più basso persino all'inferno, e che tutti gli uomini, per quanto
malvagi ed empi siano alcuni di loro, prima o poi saranno salvati.
Veniamo invitati ad abbandonare i
sentieri antichi del cristianesimo apostolico. Ci viene detto che le opinioni
dei nostri padri sull'inferno, sul diavolo e sulla punizione eterna, sono in
disuso e antiquate, che dobbiamo abbracciare quella che viene chiamata "la
teologia gentile" e considerare l'inferno una favola pagana o uno
spauracchio per spaventare i bambini e gli sciocchi.
Contro tali fasi insegnamenti
desidero, per uno, protestare. Per quanto penosa, dolorosa e angosciante possa
essere la polemica, non dobbiamo eluderla o rifiutarci di guardare in faccia
alla realtà.
Io, per uno, sono deciso a
mantenere la posizione antica confermando l'effettività e l'eternità
dell'inferno.
Credetemi: questa non è una
faccenda meramente speculativa e non va catalogata tra le dispute sulle
liturgie e sul governo della chiesa. Non va neanche annoverata tra i soggetti
misteriosi, come il significato del tempio di Ezechiele o i simboli
dell'Apocalisse. è un tema che sta alla base stessa di tutto il Vangelo. Gli
attributi morali di Dio, la sua giustizia, la sua santità, la sua purezza, sono
tutti racchiusi in esso. La necessità della fede personale in Cristo e la
santificazione dello spirito sono entrambe in gioco. Una volta che l'antico
insegnamento sull'inferno viene scartato, l'intero apparato dottrinale del
cristianesimo verrà rivoluzionato, scardinato e precipitato nel caos.
Credetemi: il punto non essere
obbligati a fare marcia indietro sulle teorie e sull'invenzione dell'uomo. Le
Scritture hanno parlato esplicitamente e in maniera approfondita sul soggetto
dell'inferno. Ritengo sia impossibile trattare onestamente con la Bibbia e
evitare le conclusioni alle quali essa vuole condurci su questo argomento. Se
le parole significano qualcosa, l'esistenza di un luogo come l'inferno è una
realtà. Se i testi devono essere interpretati correttamente, ci sono delle
persone che vi saranno gettate dentro. Se il linguaggio ha un
significato, l'inferno è eterno.
Io credo che l'uomo che cerca
degli argomenti per eludere le evidenze prodotte dalla Bibbia su questo
argomento, è arrivato a uno stato mentale in cui ragionare è vano. A me risulta
più facile sostenere che non esistiamo, che pensare che la Bibbia non insegni
la consistenza e l'eternità dell'inferno.
a.
Non dimenticate mai che quella Bibbia che insegna che Dio, nella
sua misericordia e compassione, ha mandato Cristo a morire per i peccatori,
insegna altresì che Egli odia il peccato e che deve, per la sua stessa natura,
punire tutti quelli che commettono il peccato o si rifiutano di accettare la
salvezza che ha provveduto. Lo stesso capitolo nel quale è scritto che
"Dio ha tanto amato il mondo", dichiara anche che "l'ira di Dio
rimane su di lui" (Giovanni 3:16, 36). Lo stesso Vangelo che inizia con la
beata buona novella che "chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà
salvato", afferma nello stesso tempo che "chi non avrà creduto sarà
condannato" (Mar. 16:16).
b. Non
dimenticate mai che Dio ci ha dato ampie prove nella Bibbia che punirà l'uomo
dal cuore indurito e incredulo e che si può vendicare dei suoi nemici, così
come mostra misericordia verso il penitente. Il diluvio abbattutosi sul mondo
antico, la distruzione di Sodoma e Gomorra, la totale disfatta di Faraone e del
suo esercito annegati nel mar Rosso, il giudizio inflitto su Core, Datan e
Abiram, la completa eliminazione di sette nazioni abitanti il paese di Canaan,
sono tutti episodi che ci mostrano la stessa spaventosa verità. Ci vengono dati
tutti come segnali di avvertimento, affinché non provochiamo Dio. Hanno tutti
l'intenzione di sollevare la cortina che sovrasta le cose a venire,
ricordandoci che esiste una realtà chiamata ira di Dio. Ci dicono inoltre tutti
chiaramente che "gli empi se ne andranno al soggiorno di morti" (Sal.
9:17).
c.
Non dimenticate mai che il Signore Gesù Cristo ha parlato in
maniera esplicita a proposito della realtà e dell'eternità dell'inferno.
L'episodio del ricco e di Lazzaro riferisce dei particolari che dovrebbero far
tremare gli uomini, ma non è solo quello. Nessuna bocca pronunciò mai così
tante parole per dire quanto terribile sia l'inferno quanto quella di Colui che
parlò come mai nessun uomo ha parlato e che disse: "La parola che voi
udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato" (Giovanni 14:24).
L'inferno, il fuoco dell'inferno, la dannazione dell'inferno, la condanna
eterna, la resurrezione dei dannati, il fuoco eterno, il luogo di tormento,
distruzione, le tenebre di fuori, il verme che non muore, il fuoco che non si
estingue, pianto e stridore di denti, punizione eterna: queste sono le
espressioni utilizzate dal Signore Gesù Cristo in persona. È ora di smetterla
con le miserabili sciocchezze rifilateci dalla gente in questi giorni, secondo
cui i ministri del Vangelo non dovrebbero mai parlare dell'inferno! Costoro
mostrano unicamente la loro ignoranza, o probabilmente la loro malafede, nel
parlare in tal modo. Nessuno può leggere sinceramente i quattro Vangeli e fare
a meno di vedere che chi vuole seguire l'esempio di Cristo deve parlare
dell'inferno.
d. Infine,
non dimenticate mai che i confortanti ritratti offertici dalla Scrittura a
proposito del paradiso ci vengono preclusi, se neghiamo la realtà dell'eternità
dell'inferno. Non ci sarà alcuna dimora futura separata, per quelli che
muoiono empiamente e lontano da Dio? Gli uomini, dopo la morte, andranno tutti
nello stesso luogo in un'unica e confusa moltitudine? Allora il paradiso non
sarà affatto un paradiso! È del tutto impossibile per due persone vivere
insieme se non vanno d'accordo. Verrà un tempo in cui l'inferno e il castigo
termineranno? I malvagi, dopo qualche periodo di tormento, saranno accolti in
paradiso? Ma allora la necessità della santificazione dello Spirito è inutile e
disprezzata! Io leggo che gli uomini possono essere santificati e resi idonei
per il cielo mentre sono sulla terra; non leggo di alcuna santificazione
nell'inferno. Basta con queste teorie infondate e antiscritturali! L'eternità
dell'inferno è tanto chiaramente affermata nella Bibbia quanto quella del
paradiso. Tollerate una sola volta che l'inferno non è eterno e potrete
affermare anche che Dio e il paradiso non sono eterni. La stessa parola greca
usata nell'espressione "castigo eterno" è quella usata dal Signore
Gesù nell'espressione "vita eterna" e dall'apostolo Paolo, quando
parla "dell'eterno Dio" (Matteo 25:46; Romani 16:26). Ora io mi rendo
conto che tutto ciò suona spaventoso per molti; non me ne meraviglio. Ma la
sola domanda che dobbiamo porci è questa: "è scritturale?" In altre
parole, è vero? Io attesto fermamente che lo è, e affermo che dovrebbe essere
rammentato spesso ai cristiani praticanti il fatto che possono perdersi e
andare all'inferno. Io so che è facile negare tutto il chiaro insegnamento a
proposito dell'inferno e renderlo fastidioso usando nomi spiacevoli.
Frequentemente ho sentito parlare di "vedute ristrette", di
"concezioni antiquate", di "teologia del fuoco e dello
zolfo" e cose simili. Spesso mi è stato detto che, oggi giorno,
necessitano più "ampie" vedute. Ma io rispondo che desidero essere
aperto quanto dice la Bibbia, né più né meno. Io dico che il teologo dalla
"mente ristretta" è colui che adatta certe parti della Bibbia alle
aspirazioni dell'uomo e che rifiuta qualche parte del consiglio di Dio. Dio sa
che io non parlo mai dell'inferno senza provare dispiacere e sofferenza.
Offrirei con gioia la salvezza del Vangelo anche al primo dei peccatori.
Direi
volentieri al più vile e al più dissoluto degli uomini sul suo letto di morte
"ravvediti, credi in Gesù e sarà salvato". Ma Dio non voglia mai che
io mi trattenga dal dire all'uomo mortale che la Scrittura rivela l'esistenza
di un inferno come quella di un paradiso e che il Vangelo insegna che gli
uomini possono essere perduti o salvati. Un pompiere che rimanga in silenzio vedendo
un incendio si rende colpevole di una grossa negligenza; un dottore che ci dica
che stiamo bene, quando invece stiamo per morire, è un falso amico. Allo stesso
modo, un ministro che evita di predicare l'esistenza dell'inferno nei suoi
sermoni non è né un uomo fedele né un altruista. Quale carità può esserci in
chi si astiene dall'annunciare qualche parte della verità di Dio? Il mio
migliore amico è chi mi avverte dell'entità del pericolo che corro. Quale
vantaggio c'è nel nascondere il futuro agli occhi dell'impenitente e
dell'empio? Certo è come se favorissimo il diavolo, quando non diciamo
chiaramente agli altri che "l'anima che pecca morrà". E chi può dire
se la deplorevole indifferenza di molte persone battezzate non nasca proprio
dal fatto che non hanno mai parlato loro esplicitamente dell'inferno? Chi
può escludere che si convertirebbero a migliaia, se i ministri li esortassero
con maggior dedizione a fuggire dall'ira a venire? In verità, temo che siamo in
molti ad essere colpevoli in questo; c'è una discrezione sproporzionata tra
noi, che non è quella di Cristo. Ci parlano di misericordia, ma non di
giudizio; ci predicano innumerevoli sermoni sul paradiso, ma pochi
sull'inferno. Siamo stati influenzati dalla miserabile paura di essere
considerati "bassi, volgari e fanatici". Abbiamo dimenticato che chi
ci giudica è il Signore e che l'uomo che insegna le stesse dottrine insegnate
da Cristo non può sbagliare. Se mai tu voglia essere un cristiano in salute e
attaccato ai principi della Scrittura, ti supplico di dare all'inferno un posto
nella tua teologia. Fissalo nella tua mente come un principio ben saldo, che
Dio è un Dio di giudizio come anche di misericordia e che gli stessi consigli
eterni che stabilirono il fondamento della beatitudine celeste, hanno anche
posto la base della sofferenza dell'inferno. Tieni sempre ben chiaro nella tua
mente che tutti quelli che muoiono senza perdono e senza essere rigenerati,
sono totalmente inadeguati a stare nella presenza di Dio, e devono essere
perduti per sempre. Non sono in grado di godere il paradiso; in quel luogo non
potrebbero essere felici. Essi devono andare nel loro luogo, e quel luogo è
l'inferno. Oh, che grande cosa, in questi giorni, è credere in tutta la Bibbia!
Se mai tu voglia essere un cristiano in salute e attaccato ai principi della
Scrittura, ti supplico di fuggire il ministro che non insegni chiaramente la
realtà dell'eternità dell'inferno. Un tale uomo può forse essere rassicurante e
piacevole, ma è molto più probabile che ti accarezzi per farti addormentare che
per condurti a Cristo o per edificare la tua fede. Non è possibile tralasciare
qualche parte del consiglio di Dio senza rovinare il tutto. È una
predicazione tristemente manchevole quella che indugia esclusivamente sulle
compassione di Dio e sulle gioie celesti, senza mai prospettare i terrori del
Signore e i tormenti dell'inferno. Forse riscuoterà successo, ma non è
scritturale. Forse sarà lusinghiera e gratificante, ma non salverà. Datemi una
predicazione che non si astenga dall'annunciare alcuna verità rivelata da Dio.
Potete definirla dura e severa; potete obiettare che terrorizzare la gente non
è il modo per farle del bene. Ma state dimenticando che lo scopo supremo del
Vangelo è quello di persuadere gli uomini "a scampare dall'ira a
venire", e che è vano aspettarsi che gli uomini fuggano se non sono
impauriti. Sarebbe bene per molti che si definiscono cristiani, avere più
spavento per le proprie anime di quanto non ne provino adesso!
Se mai tu voglia essere un
cristiano in salute e attaccato ai principi della Scrittura, considera spesso
quale sarà la tua fine. Sarà la beatitudine o il tormento eterno? Sarà la morte
dei giusti, o sarà una morte senza speranza, come quella della moglie di Lot?
Tu non vivrai in eterno; ci sarà una fine, un giorno all'altro. Un giorno
ascolterai l'ultimo sermone; un giorno innalzerai l'ultima preghiera; un giorno
leggerai l'ultimo capitolo della Bibbia; importanza, desiderio, speranza,
intenzione, decisione, dubbio, tentennamento: tutto avrà una fine. Tu dovrai
lasciare questo mondo e comparire davanti al Dio santo. Oh, possa tu essere
saggio! Possa tu considerare la fine che ti attende! Non puoi continuare a
trastullarti per sempre: verrà un momento in cui dovrai prendere le cose sul
serio. Non puoi rimandare all'infinito le preoccupazioni dell'anima tua: il
giorno verrà in cui ci sarà la resa dei conti con Dio. Non puoi sempre cantare,
ballare, mangiare, brindare, vestirti, leggere, ridere, scherzare, fare
progetti e pensare a far soldi. Gli insetti d'estate non possono sempre
sollazzarsi al sole. La notte gelida arriverà e interromperà per sempre il loro
trastullo. Così sarà per te. Oggi puoi mettere in disparte il problema
religione e rifiutare le esortazioni dei ministri di Dio, ma si avvicina il giorno
in cui Dio si farà avanti per parlare con te. E quale sarà la tua fine? Sarà
una fine senza speranza, come fu quella della moglie di Lot? Io ti imploro, per
le compassioni di Dio, a far fronte risolutamente a questo quesito. Ti supplico
di non soffocare la tua coscienza, riponendo vaghe speranze sulla misericordia
di Dio, mentre il tuo cuore è attaccato alle cose del mondo. Ti prego di non
coprire le tue responsabilità con le favole infantili sull'amore di Dio, mentre
i tuoi modi e le tue abitudini quotidiane mostrano chiaramente che
"l'amore del Padre non è in te". Certo, in Dio c'è misericordia come
un fiume, ma essa è serbata al credente pentito in Cristo Gesù. Dio nutre un
amore verso i peccatori che è incomprensibile e imperscrutabile, ma esso è riservato
a quelli che odono la voce di Cristo e lo seguono. Assicurati di avere un
trasporto per quell'amore. Allontana ogni peccato conosciuto; sepàrati
decisamente dal mondo; grida potentemente a Dio in preghiera; gèttati
interamente e senza riserve nelle braccia del Signore Gesù ora e nell'eternità;
deponi ogni peso. Non aggrapparti a nulla, per quanto caro possa esserti, che
intralci la salvezza dell'anima tua; abbandona, per quanto prezioso possa
essere, tutto ciò che si frappone tra te e il cielo. Questo vecchio mondo
andato in rovina sta per affondare velocemente e la sola cosa che conta è avere
un posto in una scialuppa di salvataggio e arrivare sano e salvo a riva. Metti
tutto il tuo impegno nel rendere sicura la tua chiamata e la tua elezione. Qualunque
cosa accada alla tua casa e ai tuoi beni, assicurati di avere la certezza del
paradiso. Meglio un milione di volte essere deriso e essere ritenuto l'ultimo
in questo mondo, che andare all'inferno nel mezzo di una folta assemblea e
finire come la moglie di Lot! Voglio qui rivolgermi in particolare a te, o
lettore, in modo da poter imprimere nella tua coscienza alcune questioni di
importanza vitale. Tu hai letto la storia della moglie di Lot, i suoi
privilegi, il suo peccato e quale sia stata la sua fine. Ti è stata detta
l'inutilità di certi privilegi senza il dono dello Spirito Santo, ti è stato
detto il pericolo dell'attaccamento alle cose del mondo e ti è stato parlato
della realtà dell'inferno. Permettimi adesso di concludere il tutto con qualche
appello diretto al tuo cuore. In un tempo di così tanta luce, conoscenza e
impegno religioso, desidero porre dinanzi a te un faro per impedire all'anima
tua di colare a picco. Quanto vorrei mettere una boa nel canale di tutti i
viaggiatori spirituali e scriverci sopra "ricordatevi della moglie di
Lot"!
a.
Sei distratto a proposito del ritorno di Cristo? Ahimè, quanto
sono numerosi gli uomini che vivono come si viveva a Sodoma e ai giorni di Noè:
sì mangia, si beve, si pianta, si costruisce, ci si sposa e si viene sposati,
come se Cristo non dovesse mai ritornare. Se sei uno di questi, io ti dico
quest'oggi: "sta' attento; ricordati della moglie di Lot".
b. Sei
tiepido o forse freddo nell'esercizio del tuo cristianesimo? Ahimè, quanto
numerosi sono quelli che appartengono a questa categoria! Essi cercano di
servire due padroni: si affannano a tenersi buoni sia Dio che mammona. Li
vedete sforzarsi di essere una specie di pipistrello spirituale, cioè né una
cosa né un'altra: non completamente cristiani, ma neanche completamente del
mondo. Se anche tu sei di questi, io ti dico quest'oggi: "bada a te
stesso; ricordati della moglie di Lot".
c.
Ti stai fermando tra due certezze e tendi a ritornare nel mondo?
Ahimè, quanti si trovano nella tua condizione! Hanno paura della croce, non
amano la fatica e l'ignominia legate a un convinto sentimento religioso. Sono
stanchi del deserto e della manna e se potessero, ritornerebbero con tutto il
cuore in Egitto. Se sei uno di loro, io ti dico quest'oggi: "bada a te
stesso; ricordati della moglie di Lot".
d. Stai
coltivando segretamente qualche vizio inguaribile? Ahimè, quanti ce ne sono
come te! Essi si spingono avanti nella loro professione di fede; fanno molte
cose giuste e paiono appartenere al popolo di Dio. Ma c'è sempre qualche
cattiva abitudine coccolata che non riescono a sradicare dal proprio cuore. La
mondanità nascosta, la cupidigia o la lussuria sono a loro attaccate come una
seconda pelle. Vedrebbero con piacere abbattuti tutti i loro idoli, tranne
quello. Se sei tra questi, io ti dico quest'oggi: "bada a te stesso;
ricordati della moglie di Lot".
e.
Stai giocherellando con dei piccoli peccati? Ahimè, quanti ce ne
sono! Hanno un grande rispetto per le grandi e fondamentali dottrine del
Vangelo. Si tengono lontani da ogni grave dissolutezza e da qualsiasi aperta
violazione della legge di Dio, ma sono tristemente incuranti delle piccole
incongruenze e dolorosamente lesti a scusare se stessi."è solo un piccolo
scatto di collera, una trascurabile leggerezza, una banale dimenticanza",
ci dicono; "Dio non fa caso a queste sciocchezze. Nessuno di noi è
perfetto; Dio non ci ha mai chiesto di esserlo". Se anche tu sei tra
questi, io quest'oggi ti dico: "bada a te stesso; ricordati della moglie
di Lot".
f.
Stai forse riposando su allori di privilegi religiosi? Ah, quanti
lo fanno! Godono dell'opportunità di ascoltare regolarmente la predicazione del
vangelo e di partecipare alla cena del Signore, e riposano sulle loro fecce.
Appaiono "ricchi, arricchiti e mancanti di nulla" (Apoc. 3:17),
mentre non hanno né fede, né grazia, né mente orientata alle cose del cielo, e
non sono preparati per esso. Se fai parte di questa categoria di persone, io
quest'oggi ti dico: "bada a te stesso; ricordati della moglie di
Lot".
g.
Stai confidando nella tua competenza religiosa? Ahimè, quanti lo
fanno! Essi non sono ignoranti, al pari degli altri uomini: conoscono la
differenza tra la vera e la falsa dottrina. Possono polemizzare, possono
ragionare, possono discutere e citare testi su testi; ma con tutto questo, non
sono convertiti e sono ancora morti nelle loro trasgressioni e nei loro
peccati. Se sei tra questi, io ti dico quest'oggi: "bada a te stesso;
ricordati della moglie di Lot".
h. Ostenti una
religione eppure sei ancora aggrappato al mondo? Ahimè, quanti lo fanno!
Ambiscono essere ritenuti dei cristiani. Amano essere creduti responsabili,
equilibrati, corretti, assidui frequentatori dei culti ma, nonostante ciò, il
loro abbigliamento, i loro gusti, le loro compagnie, i loro passatempi dicono
chiaramente che essi appartengono al mondo. Se sei uno di questi, io ti dico
quest'oggi: "bada a te stesso; ricordati della moglie di Lot".
i.
Confidi nel fatto che in punto di morte potrai pentirti? Ahimè,
quanti la pensano così! Sanno che non sono ciò che dovrebbero essere: non sono
ancora nati di nuovo e non sono pronti per morire. Ma si illudono che, quando
la loro infermità finale si presenterà, avranno tempo di ravvedersi, di
afferrarsi a Cristo e di lasciare questo mondo perdonati, santificati e
preparati per il cielo. Dimenticano che spesso la gente muore all'improvviso e
che, in genere gli uomini come vivono così muoiono. Se sei tra questi, io ti
dico quest'oggi: "bada a te stesso; ricordati della moglie di Lot".
j.
Sei membro di una chiesa evangelica? Quanti lo sono, ahimè, e
quanti continueranno ad esserlo! Ascoltano la verità domenica dopo domenica e
rimangono duri come "la macina di sotto". Nei loro orecchi echeggia
un sermone dopo l'altro. Mese dopo mese vengono invitati a ravvedersi, a
credere, a venire a Cristo e a essere salvati. Passano gli anni ma non
cambiano. Rimangono adagiati dietro un ministro di loro gradimento e continuano
ad accarezzare i loro peccati preferiti. Se sei uno di questi, io ti dico
quest'oggi: "bada a te stesso; ricordati della moglie di Lot".
Oh, possano queste solenni parole
del nostro Signore Gesù Cristo essere scolpite intimamente in tutti i nostri
cuori! Possano esse scrollarci quando siamo indolenti,
possano vivificarci quando siamo
morti, possano eccitare il nostro udito, quando siamo sordi e riscaldarci
quando sentiamo freddo! Possano essere rivelarsi un pungolo che ci sproni
quando stiamo per cadere e un freno per controllarci quando ci stiamo pervertendo!
Possano esse costituire uno scudo a nostra difesa e una spada con la quale
combattere coraggiosamente, quando Satana viene a tentarci con astuzia
sussurrando "Lascia stare Cristo, ritorna nel mondo e seguimi!"
Oh, che noi possiamo dire,
nell'ora del cimento, "anima mia, ricorda l'avvertimento del tuo
Salvatore! Anima mia, anima mia, hai dimenticato le sue parole? Anima mia,
anima mia, ricordati della moglie di Lot!".